sabato 16 giugno 2012

Città del Vaticano, 16 giugno 2012.

La Pontificia Commissione di Arte Sacra annuncia la scoperta nella catacomba di
 San Gennaro a Napoli di un’immagine dell’apostolo risalente al VI secolo

Un altro Paolo

A un anno dalla scoperta del cubicolo degli apostoli nelle catacombe romane di Santa Tecla, un’altra sensazionale scoperta si è verificata nelle catacombe di San Gennaro a Napoli. Il restauro di un arcosolio ha rivelato una grande figura di san Paolo che si rivolge e acclama verso una defunta.
L’affresco scoperto a NapoliL’immagine, riconducibile ai primi anni del VI secolo, si propone come una delle figure più intense e ieratiche della tarda antichità, prima che l’Apostolo delle genti sia tradotto in icona dalla civiltà bizantina. Il suo volto, estremamente espressivo e caratterizzato dalle peculiarità fisionomiche di un filosofo, si avvicina alle sembianze delle rappresentazioni romane coeve e di quelle che ricalcano l’immagine, messa in luce pochi anni orsono, nell’oratorio delle grotte di Efeso.
La scoperta di questa immagine paolina, avvenuta durante alcuni interventi coordinati dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, con l’importante apporto dell’arcidiocesi e della comunità napoletana, arricchisce e definisce le nostre conoscenze sull’evoluzione iconografica dei principi degli apostoli, iniziata a Roma, agli esordi del IV secolo e diffusa, da quel momento, in tutto il mondo cristiano antico.
In questo contesto, la figura di Paolo rappresenta iconograficamente il suggestivo crocevia di cultura e di identità, quella ebrea, quella romana e quella greca, che egli aveva incarnato e che aveva caratterizzato la sua opera e la sua attività missionaria in tutto il Mediterraneo. Queste peculiarità devono aver influito sulla fortuna figurativa dell’Apostolo delle genti nella metropoli partenopea, proverbialmente multietnica e, comunque, toccata da Paolo nell’ultimo viaggio che l’avrebbe condotto nella capitale per la prigionia e le sue ultime vicende.
Questa fortuna, nel tempo, viene condivisa con Pietro, costituendo il naturale parallelo di quella concordia apostolorum, che allaccia tra loro i due più importanti testimoni del Cristo. È l’emblema del nesso spirituale, religioso e politico dell’Ecclesia ex gentibus con l’Ecclesia ex circumcisione, ma anche dell’oriente con l’occidente.
  Gianfranco Ravas

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