venerdì 7 novembre 2025

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Cosa succede se si cominciano a contare tutti i metropoliti di Kiev

di Vasilij Mozhevelnij

Unione dei giornalisti ortodossi, 1 novembre 2025

 

 

chi sarà il successore di Epifanij Dumenko come "metropolita di Kiev "? Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Epifanij Dumenko si definisce metropolita di Kiev, ma dove si colloca esattamente nella linea di successione? La domanda non è così semplice come sembra e la risposta ha implicazioni serie.

Quando nel 1990 l'Esarcato ucraino fu trasformato in Chiesa ortodossa ucraina, divenne suo primate il metropolita di Kiev e Galizia Filaret (Denisenko). Il suo titolo fu quindi cambiato in "metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina". Fu il 120° metropolita di Kiev, a partire dal Battesimo della Rus' nel 988.

Ma nel 1992, Filaret si separò dalla Chiesa ortodossa ucraina, si autoproclamò "patriarca" e creò una nuova struttura ecclesiastica: la "Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev". Accanto a essa esisteva la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina". Ciascuna di queste organizzazioni mantiene il proprio conteggio dei metropoliti di Kiev.

Nel 2018, il patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli "sciolse" la Chiesa ortodossa ucraina, il "patriarcato di Kiev" e la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", ordinando loro di unirsi in un'unica Chiesa. La Chiesa ortodossa ucraina si rifiutò di partecipare a quella che considerava un'assurdità, mentre il "patriarcato di Kiev" e la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" si fusero nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Poco dopo, tuttavia, Filaret si ritirò a gran voce dal nuovo organismo e rianimò il "patriarcato di Kiev" – ma questa è un'altra storia.

Nel frattempo, la Chiesa ortodossa ucraina continua a esistere. Nessuna delle 15 Chiese ortodosse locali universalmente riconosciute ha mai dichiarato di non considerare più la Chiesa ortodossa ucraina una Chiesa canonica. Allo stesso modo, nessuno (tranne il Fanar) ha affermato che sua Beatitudine il metropolita Onufrij non sia più metropolita di Kiev. Allo stesso tempo, quattro Chiese "greche" oggi chiamano Epifanij Dumenko metropolita di Kiev. Questo solleva la domanda: a quale numero appartiene nella sequenza e di chi è realmente il successore?

La linea di successione della Chiesa ortodossa ucraina

Filaret Denisenko è stato il 120° metropolita canonico di Kiev. Il 27 maggio 1992, il Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina a Kharkiv lo ha deposto dalla sede di Kiev, una decisione del tutto legittima secondo il diritto canonico.

Tra le accuse c'erano:

  • governo autoritario della Chiesa ortodossa ucraina e della diocesi di Kiev;

  • disprezzo per la voce conciliare della Chiesa;

  • crudeltà e arroganza verso i confratelli vescovi, i chierici e i laici;

  • uno stile di vita indegno di un gerarca (aveva moglie e figli);

  • spergiuro, avendo violato un giuramento fatto davanti alla Croce e al Vangelo.

Tra i canoni violati da Filaret figurano i seguenti: Canoni apostolici 25 e 27; Canone 3 del primo Concilio ecumenico; Canone 6 del secondo Concilio ecumenico; Canone 5 del Concilio quinisesto (Trullano); Canone 88 di san Basilio il Grande e altri.

La deposizione di Filaret fu riconosciuta da tutte le Chiese ortodosse locali, compreso il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.

Il Concilio di Kharkiv elesse quindi il metropolita Vladimir (Sabodan) come suo successore, il 121° metropolita di Kiev. Tutte le Chiese locali (di nuovo, compresa Costantinopoli) lo riconobbero come tale e inviarono messaggi di congratulazioni.

Lo stesso accadde nel 2014, quando, dopo la dipartita del metropolita Vladimir, fu eletto primate della Chiesa ortodossa ucraina il metropolita Onufrij (Berezovskij).

Pertanto, il 122° metropolita di Kiev, canonico e universalmente riconosciuto, è Onufrij.

La linea di successione del "patriarcato di Kiev"

Qui le cose si complicano. Nel 1992, Filaret, ormai ridotto allo stato laicale, formò il "patriarcato di Kiev" unendo i suoi pochi seguaci a quelli della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", allora guidata dal "patriarca" Mstislav Skrypnik, residente negli Stati Uniti e in Canada. Mstislav venne a conoscenza di questa "unione" solo dopo il fatto e invitò i suoi seguaci a non riconoscerla.

Ciononostante, il "patriarcato di Kiev" lo considera il suo primo primate, mentre Mstislav stesso e la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" no. Quindi, secondo il conteggio del "patriarcato di Kiev", Mstislav Skrypnik è il 121° primate della Chiesa ucraina (con il titolo di "patriarca", anche se per ora lo tralasciamo).

Nel 1993, dopo la morte di Mstislav, Vladimir Romanjuk divenne primate del "patriarcato di Kiev", il numero 122 secondo i loro calcoli. Morì nel 1995 in circostanze poco chiare e gli succedette Filaret Denisenko, il numero 123.

La linea di successione della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina"

Anche qui il quadro è intricato. La "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" nacque nel 1921, quando, contro ogni canone, Vasilij Lipkivskij fu "consacrato" come "metropolita di Kiev" da sacerdoti e laici.

A quel tempo, il metropolita canonico di Kiev (il 115°) era il Metropolita Mikhail (Ermakov). Pertanto, lungo la linea della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", Lipkivskij sarebbe stato il 116° "primate" della sede di Kiev.

Fu seguito da Nikolaj Boretskij (117), poi da Ivan Pavlovskij (118). Tra il 1930 e il 1937, la Chiesa ortodossa ucraina fu praticamente distrutta dal regime sovietico, lasciando solo il vescovo Ioann (Feodorovich), che, in mancanza di altri vescovi, può essere considerato il 119°.

Nel 1942, sotto l'occupazione nazista, la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" fu ricostituita e guidata da Polikarp Sikorskij (120). Durante questo periodo, l'amministrazione della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" fu caotica: alcune fonti indicano Nikanor Abramovich come amministratore parallelo, ma la maggior parte lo omette, quindi non è menzionato qui.

Dopo Sikorskij, Mstislav Skrypnik divenne capo della UAOC nel 1953 (121), sebbene a quel tempo la Chiesa esistesse solo nella diaspora.

Nel 1989, la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" fu ricostituita in Ucraina; il suo primate era Ioann Bodnarchuk (122). Nel 1990, cedette la carica a Mstislav Skrypnik, che, logicamente, sarebbe quindi giunto al 123° posto (anche se la posizione è controversa).

Gli successero Dmitrij Jarema (124), Mefodij Kudrjakov (125) e Makarij Maletich (126).

Qual è il numero di Epifanij Dumenko?

Epifanij non può essere il successore di quella che lui stesso definisce una "chiesa dell'FSB" – la Chiesa ortodossa ucraina. Questo lascia due opzioni ipotetiche:

  • Sarebbe il 124°, se ereditasse dal "patriarcato di Kiev";

  • Oppure il 127°, se ereditasse dalla "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" (o il 126° se Mstyslav Skrypnik non viene conteggiato due volte).

Ma tutti questi calcoli appartengono più al regno della tragicommedia che a quello dell'ecclesiologia. Né il "patriarcato di Kiev" né la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina"possedevano una vera successione apostolica, poiché nacquero dal nulla, mentre i loro "primati" operavano in concomitanza con la gerarchia canonica della Chiesa.

Conclusioni

Dumenko, naturalmente, si sofferma poco su questioni così scomode. Ma forse il Patriarcato di Costantinopoli dovrebbe farlo. Perché lì sono innamorati dei loro antichi dittici e delle venerabili liste di metropoliti – quell'ossessione bizantina per l'ordine e la legittimità. Amano che ogni cosa sia al suo posto, numerata e consacrata dal tempo.

Quindi, lasciate che ce lo dicano chiaramente: chi dovrebbe essere il successore di Sergij (Epifanij) Dumenko?

In definitiva, questa farsa non fa che sottolineare ciò che è evidente da tempo: il progetto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non si fonda su alcun fondamento religioso, canonico o addirittura storico.

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