L'Antidoron (solatium) fra Oriente e Occidente
La parola Anti-doron è greca, significa grosso modo "al posto del dono".
Il Dono, ovviamente, è l'Eucarestia. Trattasi dei frammenti di pane
benedetto provenienti dal Grande Agnello ( o da altre prosfore ) che
però non saranno consacrati sull'altare.
Esiste un termine latino, purtroppo sconosciuto, per indicare l'antidoron, ossia solatium (lett. compensazione ) ed è da questo termine che partirà la nostra ricerca storica.
La prima attestazione dell'uso dell'antidoron per come lo conosciamo
oggi è, paradossalmente, tutta latina. Nel VII secolo, infatti, in
riferimento ai canoni del Concilio di Gallia, Sant'Agostino a proposito
di un sostituto ( solatium ) per quei catecumeni o fedeli che per
svariate ragioni non possono ottenere la Comunione (1). Nella Chiesa
Primitiva ( secoli I-IV ) era uso che il fedele portasse a casa
l'Eucarestia avanzata dall'Assemblea; con la massificazione della
Chiesa, si ritenne opportuno limitare la pratica di condurre a casa solo
l'antidoron.
Le prime note nei riguardi di un Antidoron in Oriente invece sono legate
a San Germano di Costantinopoli il quale parla della prosfora nella sua
Spiegazione della Liturgia nel Nono secolo.
La Chiesa Indivisa usava largamente il pane benedetto soprattutto ai
vespri e dopo le liturgie, ma generalmente dopo ogni officio liturgico
che non fosse seguito da una consacrazione. La prassi Latina della
liturgia giornaliera, e dell'ampio uso dei presantificati, fece perdere
ben presto valore alla distribuzione dei solatia, i quali rimasero fino al XVI secolo nelle liturgie episcopali francesi ( le pan bénit
) e in Italia viene ancora concesso il "pane benedetto" il giorno di s.
Antonio da Padova. La scomparsa del pane benedetto è legata anche al
progressivo uso del pane azzimo in luogo di quello lievitato nelle
chiese latine: la perdita della prosfora in luogo dell'ostia ha
comportato l'impossibilità di generare l'antidoron senza che fosse
creato un pane ex novo.
La Chiesa Ortodossa oggi
La Chiesa Ortodossa ha continuato la pratica antica e l'antidoron si è
confermato come l'attribuito di economìa per la Chiesa: possono
assumerlo tanto i fedeli comunicati, quanto chi non è pronto per la
comunione, sia i non-ortodossi. Il solatium viene dato ai fedeli
direttamente dal sacerdote durante il bacio della croce. Nell'uso slavo,
il sacerdote non da l'antidoron il quale viene lasciato su una tavola
alla libera mano dei fedeli; e viene concesso sub utraque: sia in forma di vino che di pane, quasi come se fosse una "eucarestia in miniatura".
Il pane benedetto della liturgia di Pasqua si chiama Artos, e adesso generalmente viene creato ex novo e benedetto a parte, anche se in origine doveva provenire dall'altare.
Al giorno d'oggi, c'è dibattito se i non-ortodossi possono assumere o meno l'antidoron: generalmente viene concesso.
L'antidoron nella Chiesa Ortodossa Occidentale
Subito fu proposto fin dal 1863 da parte di J.J. Overbeck il
reinserimento nel canone liturgico latino-ortodosso della pratica
dell'antidoron, e difatti sia nella Liturgia di Sarum, nella Liturgia di
San Gregorio Magno e nel Vespro è stata reinserita la benedizione del solatium.
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FONTI E NOTE
1) 54esima Lettera di Sant'Agostino a Giovenale, Migne, PL XXXIII, 200
Catholic Encyclopedia, Robert A. Company
Complete History of the Church, Thomas Antony Trollope
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