lunedì 31 maggio 2010

Dal sito amico: Eleousa.net

Russia - La Chiesa ortodossa è la verità nel mondo

San Pietroburgo, 29 maggio 2010 -
I Primati di Costantinopoli e della Chiesa ortodossa russa, i membri della delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, il metropolita Michele d'Austria, il metropolita Ireneo Miriofitsky e Peristasiysky, il metropolita Emmanuel, il segretario generale del Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico archimandrita Elpidofor (Lambriniadis), l’archimandrita Bessarione (Komzias), l’arcidiacono Maxim (Vgenopulos) e il presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion Volokolamsky hanno raggiunto San Pietroburgo da Kronstadt.
Sulla Promenade des Anglais hanno incontrato il metropolita di San Pietroburgo e Ladoga Vladimir, il Vescovo Ambrogio di Gatchina e Nazario di Vyborg.
Quindi Sua Santità il Patriarca ecumenico Bartolomeo con la sua delegazione e con il metropolita Hilarion Volokolamsky e il Vescovo Ambrogio di Gatchina sono andati all’ Hermitage, uno dei musei più famosi al mondo. Nel libro degli ospiti d'onore il patriarca Bartolomeo ha lasciato un messaggio: "Ammiro le famose mostre e grazie di cuore per il meraviglioso tour. Abbiamo ancora una volta visitato il celebre museo. Vorrei che la città e gli abitanti di San Pietroburgo siano affidati al Signore. Il Patriarca Bartolomeo prega per voi”.
Poi, il Primate della Chiesa ortodossa di Costantinopoli ha visitato la Cattedrale di Kazan’. All'ingresso del tempio è stato accolto dal metropolita di San Pietroburgo e Ladoga Vladimir, dal vescovo Nazario di Vyborg e dal clero della cattedrale.
Il Patriarca Bartolomeo si è inchinato dinanzi all’Icona della Madre di Dio di Kazan’, portata da Pietro I nel 1703 durante la costruzione della città, e dopo la costruzione della Cattedrale di Kazan’ l’ha trasferita in questo tempio. Il coro ha cantato il Kontakion alla Santa Vergine in lingua greca, accompagnato dai membri della delegazione del Patriarcato di Costantinopoli.
Nel dare il benvenuto a Sua Santità il Patriarca Bartolomeo, l’arciprete Paolo Krasnotsvetov ha detto: "Santità! Arcivescovo di Costantinopoli e Nuova Roma Bartolomeo, Patriarca Ecumenico! Permettetemi di darvi il benvenuto nella Cattedrale di Kazan’ e di ringraziare Dio per questo grande miracolo - il ritorno dell’ortodossia nel mondo, l'amore, lo spirito di amicizia. E’ importante ora l'unione dei cristiani. Il mondo giace nel male, e la Chiesa ortodossa è la verità in questo mondo. La Russia è stata sotto il giogo dell’ateismo per settant’ anni, con falsi insegnamenti, che hanno tentato la gente semplice russa. Ora abbiamo l’opportunità di ripristinare i templi per pregare con loro e grazie a Dio le porte degli inferi non hanno prevalso contro la Chiesa".
Padre Paolo ha detto a Sua Santità il Patriarca Bartolomeo della storia della costruzione del tempio e delle sue reliquie. A conclusione del discorso ha aggiunto: "Santità! Siamo lieti di vedere Lei e i suoi compagni, e ci congratuliamo per la festa della Santissima Trinità appena trascorsa. Quando avete servito insieme al Patriarca di Mosca Kyrill, il nostro cuore ha gioito in questi santi giorni! Lunga vita! "
In memoria della preghiera, Padre Paolo ha dato al Primate della Chiesa ortodossa e ai vescovi che accompagnano il Patriarca Bartolomeo l’Icona di Nostra Signora di Kazan’.
Il Primate della Chiesa ortodossa allora ha detto: "Eminenza, metropolita di San Pietroburgo e Ladoga, fratello amato, compagno, fratello in Cristo! Ringrazio Dio che mi ha concesso di tornare dopo 17 anni in questa città eroica. Io chiamo questa città eroica, perché sappiamo quanto ha sofferto, cosa ha fatto durante la seconda guerra mondiale. Durante l'ultima mia visita a San Pietroburgo con la nostra guida era presente il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kyrill. Sappiamo che viene da questa città, e quindi la città ha tutto il diritto di essere fiera della sua prole. Attraverso i nostri sforzi congiunti, con Sua Santità il Patriarca Kyrill, lo scorso anno abbiamo aperto un nuovo capitolo nelle nostre relazioni, e il suo invito e la nostra attuale visita alla Chiesa ortodossa russa è solo una prova di questa nuova pagina nel nostro rapporto. Ringraziamo Sua Eminenza il Metropolita Vladimir, e dal momento che ha recentemente festeggiato il suo compleanno, gli auguriamo lunga vita e molti anni di fecondo ministero pastorale. E per tutti voi invoco la grazia e la protezione della Madre di Dio. Bisogna custodire la fede ortodossa, come è stato fatto negli anni difficili. Vi auguro di rimanere fedeli al vostro Pastore, il metropolita Vladimir, il Patriarca, la vostra Chiesa. In conclusione vorrei esprimere a voi la benedizione della santa Chiesa di Costantinopoli ".
A sua volta, il metropolita di San Pietroburgo e Ladoga Vladimir ha accolto l’illustre ospite con queste parole: “Grazie, Santità, per il fatto che avete visitato il nostro paese e avete pregato, avete visitato le nostre chiese e i nostri monasteri. Quando abbiamo ripreso questa cattedrale, abbiamo dovuto restaurarla – prima era il Museo di Storia dell'ateismo, - abbiamo dovuto far rivivere il culto e la tradizione della chiesa. Durante le festività questa cattedrale può ospitare fino a quattro mila pellegrini.
Ricordo le parole di uno scrittore, che ha detto: "Vai a dire a tutti che la Russia è viva!" E voi siete testimoni del fatto che, dopo una forte campagna anti-religiosa, siamo sopravvissuti ancora e ancora e preghiamo per la vita della chiesa. Grazie per la vostra visita, grazie per la vostra benedizione primaziale, e spero vivamente che Voi non ci dimenticate. Grazie, per aver visitato la cattedrale e altre chiese, dovreste avere un quadro completo di come viviamo e preghiamo!
Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, ha esaminato l'interno della Cattedrale di Kazan’, mostrando attenzione per il luogo di sepoltura di M.I.Golenischeva-Kutuzov.
Dopo la visita alla Cattedrale di Kazan’, il Primate della Chiesa ortodossa si è diretto alla Cattedrale del Salvatore. Qui, Sua Santità ha visitato i mosaici e la scena del delitto dello Zar Alessandro II.
I membri della delegazione hanno cantato il Tropario di Pasqua in lingua greca presso l’altare del tempio, consacrato in onore della Resurrezione.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)

Dal sito cattolico: Zenit. org


L’Arcivescovo ortodosso di Cipro in difesa di Benedetto XVI
In risposta alle voci critiche nella sua Chiesa
di Michaela Koller
NICOSIA (Cipro), lunedì, 31 maggio 2010 (ZENIT.org).- In questi ultimi giorni che precedono la prossima visita apostolica di Benedetto XVI, ’Arcivescovo ortodosso Chrysostomos II di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro ha cercato di evitare lo scoppio di uno scandalo: infatti alcuni esponenti ortodossi della Chiesa di Cipro, guidati dal Metropolita Athanasios di Limassol, hanno accusato il successore di Pietro di essere un “eretico”. Questo gruppo rifiuta il dialogo con la Chiesa cattolica, sostenendo che il papato insegna una falsa dottrina.
Athanasios ha consigliato al Pontefice di non intraprendere questo viaggio, da lui giudicato nient'altro che una provocazione contro i cristiani ortodossi che lo considerano al di fuori della Chiesa e perciò non lo riconoscono neppure come Vescovo. Secondo alcuni servizi apparsi sui media ciprioti questi critici del dialogo stanno pianificando il boicottaggio della visita del Papa.
“Sarebbe meglio che non venisse, poiché credo che non porterà niente di buono - ha detto il Metropolita Athanasios il 23 maggio scorso sul giornale cipriota "Phileleftheros" -. Finora non ho visto alcun intervento positivo da parte del Vaticano riguardo i nostri problemi nazionali. Ha già suscitato una forte preoccupazione di cui non abbiamo bisogno proprio adesso”.
L’Arcivescovo Chrysostomos ha reagito duramente agli attacchi, affermando che coloro che si oppongono alla visita dovrebbero partecipare all’accoglienza del Papa oppure starsene tranquilli a casa propria. Il Metropolita di Limassol Athanasios, già abate del Monastero di Panagia tou Machaira, per poco non veniva eletto nel 2006 a Capo della Chiesa ortodossa cipriota quando venne scelto al suo posto Chrysostomos, il quale al contrario condivide la linea del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I più orientata alla riforma e al dialogo.
Nel febbraio di quest'anno, durante il periodo di Quaresima, il Patriarca Bartolomeo I ha pubblicato una dichiarazione in cui rifiutava nettamente la nota critica ecumenica, firmata da numerosi Vescovi. “Amati fratelli – aveva detto - l’ortodossia non ha bisogno di fanatismo o di bigotteria per proteggersi. Chi crede che l’ortodossia rappresenti la verità, non teme il dialogo, poiché la verità non è mai stata minacciata dal dialogo”.
L’opposizione agli ecumenici da parte di ambienti ortodossi non è una novità e non solo all'interno della Grecia. Nell’aprile dello scorso anno, alcuni ortodossi autoproclamatisi custodi della fede hanno pubblicato un documento dal titolo: “Una professione di fede – contro l’ecumenismo”.
La preoccupazione dei firmatari non si limitava però al dialogo con Papa Benedetto XVI: “Questo profondo sincretismo cristiano – affermavano – si è ora allargato al sincretismo interreligioso, che mette sullo stesso piano tutte le religioni che hanno una conoscenza e una venerazione per Dio e uno stile di vita simile a Cristo, e tutto ciò che rivela la grandezza di Cristo”.
“In questo modo – si legge ancora nel docomune – stabilendo un rapporto con le diverse eresie non si attacca solo il dogma della Chiesa che è una, santa, universale e apostolica, ma anche il dogma fondamentale e unico della rivelazione e della redenzione dell’umanità attraverso Gesù Cristo, poiché si stabilisce un rapporto con le altre religioni del mondo. E’ l’inganno peggiore, la più grande eresia di tutti i tempi”.
Papa Benedetto XVI visiterà la Repubblica di Cipro dal 4 al 6 giugno, su invito dell’Arcivescovo Chrysostomos e del presidente comunista Dimitris Christofias. Il Pontefice visiterà a Pafos la colonna sulla quale, secondo la tradizione, venne flagellato San Paolo. Un altro momento culminante sarà la consegna dell’“Instrumentum Laboris” per il Sinodo speciale sul Medio Oriente che si terrà a Roma a ottobre.

Dal sito: Albania News

Emigrati albanesi e crisi economica, realtà correlate
 da Darina Zeqiri

Tempo fa ho partecipato alla selezione di “Leader”, un politically show in Albania, portando alla presentazione con gli analisti e giornalisti di fama albanesi 2 righe in cui spiegavo le ragioni della mia partecipazione.

Incinta al 6 mese, residente in Italia da oltre 8 anni e con un ottimo lavoro, mi presi la briga di candidarmi per quel reality perché l’idea di poter rappresentare una parte degli albanesi all’estero mi aveva afferrato completamente.
Insomma, da anni, noi emigrati albanesi, al momento dei dati che il governo elabora trimestralmente e annualmente, veniamo collocati in voci diverse. E cosi ci troviamo ad essere enumerati come turisti nei periodi di esodo estivo, natalizio e di Pasqua ma siamo anche forza lavoro al momento del calcolo del Pil. Strano no?!
Allorché mi chiesi come tanti altri hanno fatto certamente: ma perché non abbiamo diritto di voto? Perché il governo, quello prima e quello dopo nei fatti non hanno mai veramente fatto qualcosa per non negarci questo diritto garantito anche dalla Costituzione? Domande che furono prese in considerazione per arrivare alla selezione finale ma poi per motivi ancora non chiari il programma è stato soppresso a due giorni dal suo inizio.
Il diritto di voto rimane uno dei nodi da sciogliere, ma oggi la crisi economica in corso riduce il benessere economico, sociale e culturale degli emigrati albanesi con conseguenze negative anche sull’economia albanese.
Questi giorni, il governo italiano ha varato una manovra da 24 miliardi di euro per uscire al meglio possibile dalla crisi economica mondiale. In un paese come l’Italia dove la produzione interna può permettere al mercato di soffrire molto meno dai sali-scendi delle borse, l’azione del governo porterà inevitabilmente a sacrifici enormi per tutti i cittadini, come annunciato dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Parliamo di uno dei paesi più importanti dell’UE, perciò è lecito domandarsi e l’Albania?
Di che misura sarà il travolgimento economico che immancabilmente accadrà? In un paese dove il tasso della disoccupazione aumenta sempre di più, l’indipendenza produttiva è assente sia nel settore agricolo che industriale e la crisi politica causata da “malintesi” tra maggioranza e opposizione ha aumentato il malessere della cittadinanza, questo enorme buco di debiti e questa enorme manovra di sacrifici intrapresa dai paesi dell’UE dove la porterà?
È un dato generalmente condiviso il ruolo fondamentale che hanno i risparmi degli emigrati albanesi nell’economia albanese. Attualmente, gli emigrati che lavorano, lo fanno e lo faranno sempre meno. In altre parole, ci saranno meno risparmi e meno trasferimenti di denaro verso l’Albania, perciò il Pil albanese ne risentirà ovviamente. I turisti albanesi non saranno più turisti che riempiono i locali consumando senza badare a spese, ma sempre più albanesi che tornano a casa per le ferie per vedere i propri cari e spendere meno.
Certo la mia descrizione è catastrofica, io d'altronde non sono un’economista ma a giudicare dalle facce dei potenti del mondo, nulla promette bene. Il nostro voto da emigrati forse non avrebbe cambiato questa amara realtà, ma di fatto, nostro malgrado, sarà anche ciò che riusciremo a investire in Albania e a dare ai nostri cari che inciderà fortemente.

Dalla sito ufficiale della Diocesi di Chersoneso - Parigi


L'hégoumène Nestor Sirotenko nommé évêque auxiliaire du diocèse de Chersonèse

Le Saint-Synode de l'Église orthodoxe russe, réuni le 31 mai 2010 à Saint-Pétersbourg sous la présidence du patriarche Cyrille de Moscou, a nommé l'hégoumène Nestor Sirotenko évêque de Caphes (antique ville en Crimée), auxiliaire du diocèse de Chersonèse. Le Synode a ainsi répondu positivement à la demande formulée par l'archevêque Innocent de Chersonèse.
L'ordination épiscopale du nouvel évêque auxiliaire aura lieu à Moscou à la date qui sera précisée ultérieurement.
Né à Moscou en 1974, le père Nestor fit ses études au séminaire et à l'académie de théologie de Serguéïev-Possad. Il est arrivé en France en 1999 pour poursuivre sa formation à l'Institut de théologie orthodoxe Saint-Serge. Pendant plusieurs années, le père Nestor fut recteur de la paroisse orthodoxe d'Asnières (exarchat des paroisses russes d'Europe occidentale du patriarcat de Constantinople). Depuis 2008, il était doyen des paroisses du diocèse de Chersonèse en France et recteur de l'église des Trois-Saints-Docteurs à Paris. Le père Nestor enseigne également la théologie pastorale au Séminaire orthodoxe russe à Épinay-sous-Sénart.

domenica 30 maggio 2010

Domani 31 Maggio del 2010 a Venezia il secondo incontro del Consiglio dei Vescovi ortodossi di P. Giovanni Festa

Domani 31 Maggio del 2010 a Venezia il secondo incontro del Consiglio dei Vescovi ortodossi che hanno giurisdizione in Italia ..La Conferenza Episcopale Panortodossa di Italia e Malta..

Una semplice riflessione orante e modesta .. A nessuno di noi cristiani ortodossi di e in Italia sfuggirà e sfugge non solo l’importanza di questa iniziativa in cammino verso il Grande Sinodo conciliare ma come essa sia- nel presente momento storico dele nostre Chiese e della nostra reciproca sinfonia- vera e propria occasione di Grazia. Una chiamata che Dio tre volte santo ci riserva attraverso lo Spirito Santo e ci mette davanti a tutti noi (attraverso i nostri Vescovi e a loro per primi..) l’unità pastorale…la comunanza nella varietà e nella pluralità…la sinodia nell’autonomia…la visibilità di essere sinfonia nel medesimo territorio…la comune testimonianza ..la comune diakonia all’annuncio dell’essere come Chiesa Ortodossa i custodi e la custodia della pienezza dell’Una ed Indivisa…e poi ovviamente i temi particolari. spesso più difficili. .più spinosi.. ci sono.. e non vanno nascosti ..Ma abbiamo questa occasione dai nostri Vescovi giù a cascata fino alle nostre congregazioni nelle diverse zone di Italia e Malta.. senza nulla tacere e senza nulla dare per scontato ..La stessa chiesa( perché di questo si tratta…e non chiese sorelle) nel plurale delle giurisdizioni e nell’unità totale della fede.. Gli ortodossi di diverse giurisdizioni non appartengono a Chiese sorelle (già di per sé il vocabolo mi disturba per quel tono melenso e lezioso di political correct che esso contiene e con cui viene veicolato) ma vivono nella stessa Chiesa la stessa fede nell’identico Signore Dio tre volte santo per intercessione della Deipara e sempre vergine Maria, la croce preziosa e potente che dà la vita, le implorazioni del glorioso profeta e precursore e Battista Giovanni, la difesa delle celesti schiere degli incorporei, la guardiania di tutti i Santi e le Sante ,i Martiri e le Martiri ed in particolare dei nostri Padri tra i Santi Giacomo Vescovo di Gerusalemme e fratello di Dio ,Giovanni Crisostomo arcivescovo di Costantinopoli ,Basilio il Grane Arcivescovo di Cesarea in Cappadocia, Gregorio il Dialogo papa di Roma Antica ai quali la tradizione santa assegna le diverse modalità Della Divina Liturgia lungo il calendario ecclesiale e il tutto in Gesù Cristo il Signore ,il Teantropo, l’Annunciato da Gabriele ,il partorito dalla Vergine, il visitato ed adorato dai Magi, l’esiliato in Egitto, il ritrovato nel tempio con i Dottori da Maria e da Giuseppe e cresceva poi in sapienza età e grazia. Egli poi colui che raccolto apostoli e discepoli attorno a sé e ha battuto per il popolo le strade di Samaria, Giudea Palestina e la Galilea delle genti. Egli colui che sfamò una folla con solo 5 pani e 5 pesci. .Egli che guarì e liberò ..Egli il trasfigurato sul Tabor, l’accusato ,il crocifisso, il risorto al terzo giorno ,l’Asceso alla destra del Padre in Sion la Santa da cui ha inviato sulla Chiesa lo Spirito Paraclito che dal Padre procede, Egli del quale con gemiti inenarrabili aspettiamo la seconda sua Parousia del ritorno. Egli Dio ..Dio vero da Dio vero Luce da Luce nel mistero di Dio tre volte santo.. Egli il terapeuta delle anime nostre e dei nostri corpi..Amin

E in questo Amin chiedo ai parrocchiani di San Marco D’Efeso ma non solo a loro che il loro e nostro primo pensiero domani sia proprio la preghiera del Trisaghion ,si le usuali preghiere del cristiano ortodosso per questa riunione..
Al mio amico Marco Hamam chiedo anche di più.. Chiedo ( e lui sa quanto io tifi per questo) con gemiti essi pure inenarrabili e con il dono delle lacrime della compunzione e del mistero dell’unità preghiere continue affiinchè nei tempi del Signore la grande tradizione copta reincontri nell’unità totale la grande tradizione costantinopolitana, gerosolimitana e slava. .Amin Amin Amin

sabato 29 maggio 2010

La riflessione di padre Seraphim

Nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito. Amen.


Scherzando come faccio di solito coi miei amici romano-cattolici (avrete inteso che sono un prete burlone e con me capite perché si dice “scherzo da prete”) chiamo questa Domenica la "Domenica del sorpasso". Perché? Perché nonostante la differenza del calendario, che porta noi ortodossi a festeggiare molte solennità e a commemorare molti santi dopo i latini, in un sol giorno balziamo in pole position e superiamo tutti celebrando la festa di "Tutti i Santi" la Domenica dopo Pentecoste. Perché questo?
E' presto detto: la santità della Chiesa, la santità nella Chiesa, la santificazione ad opera della Chiesa, la santità personale non sono il frutto di uno sforzo interiore ma il frutto dello Spirito di Dio. Sì, possiamo sforzarci di aprirci all'amore di Dio, di compiere la sua volontà, possiamo sforzarci di essere brave persone, ma la santità, la perfezione è solo di Dio che la concede a chi si rivolge a Lui con cuore sincero.
Alcuni pensano che la santità appartenga solo a certi eletti, a persone speciali, no! La santità è per tutti, la santità è la nostra vera natura! Per questo la Chiesa Ortodossa celebra la festa di “Tutti i Santi” la Domenica dopo Pentecoste per significare profondamente che la santità è il frutto del Santo Spirito. Non si può essere santi per se stessi, semplicemente sforzandosi di esserlo, oppure percorrendo le pericolosissime vie della “autorealizzazione” così in voga al giorno d'oggi e propagandate da numerose sette anticristiane. Si è santi perché si vive la vita intimamente uniti all'Unico Santo: Dio.
Fratelli e sorelle ricerchiamo la santità come scritto nelle parabole predicate da Cristo: come la perla preziosa, come il tesoro nel campo, perché alla sera della vita saremo giudicati sull'amore e l'amore è Dio, l'Unico vero Santo!
Ricordo ancora che lunedì inizia il digiuno dei santi Apostoli Pietro e Paolo, detto anche del Santo Spirito. E' ormai caldo, è facile tenere questo digiuno, mi raccomando cerchiamo di osservarlo al meglio! Non lasciamo che la festa di Pentecoste scivoli via come se fosse archiviata in un lontano passato ma facciamo che produca da subito copiosi frutti di santità, in primis una rinnovata e stretta ascesi.
Buona Domenica a tutti, il Signore vi benedica.

p. Seraphim

Domenica 30 maggio 2010 (Tutti i Santi).La riflessione del Padre Giovanni Festa

Dalla Lettera agli Ebrei 11,33 – 12,2


39 Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa: 40 Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.
Parole chiarissime ,Signore, queste del tuo santo apostolo Paolo …Di tutti i tuoi santi testimoni e profeti dell’Antico Patto il mondo(che è –fino alla tua seconda e gloriosa venuta- se non proprio del tutto il regno del principe certamente è un fangoso campo di calcio battuto da venti e bufere dentro il quale viene giocata la partita decisiva dell’ascesi e del ravvedimento ..la partita della fede e della theosis..la partita della speranza e della carità sicuramente contro il principe e le sue linee pirme..seconde..terze…ed ennesime…fino alla parousia..Signore lo dico e lo scrivo sempre ..non ne posso più..il mio peccato mi sta sempre davanti.. Ecco Signore non tardare e abbi di me misericordia..)
..Il mondo non era degno..Eppure occorreva l’innesto..la cosmicità..il tutto quanto…l’innesto di loro in noi..la santità e la chiamata alla santificazione ..la perfezione e (si il tutto è compiuto…il perfectum.. il tutto tondo… si Signore..la mandorla della deificazione delle sante icone…) loro mai senza di noi…Tu avevi in vista qualcosa di meglio per noi
Lo scandalo e il paradosso Signore…L’evento totale (non negoziabile..non mediabile..non interpretabile ..un vero e proprio pugno totale che ti spezza in due. .ti lascia senza respiro.. l’aut aut della fede,della speranza e della carità…la follia come valore e come dono pneumatico..i cristiani -che bello Signore -chiamati tutti ad essere tutti sclerati..d’altra parte Signore solo degli sclerati possono cercare( e dico cercare ) di ipotizzare che a chi mi vuol rubare mezzo mantello io lo regali tutto…) ..l’evento totale del Cristo
12,2b autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio.
autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio.
Le conseguenza dell’evento e soprattutto gli esiti esistenziali…strutturali profondi nel cuore di ciascuno di noi se decidiamo per la sequela(Signore la tragicità e la ricchezza incredibile del verbo akolutheo ….e la preghiera si chiama anche ΑΚΟΛΟΥΘΙΑ che dinamica di rapporto c'è tra preghiera ed ΑΚΟΛΟΥΘΙΑ?ma ΑΚΟΛΟΥΘΙΑ è anche il battesimo,la cresima,l'ordinazione,il matrimonio...e allora ?
è e sta tutta nel Vangelo di Matteo
il riconoscere e il non riconoccere..il chiamare per nome…il sei stato riconosciuto figlio…erede..partecipe..chiamato…per effrazione..hai voluto..hai scelto..bene ed ora fino in fondo..la lotta contro se stessi…la kenosis e la theosis..la santificaizone…come ciò che noi siamo nel più profondo e non vogliamo essere e siamo chiamati ad essere in Cristo Signore luce del mondo misericordia delle nostre eisstenze Medico e terapeuta
Parole chiare.. quelle del Signore nel Vangelo di Matteo…e non è filosofia dell' impossibilità…ma cittadini di Altro..di Oltre e dell’Altrove..cittadini del Sinai, del Tabor..del Golgota..del Monte degli Ulivi…cittadini del sepolcro della resurrezione..cittadini di Sion la Santa ,la città della nuova creazione..la città del già e del non ancora..la città per la quale viviamo in aneliti di attesa e di impegno e che ogni giorno però dimentichiamo nel nostro peccato nelle nostre distrazioni seppur nobili( e forse le distrazioni nobili per impegni nobili sono a tasso di maggior malvagità delle distrazioni ignobili ..)..e così fino alla sopresa finale…alla non sicurezza…alla scachciera che cade..e cade rovisamente
30 Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».
Ecco Signore è vero tu fai semrpe nuove tutte le cose…Rendimi e rendici nuovo e nuovi ogni giorno sempre di più..Senza mediazione alcuna…dammi e dai a tutti noi l’intus gerosolimitano di Sion la Santa

Padre Giovanni Festa

venerdì 28 maggio 2010

Russia - Bartolomeo I saluta Mosca e i suoi fedeli


Mosca, 27 maggio 2010 – Nel concludere la sua visita a Mosca, il primate della Chiesa ortodossa di Costantinopoli ha visitato il tempio in onore della "Madre di Dio gioia di tutti coloro che soffrono” sulla Ordynka Grande. Il Patriarca Bartolomeo era accompagnato da membri della delegazione del Patriarcato di Costantinopoli: metropolita Michele d'Austria, metropolita Ireneo Miriofitsky e Peristasiysky, il metropolita Emmanuel, il Segretario Generale del Santo Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli archimandrita Elpidofor (Lambriniadis), l’archimandrita Bessarione (Komzias), l’arcidiacono Maxim (Vgenopulos) e altri.
Nel tempio, Sua Santità è stato accolto dal rettore, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, dal vice presidente del Decr, arciprete Nikolai Balashov, e dai chierici della chiesa.
Il Primate della Chiesa ortodossa di Costantinopoli è stato salutato anche dal rappresentante del Patriarcato di Alessandria a Mosca, metropolita Athanasios di Kyrenaika, dal rappresentante del Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, arcivescovo Nifon Filippopoli, ed i rappresentanti della Chiesa ortodossa di Gerusalemme, a Mosca archimandrita Stefano (Dispirakis
Sua Santità il Patriarca Bartolomeo ha venerato la reliquia principale della chiesa – l’Icona miracolosa della Madre di Dio "Gioia di tutti gli afflitti", e poi si diretto al santuario.
Il Metropolita Hilarion Volokolamsky ha salutato l'ospite d’onore, che da parte sua ha detto: “Eminenza! Stiamo visitando questa chiesa su suo invito. Sono molto felice di vedere che, oltre a esercitare le sue funzioni per il bene della Chiesa come presidente del Dipartimento sinodale, ha il tempo per svolgere il servizio pastorale, per non parlare della sua creatività artistica in campo musicale e letterario. Questo mi commuove, perché il primo dovere di un sacerdote consiste nel servire al santo altare. Vi ringrazio per l'invito, dò la mia benedizione a tutti voi e vi auguro tutto il bene".
Il metropolita Hilarion ha presentato a Sua Santità il Patriarca Bartolomeo l’Icona della Madre di Dio "Gioia di tutti gli afflitti” in memoria orante della sua visita. Il Primate della Chiesa ortodossa di Costantinopoli ha presentato un incensiere alla chiesa.

(Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)

Dal sito amico: Eleousa.net

Russia - Il simbolo della vittoria sull'ateismo


Mosca, 26 maggio 2010 - Sua Santità il Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli ha incontrato il sindaco di Mosca Yuri Luzhkov. Il Primate della Chiesa ortodossa e la sua delegazione erano accompagnati dal presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne della Chiesa, il metropolita Hilarion Volokolamsky, dal presidente degli Affari economici del Patriarcato di Mosca, vescovo Tichon Podolsky, dal vicepresidente del Decr, arciprete Nikolai Balashov, dal segretario del Decr per le inter-relazioni Rev. Igor Yakymchuk.
Il sindaco ha salutato gli illustri ospiti all'ingresso del palazzo del Comune di Mosca. Alla riunione hanno partecipato anche il vice sindaco di Mosca SL Baidakov, il presidente della commissione per le relazioni con le organizzazioni religiose M. Orlov, il presidente dell'Associazione di Amicizia con i popoli della Grecia e di Cipro, il capo del Dipartimento degli affari esteri e internazionali di Mosca GL Muradov.
Durante l'incontro, Sua Santità il Patriarca Bartolomeo ha rivolto domande circa lo stato dell'economia urbana, il benessere sociale dei moscoviti e ha anche espresso la sua sincera ammirazione per lo stato della città.
A sua volta, Yuri Luzhkov ha raccontato la vita di Mosca e dei moscoviti, l'interazione con la Chiesa ortodossa russa e in particolare ha parlato dell'attuazione del programma per la costruzione di duecento chiese nella zone recentemente popolate della città. Questo programma è stato proposto da Sua Santità il Patriarca Kyrill e sostenuto dall'ufficio del sindaco di Mosca. Il Primate della Chiesa ortodossa ha accolto con entusiasmo i progetti di costruzione dei templi.
Il Patriarca Bartolomeo ha ringraziato il sindaco per la collaborazione con la Chiesa, soprattutto per il ruolo di primo piano che ha avuto nella ricostruzione del Tempio di Cristo Salvatore. Egli ha sottolineato che il contributo di Yuri Luzhkov rimarrà per sempre nella vita della Chiesa ortodossa russa: “Ha costruito un tempio, che è il simbolo della vittoria sull’ateismo”.
Il Primate della Chiesa ortodossa ha raccontato le sue impressioni sulla visita apostolica alla Chiesa ortodossa russa e, in particolare, ha dichiarato: "Il Patriarca Kyrill pone grande attenzione al ritorno dei valori tradizionali morali nella società. Egli vuole raggiungere questo obiettivo. "
Yuri Luzhkov ha condiviso il suo pensiero sull'importanza dell’ortodossia nella vita del popolo russo, del rapporto della Chiesa ortodossa russa con i giovani, così come le attività didattiche della Chiesa. Durante l'incontro, Luzhkov ha parlato dello speciale rapporto dei russi con il mondo greco, sottolineando le comuni radici cristiane e culturali dei due popoli.
Al termine del dialogo, le parti si sono scambiate i doni. Il Patriarca Bartolomeo ha a dato Luzhkov un vassoio d'argento, mentre il sindaco della capitale ha donato al Primate della Chiesa ortodossa l'immagine della Cattedrale di Cristo Salvatore.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)

mercoledì 26 maggio 2010

Sempre piacevoli e costruttive le riflessioni del confratello p. Giovanni da Palermo.

In silenzio totale davanti alla celebrazione del Vespro

Una breve riflessione del Parroco sul significato della celebrazione del Vespro
E’ una riflessione breve scritta nell’immediato e a braccio e spero breve per riflettere insieme sulla ricchezza orante,spirituale,di edificazione personale e congregazionale della celebrazione del Vespro
Come primo momento di riflessione e di meditazione propongo alla nostra attenzione quanto la celebrazione del Vespro sia l’invocazione continua e costante alla Santa Luce di Dio tre volte santo che viene a squarciar le tenebre .Egli è la luce che è viene ,che viene e che verrà
La sera e la notte.scenari tremendi ed oltremodo significativi per dipingere
descrivere e narrare l'esperienza quotidiana di noi cristiani dentro la concretezza della vita
La sera e la notte come rischio e pericolo,il rischio e l pericolo dell'assenza di Dio,della
solitudine,dell'alzare le mani in segno di resa definitiva al principe e ai principi
di questo mondo e la possibilità piena e totale di incontrare Dio nel mistero triadico
trinitario,nell'evento Cristo il teantropo proprio passando attraverso la sera,la notte e le tenebre
Le tenebre di cui parla Giovanni,le tenebre del tradimento al Getsemani, e al Golgota
per la crocifissione sono già state vinte in anticipazione al fiume Giordano
e sul Tabor(la luce increata) e totalmente nella resurrezione e a Pentecoste
E' il Vespro la narrazione della storia di salvezza ,di una convocazione ecclesiale
davanti al Signore per dirgli Non permettere che noi dimentichiamo le tue meraviglie
Nessuna angoscia e nessuna disperazione cosmica ,nessuna perdizione è più consentita .Essa
Non è più neppure pensabile .noi sappiamo e cantiamo con gioia sin dal salmo 103(che è inno
Della creazione e inno alla creazione che Dio nel mistero e nell’evento della Santa Triade
è buono misericordioso e filantropo e non vuole la distruzione del peccatore ma che
si converta e viva e noi allora sin da subito dobbiamo di Lui dire bene e quindi in gioia
noi bene-diciamo il Signore tre volte santo
Ed improvvisamente in e per questa attesa ed invocazione cantata,sperata,chiamata durante tutto il lucernario irrompe il canto del Fòs Ilaròn ,il canto dei Martiri
L'Ingresso di Cristo Luce che irrompe sulla storia e ad essa da altro senso
il senso della Luce Il gridatelo sin da sopra i tetti E' inno alla Santa Triade
Luce gioiosa di gloria santa
del Padre celeste immortale santo, beato, Gesu' Cristo.
Giunti al tramonto del sole, nel veder la luce della sera,
cantiamo il Padre, il Figlio e il Santo Spirito di Dio.
Sei degno d'esser cantato in ogni momento con voci sante,
Figlio di Dio, tu che dai la vita.
Per questo il mondo ti glorifica.
Il cristianesimo come fede nel Dio della relazione,dell'incontro,del dia-logos
l'incontro è dentro il mistero di Dio Gesù Cristo luce totale della Gloria del Padre che
l'ha generato e l'ha mandato
Proprio ora al calar della sera la Chiesa rende ode al mistero trinitario
Questo è il momento opportuno ,il nostro Kiaròs,il nostro oggi,il nostro momento favorevole e proprizio per glorificare il Figlio di Dio,luce di vita
E nel concludere questa riflessione mi pre significativo affidare alla nostra attenzione la preghiera segreta che il Presbitero recita durante il canto del Lucernario,preghiera di preparazione all’Ingresso e al canto del fòs ilaròn e che il celebrante presenta al Signore traidico a nome e per conto di tutto il santo popolo,per le sue gioie e per i suoi dolori ,per le sue fatiche e per le sue preoccupazioni affinchè nella certezza della Parousia del Risorto tutto nel Santo Spirito venga affidato al Figlio affinchè Egli lo consegni al Padre nell’evento traidico della santificazione cosmica di ogni respiro che loda il Signore
Preghiera segreta dell’ingresso prima del canto del fòs ilaròn
Di sera, di mattino e al meriggio noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti rendiamo grazie e ti preghiamo, Sovrano dell'universo, Signore amico degli uomini. Dirigi la nostra supplica, come l'incenso, al tuo cospetto, e non far piegare i nostri cuori alle parole e alle immaginazioni del male, ma liberaci da tutti gli insidiatori delle nostre anime, poiché verso te, Signore, Signore, sono i nostri occhi, ed è in te che abbiamo sperato: non confonderci, Dio nostro. Poiché è a te che spetta ogni gloria, onore e adorazione: al Padre, e al Figlio, e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amìn.

lunedì 24 maggio 2010

L'unità dell'Ortodossia nella SS. Trinità

Russia - L'unità dell'Ortodossia nella SS. Trinità


Sergiev Posad, 23 maggio 2010 – Nella festa della Santa Trinità, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kyrill ha raggiunto il Monastero della Santa Trinità di San Sergio. Ad attendere il Primate ai cancelli del monastero c’erano l’arcivescovo Eugenio Vereysky, rettore dell’Accademia teologica e del Seminario, l’arcivescovo di Sergiev Posad Theognoste, vicario della Santa Trinità di San Sergio, il presidente del Dipartimento sinodale per le Comunicazioni, VR Legoyda, il capo del distretto di Sergiev Posad della regione di Mosca, VN Korotkov, il capo dell'amministrazione della città di Sergiev Posad, NV Maslov, il clero e gli abitanti del monastero, i pellegrini e gli abitanti di Sergiev Posad.
Al suo arrivo, il Patriarca Kyrill ha visitato la Cattedrale della Santissima Trinità, dove sono custodite le reliquie di San Sergio di Radonez. Qui è stato raggiunto da Sua Santità il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, accompagnato dal presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion Volokolamsky, da vescovi, sacerdoti e monaci. Poi, i due Primati, accompagnati dai vescovi di Costantinopoli e della Chiesa ortodossa russa, hanno raggiunto la cattedrale della Dormizione, dove hanno celebrato la Divina Liturgia.
Hanno concelebrato i metropoliti Michele di Austria, Ireneo Miriofitsky Peristasiysky ed Emmanuel, che accompagnano Sua Santità il Patriarca Bartolomeo I durante la visita alla Chiesa ortodossa russa, il metropolita Hilarion Volokolamsky; gli arcivescovi Eugenio Vereysky e Theognoste di Sergiev Posad; il vescovo Tikhon Podolsky, i membri della delegazione del Patriarcato di Costantinopoli nella dignità sacra, il vice presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne della Chiesa, arciprete Nikolai Balashov, il segretario dell’Ufficio del Patriarcato di Mosca, abate Sawa (Tutun), il rettore dell’Istituto ortodosso russo San Giovanni Crisostomo, abate Pietro (Eremeev), il vice presidente del Dipartimento sinodale per i giovani della Chiesa ortodossa russa all’estero, arciprete Andrei Sommer, il capo del personale della Segreteria del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, monaco Antony (Sevryuk); il clero della Chiesa Ortodossa Russa.
Tra i fedeli, erano presenti il capo del distretto di Sergiev Posad della regione di Mosca, VN Korotkov, il sindaco della città di Sergiev Posad, NV Maslov, il capo del Dipartimento del Gabinetto del Presidente della Federazione russa nel Distretto Federale Centrale, MN Belogubova, il Consigliere del Presidente della Federazione Russa per lo sviluppo delle tecnologie innovative LD Reiman, il presidente del Dipartimento sinodale per le Comunicazioni VR Legoyda, i filantropi del Monastero della Santa Trinità di San Sergio, la delegazione delle organizzazioni giovanili dei Vescovi.
Dopo la Divina Liturgia, Sua Santità il Patriarca Kyrill, i vescovi e i sacerdoti della Chiesa ortodossa russa hanno celebrato i grandi vespri con la lettura di preghiere in ginocchio. Il Patriarca Bartolomeo ed i membri della delegazione del Patriarcato di Costantinopoli hanno pregato presso l'altare della Cattedrale della Dormizione.
Poi i Primati di Costantinopoli e della Chiesa ortodossa russa si sono scambiati parole di saluto.
Dopo il servizio, i due Primati hanno salutato dal balcone della residenza del Patriarca i numerosi pellegrini arrivati a Sergiev Posad per la festa della Santissima Trinità. Il Patriarca Bartolomeo ha impartito la benedizione, sottolineando di essere molto felice di pregare insieme a loro in quel giorno.
A sua volta, Sua Santità il Patriarca Kyrill ha detto: "La visita del Patriarca di Costantinopoli, il Patriarca ecumenico - il Primate della Chiesa, da cui abbiamo ricevuto la fede, è un evento storico. Quando più di mille anni fa il santo principe Vladimir fu battezzato, prese il battesimo della Santa Chiesa di Costantinopoli. E oggi, ci rallegriamo di essere qui nel giorno della Santissima Trinità insieme a Sua Santità il Patriarca Bartolomeo e di benedirvi. Il Signore protegga tutti voi! Vi benedico tutti! ".
Al termine della solenne liturgia nella cattedrale della Dormizione i Primati delle due Chiese hanno condiviso un pasto fraterno.
Rivolgendosi a Sua Santità il Patriarca Bartolomeo e alla delegazione che lo accompagna, il Patriarca Kyrill ha detto in particolare: "Di fronte all’enorme responsabilità che portiamo, dobbiamo andare avanti come una famiglia, per dare prova della vera pace. È per questo che sono così felice di vederla con noi oggi. Non si tratta solo di una visita di cortesia, percepiamo che non è così. Ogni protocollo va via per lasciare il posto alla preghiera comune davanti al trono di Dio, al nostro amore reciproco e alla nostra sincera disponibilità. E noi crediamo che il Signore, che copre le nostre debolezze e imperfezioni, sosterrà le nostre mani nel servizio zelante alla Chiesa ortodossa in tutto il mondo.
Nel nostro tempo, sono molto ben sviluppate le idee apocalittiche. Molte persone sono scioccate da ciò che accade nel mondo di oggi, nella sfera della moralità umana, della cultura contemporanea, e alcuni addirittura sono stupiti dalle conquiste della scienza e della tecnologia. In effetti, il mondo è diventato molto complesso, tante persone pensano che la fine del mondo sia vicina. Sappiamo che nessuno può sapere quando questo accadrà, ma dobbiamo fare di tutto per proclamare la pace di Dio, la verità.
Un novizio vede il suo superiore scavare nel giardino. Il novizio gli chiede: “Cosa stai facendo?” Egli rispose:“Sto scavando per ricevere i frutti di questo giardino”. Poi il novizio rivolge una domanda insidiosa: “Padre, se sa esattamente in che giorno viene il Signore, che faresti?" E il vecchio rispose: "Continuo a scavare il giardino". Questa è la Chiesa, nonostante tutte le circostanze difficili della vita. Più si coopera e si interagisce insieme, più forte è la nostra voce. E Dio non voglia che fino alla fine non ci distraiamo dalla cosa più importante nell’Ortodossia – la santa unità e attraverso questa unità superare tutte le prove del mondo.
Santità, con amore e gioia vi dò il benvenuto. Che Dio vi preservi da ogni male, rafforzi il vostro spirito e corpo per molti beati anni! "

(Fonte: Ufficio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia; www.patriarchia.ru; Decr ServizioComunicazione; www.mospat.ru)

Rapporti Fraterni: Dio sia lodato.


Russia - Bartolomeo I è giunto a Mosca



Mosca, 22 maggio 2010 – Nel giorno della memoria della Traslazione delle reliquie di San Nicola da Myra a Bari, alla vigilia della festa solenne di Pentecoste e della SS. Trinità, Sua Santità il Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli ha iniziato la visita alla Chiesa ortodossa russa. Presso l'aeroporto di Mosca "Vnukovo", il Primate della Chiesa di Costantinopoli ha incontrato il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kyrill.
Alla cerimonia di accoglienza erano presenti anche il presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion Volokolamsky, l’arcivescovo Arsenij d'Istria, il segretario del Patriarcato di Mosca per le istituzioni straniere, arcivescovo Mark di Yegoryevsk, il presidente del Dipartimento sinodale per l’istruzione religiosa e il Catechismo, vescovo Mercurio Zaraisk, il responsabile della segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergio Solnechnogorsky, i vescovi Ignazio Bronitsky, Irinarkh Krasnogorsk, Girolamo (Chernyshev), il il presidente della commissione sinodale per la cooperazione con i cosacchi Kirill Gryaznov, il presidente del Dipartimento sinodale Per el Comunicazioni VR Legoyda, il vicepresidente del Decr, arciprete Nikolai Balashov, il segretario del Decr per le inter-relazioni Rev. Igor Yakymchuk, il clero della capitale, i monaci, così come i rappresentanti dei giovani ortodossi e degli studenti delle scuole di Domenica.
Tra gli ospiti vi erano i rappresentanti del governo: il ministro della Cultura e della Comunicazione di massa AA Avdeev, il Presidente della Federazione russa nel Distretto Federale Centrale GS Poltavchenko, l’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario di Grecia in Russia Mikhail Spinnelis, il primo segretario dell’Ambasciata turca a Mosca, Ahmet Akynty.
La delegazione della Chiesa di Costantinopoli che accompagna il Patriarca Bartolomeo I è composta dal metropolita Michael d'Austria, dal metropolita Ireneo Miriofitsky e Peristasiysky, dal metropolita Emmanuel, dall’archimandrita Elpidofor, dall’arcidiacono Maxim (Vgenopulos) dall’archimandrita Bessarione (Komzias) e diversi laici.
In segno di ospitalità, due ragazze in costume russo hanno offerto a Sua Santità il Patriarca Bartolomeo I il pane e il sale e un mazzo di fiori.
Poi, in aeroporto i due primati delle Chiese hanno risposto alle domande dei giornalisti.
Alla domanda sullo scopo della visita, Sua Santità il Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli ha dichiarato: "Prima di tutto vorrei ringraziare l'Altissimo Signore, che mi ha benedetto ed onorato di venire a Mosca. E dopo aver ringraziato Dio, desidero esprimere la mia gratitudine a Sua Santità il Patriarca Kyrill per l'invito, che mi dà la possibilità ancora una volta di visitare la santa Chiesa russa e di ricambiare la visita di Sua Santità il Patriarca Kyrill a Costantinopoli nel corso dell'ultimo anno. Ma questo non è l'unico scopo della mia visita a Mosca e in Russia. Sono arrivato da Costantinopoli come pellegrino nella terra che ha dato in passato e negli ultimi tempi martiri e confessori della fede ortodossa. Voglio trasmettere la benedizione della Santa Chiesa di Costantinopoli alla Chiesa russa, che è anche nostra sorella e figlia. Siamo orgogliosi, onorati di vedere la sua prosperità. Mi auguro che la visita da Costantinopoli a Mosca rafforzi ulteriormente le relazioni fraterne per il bene dell’ortodossia e la gloria di Dio. Cristo è tra noi!".
Poi il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kyrill ha risposto alla domanda sulle relazioni tra Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca.
"Mi rendo conto che si sono verificati sviluppi nelle relazioni tra le due Chiese. Questo non è solo uno scambio di visite fraterne, che sono importanti, ma questa modalità aiuta tutte le chiese ortodosse, non solo le nostre due chiese, ad affrontare i problemi che esistono nelle inter-relazioni. Esprimo la mia profonda gioia per la visita a Mosca del Patriarca Bartolomeo, il mio amato fratello, con il quale, oltre al ministero patriarcale, condivido molti anni di buone relazioni umane. Sono contento di vederlo a Mosca in visita ufficiale. Mi auguro che questa visita sarà un’ altra importante pagina della gloriosa storia delle nostre relazioni. Parlo a nome della nostra intera nazione: Benvenuto, Santità!".

(Fonte: Ufficio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia; www.patriarchia.ru; Decr Servizio informazioni; www.mospat.ru )

L'interno della nostra Chiesa Parrocchiale in attesa dell'iconostasi.









sabato 22 maggio 2010

Santa Pentecoste 2010- la meditazione del Padre Giovanni Festa

Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nella tenebra, ma avrà la luce della vita

La sequela Signore…il mettere i nostri piedi proprio dentro l’orma che tu prima davanti a noi hai tracciato e tracci lungo le vie di ieri e di oggi e di domani(fino alla tua parousia.. Signore ti prego non tardare..) della Galilea delle genti… figura iconica e metaforica da sempre ..le genti…il plurale. .le convivenze ..e tu Signore lungo l’intero tuo evento.. la tua stessa esperienza ..dalla pericoresi (lo vedi Signore ..anch’io so parlare forbitamente…ma meno male di questo virus mi hai in fondo liberato..) intratriadica al tuo essere con noi.. insieme la tua tenda nella e con la nostra tenda. .il teantropo…la tua storia…tutto quanta.. Dalla pienezza del kairòs …ecco l’arcangelo Gabriele con la tua tuttasanta Madre fino a questa domenica, Signore…La luce…il fuoco. .l’acqua di vita eterna.. le tenebre sconfitte.. La logica spirituale ed orante della Montagna. C’è sempre una Montagna nella tua esistenza…e da queste montagne.. la tua irradiazione..
"Se qualcuno ha sete venga a me e beva chi crede in me; come ha detto la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo grembo". Questo egli disse dello Spirito che i credenti in lui stavano per ricevere: infatti non c'era ancora lo Spirito Santo, perché Gesù non era stato ancora glorificato.”
Avere sete…. Quanti calici ho bevuto prima di incontrarti ..ma proprio tanti…e li ricordi tutti.. il percorso il cammino e nessuno di loro (variegati calici ..alcuni anche laicalmente nobili. .altri assolutamente ignobili…) ha esaurito ..esaurisce. Si Signore solo tu colmi.. ricolmi e riempi…nella tua Santa Chiesa.. l’Una ed Indivisa tu solo hai parole di vita eterna.. e li hai nella chiarezza…nell’inquietudine.. nel conflitto continuo.. non una pace a buon mercato. .ma appunto la pacificazione …il tuo Regno come mistica trasfigurazione del mondo.
La verità . non è tanto liberazione e salvezza in questo mondo, quanto liberazione e salvezza da questo mondo
..Una fede antinomica.. lacerante ..di lotta. .di effrazione continua di sé a se stessi. .Hai sempre un Oltre ed un Altrove da indicare ..e dove tu sempre ti fai trovare. .Ogni tanto possiamo pure usare e scriverlo l’antico vocabolo ascesi…ecco Signore gustare dentro il nostro cuore…la forza orante di vocaboli come ravvedimento. .metania. .grande metania…
Badare all’essenziale.. il resto è superfluo.. I gigli die campi più elegantemente vestiti di Re Salomone.. Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo..(certo Signore poi la cristianità tutta quanta è stata brava. .bravissima.. a cercare di evitare la forza impietosa di queste tue immediatezze…E si è difesa da te. .I primi a difendersi da te sono e siamo proprio noi cristiani…Ha inventato madama l’ermeneutica e ha detto con tracotanza .la solita tracotanza accademica . che qui il Signore voleva dire che queste sono particolari vocazioni riservate ai monaci…Ebbene Signore io che monaco non sono e al monachesimo non sono chiamato ho scoperto proprio nella tua Santa Chiesa Una ed Indivisa che l’intus monachus è la struttura battesimale dei cristiani. .Si tutti monaci e tutte monache. Ciascuno nello stato di vita scelto ma sempre intus monachus .)
Trasfigurare il mondo nel Regno. .per questo ecco la tua Chiesa… La Chiesa. .l’antica dei giorni…la prefigurata fin dalla fondazione del mondo…La Chiesa che è l’Evento totale del pleroma qui ed ora dall’Ascensione alla tua Parousia.. Lo Spirito Santo su noi tutti e nella nostra singolarità e nella nostra sinodalità ..nel nostro essere –perché noi stessi - noi stessi trinitari per partecipazione…Si Signore –lo dico così a braccio e se qualche dotto teologo arriccia il naso. .gli dico subito che ha ragione ma lo dico lo stesso…- ci hai reso trinitari.. nella tua Santa Chiesa con il Santo Spirito ..Il mistero orante dell’essere cristianamente per sé ma dell’essere anche per e negli altri.. il plurale del popolo nell’unità profonda.. il sacerdozio battesimale…Ecco Signore lo Spirito permette a tutti noi e lo permette insieme ( la condivisione la compassione..) di prendere sulle nostre mani (con la forza di invocazione della preghiera ) l’intero cosmo.. l’intera storia.. tutta quanta resa presente nell’attimo delle nostre mani e nella immediatezza della nostra preghiera e consegnarla ( invocata…pregata…bagnata dalle nostre lacrime di compunzione e di ravvedimento) davanti a Te in Sion la Santa per intercessione dei Santi delle Sante e della tua Santa Madre affinché tu la Trasfiguri la santifichi la liberi la rendi non altra da sé ma proprio se stessa cioè cristica e trinitaria
Tutti furono ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi
Ecco lo Spirito Santo il Grande Capo
Nel mistero di Dio tre volte noi abbiamo vinto il principe di questo mondo
Russia: scoperte al Cremlino due icone murate dai bolscevichi

Una di Cristo Salvatore, l'altra di San Nicola di Myre

MOSCA, venerdì, 21 maggio 2010 (ZENIT.org).- Due icone che erano state murate dai bolscevichi adornano di nuovo due torri della muraglia del Cremlino a Mosca, hanno reso noto il Servizio Ortodosso di Stampa ed Europaica (N° 180, 18 maggio 2010).
I mezzi di comunicazione russi hanno annunciato la notizia il 12 maggio scorso citando i servizi dell'amministrazione presidenziale e museale che gestiscono il sito storico del Cremlino, antica residenza degli zar e dei Patriarchi di Russia.
I responsabili della gestione del Cremlino hanno deciso di restaurare e restituire ai cittadini le icone, che hanno sei secoli e sono state scoperte alla fine di aprile in due torri della fortezza sotto uno strato di gesso applicato dai bolscevichi.
Le due icone adornano le porte delle due torri principali della muraglia del Cremlino che dà sulla Piazza Rossa.
"I lavori sono iniziati con l'eliminazione dello spesso strato di gesso che copriva le icone dal 1937", ha dichiarato ai giornalisti la portavoce del Dipartimento dei Musei del Cremlino, Jeanne Bélochapkine.
"Sembra che le due icone siano state dipinte a olio sopra gli affreschi, e i lavori di restauro sono destinati a verificare questa ipotesi", ha dichiarato il direttore generale aggiunto dei Musei del Cremlino, André Batalov.
La prima icona rappresenta Cristo Salvatore su uno sfondo dorato, con due monaci russi santi ai suoi piedi: San Sergio di Radonezh e San Barlaam di Katyn (Novgorod).
Si trova sulla porta Spasskaïa (del Salvatore), la porta d'ingresso solenne sotto la torre principale del Cremlino, proprio di fronte alla chiesa di San Basilio il Benedetto, sulla Piazza Rossa.
La seconda icona, che adorna la torre Nikolskaïa (di Nicola), più a nord e anch'essa nella Piazza Rossa, rappresenta San Nicola di Myre (IV secolo), particolarmente venerato dai fedeli ortodossi russi.
Secondo la testimonianza degli storici, le icone erano ancora visibili nei primi mesi del 1918.
In seguito vennero dissimulate sotto una spessa maglia metallica, e nel 1937, all'apogeo di una nuova ondata di campagne antireligiose, furono completamente ricoperte di gesso. Alla fine di aprile sono state riportate alla luce.
Le prime analisi permettono agli esperti di affermare che l'icona di San Nicola risale al XV secolo o all'inizio del XVI, il che conferma le testimonianze dei restauratori che hanno lavorato su questa icona nel 1918.
L'icona di San Nicola è stata gravemente danneggiata dagli spari nell'assalto dei bolscevichi al Cremlino nel novembre 1917.

Dal sito cattolico: Zenit.org

Il futuro della ricerca scientifica sulla Sindone



Intervista a Bruno Barberis, presidente del Centro internazionale di sindonologia

di Chiara Santomiero

ROMA, venerdì, 21 maggio 2010 (ZENIT.org).- Domenica prossima, 23 maggio, si concluderà la Solenne Ostensione della Sindone 2010 che ha visto confluire a Torino circa 2 milioni di visitatori. La teca contenente la Sindone tornerà al suo posto nella cappella del Guarini di Palazzo reale, insieme ai molti interrogativi che circondano “l’oggetto più misterioso del mondo”, come è stato definito.
Quali sono i risultati scientifici che si possono considerare definitivi relativamente alla Sindone? E quali gli aspetti ancora da indagare? ZENIT lo ha chiesto a Bruno Barberis, docente di Meccanica razionale presso l’Università di Torino e presidente del Centro internazionale di sindonologia, il complesso di discipline che studiano la Sindone.

Cosa può attendersi la fede dalla scienza, quali risposte può avere?

Barberis: Indipendentemente da ciò che le indagini scientifiche potranno ottenere in un futuro prossimo o lontano, la Sindone è in modo innegabile un rimando chiaro, diretto, analitico alla Passione di Gesù. “Uno specchio del Vangelo”, la definì Giovanni Paolo II nel 1998 quando venne a Torino per quella Ostensione. Nella stessa occasione, Giovanni Paolo II affermò che “l’uomo si aspetta dalla scienza che essa si occupi in modo serio e onesto di scoprire la verità sulla Sindone” e chiese agli scienziati di essere rispettosi della metodologia scientifica, di non dare per scontati risultati che non ci sono.
Questo purtroppo nel campo della Sindone non sempre accade. Si tratta anzi di un settore nel quale spesso emergono dei fondamentalismi da entrambe le parti, per cui è facile leggere articoli, considerazioni o teorie che partono da idee preconcette. Voler dimostrare a tutti i costi che la Sindone è la prova scientifica della Resurrezione è una sciocchezza, perché la scienza non può occuparsi di fenomeni sovrannaturali, ma solo naturali. La scienza, cioè, non potrà mai esprimere un parere sulla Resurrezione perché non è un fenomeno riproducibile in laboratorio. Allo stesso modo capita di voler dimostrare a tutti i costi, forzando i dati a disposizione, che la Sindone è un falso medievale o di qualunque altra epoca per il semplice fatto che si desidera sia questa la verità. Uno scienziato serio si preoccupa di cercarla la verità, qualunque essa sia.
Lo studio della Sindone non ha lo scopo di dimostrare a tutti i costi che essa è il lenzuolo che ha avvolto il corpo di Cristo o non lo è, ma di dimostrare cosa realmente sia. Sicuramente, un oggetto di enorme interesse, unico al mondo - non esiste altro telo con un’impronta con caratteristiche nemmeno lontanamente comparabili con questa di Torino – ed è sicuramente uno degli oggetti più studiati. Uno studio che coinvolge persone di varia formazione e diversa fede e moltissimi scienziati se ne sono occupati non essendo nemmeno credenti. C’è un interesse verso la Sindone che spinge ad andare al di là di quelli che molti considerano preconcetti, affascinati dalla sua natura di immagine ancora da spiegare.

?Cosa si può attestare con assoluta sicurezza relativamente alla Sindone

Barberis: Sulla Sindone ci sono due tipi di segni, le macchie ematiche e l’impronta corporea che hanno caratteristiche diverse.

le macchie ematiche

Riguardo alle macchie ematiche è stato possibile determinare che si tratta veramente di macchie di sangue umano, di gruppo AB. Esse sono state sicuramente prodotte dal contatto del corpo con il telo mentre l’impronta corporea non sembra essere avvenuta per contatto diretto. Un contatto, infatti, darebbe origine a una deformazione tenendo conto che la superficie corporea è curva mentre l’immagine della Sindone appare come una specie di proiezione ortogonale del corpo sul telo.

l’impronta

L’impronta ha caratteristiche tridimensionali – messe in evidenza dagli studi effettuati prima negli Stati Uniti e poi in Italia – che sono tipiche della Sindone, non appartengono cioè a una normale fotografia o a un dipinto, proprio perché la distribuzione della luminosità dell’impronta è realmente collegata alla distanza corpo-telo, cioè al maggiore o minore rilievo di quel particolare corporeo. Se ripetiamo gli stessi esperimenti su una normale fotografia di un corpo o di un volto su di un dipinto non otteniamo la caratteristica tridimensionale.
Sappiamo che l’impronta ha anche le caratteristiche di un negativo fotografico, come scoperto più di cent’anni fa con la prima fotografia del 1898, cioè i chiaroscuri sono invertiti rispetto alla realtà. Questa è la ragione per la quale l’immagine si vede molto più evidente e chiara nel negativo fotografico: facendo il negativo del negativo si ottiene il positivo delle parti.
Altre indagini hanno permesso di sottolineare alcune caratteristiche molto interessanti dell’impronta: mentre le macchie di sangue sono visibili perché c’è del materiale estraneo che si è depositato sul telo – il sangue stesso -, dove c’è l’impronta non è così. L’impronta è visibile perché le fibre superficiali del telo sono un po’ più scure del tessuto dove l’impronta non c’è, non perché vi sia del colorante sopra, ma perché questo processo di formazione - ancora tutto da scoprire - le ha scurite. Per uno spessore infinitesimo, uno spessore di qualche decina di micrometri, cioè di qualche centesimo di millimetro. Sotto non c’è nulla, mentre le macchie di sangue sono passate attraverso il tessuto e sono arrivate sul retro della Sindone. Nel 2002 quando è stato completato l’intervento conservativo sulla Sindone e si è staccato il telo di supporto - il telo d’Olanda cucito nel 1534 per riparare i danni dell’incendio di Chambery -, è stato possibile, per la prima volta da allora vedere bene il retro della Sindone. Qui le macchie ematiche si vedono esattamente nelle stesse simmetriche posizioni rispetto al fronte, perché essendo un fluido hanno attraversato il telo e sono arrivate dalla parte opposta. L’impronta corporea invece no, perché essendo per di più spessa qualche centimetro di millimetro, non ha potuto giungere sul retro, come avrebbe fatto un colorante di qualsiasi natura che almeno avrebbe impregnato il tessuto per uno spessore maggiore di qualche centimetro di millimetro. Questa è una caratteristica veramente peculiare dell’impronta.

le ferite

L’esame topografico dettagliato dell’impronta effettuato dalla medicina legale – sono studi che risalgono già a circa ottanta anni fa, dopo la fotografia di Enrie del 1931 –, ha permesso di ricostruire con estrema fedeltà tutto ciò che è accaduto all’uomo della Sindone e quindi la serie di torture che gli sono state inflitte, compresa la crocifissione.
Sulla Sindone sono evidenti ferite fatte ad un uomo mentre era ancora in vita e quando era già cadavere, come quella fatta al torace dove il sangue è uscito dalla ferita già dissierato cioè separato nella parte sierosa e nella parte corposculare.
Questo tipo di riscontro è una ulteriore prova che l’impronta non può che essere stata lasciata da un corpo umano vero e proprio e non può essere un dipinto o un’immagine ottenuta con qualsiasi metodo, perché altrimenti sarebbe stato impossibile ricostruire con tale dettaglio tutte le caratteristiche anatomiche visibili. Allo stesso modo sarebbe stato impensabile usare del sangue uscito da un uomo vivo e del sangue uscito da un cadavere in epoche nelle quali non si conosceva nulla sulla circolazione sanguigna e sulla differenza tra i due tipi di sangue. Il funzionamento della circolazione sanguigna, infatti, è stato capito solo nella prima metà del 1600, quindi meno di quattrocento anni fa.

il polline

Sulla Sindone sono state ritrovate micro-tracce vegetali, granuli di polline appartenenti a piante che vivono esclusivamente in zone molte ristrette della Palestina e dell’Anatolia, segno che la Sindone è passata in quei luoghi in qualche momento della sua storia. Questo metodo non ci permette di sapere ‘quando’ vi sia passata, perché tali piante erano esistenti ben prima di Cristo: la flora di queste zone non è cambiata molto negli ultimi 5-6 mila anni. Esse permettono solo di ricostruire con certezza un percorso geografico dell’oggetto.
Possiamo dire che tutti questi elementi sono stati definitivamente appurati con certezza.

Cosa resta invece da scoprire?

Barberis: Sono due i nodi fondamentali da sciogliere: il modo con cui si è formata l’impronta e la datazione del telo.

la formazione dell’impronta

Non abbiamo ancora una teoria sufficientemente valida per la spiegazione della formazione dell’immagine. Ogni settimana qualcuno propone un’ipotesi nuova, più o meno sensata. Finora, però, nessuno è riuscito ad ottenere come risultato sperimentale conseguente dell’ipotesi fatta un’immagine comparabile con quella della Sindone.
Oggi la possibilità di verifica è semplice perché abbiamo una conoscenza dettagliata delle caratteristiche più importanti dell’impronta che ci permettono delle comparazioni rigorose.
L’anno scorso, ad esempio, il prof. Garlaschelli di Pavia ha ottenuto un’immagine che però ha caratteristiche che non corrispondono a quelle della Sindone. Infatti per ottenere l’immagine è stata usata dell’ocra rossa che contiene ossido di ferro mentre l’impronta della Sindone non ne contiene. Inoltre nell’esperimento è stato realizzato prima il profilo del corpo e poi le impronte ematiche tramite un colorante mentre sulla Sindone sono apparse prima le macchie ematiche e poi le impronte corporee, tanto è vero che sotto le macchie ematiche non c’è impronta. Tutto questo è sufficiente per dire che l’immagine ottenuta a Pavia non è comparabile con la Sindone e non serve a spiegarla.
L’unico esperimento che ha permesso di colorare una piccola porzione di tessuto in modo similare a quello della Sindone è stato effettuato dal Centro Enea di Frascati qualche anno fa, irradiando un tessuto con un laser a eccimeri, cioè un laser che emette ultravioletto. Se la potenza e il tempo di irradiazione sono calcolati correttamente, si ottiene una coloratura delle fibre superficiali, abbastanza simile a quella della Sindone per uno spessore dello stesso ordine di grandezza. Non possiamo pensare, però, che il corpo umano sia una fonte laser o che il laser possa essere stato utilizzato nell’antichità.

la datazione del telo

La datazione del telo, come è noto, fu effettuata nel 1988 datando con il metodo del radio carbonio alcuni campioni prelevati da una zona marginale della Sindone.
Enormi polemiche hanno preceduto e seguito quest’operazione, determinate da diversi fattori il primo dei quali è una non limpida conduzione di tutta l’indagine con delle scelte non opportune. Tra queste, ad esempio, l’unico sito di prelievo dei campioni, che è rappresentativo di quella zona ma non dell’intero telo. Tale zona, fra l’altro, sembrerebbe - da alcune ricerche fatte su fili avanzati da quella datazione - inquinata da cotone, quindi da un materiale che forse è stato aggiunto con un rammendo successivo, ipotesi che dovrà essere verificata non appena sarà possibile fare nuovi esami diretti.
L’indagine del 1988 fu condotta con metodi non propriamente scientifici; ad esempio non fu usato, come sarebbe stato necessario, il “metodo alla cieca” perché i laboratori pretesero di conoscere le date dei campioni di confronto prima di effettuare la datazione. Ci sarebbero da riempire libri – come qualcuno ha fatto - per raccontare questi retroscena e i numerosi dettagli.
Datare un telo è un’operazione molto delicata in quanto i tessuti sono gli oggetti più facilmente esposti all’inquinamento da agenti esterni. Esperimenti fatti su altri teli antichi hanno dimostrato come vi possono essere inquinamenti sia di tipo biologico – microrganismi -, sia di tipo chimico con sostanze presenti nell’atmosfera accanto al telo, che possono provocare apparenti ringiovanimenti dovuti non a errori del metodo, ma a contaminazioni da parte di questi fattori esterni che influiscono non poco sulla datazione, anche per parecchi secoli.
Poiché la Sindone ha avuto sicuramente una vita molto complessa e movimentata e ha subito sicuramente inquinamenti di vario genere nella sua storia, il problema della datazione è molto complesso. Bisognerebbe riuscire a individuare un metodo di pulizia radicale del telo che possa eliminare qualsiasi fattore esterno, senza peraltro distruggere una parte eccessiva di cellulosa perché altrimenti avremmo bisogno di molto campione e non è che possiamo tagliare grandi pezzi di Sindone. Spesso mi viene chiesto il perché non si proceda di nuovo alla datazione prelevando campioni da diversi punti. La risposta è semplice: perché si tratta di un oggetto unico che non può essere usato come cavia per fare esperimenti di validità del metodo del C14. Questo metodo, purtroppo, è distruttivo: il campione viene bruciato e ogni esame richiede una distruzione definitiva di una sua parte.

Qual è il futuro della ricerca scientifica sulla Sindone?

Barberis: Non si può intervenire sulla Sindone senza precauzioni. Credo che il futuro degli studi scientifici sia quello di impostare una serie di esami fondamentali per raccogliere nuovi dati e proseguire nelle indagini, a patto che non siano distruttivi.
Occorre utilizzare le moderne tecnologie che permettono di ricavare informazioni sia di tipo fisico che di tipo chimico senza distruggere nulla ma irradiando il tessuto e lavorando sui risultati ottenuti. Ci sono metodi di sezionamento del tessuto che utilizzano sistemi che portano via dal tessuto delle sottili superfici di qualche millesimo di millimetro e non rientrano tra gli esami distruttivi perché questa asportazione è invisibile ma sufficiente per ricavare informazioni.
Per la datazione il metodo più attendibile rimane il C14, che però ha dei limiti soprattutto se interviene su oggetti rispetto ai quali non si hanno garanzie di una perfetta conservazione. Gli archeologi stessi - soprattutto quando si tratta di datare tessuti -, sono piuttosto cauti perché il rischio di errore è alto, in quanto il metodo non è in grado di distinguere atomi di carbonio provenienti dal tessuto e atomi provenienti da agenti esterni: brucia il campione e calcola tutto insieme. Ne consegue che datare nuovamente la Sindone tra breve non avrebbe senso, in quanto queste remore – indipendentemente dal risultato ottenuto – ci sarebbero comunque.
E’ necessario, allora, attendere nuove conoscenze che possano farci capire meglio - ad esempio - dove fare i prelievi in modo tale che siano rappresentativi dell’intero telo e non di una zona marginale. Questo richiede una conoscenza delle caratteristiche fisico-chimiche di tutto il telo con una mappatura molto dettagliata. Solo a questo punto potrebbe essere utile una nuova datazione.

C’è un programma di lavoro rispetto alla ricerca scientifica?

Barberis: Nel 2000, prima dell’inizio di quell’Ostensione, si tenne a Torino un convegno al quale furono invitati quaranta tra i maggiori scienziati che studiano la Sindone oppure esperti di discipline che interessano la Sindone e fu loro richiesto di fare proposte di studio e di ricerca. Le proposte arrivate negli anni successivi sono state raccolte, organizzate ed esaminate da una commissione di esperti esterni al mondo della Sindone affinché ne valutassero la attendibilità e scientificità. Tutto il materiale è stato raccolto in una relazione inviata alla Santa Sede, tramite il cardinale Severino Poletto che in quanto arcivescovo di Torino, è il custode pontificio della Sindone, perché il Papa è il proprietario della Sindone e sono sue le decisioni in merito.
Non si tratta di un’operazione semplice: non si può prendere la Sindone e portarla in un laboratorio, ma occorre prendere il laboratorio e portarlo dalla Sindone.
Non è nemmeno un progetto che si possa realizzare in tempi brevi, però finita questa Ostensione - il prossimo anno magari -, può essere ripreso in considerazione. Abbiamo bisogno di nuovi dati, nuovi “mattoncini” da mettere insieme. Le grandi scoperte, in genere, sono rarissime; la scienza va avanti a piccoli passi, a volte apparentemente insignificanti, ma unendone tanti si può arrivare a risultati significativi.
In ogni caso il progetto di indagine dovrà essere rispettoso dell’integrità della Sindone. Gli ultimi anni sono stati dedicati più a studiare come garantire la conservazione che a raccogliere altri dati, perché ci si è resi conto che c’era una carenza in questo senso. Quando avvenne l’incendio della cappella del Guarini, nel 1997, ci si rese conto che la Sindone era conservata ancora come nel 1600, nello stesso luogo, in una cassetta, con le stesse condizioni climatiche. Non si poteva continuare così e si è deciso di intervenire. Prima la Sindone era arrotolata a formare un cilindro, posizione che provocava altre pieghe e magari perdite di particelle di sangue mentre adesso è stesa per intero. Prima, inoltre, era conservata nell’atmosfera e quindi soggetta ad ossidazione da parte dell’ossigeno che provocava uno scurimento del telo e quindi una progressiva diminuzione della visibilità dell’immagine. Attenzione: non è diminuita, come qualcuno ha affermato, l’intensità dell’immagine, ma se il fondo del telo tende a scurirsi a causa dell’azione ossidante dell’ossigeno, diminuisce il contrasto e questo processo doveva essere fermato altrimenti tra cento, cinquecento o mille anni si rischiava che la visibilità fosse azzerata. La nuova conservazione in argon, che è un gas inerte e garantisce l’impossibilità della formazione di nuovi composti, mantiene lo status quo e assicura una conservazione ottimale. Era stato anche scoperto che al di sotto delle toppe del restauro dopo l’incendio di Chambery, c’era una notevole quantità di polvere finissima residuo del tessuto carbonizzato che in gran parte si era già dispersa sul telo, passando dalle cuciture. Bisognava intervenire per evitare il rischio che questa polvere inquinasse la Sindone ed entrasse in datazioni successive. Perciò sono state tolte le toppe, non più necessarie data la conservazione orizzontale, e il materiale carbonizzato è stato asportato, catalogato e conservato perché sarà importante per gli studi futuri. Anche il telo d’Olanda di sostegno che era molto sporco e inquinato è stato sostituito con un telo nuovo per far sì che la Sindone sia conservata nel modo migliore e sia certo che da oggi in poi la visibilità non peggiorerà.

Lei ha calcolato che c’è una probabilità su 200 miliardi che la Sindone non sia il telo di Gesù…

Barberis: Si tratta di un calcolo effettuato per verificare la corrispondenza tra il racconto che emerge dall’immagine che vediamo sulla Sindone e il racconto della Passione e morte di Gesù che leggiamo nei Vangeli. Possiamo valutare in modo quantitativo la probabilità che quello della Sindone sia veramente l’uomo del Vangelo?
Dagli esami fatti, sappiamo che si tratta di un uomo torturato e crocifisso. Uno dei tanti della storia, considerato che la crocifissione viene usata dal VII secolo avanti Cristo almeno fino all’epoca di Costantino. Si tratta di un periodo di un po’ più di mille anni nel quale si può calcolare qualche milione di crocifissi, sicuramente centinaia di migliaia. Giuseppe Flavio ci racconta che dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme le crocifissioni di giudei andarono avanti per mesi alla media di cinquecento al giorno.
I numeri sono quindi alti, ma noi possiamo dedurre dalla Sindone alcune caratteristiche legate a quanto è avvenuto a quest’uomo in particolare. Per esempio le percosse in volto, la frattura della cartilagine nasale, l’ematoma sulla guancia destra, le ferite alle arcate sopraccigliari, il casco di oggetti appuntiti sulla testa che ha provocato una trentina di ferite con relative emorragie, l’aver portato sulle spalle qualcosa di ruvido e pesante che ha provocato due grosse escoriazioni – molto facile che sia il palo orizzontale della croce -. Possiamo aggiungere il fatto che sia stato flagellato, crocifisso con chiodi mentre si sa che venivano usate anche le corde e forse anche di più dei chiodi; il fatto che sia stato ferito al torace dopo la morte; il fatto che sia stato avvolto in un telo funebre come accadeva solo alle personalità importanti perché i riti funebri costavano carissimo mentre i crocifissi erano di solito schiavi o prigionieri di guerra, comunque non romani perché per i cittadini romani la crocifissione era vietata. Possiamo rilevare, inoltre, il fatto che, pur essendo stato il corpo avvolto nel telo, non è stata effettuata una sepoltura definitiva perché il cadavere non è stato lavato, non è stato unto con gli aromi, non è stato legato perché altrimenti avremmo caratteristiche diverse sulle impronte che vediamo. Infine rileviamo come il corpo sia rimasto nel telo per poche ore perché non si vedono le macchie da decomposizione che compaiono non più tardi di 50-60 ore dalla morte, il che significa che questo corpo è stato messo nel telo per un numero di ore inferiori e poi tolto e non rimesso.
Tutte queste caratteristiche sono presenti sia sulla Sindone che nel caso di Gesù e collimano alla perfezione.
Qual è la probabilità che ognuna di esse, presa singolarmente, possa essersi verificata per un qualunque crocifisso della storia? La flagellazione è un dato poco significativo perché almeno l’80% dei crocifissi la subiva; la crocifissione con chiodi è già più significativa perché riguarda almeno il 50% dei suppliziati. Se prendo in esame il casco sul capo, questo è l’unico caso della storia che conosciamo e certo non era prassi della crocifissione: non posso dire che sia stato l’unico caso, ma sicuramente presenta una probabilità molto bassa. Anche la ferita al torace è fuori dalla norma: se si voleva provocare la morte del crocifisso, gli venivano fratturate le gambe e, inoltre, la ferita è stata inferta dopo la morte. Anche l’esistenza della Sindone è un dato significativo: nessuno reclamava il corpo dei crocifissi e di certo non venivamo avvolti in un telo che si usava comprare dai commercianti che lo importavano; venivano lasciati sulle croci o sepolti in fosse comuni. Per di più si tratta di una sepoltura fatta in fretta e furia: anche questo evento ha poca probabilità di essersi verificato, perché deve essere successo qualcosa di significativo per aver interrotto le operazioni di sepoltura di un corpo, tra l’altro, rimasto per poche ore nel telo.
Se do’ ad ogni fatto una probabilità, la probabilità complessiva del verificarsi di queste condizioni – che non si influenzano l’una con l’altra - è il prodotto delle probabilità: in questo caso si ottiene un numero piccolissimo, 1 su 200 miliardi, cioè la probabilità che questi fatti possano essere presenti contemporaneamente su uno stesso crocifisso è quasi zero. Se i crocifissi fossero stati più di duecento miliardi potrei dire che una probabilità potrebbe esservi, ma poiché sono stati molti meno, vuol dire che su nemmeno uno dei suppliziati può essere accaduta una cosa del genere: quando ne ho due che presentano caratteristiche simili – Gesù e l’uomo della Sindone – la probabilità che essi coincidano è altissima, quasi la certezza.

Come scienziato non è impaziente di conoscere la verità sulla Sindone?

Barberis: Uno scienziato deve avere pazienza, sapere che la scienza ha dei limiti e che dopo vent’anni di lavoro si può scoprire che la pista che si stava seguendo era sbagliata. Se, d’altra parte, non si è in grado di conoscere tutto dei fenomeni chiaramente naturali, figuriamoci di un fenomeno che potrebbe essere soprannaturale! Bisogna andare avanti cercando di sapere quanto più possibile e raccogliendo tutte le informazioni ma lasciando che sia l’evoluzione naturale del sapere a guidare il futuro delle ricerche.