venerdì 30 agosto 2013

Come annunciatomi, già da ieri sera, da parte di P. Ambrogio di Torino, ecco l'articolo riguardate le galassie ortodosse all'interno di internet che mantengono vive con il loro lavoro la Fede Ortodossa nell'Italia cattolica-romana. Dal sito: http://www.ortodossiatorino.net

Un viaggio nella blogosfera ortodossa in Italia

Esplorazione di un fenomeno ortodosso in crescita
 
 
Il blog (contrazione di web-log, o "diario in rete") è una forma sempre più presente di attività su Internet. Come piattaforma su cui si scrive in modo molto più facile e immediato rispetto a un sito "statico", includendo anche immagini e filmati, il blog ha permesso a molti utenti individuali di avere finalmente una voce in rete. Il formato del "diario" si presta bene tenere la cronaca di viaggi, incontri, esplorazioni (anche virtuali), e promette un maggior interesse a chi vuole essere informato con regolari novità. L’unico aspetto in cui il blog è più complicato è proprio il suo formato cronologico inverso (con le "novità" più recenti in cima), che rende difficile la consultazione dei contenuti, anche se questi sono suddivisi per gruppi tematici per mezzo di etichette. Quando un blog diventa piuttosto grande, le sue stesse dimensioni possono scoraggiare un nuovo lettore.
Il blog dona anche estese possibilità di interattività, sia perché vi si può facilmente segnalare, recensire, valutare e criticare altri materiali trovati in rete, sia perché è possibile attivare un servizio di commenti, che facilitano il dialogo con i lettori.
Dopo la fase iniziale di blog "puro", ovvero di diario di attività e interessi individuali, si è visto presto lo sviluppo dei blog "tematici", dedicati esclusivamente o principalmente a un argomento, nello stesso modo in cui erano strutturati in precedenza molti siti "fissi". Così sono nati e si sono moltiplicati, tra gli altri, i siti dedicati alla fede cristiana ortodossa nei suoi più vari aspetti (padri della Chiesa, monachesimo, liturgia, iconografia, riflessioni teologiche e quant’altro). Anche alcuni siti "statici", già presenti prima dello sviluppo dei blog, hanno deciso di strutturare la loro "pagina delle novità" nel formato di un blog. Il nostro sito della parrocchia ortodossa di san Massimo di Torino, già in rete da anni, ha optato nel maggio 2012 per questa soluzione, pur mantenendo la struttura dei propri contenuti suddivisa in un catalogo di categorie.
La blogosfera ortodossa in altre lingue è sterminata, e in continua crescita. Quella in lingua italiana, per ora, ci permette ancora di dare uno sguardo d'insieme. Vediamo cosa offre il mondo dei blog ortodossi italiani, che suddividiamo - forzandoli in modo un po' schematico - in tre grandi categorie:
Blog ibridi
Tra i primi blog a parlare di Ortodossia in Italia abbiamo visto quelli che non erano solo voci di autori personali, ma anche espressioni di comunità, parrocchie, associazioni. In questi casi il formato del blog è stato verosimilmente una questione di scelta, a preferenza di un sito statico. Tuttavia, il loro sviluppo ha seguito l’evoluzione della blogosfera in generale, e perciò, accanto alla conoscenza e alla promozione della propria parrocchia o associazione, hanno fornito negli anni tutta una serie di indicazioni interessanti, hanno segnalato materiali disponibili on-line e hanno offerto un grande aiuto per creare la base di una rete ortodossa italiana.
Il primo blog ad apparire, per quanto possiamo risalire indietro negli anni, è stato "Chiesa Ortodossa Russa in Italia", del nostro confratello ieromonaco Isidoro. Il blog è attivo dal maggio 2008, e per oltre cinque anni ha offerto in modo non ufficiale notizie aggiornate dal patriarcato di Mosca e da tutto il mondo ortodosso.

"Arberia Ortodossa", curato da Padre Giovanni Capparelli, è attivo dall’ottobre 2008. Oltre a monitorare le attività della parrocchia di Castrovillari e Acquaformosa, ha offerto contributi di cultura arbëreshë e diverse segnalazioni sulle novità in rete nell’Ortodossia in Italia. Il suo esempio, inoltre, ha contribuito a creare in Calabria un’atmosfera favorevole alla diffusione dell’Ortodossia via Internet, con ottimi esempi come il sito della memoria di Makij e il portale "Calabria ortodossa" curato da Ana Janjusevic e Domenico Oliveri.

"Cristianesimo Ortodosso", attivo dal giugno 2011, è la voce in rete dell’associazione Testimonianza Ortodossa, curata da Stilianos Bouris. Oltre a presentare l’associazione nelle sue diverse attività culturali (convegni, incontri) e nelle sue pubblicazioni di ottimo livello, il blog contiene anche diversi articoli interessanti.
"L’arpa di Davide”, blog curato dal nostro confratello ieromonaco Marco, attivo dal novembre 2011, presenta una quantità di testi di autori importanti e novità dall’esarcato russo del Patriarcato Ecumenico, oltre a un’interessante parte musicale.
"Puglia ortodossa", curato dal nostro confratello archimandrita Arsenio, è attivo dal novembre 2012; presenta notizie della parrocchia di san Nicola a Brindisi e molti altri testi. Segnaliamo ancora due blog di chiese del Patriarcato Ecumenico: "Notizie dalla parrocchia di San Demetrio", attivo dal marzo 2011, (un esempio di blog che ha soppiantato il precedente sito statico) e "Chiesa ortodossa in Abruzzo e Molise", attivo dal febbraio 2012. In questi due casi, l’archimandrita Dionisios e padre Anatoliy Grytskiv hanno operato una scelta di presentare le notizie delle loro parrocchie esclusivamente attraverso un blog. Una scelta simile è stata fatta dalla parrocchia ortodossa bulgara di Milano.
Blog personali tematici
L’idea di un blog personale dedicato a un tema specifico, sul quale l’autore del blog ha una particolare competenza o desiderio di ricerca, permette grandi approfondimenti nel settore. La fede e la pratica del cristianesimo ortodosso presentano numerosi campi su cui focalizzarsi. Segnaliamo "Santi Ortodossi", attivo dal settembre 2008 e curato dal nostro consigliere parrocchiale Alessandro, e "Traditio Liturgica", attivo dal luglio 2011 e dedicato al senso della liturgia in Oriente e in Occidente. Sono possibili anche blog di servizio alle attività delle chiese: per esempio Pietro, curatore di "Traditio Liturgica", presenta anche "La Domenica Bizantina", attivo dal settembre 2012, un blog che fornisce le letture per la liturgia domenicale, particolarmente utili alle chiese di tradizione greca.
Anche se altri tipi di blog possono fornire alcuni elementi preziosi, è chiaro che un blog tematico, che ha dietro di sé un preciso sforzo di ricerca, è quello che può dare di più a chi vuole approfondire un certo settore. Ci auguriamo pertanto di veder nascere più blog tematici in futuro, segno che gli ortodossi che hanno approfondito determinati settori vogliono condividere i risultati delle loro ricerche. Anche qui non è necessario re-inventare la ruota: blog ortodossi di approfondimento di vari temi (agiografia, musica, iconografia, storia ecclesiastica e quant’altro) stanno nascendo in tutto il mondo, e tenere aggiornato il pubblico italiano non è uno sforzo impossibile.
Blog personali aperti
Per chi cura un blog personale, una valida alternativa è un blog non tematico, ma che contiene un po’ di tutto nel campo della ricerca individuale. In tal caso, il blog ortodosso si può considerare un "diario di viaggio spirituale", e aiuta non solo l’autore, ma anche molti altri a non sentirsi soli sul proprio cammino.
Un primo esempio di questo tipo di blog è "Sentieri ortodossi", attivo dall’agosto 2011; recentemente ne sono sorti altri due, "Cristiano ortodosso italiano", attivo dal luglio 2013 (e che ringraziamo per le numerose citazioni dal nostro sito torinese) e "Fos Ilaron", attivo dal luglio 2013, per ora l’unico blog ortodosso italiano sulla piattaforma di Tumblr, di cui condivide il pregio di una maggiore compattezza dell’archivio.
Questi autori hanno preferito l’anonimato, una scelta perfettamente legittima finché ci si limita a fare segnalazioni o a raccontare un cammino personale. Tuttavia, se gli interventi dovessero comportare critiche a persone vive e/o attive (in rete e/o nel mondo reale), in tal caso l’anonimato sarebbe scorretto (nascondere la mano che scaglia una pietra non è giustificabile in alcun modo, tanto meno in Internet).
...e i non canonici?
Alcuni potranno chiederci perché abbiamo lasciato fuori da questa lista alcuni blog anche molto ricchi ed estesi, che si rifanno a giurisdizioni sedicenti "ortodosse", ma non in comunione con la Chiesa ortodossa. Non abbiamo desiderio di muovere giudizi di valore ai blog in sé (i blog dei non canonici possono presentare contenuti del tutto rispettabili), ma la loro stessa esistenza come voci di comunioni separate dovrebbe farci riflettere sulla saggezza di cercare la Chiesa al di fuori della Chiesa.
Inoltre, non intendiamo fare da cassa di risonanza a tutte le differenti rivendicazioni (spesso artificiose, e non di rado in contraddizione reciproca) che le giurisdizioni non canoniche possono muovere nei confronti della Chiesa ortodossa. Come abbiamo già avuto modo di scrivere nell’introduzione a un libro sugli ortodossi non canonici, il loro nome è Legione. L’Ortodossia è già abbastanza ricca da approfondire, e la rete informatica abbastanza vasta da esplorare, senza introdurre le numerose varianti rappresentate da queste minoranze in conflitto con la Chiesa, e le une con le altre.
Regole di comportamento
Come dovremmo comportarci, come blogger ortodossi in Italia, riguardo alle notizie che proponiamo, e soprattutto in relazione gli uni agli altri?
In generale, ricordiamo che esiste un'insieme di regole di buon comportamento per la consultazione e il mantenimento di un blog: la blogtiquette, o "etichetta dei blog". Per quanto queste regole siano ancora in formazione, e piuttosto generalizzate (pertanto non applicabili direttamente a tutti i singoli casi), nondimeno ci offrono una buona base di partenza, e a osservarle, la blogosfera ortodossa nel nostro paese può diventare un luogo più sano e piacevole da frequentare.
Poi, per quello che il futuro ci offrirà, il suggerimento è semplicemente di essere noi stessi, senza pretendere necessariamente coordinamenti e collaborazioni di tutti (la rete è un fenomeno che mal si presta a simili strumentalizzazioni), ma coscienti che ogni nostro contributo può essere utile e prezioso (anche in modo inaspettato) a molti altri.

giovedì 29 agosto 2013

Invito alla Liturgia

 
 Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt

Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
Castrovillari (cs)
 
Русская Православная Церковь 
Московского Патриархата 
 
Biserica Ortodoxă Rusă
 Patriarhia Moscovei  
 
 
 
 
 
 
DOMENICA  01 settembre 2013
Meteorzia della Dormizione
Memoria dei santi martiri
Andrea Stratilata e dei suoi
2953 compagni

Tono I

Мученик Андрей Стратилат 

 
UFFICIATURE:
 
      Sabato: ore 18.00 -  Vespro  (Vecernie)
 
Domenica: ore 9.00 - Divina Liturgia
                                              Benedizione dell'acqua

 
 Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
ogni Domenica con inizio alle ore 9.00,
 per celebrare con Voi la Divina Liturgia 
nella Nostra Chiesa e della Nostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
il Parroco al:  328 0140556
                 347 3400419
 

martedì 27 agosto 2013

Un sano articolo estratto dal sito del Confratello P. Ambrogio di Torino circa la "ricchezza" dei Parroci della Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca.

Sulle candele, le "Mercedes" e la ricchezza delle chiese

Sacerdote Aleksandr Lebedev
 
La Chiesa è sempre stata al centro dell'attenzione quando si tratta della ricchezza. Lo stile di vita del sacerdote è un tema perenne dei tabloid, anche nei paesi ortodossi, in cui il sacerdozio è, in generale, molto apprezzato e rispettato. In qualche modo, la maggior parte delle discussioni si focalizza sulle loro automobili, e il discorso diventa particolarmente malsano se quell'auto è una Mercedes-Benz - generalmente vista come il colmo del lusso. Non è mai stato fatto un sondaggio per rivelare quali modelli, se è il caso, i sacerdoti guidano davvero, ma una rapida occhiata in giro vi dirà che per la stragrande maggioranza dei sacerdoti russi sarebbe difficile permettersi una macchina del genere. Tuttavia, alcuni incidenti di alto profilo hanno fornito materiale per i giornalisti scandalistici. Ecco qualche riflessione in più su questo argomento da parte di un sacerdote nella Chiesa ortodossa russa.

 
 
"La Chiesa compra le candele a basso costo e le vende, non al loro costo, ma a un prezzo molte volte superiore! Dov'è la giustizia?! Quale di questi sacerdoti ne ottiene il profitto, eh?! E per curiosità, cosa ci compreranno? Una Mercedes-Benz, naturalmente. E in generale la Chiesa ortodossa russa è un'attività commerciale che ha lo scopo di sottrarre denaro ai poveri. E' anche per questo scopo, che si fanno tutte le prediche sulla non-avidità, ma basta guardare quanto essi stessi vivono bene!"
Tale parere si sente, purtroppo, non di rado. Non ci piace quando gli altri cercano di guardare nelle nostre tasche, ma spesso non ci importa di assumere noi stessi il ruolo di ispettore delle tasse quando si tratta degli altri. E diamo più attenzione alla Chiesa - non nel senso di seguire gli insegnamenti di Cristo, da lei predicati, ma nel senso di scrutare le sue entrate e le sue spese. Francamente parlando, quello dei "sacerdoti in Mercedes" è un tema trito e ritrito. Tuttavia, il filisteo esigente continua a suonare la stessa vecchia canzone.
Abbiamo chiesto a padre Aleksandr Lebedev, sacerdote anziano della Chiesa della protezione della Santissima Madre di Dio (al Mercato) di Vologda, di raccontarci da dove la Chiesa riceve il denaro e come il denaro viene speso. Per chi fosse interessato, aggiungiamo che questo sacerdote andava alle funzioni su uno scooter a motore, cioè fino a quando non glie lo hanno rubato. Poi ha avuto bisogno di comprare una Ford per andare a visitare i parrocchiani.
- La Chiesa vive di donazioni. Questo è un luogo comune, e tutti sanno che è così. Pertanto, tutte le risorse finanziarie cedute alla Chiesa devono essere trattate esattamente come donazioni, vale a dire, come fondi consegnati per generosità. Nessuno obbliga nessuno a fare donazioni: entrare pure in chiesa, pregate, confessatevi, ricevete la comunione, senza spendere un soldo del vostro denaro. Inoltre, non un solo sacerdote ha il diritto di rifiutarsi di compiere gratuitamente un rito religioso. Tuttavia questo sacerdote ha bisogno di nutrirsi, la parrocchia in cui serve deve essere riparata e mantenuta. La gente questo lo capisce e fa donazioni alla chiesa.
Alcuni donano disinteressatamente, altri servono disinteressatamente - tale è l'ideale, e viviamo un tale ideale a una condizione: le decime alla chiesa. Se ogni persona ortodossa dà una parte del suo reddito alla Chiesa, questa può sopravvivere a tutto, sviluppare le sue iniziative sociali, impegnarsi in modo molto ampio nella carità, e distribuire candele a sinistra e a destra per ogni persona bisognosa.
In generale, chiedere "tariffe" per compiere le funzioni dei "bisogni", cioè, le funzioni religiose secondo le richieste o necessità del popolo (battesimi, funerali, ecc), non è la norma ecclesiastica. Nella prassi della Chiesa ortodossa russa, queste tariffe sono state introdotte sotto Caterina I. Era parte di una impresa molto ampia di secolarizzazione, quando lo stato ha sottratto le terre alla Chiesa, e ha introdotto vari dirigenti e personale per la manutenzione di chiese e monasteri... Dietro a tutte queste misure potrebbe essere visto chiaramente il desiderio di controllare le entrate ecclesiastiche. Una volta messa in una posizione così scomoda, la Chiesa non è stata in grado di liberarsene, neanche ai giorni nostri.
Oggi il governo non obbliga la Chiesa a stabilire un importo di donazioni specifiche, ma piuttosto il fattore limitante nel ritornare alle "donazioni non regolamentate" è la persistente "lontananza dalla Chiesa" del nostro popolo. Ecco un esempio reale di un tale problema. Un certo sacerdote decise di offrire le sue candele parrocchiali, non in cambio di una "tassa", ma piuttosto di un contributo volontario. Posò le candele e mise accanto a loro una scatola per le donazioni. Il giorno successivo, le candele erano sparite, perché nel villaggio si era diffusa la voce che in chiesa stavano distribuendo candele gratuite, e tutti si erano precipitati per fare scorta per il futuro. Questo è il tipo di livello spirituale della maggioranza dei "credenti". Così la Chiesa è sempre pronta a tornare a un rapporto normale per quanto riguarda le donazioni, ma la nostra società lontana dalla Chiesa non lo è ancora.
Circa la ricchezza di preti, siamo in grado di dire quanto segue: il sacerdote vive come vive il suo gregge. Se un prete serve nella capitale e dei banchieri frequentano la sua parrocchia, questo significa un certo livello di donazioni, e, di conseguenza, dei guadagni del sacerdote. Ma una parrocchia rurale è una storia completamente diversa. E ora rispondete a una domanda: la maggior parte della gente nel nostro paese vive oggi bene o male? Questo è esattamente il modo in cui vivono i sacerdoti. Una cosa che non si osserva intorno alle chiese sono le persone che desiderano lavorarvi in modo permanente, e questo è pienamente spiegabile con i salari estremamente modesti. Un sacerdote in questo senso non fa eccezione.
 
E com'è che la Chiesa spende i suoi soldi?
Posso rispondere a questa domanda, come rettore di una delle chiese della città. Più della metà delle nostre spese sono costituite dal salario dei nostri collaboratori parrocchiali (insieme a tutte le tasse che accompagnano tali salari). Sì, la Chiesa paga le tasse allo Stato, lo alimenta. Un terzo delle sue spese servono a vari acquisti: quelle stesse "candele", così come le icone e la letteratura, che vengono successivamente distribuzite durante la raccolta delle donazioni. Una parte significativa del bilancio della chiesa va nelle bollette, e una somma paragonabile a questa "voce" è il costo di manutenzione del refettorio di beneficenza, e oltre a questo, la scuola domenicale. Aggiungete a questo le necessarie riparazioni, la manutenzione delle reti di comunicazione, gli uffici e le altre spese, e vedrete che in chiesa il denaro sparisce come l'acqua nella sabbia. Inoltre vi sono opere di carità, e pagamenti per i bisogni della Chiesa in generale. Provate a trovare nel bilancio di una chiesa una voce delle dimensioni del prezzo di una Mercedes! Sarebbe una cosa da fantascienza. In ogni caso, questo è il contesto della mia parrocchia - una parrocchia centrale della città.
La ricchezza della Chiesa è un mito. Una volta ho sentito che per devastare la Chiesa ortodossa russa sarebbe sufficiente intraprendere una singola azione: trasferire alla sua amministrazione il mantenimento della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. (L'intero complesso della cattedrale è di proprietà della città di Mosca, l'amministrazione della città lo gestisce e genera profitti attraverso il funzionamento di alcuni componenti commerciali del complesso.) Il solo costo della sua manutenzione è paragonabile alle dimensioni di tutto il bilancio della Chiesa! E ora, ditemi: È grande, è enorme, questo bilancio?
La Chiesa è povera, e così povero, che oltre il 90 per cento degli edifici che un tempo le appartenevano sono in rovina, e la Chiesa non è attualmente in grado di riceverli indietro e ripristinarli. La Chiesa si sta appena riprendendo dai terribili anni dell'ateismo, che l'hanno letteralmente dissanguata, e proprio ora sta cercando di rialzarsi in piedi. La maggior parte dei sacerdoti e delle persone della Chiesa vanno avanti ad auto-sacrificio, come persone altruiste. Altri è improbabile che mettano radici nel suolo della Chiesa. Sì, ci può essere un sacerdote che si rivela indegno del suo rango, ma anche Giuda era uno degli apostoli, e tuttavia noi non valutano il livello morale degli apostoli dal suo caso! Anche qui suggerisco di non giudicare il sacerdozio secondo gli articoli della stampa scandalistica, ma in modo realistico, e, gloria a Dio, dagli esempi abbondanti di semplici batjushki russi, nel quale sono uniti genialità, assenza di avidità, auto-sacrificio, spesso coraggio, e molto di più, cosa che permette alla gente di parlare dei preti come di gente speciale, e di mantenere standard morali particolarmente elevate tra i batjushki.

https://mospat.ru

Lettera del Patriarca di Antiochia

 al Patriarca Kirill


Sua Beatitudine il Patriarca Giovanni X di Antiochia e di tutto il Grande Oriente ha inviato un messaggio a Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, in cui ha espresso la sua gratitudine per l’impegno della Chiesa ortodossa russa in difesa dei cristiani in Medio Oriente.

Nella sua lettera, Sua Beatitudine il Patriarca Giovanni X ha sottolineato l’importanza delle celebrazioni del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’, tenutesi a Mosca, Kiev e Minsk, con la partecipazione dei Primati e dei rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse locali. Il Patriarca Giovanni scrive tra l’altro: «Sono stato davvero felice nel vedere i fratelli riuniti intorno al trono santo di Dio per lodare l’Autore della vita, il nostro Signore Gesù Cristo, il Quale ha benedetto la Russia e il suo popolo e ha concesso a questa grande nazione tutte le sue benedizioni celesti affinché dia testimonianza della sua fede nella purezza e nella verità. Il Battesimo della Rus’ non è solo un evento storico, ma è anche una realtà concreta e vissuta, che tutte le persone e le nazioni possono andare a vedere (Gv 1, 46) e lodare il Signore Gesù Cristo».
Sua Beatitudine ha detto di aver letto «con profondo rispetto e apprezzamento» la dichiarazione dei Primati e dei rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, riuniti per la celebrazione del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’. Il tema principale della dichiarazione congiunta riguardava la situazione dei cristiani in Medio Oriente.
«Considero mio dovere, a nome della Chiesa di Antiochia, esprimere la mia profonda gratitudine per l’adozione della dichiarazione, – si legge nella lettera del Patriarca Giovanni. – Sostengo e condivido ogni sua parola. I cristiani sono davvero perseguitati in Medio Oriente, nella terra di Gesù Cristo. La salvezza della Siria e di tutto il Medio Oriente verrà, come è stato ricordato nella dichiarazione, attraverso i negoziati e la soluzione politica pacifica. L’estremismo, il fondamentalismo e il radicalismo ciechi rappresentano la più grande minaccia non solo per la presenza dei cristiani nella regione, ma anche per l’esistenza degli Stati e della pace tra tutte le nazioni».
Sua Beatitudine il Patriarca Giovanni X di Antiochia e di tutto il Grande Oriente ha espresso il desiderio di fare una visita fraterna alla Chiesa ortodossa russa e ha detto a conclusione della lettera: «Il Signore Gesù Cristo, Re della Pace, ci conceda la Sua pace divina, rivolga al Sinodo russo e al popolo russo le Sue benedizioni celesti e benedica gli sforzi di tutto il mondo ortodosso per ristabilire la pace in Medio Oriente e in tutto il mondo, redento dal prezioso Sangue del nostro Salvatore».

lunedì 26 agosto 2013

Tratto dal sito del Rev. Padre Ambrogio della Parrocchia Ortodossa di Torino: http://www.ortodossiatorino.net

La Dormizione della Madre di Dio. Storia della festa e del digiuno. Sulle Lamentazioni funebri della Madre di Dio

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Breve storia della festa della Dormizione
Troviamo le prime notizie sulla festa della Dormizione negli scritti di Melitone di Sardi (sec. II), Epifanio (IV) Giovenale di Gerusalemme (sec. V) e dello Pseudo-Dionigi l'Areopagita (cap. V). Più tardi ne hanno scritto san Massimo il Confessore (cap. VII) Giovanni Damasceno (sec. VIII), Simeone Metafraste (XI secolo) e altri. Tutte queste fonti e altre sconosciute (tra cui gli apocrifi) sono state raccolte e sintetizzate da Niceforo Callisto Xanthopoulos (esicasta del XIV secolo), che ha scritto una narrazione più dettagliata della festa.
Anche se la storia della glorificazione della Madre di Dio ha radici vicino al secolo apostolico, la festa della Dormizione è apparsa solo dopo il terzo Concilio ecumenico di Efeso (dell'anno 431) [1]. In Occidente, secondo il Sacramentario di papa Gelasio (V secolo), la celebrazione era già tenuta il 15 agosto; lo stesso in Oriente, ma senza un digiuno speciale. Solo nel 595 l'imperatore Maurizio, in onore della vittoria sui persiani con la mediazione della Madre di Dio, ha diffuso e onorato questa festa con grande fasto, componendo anche inni e cantici che troviamo nel Lezionario georgiano del VII secolo. I Tipici di Costantinopoli dei secoli IX-XI ci danno dettagli sulla funzione della Dormizione, e alcuni di loro parlano del "dopo-festa", con la conclusione dopo 3, 4 o anche 8 giorni. Il Tipico del monastero di san Sava, diffuso in tutto lo spazio ortodosso (nei secoli XIII-XIV), prevede che nei monasteri si faccia la Veglia (Vespro, Litia e Mattutino, senza menzionare le Lamentazioni funebri) e che la conclusione della festa si tenga all'ottavo giorno.

Storia del digiuno della Dormizione
Prima della festa della Dormizione la Chiesa ha un digiuno di due settimane (dal 1 agosto al 14), che segue quanto a rigore quello della Grande Quaresima. Le fonti storico-liturgiche (pubblicate da Cotelerius e Dmitrievskij e studiate da M. Skaballanovich, "Tolkovyj Tipikon" ecc) ci parlano della diffusione relativamente tarda di questo digiuno, e qui di seguito cercheremo di fare una succinta presentazione di tali dati storici.
Molti sono pronti a credere che la prima testimonianza del digiuno della Dormizione sia in san Leone di Roma (V secolo), ma san Leone, nella sua celebre omelia n. 16 (n. 15 secondo altri) parla della tradizione dei 4 digiuni dell'anno nelle quattro tempora (stagioni). Oltre al digiuno pre-pasquale e a quello di dicembre, egli cita un altro digiuno dopo la Pentecoste e in autunno nel mese di settembre (non sappiamo di quanti giorni) come ringraziamento per la raccolta dei frutti. Pertanto, non sta parla in alcun punto del mese di agosto dedicato alla Madre di Dio.
Altri credono che la prima menzione che abbiamo del digiuno della Dormizione sia nel VI secolo, per mano di Anastasio del Sinai, patriarca di Antiochia (561-600). La scienza teologica, di recente, ha dimostrato che il testo attribuito al patriarca Anastasio - "Sulle tre quaresime" - è un apocrifo del secolo IX-X, probabilmente proveniente dall'ambiente monastico di Costantinopoli, e che i suoi dati sono in contraddizione con tutte le altre testimonianze storiche del tempo [2] (basandosi anche su una leggenda quasi-cristiana della morte di san Filippo e del digiuno del Natale che comincia il giorno della sua commemorazione [3]).
È notevole il fatto che l'Hypotyposis di Teodoro Studita (IX secolo) e il Diatyposis di Atanasio l'Athonita (X secolo) e anche le loro copie successive (XIV secolo), allo stesso modo, non menzionano questo digiuno, pur dando regole sufficientemente dettagliate riguardo ai digiuni. Nessun altro tipico di origine studita, così come quello del monastero dell'Everghetinos (XI secolo) o di Pantokrator (XII secolo), offre una testimonianza del digiuno della Dormizione.
Il Tipico del monastero bizantino di Nicola Casole in Italia meridionale (sec. XII) menziona per la prima volta questo digiuno al 1 ° agosto, affermando che ne parla il "concilio dell'unione" di Costantinopoli (anno 920) [4]; solo che i padri di quel monastero lo iniziavano il 2 agosto a causa della celebrazione dei Maccabei. Tuttavia, al capitolo sulle regole generali del digiuno, il Tipico di Nicola Casole non fornisce alcuna indicazione riguardo al digiuno Dormizione.
Sappiamo che nell'anno 1085 alcuni monaci del Monte Athos si sono rivolti al patriarca Nicola III il Grammatico, mostrando preoccupazione per questo digiuno. Il patriarca, consultandosi con il sinodo, risponde ai monaci che ha trovato menzione di questo digiuno nel "concilio dell'unione", ma precisa che "questo digiuno è stato spostato [in un altro tempo - ndr], perché si sovrapponeva a digiuni pagani che si tenevano nello stesso tempo, e che tante persone rispettavano per purificarsi e per sbarazzarsi dalle malattie "[5] (cfr. Kormchaja kniga, I, scheda 156r).
Oggi si ritiene che il digiuno della Dormizione (e quello della Natività), con la durata che ha oggi, sia stato regolato solo nel 1166, in un sinodo tenuto dal patriarca Luca Chrisoverghis durante il regno di Manuele I Comneno. Abbiamo testimonianze più precise su questo Sinodo dal canonista Teodoro Balsamon, patriarca di Antiochia (sec. XII). Secondo Balsamon, alcuni partecipanti al concilio ritenevano che nei primi di agosto non si potesse tenere alcun digiuno, e se si teneva in alcune regioni, si doveva necessariamente spostare, come proponeva quasi un secolo prima Nicola il grammatico. Ma la maggior parte dei padri sinodali, guidata dal patriarca Luca, sostenendo che il sinodo organizzata da Nicola il Grammatico non aveva indicato il periodo in cui era bene spostarte il digiuno, hanno deciso che il digiuno iniziasse il 1 agosto e che durasse fino alla festa della Dormizione. Lo stesso patriarca Teodoro IV di Antiochia era d'accordo con la decisione presa e consigliava questo digiuno di 14 giorni anche ai suoi fedeli. D'altra parte, ecco cosa dice il Sintagma ateniese (IV, 488): "Per quanto riguarda la durata della Grande Quaresima tenuta oggi nella Chiesa ortodossa, nessuno ha mai dubitato, ma non si può dire lo stesso per gli altri digiuni. A suo tempo, il patriarca Marco di Alessandria si è rivolto a Balsamon chiedendo se si dovessero seguire con la stessa severità tutti i digiuni precedenti alle festività dei santi Apostoli, della Natività e della Dormizione, oppure se questi potevano essere accorciati. Rispondendo a questa domanda Balsamon cita il giudizio del sinodo patriarcale di Costantinopoli, tenuto sotto il Patriarca Nicola III (1084-1111), secondo il quale, prima di queste feste dovremmo digiunare solo sette giorni (πλην επταήμεροι) poiché un unico digiuno dura 40 giorni (μια γαρ τεσσαρακονθήμερος νηστεία εστίν), quello prima della Santa e Grande Pasqua. Tuttavia, coloro che vogliono digiunare più di sette giorni prima delle feste sopra citate, o possono aver trovato tali digiuni stabiliti nei Tipici lasciati dai loro fondatori, hanno completa libertà [di allungare i digiuni]".
Quindi, sulla base di tutte i dati storici, liturgici e canonici, possiamo dire che la durata del digiuno è stata ufficialmente determinata solo nel XII secolo, e si è diffusa nei secoli XIII e XIV assieme al Tipico del monastero di san Sava, che lo comprende nelle ordinanze di digiuno, stabilendo anche il suo rigore. Conformemente a queste regole di Tipico, che ben presto sono divenute normative anche per i laici, in questo digiuno si permette il pesce solo nella festa della Trasfigurazione (6 agosto), e l'olio e il vino solo il sabato e la domenica, e più di recente, anche nelle feste con rango di Polieleo, che in passato non esistevano.

Breve storia delle Lamentazioni della Madre di Dio
Nell'ordine del Mattutino domenicale a Gerusalemme, fin dall'antichità si leggeva o cantava il Salmo 118. Dai secoli VIII e IX, alcuni versetti di questo salmo sono stati intervallati da certi tropari, chiamati "Benedizioni della risurrezione", in cui il primo tropario si cantava appena dopo il versetto 12 ("Benedetto sei, Signore .."), che è rimasto in seguito l'unico versetto, che introduce anche i tropari successivi. Sembra che in questa fase tutti i versi intermedi erano letti e solo quelli immediatamente prima dei tropari erano cantati. [6]
Il rito del Mattutino del Sabato Santo (cantato la sera del Venerdì Santo) aveva anch'esso il Salmo 118 con le "Benedizioni della risurrezione", ma dal secolo XIV, le "Benedizioni" sono state collocate al termine, e tra i versi del Salmo 118 sono stati intercalati i tropari della sepoltura di Cristo. Alcuni specialisti ritengono che la devozione a cantare le Lamentazioni del Salvatore iniziò subito dopo la ricostruzione del complesso ecclesiale della tomba di Cristo sotto i crociati (1130-1147).
Nel caso di altri giorni festivi, a prescindere dal loro rango: del Salvatore, della Madre di Dio e dei santi, invece del Salmo 118 hanno cominciato a essere scelti altri salmi, con l'aggiunta di inni in lode ("megalinari = magnificazioni"), inclusa la festa della Dormizione, che ha anch'essa una magnificazione (consueta).
 
Nel corso del secolo XV, al Getsemani, con il completamento delle Lamentazioni del Salvatore con strofe dopo il numero dei versi del Salmo 118, le consuete magnificazioni della Dormizione sono state sostituite con tropari simili alle Lamentazioni del Salvatore e accompagnate dallo stesso Salmo 118. Nel secolo XVI, il numero dei tropari è stato completato (probabilmente da Manuele di Corinto), imitando la forma e le idee delle Lamentazioni del Sabato Santo. In quel tempo si sono notati alcuni tentativi di diffondere queste Lamentazioni della Madre di Dio in tutto il mondo ortodosso, ma senza molto successo, dato che le melodie erano estremamente lente (non come quelle odierne), e il Tipico non prevedeva alcuna moldalità di inquadramento delle Lamentazioni nel Mattutino, ma parla solo delle magnificazioni e del Vangelo prima del Canone (non dopo la Dossologia come al Sabato Santo). Proprio per questo, un'indicazione del Tipico dei Vecchi Credenti (Lipoveni) le introduce dopo il canto dell'Ode sesta del Canone, senza entrare nei dettagli o fornire il testo.
Nel corso del XVIII secolo, iniziano contatti più stretti con la Terra Santa dei russi e dei romeni, e dopo il 1821 dei greci. A quel punto nel mondo ortodosso appare l'idea di servire la Liturgia di san Giacomo (che si presumeva, in modo incorretto, che fosse stata servita continuamente a Gerusalemme) e di imitare anche le Lamentazioni della Madre di Dio del Getsemani. In questa occasione sono state fatte le prime traduzioni delle Lamentazioni della Madre di Dio (nel 1820 in romeno da parte di Ion Pralea; nel 1845 in russo da parte di M. Holmogorov), integrate con una versione mariologica, ancor più recente, delle "Benedizioni della risurrezione".
Inoltre, san Filarete (Drozdov), metropolita di Mosca, istituì nello "skit del Getsemani" accanto alla Lavra della santa Trinità, probabilmente durante gli anni 1845-1846, la festa della "Risurrezione e Ascensione della Madre di Dio" il 17 agosto (terzo giorno dopo la Dormizione) e decise che le Lamentazioni fossero cantate alla vigilia del 17 agosto. Questa nuova celebrazione non visse abbastanza per essere diffusa, soprattutto a causa delle polemiche circa il dogma mariologico del Vaticano dal 1854, ma l'abitudine di cantare le Lamentazioni il terzo giorno dopo la Dormizione si è mantenuta tra i russi fino a oggi. I romeni e i greci invece, come è consuetudine al Getsemani, le cantano alla vigilia della Dormizione, nel corso della Veglia (Vespro unito con il Mattutino), anche se non vi è alcun rito ufficiale per intercalarle nell'ordine del Mattutino e per combinarle con il Polieleo della festa.
Molti importanti liturgisti e dogmatisti ortodossi ritengono che tutti questi parallelismi tra il Sabato Santo e la Dormizione della Madre di Dio, specialmente nella variante di Filarete Drozdov, sono esagerati e ingiustificati. La funzione della Dormizione della Madre di Dio presenta un contenuto innografico più che sufficiente per venerare la Madre di Dio e il suo glorioso passaggio al Signore e non c'è più bisogno delle sue Lamentazioni. In queste circostanze, sarebbe meglio lasciare nel culto solo le Lamentazioni del Signore al Sabato Santo e mantenere la festa della Dormizione della Madre di Dio entro il rito attualmente presente nei Minei, che consideriamo sufficiente.
 
La cintura della Dormizione
 
Ogni evento nella vita del nostro Signore Gesù Cristo: l'ingresso in Gerusalemme, il tradimento, la cattura, il giudizio, la crocifissione, la morte, la deposizione nella tomba, la risurrezione e l'ascensione - tutti hanno un valore salvifico per il genere umano. Proprio per questo i Vangeli descrivono tutti questi eventi in dettaglio, e la Chiesa li celebra tutti a tempo debito. Nel caso della Madre di Dio, come per il ricordo dei santi [7], tutti gli eventi legati alla loro fine terrena sono concentrati in un solo giorno. Così la Chiesa commemora il 15 agosto (con gioia!) tutti gli eventi accaduti alla sua venerata dormizione: la venuta degli apostoli, la dormizione della Vergine, i funerali, la tomba ritrovata vuota (un simbolo della sua risurrezione e ascensione al cielo) ecc. Attraverso questa celebrazione congiunta, la Chiesa non nega l'importanza e il carattere straordinario di questi eventi della vita della Madre di Dio, ma neppure ha ritenuto necessario celebrare alcuni eventi separatamente a proclamare dogmi connessi con la dormizione della Madre di Dio o con la sua ascensione al cielo, perché da essi non dipende in alcun modo la nostra salvezza ed è per questo che non se ne fa menzione nelle sacre Scritture. Se, per esempio (!), la Madre di Dio non fosse risorta, ma il suo corpo fosse stato nascosto, questo significa che lei risorgerà insieme a tutte le persone alla risurrezione generale - e ciò non mette in alcun modo a repentaglio la nostra salvezza. Il fatto che il Salvatore l'abbia fatta risorgere e ascendere al cielo subito dopo la sua dormizione, è qualcosa in più, ma senza di questo la salvezza del genere umano non avrebbe nulla di meno. [8] Ma tutto è diverso quando si tratta della risurrezione e dell'ascensione di Cristo, senza le quali nessuna salvezza è possibile, neppure quella della Madre di Dio!
Circa la Madre di Dio noi diciamo che è "più insigne dei cherubini e senza confronto più gloriosa dei serafini", essendo "più onorata di tutti i santi", ma il suo maggior onore non regge alcun paragone con l'adorazione dovuta a Dio. In altre parole, di lei diciamo che è al di sopra i santi, ma non possiamo dire come o in cosa è inferiore a Dio, perché "tra creato e increato non vi è alcuna somiglianza" (Sant'Atanasio il Grande). Pertanto, anche i paralleli tra le Lamentazioni del Signore e quelle alla Madre di Dio possono essere pericolosi. Anche san Giovanni Maksimovich richiamava l'attenzione sullo "zelo senza conoscenza" mostrato dai cattolici romani che, volendo dare maggior onore alla Madte di Dio, di fatto la sminuiscono, perché la Madre di Dio non può essere considerata in termini di paragone a Dio e neppure sua "corredentrice", ma solo come "umile mediatrice" e "supplice incessante" per il mondo, in particolare perché "molto può la preghiera della Madre per la benevolenza del Sovrano".

Note
[1] Il culto della Vergine Maria e alcune preghiere a lei dedicate si trovano molto prima del Concilio di Efeso, e solo le feste mariologiche sono apparse e si sono diffuse dopo l'anno 431. Per esempio, il primo inno dedicato alla Vergine Maria - "Sotto la tua misericordia" - si trova in un papiro egiziano del III secolo, e possiamo rintracciare le idee di un culto mariologico fino al II secolo (сf. G. Giamberardini, Il culto mariano in Egitto, 1978, pp 96, C. Roberts, Catalogue of the Greek and Latin papiri in the John Ryland library, Princeton, 1938, p 150).
 [2] L'autore dice che, in tempi antichi, anche prima della Dormizione della Madre di Dio si digiunava per 40 giorni o anche più, dato che il digiuno estivo iniziava una settimana dopo la Pentecoste e terminava il 15 agosto, ma a causa della debolezza umana, il mese di luglio è stato escluso da questo digiuno, ottenendo due digiuni differenti. L'idea non è confermata da alcuna fonte liturgica, ed è anche contraddetta dalle più antiche testimonianze che abbiamo circa il digiuno dei santi apostoli.
[3] La leggenda vuole che alla sua morte san Filippo abbia pregato per la punizione dei suoi carnefici e che per questo motivo l'anima dell'apostolo non sia entrata in paradiso fino a quando gli altri apostoli digiunarono per 40 giorni. Sarebbe questo il motivo per cui anche noi dovremmo digiunare per 40 giorni, a partire dalla festa di san Filippo, per salvare le nostre anime. È chiaro che queste idee non sono coerenti con lo spirito del Vangelo.
[4] Il nome del concilio è legato alla riconciliazione dei due campi politico-religiosi di Costantinopoli. Questo concilio ha categoricamente vietato il quarto matrimonio, e ha permesso a quelli che si sono sposati per la terza volta di comunicarsi solo 3 volte all'anno: a Pasqua, alla Natività e all'Assunzione, "perché queste feste sono precedute da digiuni". Il concilio non menziona nient'altro su questo digiuno.
[5] Per lo stesso motivo la Chiesa ha vietato digiuno al mercoledì e al venerdì nella prima settimana del Triodio, dal momento che si sovrapponeva con il digiuno armeno chiamato "Artsivurion" dedicato alle persone o agli oggetti perduti.
[6] Al Monte Athos, nelle domeniche in cui non si canta il Polieleo (Salmi 134 e 135, integrali) il Salmo 118 è ancora letto prima delle Benedizioni della risurrezione, come un terzo Catisma, così come prevede il Tipico corrente.
[7] Anche alle commemorazioni dei santi, di regola, non celebriamo separatamente la cattura, il giudizio, le innumerevoli torture, i tentativi di ucciderli, la dormizione, la raccolta delle reliquie, i vari miracoli compiuti prima e dopo la morte, ecc.
[8] Questo è il motivo per cui la Chiesa ortodossa non può accettare la proclamazione dogmatica dell'ascensione corporale della Madre di Dio, come ha fatto la Chiesa cattolica romana, anche se gli ortodossi accettano quest'antica tradizione cristiana e hanno dipinto anche icone con l'ascensione della Madre di Dio al cielo.

sabato 24 agosto 2013

Dal sito: http://fosilaron.tumblr.com


Non solo Egitto. Chiesa ortodossa sgombrata con forza in Albania

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Le violenze contro i cristiani non riguardano solo l’Egitto ma anche la “civilissima” Europa. Il 16 agosto, il giorno dopo la festa della Dormizione della Theotokos, i funzionari governativi del distretto di Permet in Albania hanno sgombrato violentemente la chiesa dell’ingresso della Theotokos al Tempio, e impedito ai fedeli di entrare.
La chiesa esiste dal XVII secolo, nel 1960 i comunisti albanesi la trasformarono in un centro culturale. Nel 1996 la Corte Suprema d’Albania stabilì l’appartenenza dell’edificio alla Chiesa ortodossa, e da allora sono ripresi i servizi liturgici.
Diamo voce al dolore della Chiesa ortodossa albanese pubblicando integralmente la dichiarazione ufficiale del clero della Metropoli di Argirocastro.
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Oggi a Permet la Comunità ortodossa è stata testimone dela più brutale violazione della nozione stessa di democrazia e diritti umani, in particolare del diritto alla libertà religiosa sancito dalla Costituzione, nonché della violazione delle condizioni di base che devono essere garantite in uno stato che garantisce la parità di diritti.
Nella mattina di Venerdì 16 Agosto 2013, mentre tutta la Comunità ortodossa continuava a celebrare la grande festa dellala Dormizione della tutta Santa Vergine Maria, gruppi paramilitari (con l’aiuto di dipendenti comunali e il sostegno silenzioso delle autorità comunali) si sono macchiati di violenze sul clero e i fedeli di Permet, con il pretesto di un’azione giudiziaria.
Tutta la nostra Chiesa protesta con i fedeli della parrocchia “Ingresso della tutta Santa Vergine Maria al Tempio” perché:
- Il clero di questa città è stato barbaramente picchiato;
- Ai fedeli è stato violentemente impedito di entrare nella loro chiesa per compiere il culto;
- Molti oggetti della chiesa sono stati rubati con il pretesto di esecuzione di una decisione giudiziaria prescritta da tempo;
- Gravi sacrilegi sono stati commessi da coloro che con forza sono entrati in chiesa e hanno impropriamente maneggiato oggetti sacri (icone, arredi sacri usati per il culto, ecc.).
Chi in questi luoghi detiene il potere ha agito con il solo scopo di cacciare i fedeli dal loro luogo di culto, nonostante lo Stato abbia ratificato l’accordo tra il Consiglio dei ministri e la Chiesa autocefala ortodossa di Albania con leggi specifiche, dove particolare priorità è data a garantire la libertà della Chiesa ad utilizzare i propri luoghi santi per scopi di culto.
Noi alziamo le nostre voci per protestare, e dichiariamo che siamo determinati a continuare i nostri sforzi, con ogni mezzo e metodi possibili, perché il nostro diritto alla proprietà e all’uso gratuito della chiesa parrocchiale, “Ingresso della tutta Santa Vergine Maria al Tempio “, sia completamente garantito.
Queste forze oscure che hanno commesso questi atti violenti vanno contro lo stato di diritto e lo spirito di tolleranza e di coesione sociale. Chiediamo che ricevano la giusta punizione stabilita dalla legge.

venerdì 23 agosto 2013

Dopo due settimane in cui abbiamo dato la possibilità ai nostri Fedeli di prendersi un periodo di ferie e dopo che le Ufficiature sono state celebrate in "tono" minore, da domenica si riprende in forma normale. Il Parroco, come sempre, è a disposizione del Popolo e dei Fedeli Ortodossi.

 
 Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt

Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
Castrovillari (cs)
 
Русская Православная Церковь 
Московского Патриархата 
 
Biserica Ortodoxă Rusă
 Patriarhia Moscovei  
 
 
 
 
 
 
DOMENICA  25 agosto 2013
Memoria dei santi martiri
Fozio e Aniceto

Tono VIII

Мученики Аникита и Фотий 

 
UFFICIATURE:
 
Sabato: ore 18.00 - Vecernie (Vespro)
 
Domenica: ore 9.00 - Divina Liturgia

 
 Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
ogni Domenica con inizio alle ore 9.00,
 per celebrare con Voi la Divina Liturgia 
nella Nostra Chiesa e della Nostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
il Parroco al:  328 0140556
                 347 3400419