martedì 23 giugno 2015

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L'Ortodossia non si trova attraverso l'archeologia
di Gabe Martini
dal blog On Behalf of All
17 giugno 2015


Molti cristiani ortodossi parlano di una ricerca della Chiesa primitiva; di una ricerca di una "antica fede". In quanto tale, può essere fin troppo facile confondere l'ortodossia con ciò che è "vecchio".
Ma Ortodossia non è vera perché è vecchia; è vera perché è ortodossa. Anche se molte persone confondono i riferimenti all'antica fede o alla fede degli apostoli con una chiamata al passato, ciò di cui stiamo parlando, o meglio, ciò di cui dovremmo parlare - è una fede che ha le sue radici nell'intramontabile Chiesa apostolica di Gesù Cristo.
Noi siamo in grado di seguire le tracce della nostra fede indietro nel tempo fino agli apostoli - questi giganti spirituali dell'antichità, ma la fede e la pratica di oggi non è identica a quella della Palestina del primo secolo. Di fatto, fin da quel tempo ha subito un'enorme quantità di sviluppi e perfezionamenti da allora.
La teologia non è archeologia
Una chiamata ripetuta a emulare la Chiesa primitiva o a trovare il suo "banco di prova" è ciò che mi piace definire "teologia come archeologia".
Questo approccio errato si può trovare spesso nel protestantesimo, ma si può anche trovare tra i recenti convertiti all'Ortodossia o tra quelli che fraintendono lo scopo stesso dell'Ortodossia. Ma, come ho detto, non noi crediamo a una cosa semplicemente perché è antica, ma piuttosto perché è vera – perché è ortodossa. E c'è una grande differenza tra i due approcci.
Chi fa teologia come archeologia esaminerà una prassi della Chiesa nel passato e penserà che dovremmo fare così anche nel presente. Ma questo è tradizionalismo, piuttosto che tradizione. Innestare artificialmente qualcosa da un punto nel passato sulla Chiesa del presente è un esercizio di archeologia, in quanto trascura lo"sviluppo"  l'organico, spirituale della Chiesa nella storia. Può anche dare l'impressione che lo Spirito Santo abbia in qualche modo lasciato la Chiesa da sola per un certo numero di secoli (una sorta di deismo).
Ma i cristiani ortodossi devono credere e capire che Cristo è Emmanuele, Dio con noi, e che egli ha promesso di inviare un Consolatore per guidare i fedeli in tutta la verità. Come membri della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, noi crediamo che Dio non ci ha lasciato a noi stessi, ma che invece è con noi in ogni passo del nostro cammino.
Questo non significa che tutto sia perfetto per tutto il tempo – la Chiesa è ancora composta da esseri umani dopo tutto – ma significa che la natura divina della Chiesa non è danneggiata a causa delle nostre varie mancanze. Pensare altrimenti sarebbe una forma di monofisismo o addirittura di docetismo ecclesiastico.
La iper-semplificazione della Chiesa primitiva
Avete mai sentito qualcuno chiedere: "Come si celebrava il culto nella Chiesa primitiva?" Oppure: "Che cosa credeva e insegnava la Chiesa primitiva riguardo al battesimo?"
In queste domande apparentemente innocenti si cela una teologia sostanzialmente viziata – una teologia che si assume che tutta la dottrina cristiana sia stata perfezionata al momento dell'ascensione di Cristo. Ma ciò che sappiamo dalla storia della Chiesa è che la teologia ha progredito e ha lottato attraverso la storia, sia di fronte alle persecuzioni sia a una moltitudine di eresie, per divenire il luogo molto raffinato e sviluppato che è oggi.
There was no golden age of the Church. One need only consider the canonization of Imperial Saints like Constantine and Justinian the Great—Christian Emperors that helped eliminate widespread doctrinal errors in the Church and who paved the way for a long line of Christian posterity. In the significant struggles of every century since the days of the apostles, the Church made great strides in defining what it means to be an orthodox Christian.
Non è mai esistita alcuna età dell'oro nella Chiesa. Basti pensare alla canonizzazione di santi imperiali come Costantino e Giustiniano il Grande – imperatori cristiani che hanno contribuito a eliminare gli errori dottrinali diffusi nella Chiesa e che hanno aperto la strada a una lunga serie di posterità cristiana. Nelle significative lotte di ogni secolo fin dai tempi degli apostoli, la Chiesa ha fatto grandi passi avanti nella definizione di ciò che significa essere un cristiano ortodosso.
Accanto a quelle lotte dottrinali vi è stato lo sviluppo artistico, in particolare nella espressione dei nostri servizi divini, inni, nell'iconografia e nell'architettura. Mentre gli antenati perseguitati del primo e secondo secolo si incontravano nelle case dei ricchi, la Chiesa emancipata di Teodosio e Giustiniano celebrava Divine Liturgie in templi ornate come il mondo non ne aveva mai avuti –funzioni così gloriose che portarono alla conversione di intere nazioni alla loro sola vista.
Quindi no, noi non guardiamo alla Chiesa primitiva per le nostre specifiche forme di culto e di pietà (anche se gli stessi elementi di base vi erano presenti in forma di seme). Invece, guardiamo alla stessa Chiesa del primo e del secondo secolo che persiste nel mondo di oggi.
E ora e sempre
Essendo il corpo di Cristo, la Chiesa è, per molti aspetti, lo stesso ieri, oggi e nei secoli dei secoli. Allo stesso tempo, è una Chiesa storica – una Chiesa composta da persone come voi e come me, che vive e respira in questa presente epoca malvagia. In questo paradosso si trova la verità più profonda che, per la Chiesa del Dio vivente, la nostra vita cultuale è senza tempo.
Quando celebriamo le grandi feste, annunciamo che "in questo giorno" Cristo è nato, crocifisso, o risorto. Diciamo "in questo giorno" Maria entrò nel tempio o Cristo fu battezzato nel fiume Giordano. Tutti sanno che "questo giorno" è – nella realtà da noi percepita – un giorno nel 2015. Ma la Chiesa vede oltre il materiale e nel nascosto, in un posto dove cielo e terra si incontrano, e il tempo stesso è reso insignificante, o (quanto meno) è a nostra disposizione per essere plasmato.
Questa semplice lezione di meccanica temporale ricorda ai fedeli che non stiamo solo partecipando a una fede che è "antica". Invece, sappiamo che quest'antica fede è tale perché è predicata dall'Anziano dei Giorni. La nostra Divina Liturgia è un piede inserito nell'eterna sala del trono del cielo, anche se ci troviamo sui pavimenti piastrellati dei nostri templi terrestri.
La Chiesa ortodossa è legata alla Chiesa primitiva, non perché noi preghiamo esattamente come hanno fatto i primi cristiani, ma piuttosto perché il carisma apostolico che è sceso su quegli apostoli santificati dal fuoco è lo stesso che scende sui nostri fedeli vescovi e sacerdoti nel XXI secolo.
L'ortodossia della nostra fede non si trova attraverso l'archeologia o una ricerca del passato, ma piuttosto nella continuità apostoliche di ogni età.
Se stiamo cercando la fede degli apostoli, stiamo cercando la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica nel mondo di oggi, non una ricostruzione artificiale della nostra immaginazione.

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