lunedì 29 ottobre 2012

Dal sito amico: Eleousa.net

Russia-Cordoglio per il sacerdote ucciso in Siria

Mosca, 28 ottobre 2012 - Il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, ha espresso il suo cordoglio al Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente Ignazio IV in connessione con la morte del sacerdote Fadi Jamil Haddad della Chiesa ortodossa antiochena, rettore della Chiesa del Santo Profeta Elia di Qatana in Siria. Il messaggio è riportato qui di seguito integralmente:

Vostra Beatitudine!

Con dolore la Chiesa Ortodossa Russa ha appreso la notizia del rapimento e del brutale omicidio di un chierico della Santa Chiesa di Antiochia, l'abate del tempio del Santo Profeta Elia di Qatana, sacerdote Fami Jamil Haddad.
Oggi, per i cristiani in Oriente è il tempo della prova, e nell'antica terra della Siria di nuovo viene versato il sangue dei martiri in nome di Cristo. Non è la prima volta che durante gli attuali eventi tragici, per mano di gente spietata muoia un prete ortodosso che fa il suo dovere pastorale, sacrificando la sua vita per salvare il prossimo. Tali crimini non possono essere giustificati da motivi politici o religiosi. Ovviamente, coloro che li commettono non solo hanno perso le loro radici spirituali ma la coscienza umana, sfidando il tradizionale rispetto del popolo d'Oriente per il clero.
A nome di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill, dei vescovi, del clero e dei laici della Chiesa ortodossa russa desidero trasmettere le mie più sincere condoglianze per la tragedia che ha colpito Voi e tutta la Chiesa della Città Santa di Antiochia.
Ci uniamo alla Vostra preghiera, il Signore dia riposo all'anima del suo servo sacerdote Taddeo nella dimora dei giusti e lo annoveri tra i suoi eletti.
Con amore reverenziale nel Signore,

Presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne
Patriarcato di Mosca
Metropolita Hilarion di Volokolamsk

Circa la, cosi detta, festa delle zucche........

Riflessione sulla festa (festa????) delle zucche (vuote).

Pubblicata da Seraphim Roberto Valeriani Ropa il giorno Lunedì 29 ottobre 2012 alle ore 15.59 ·
 
“All hallows eve”. All: tutti, hallows: santi, eve: vigilia; “all hollows eve”: vigilia di tutti i santi. “All hallows eve” dalla cui forma contratta deriva la parola inglese “halloween”.
Nei territori dell’attuale Inghilterra e Irlanda in epoca precristiana le tribù celtiche festeggiavano tra il 31 ottobre e il 1° novembre la festa del “sahmain” il capodanno alla fine della stagione estiva ed agricola. In questa festa essi credevano che le anime dei morti tornassero sulla terra per tormentare i viventi e per questa ragione andavano propiziate e/o scacciate con particolari rituali effettuati dai “druidi” i sacerdoti celtici che per l’occasione si vestivano da animali per terrorizzare gli spiriti maligni.
Il grande e santo papa Gregorio vissuto nell’ottavo secolo per purificare e cristianizzare questa festa spostò la festa di “Tutti i Santi” dalla Domenica dopo Pentecoste al 1° novembre. Ora noi sappiamo che tutte le religioni precristiane hanno al loro interno dei semi di Verità mischiate a degli errori, la fede cristiana non è venuta ad abolire il paganesimo antico, ma a purificarlo dagli errori e riportare alla luce i semi di Verità in esso contenuti e dare ad essi la completezza nella pienezza della rivelazione in Cristo Gesù; il papa Gregorio facendo questo voleva riportare l’attenzione di quelle popolazioni che da poco avevano abbracciato Cristo e la sua Chiesa ad un sano e giusto rapporto con le anime dei defunti.
Quando sopraggiunge la morte l’anima si stacca dal corpo: le anime dei giusti, dei santi, vengono accolte tra le braccia dell’Altissimo nostro Signore e dal trono della Gloria intercedono per noi; le anime di coloro che hanno ancora attaccamenti terreni hanno bisogno delle nostre preghiere di suffragio per giungere a godere appieno dell’amore luminoso di Dio, per questo per loro si offrono panichide (uffici funebri) e si ricordano i loro nomi alla Divina Liturgia. Questo fino al ritorno glorioso di Cristo quando tutto sarà ricapitolato in Lui, i morti risorgeranno e ci sarà il giudizio finale. I defunti non si devono temere, essi non possono fare male ai viventi, ma al contrario essi attendono le nostre preghiere di amore che possono portarle alla salvezza.
Grazie allo spostamento della festa di “Tutti i Santi” il capodanno celtico con le sue aberrazioni fu purificato. Per varie vicende storiche però nei secoli successivi, abbandonando quei territori la retta fede, ahimè recuperarono dalla finestra ciò che era stato buttato fuori dalla porta, la vigilia di “Tutti i Santi” divenne la festa di “halloween” in cui ci si tornò a vestire in maniera mostruosa festeggiando… non si sa bene cosa. La festa fu presa anche dagli ambienti esoterici e satanisti, insieme alla vigilia di san Giovanni e alla notte di santa Valpurga, come una delle più importanti di una rinnovata religione neopagana piena di errori e soprattutto di terrori. Da là la festa si spostò nel nuovo mondo e da qualche tempo è giunta anche in Italia senza che francamente ne sentissimo assolutamente l’esigenza.
Essa ormai è entrata nella pubblicità, nei negozi che si riempiono delle caratteristiche zucche (vuote), ed è proposta come notte di trasgressione nei locali più alla moda.. ops scusate più trendy. Molti mi chiedono, soprattutto genitori con bambini in età scolare: “Padre che dobbiamo fare? Festeggiare non festeggiare? Sa a scuola l’insegnate di inglese ha proposto una festa di halloween perché fa parte della cultura (cultura!?!?!??) anglosassone. In fin dei conti è come un carnevale, è come festeggiare il carnevale….” Allora:
 -      La festa neopagana di halloween non appartiene minimamente alla cultura italiana e latina in generale, che invece è impregnata di valori cristiani. Alla nostra cultura appartiene la festa di “Tutti Santi” e la “Commemorazione dei defunti”, in questi giorni di festa è bene che i genitori insegnino ai loro figli la storia di qualche santo, in particolare del santo protettore di cui si porta il nome. E’ fondamentale che i genitori portino i figli al cimitero per rinsaldare un legame con il passato della famiglia e degli affetti che la morte cambia ma non può spezzare.
-         La festa di halloween non è un carnevale autunnale! Le maschere di carnevale sono maschere carine, simpatiche, che prendono in giro le caratteristiche degli italiani: c’è il dottor Balanzone che fa sempre il sapientone come noi bolognesi che ci gloriamo di aver l’università più antica del mondo, c’è Arlecchino che era così povero da farsi un vestito con i ritagli di varie stoffe, c’è la dolce Colombina, gli squinternati Fagiolino e Sganapino, l’allegro Pulcinella. Trovatemi una maschera di halloween positiva: solo zombi, vampiri, streghe, fantasmi, zucche (vuote) e roba simile… la differenza fra le due feste è abissale! Una ha solo maschere divertenti una solo maschere terrificanti. La penetrazione della festa di halloween a livello popolare è chiaramente voluta per fare affari (con maschere zucche vuote e amenità del genere), imporre nuovi “valori” e sradicare i tradizionali valori positivi.
-         In molte scuole italiane, per non offendere “chi è di un’altra religione” (ignorando il più delle volte cosa credano e cosa vogliano quelli di “un’altra religione”) e con la solita scusante della laicità intesa ahimè come al tempo dei sovietici come ateismo di stato, sono state abolite le recite di Natale, o al massimo sostituite con una molto più sbiadita e politicamente corretta “festa dell’inverno”. Del presepe neanche a parlarne è una tradizione che ha “solo” 800 anni inventata da un santo amatissimo come Francesco e che trova in città come Napoli, Bologna, Bolzano delle espressioni vivaci e caratteristiche come i classici mercatini. Se ci si deve prendere per non so quale ragionevole ragione la festa delle zucche (vuote) perché non mantenere la tradizionalissima festa del Natale? Si giunge al paradosso che a scuola si elimina la festa della vita, il Natale, relegandola alla sfera privata e si accetta in toto la festa dei morti viventi e delle zucche (vuote).
 Per tutte queste ragioni quindi io sconsiglio fortemente ai genitori di far festeggiare ai figli la festa di halloween, sconsiglio la stessa cosa ai ragazzi, agli adulti, a tutti! Non è una festa nostra, non ha niente da dirci, cerca di imporci una mentalità esoterica anticristiana, non ha niente di positivo e soppianta invece le nostre vere e buone tradizioni legate ai santi e ai defunti. Quindi fate quel che volete, ma siete avvisati se suonerete alla mia porta non spaventatevi se lo “scherzetto” ve lo farò io!

sabato 27 ottobre 2012

Dal sito amico: http://www.ortodoxia.it

L'ANTICRISTO


Molte sono le persone che chiedono informazioni su questo argomento e vogliono conoscere di più sull’Anticristo e la sua venuta. Le risposte alle loro domande si trovano nella Bibbia e in particolare nelle lettere di san Giovanni, dell'apostolo Paolo e nell'Apocalisse di Giovanni, come in tutta la pastorale della Chiesa.
S. Giovanni Evangelista nella sua prima lettera parla della venuta dell'Anticristo e della funzione degli anticristi e scrive ai cristiani che si avvicina il tempo. In particolare egli scrive: " Fanciulli, è l'ultima ora. E, come avete udito, l'Anticristo deve venire, e fin da ora sono sorti molti anticristi; da questo conosciamo che è l'ultima ora." (Gv, 2, 18).
Nell'interpretazione di s. Nicodemo del Monte Athos oltre all’Anticristo, che apparirà verso la fine del mondo e vicino alla seconda venuta di Cristo, ci saranno numerosi anticristi che anticiperanno l'opera dell'Anticristo, in ogni tempo. Essi sono i precursori, gli anticipatori di colui che è chiamato Anticristo". Come prima della venuta di Cristo Dio mandò i profeti, così prima della venuta dell'Anticristo vengono mandati i suoi precursori, i falsi profeti.
Così, secondo i Padri, anticristi sono chiamati coloro che sostengono e difendono "la dottrina infame dell'Anticristo". È per questo che l'Apostolo Giovanni nel versetto successivo dice: " Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è accaduto perché fosse palesato che non tutti sono dei nostri." (Gv . 2, 19). Parla di coloro che avendo conosciuto la verità, la rivelazione del Regno celeste e la via che conduce a Dio, ma essendo servi e schiavi dei piaceri terreni, non riuscivano a capire "i beni celesti, la bellezza, la beatitudine, e la gioia indicibile del tempo nuovo ", secondo san Nicodemo l'Athonita. Così sono tornati alla vita dell’apostasia "e non hanno voluto diventare amanti della cittadinanza di Cristo."
Pertanto, prima della venuta dell'Anticristo, appaiono suoi precursori, come gli eretici che promuovono le varie forme di eresia, ma anche i “cristiani”, cioè coloro che invece di vivere in Cristo con cuore puro nella vera fede, vivono preda delle passioni e del peccato, una vita lontano dalla vera fede in Dio.
Ma il Vangelo di Giovanni non si limita a parlare dell'Anticristo e dei suoi precursori ma parla anche di come affrontare l'Anticristo e i suoi precursori. Quindi, subito dopo il versetto precedente si legge: " Ma voi avete l'unzione dal Santo e conoscete ogni cosa. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna proviene dalla verità." (Gv 2, 20). Vale a dire, i cristiani hanno ricevuto il santo Crisma da Dio per saper distinguere le azioni dell'Anticristo e l'Anticristo stesso dalle azioni di Cristo e del popolo di Cristo. Questo non si impara dai libri, ma dalla Grazia che risiede nel cuore e insegna.
Ancora una volta san Nicodemo della Santa Montagna interpreta questo passo e scrive: " Avete ricevuto la Grazia e le energie del santo Spirito nei vostri cuori per mezzo del Santo Sovrano che è Cristo" E continua: "la Grazia e le energie del santo Spirito le ricevono i cristiani attraverso il santo battesimo, e anche attraverso l'unzione con il santo miro e forse per questo l’unzione con il santo Crisma si chiama anche sigillo della grazia del santo Spirito '".
Poi, nello stesso capitolo, Giovanni Evangelista scrive che grazie al dono dello Spirito si impara a distinguere il vero e il falso. Egli scrive: " Ma voi avete l'unzione dal Santo e conoscete ogni cosa. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna proviene dalla verità." E continua indicando chi è il menzognero: “Chi è il menzognero, se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Costui è l'anticristo, che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre; chi riconosce il Figlio, ha anche il Padre. Quanto a voi dunque, dimori in voi ciò che avete udito dal principio; se ciò che avete udito dal principio dimora in voi, anche voi dimorerete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna. Vi ho scritto queste cose riguardo a coloro che cercano di sedurvi. Ma quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui dimora in voi e non avete bisogno che alcuno v'insegni; ma, come la sua unzione v'insegna ogni cosa ed è verace e non è menzogna, dimorate in lui come essa vi ha insegnato. Ora dunque, figlioletti, dimorate in lui affinché, quando egli apparirà, noi possiamo avere fiducia e alla sua venuta non veniamo svergognati davanti a Lui.”
Nell'interpretazione di san Nicodemo, dove utilizza i testi dei Padri, scrive: "Come e in che modo" rimane invariato nell'uomo il dono dello Spirito? Quando l'uomo rimane saldo nell’insegnamento del Dio incarnato, non solo con la ragione, ma in modo esistenziale.
Coloro che vivono in Cristo sanno distinguere i veri profeti dai falsi profeti e Cristo dall'Anticristo solo con l'attivazione della Confermazione, che hanno ricevuto da Dio e agisce nel loro cuore.
Riguardo a questo l'apostolo Paolo, in particolare nella sua lettera ai Corinzi scrive: " Or colui che ci conferma assieme a voi in Cristo e ci ha unti è Dio, il quale ci ha anche sigillati e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori. " (II Cor 1, 21-22). Qui chiaramente è dimostrato che Dio è colui che dà il sigillo ai cristiani, è Dio stesso che compie il mistero. Il Crisma si identifica con il sigillo e questo viene da Dio, che dà ai nostri cuori il fidanzamento con lo Spirito .
Su colui che ha ricevuto il sigillo dello Spirito, è stato scritto il nome di Cristo. Riguardo a questo scrive l'apostolo Giovanni nella sua rivelazione: " Poi vidi un altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva il sigillo del Dio vivente, e gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di danneggiare la terra e il mare, dicendo: «Non danneggiate la terra né il mare né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla fronte i servi del nostro Dio». Quindi udii il numero di quelli che erano stati segnati: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d'Israele. "(Apocalisse 7, 2-4). Qui si legge chiaramente che l'angelo che aveva "il sigillo del Dio vivente" ha sigillato i servi di Dio sulla fronte.
E ancora: " Poi vidi l'Agnello che stava in piedi sul monte di Sion, e con lui erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulle loro fronti. "( Apocalisse, 1). Cioè, i salvati che stanno con l'Agnello - Cristo, avevano il nome di Cristo e del suo Padre scritto sulle loro fronti. E "Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono, davanti ai quattro esseri viventi e davanti agli anziani; e nessuno poteva imparare il cantico se non i centoquarantaquattromila, i quali sono stati riscattati dalla terra”. Di conseguenza, il sigillo dei cristiani in nome di Cristo e suo Padre è collegato con il "canto nuovo", che è la preghiera di Gesù e che gli uomini che non sono di Cristo non conoscono nè possono imparare.
Tutto questo significa che attraverso il mistero – sacramento - della santa Unzione, che è unito con il mistero del santo Battesimo, abbiamo ricevuto il dono del santo Spirito nel nostro cuore quando il sacerdote ha detto "dono sigillo del santo Spirito, Amin" . Questa unzione del cuore agisce come illuminazione, come fonte di ispirazione, come amore per Dio, come preghiera, speranza della vita eterna, come fidanzamento con lo Spirito.
Quando cadiamo e commettiamo un peccato allora il Crisma, che è nel profondo del cuore, si riattiva per mezzo del pentimento. Vale a dire, il pentimento che si manifesta come cambiamento di vita, come amore a Dio e la preghiera riattivano la Grazia del Sacro Crisma. Questa Grazia può essere attivata anche dalla preghiera continua, interiore, la preghiera del cuore, che è la "nuova dossologia", che cantano i rinati dal santo Spirito.
Ma quando l'uomo rifiuta Cristo, abbandona la Chiesa ortodossa per altre confessioni e religioni, perde il dono del santo Spirito e per ritrovarlo deve tornare alla Chiesa e ricevere l'unzione del santo Spirito nel mistero – sacramento - della Confermazione.
Pertanto non si deve solo parlare dell'Anticristo e dei suoi precursori, ma anche e soprattutto si dovrebbe aiutare i cristiani a vivere in modo cristiano attivando la grazia del Battesimo e della Confermazione, osservando i comandamenti di Cristo e la dottrina ortodossa, con il pentimento e la preghiera interiore, perché solo così saranno in grado, illuminati dalla grazia, di distinguere le azioni di Cristo dalle azioni dell'Anticristo. In caso contrario confonderanno le cose l'increate con le create o peggio crederanno che le azioni dell'Anticristo sono azioni che vengono da Cristo e viceversa.
Coloro che saranno degni di avere l’unzione dei loro cuori per mezzo dello santo Spirito e avere nei loro cuori scritto il nome dell'Agnello della rivelazione e di suo Padre eviteranno il sigillo della bestia della rivelazione e di suo padre e dei loro precursori.
Questa è l'essenza della pastorale ortodossa associata all’esicasmo monastico nella tradizione della Chiesa. Ecco perché è molto importante mantenere intatto il monachesimo ortodosso. Qualsiasi modifica dello spirito esicasta - eremita del monachesimo ortodosso faciliterà i precursori dell'Anticristo a fare molto bene il loro lavoro e a portare la gente in errore.

Dal sito della Chiesa Russa di Milano di P. Dimitri: http://www.ortodossia.info

 
L’icona della Genitrice di Dio degli Iberi, anche detta Ivirskaya che trattiamo ora, si trova nella Chiesa dei “Santi Tre Gerarchi” in Parigi.
Non è facile trovare questa chiesa  anche se il suo indirizzo è ben conosciuto (5  rue Pétel, Parigi 75015 “Metro Vaugirard”)  soprattutto se si arriva dalla Russia. Dov’è la cupola? Dove sono i bianchi muri?Bisogna conoscere la storia complessa dell’Emigrazione russa per capire che là non c’è nulla che possa offuscare  il sentimento religioso, ma molto semplicemente, che non si poteva fare di più. E’ stato  necessario ricominciare tutto da capo , da zero.
Quando infine si entra nella Chiesa dei Tre Santi Dottori si prova un diverso sentimento: le icone, gli affreschi vi colpiscono letteralmente col loro fascino. Paragonandola ad altre chiese dell’Emigrazione, si rimane colpiti dall’armonia dell’insieme. Subito salta agli oscchi una grande Icona della Madre di Dio degli Iberi (Ivirskaya). Poi si  viene legno, in cui venne messa un’altra copia dell’Icona “Ivirskaja” che venne chiamata “degli Iberi di Mosca” o “Moskovskaïa Ivirskaja”. Non si sa da chi e quando questa Icona sia stata dipinta. Se ne è perduto il ricordo perché si pensava  che si trattasse della copia del 1648 inviata dall’Athos.
Si sa che la copia del Monte Athos aveva le stesse dimensioni dell’originale (la madre di tutte le “Ivirskaja”, ma l’Icona esposta enlla Cappella era molto più grande. Ogni persona che si recava al Kremlino, sulla Piazza Rossa, cominciava a pregare la “Buona madre degli Iberi” (Ivirskaja Matiushka). La Cappella non chiudeva mai. Tutti i forestieri che arrivavano a Mosca, per prima cosa  andavano a inchinarsi davanti alla SS.Madre di Dio d?Iberia per chiedere il Suo aiuto, C’era anche l’usanza tra i Moscoviti, soprattutto quando chiedevano l’intercessione della Madre di Dio, di andare in piena notte, se avevano fatto voto, a pregare la vergine degli Iberi, tre, sette o dodici volte. Così dunque a somiglianza del Monte Athos, anche Mosca ebbe la sua “Guardiana”, la Sua invincibile protettrice la Purissima Madre di Dio. Questa Icona divenne uno degli oggetti sacri più venerati:
“Rallegrati, protettrice della terra russa, più vasta delle nubi, rallegrati colonna incrollabile della Chiesa Ortodossa”
Dal 1693 la Vergine degli Iberi di Mosca era talmente venerata, che la si trasportava di casa in casa. Due uomini erano assegnati per la sua custodia, per servire da scorta per proteggerla da ogni profanazione. Numerose collane testimoniavano  sull’icona la testimonianza  di coloro che dovevano ad essa la guarigione. L’Icona era sempre più spesso portata nelle case, negli ospedali, nelle chiese e nei sobborghi di Mosca. Se ne fece una copia, perché la cappella non rimanesse senza Icona: La copia aveva l’apparenza e le dimensioni del modello. Ma la ricca “riza”  di perle era soltanto dipinta. Nel 18° e 19° secolo, solo un piccolo numero di fedeli hanno potuto vedere la vera e autentica Icona degli Iberi di Mosca, perché la si spostava quasi ogni giorno e notte. Ma non mancava mai la folla  nella cappelle.
Nel 1812 quando Napoleone invase la Russia, l’Icona fu sottratta ai francesi e trasferita con alti oggetti sacri a Vladimir. Nella cappella si lasciò la copia realizzata nel 1758. Come si sa i Francesi saccheggiarono Mosca. Non risparmiando gli oggetti sacri, staccavano con le loro baionette le Rize in oro e argento nelle chiese e nelle Cattedrali di Mosca. Nella sola Cattedrale della Dormizione essi asportarono 288 Kg. d’oro e 5.200 Kg. D’argento. Per quanto riguarda  la Cappella della Vergine degli Iberi, essa fu messa a soqquadro e la copia dell’icona originale sparì. Si può sospettare che fu portata in Francia. Dopo il 1812, per molto tempo, non venne messa un’ altra copia della Cappella della Vergine degli Iberi, Ma, poiché il popolo reclamava, nel 1852 venne dipinta una nuova copia dell’icona originale della Vergine degli Iberi di Mosca. Come la prima copia essa riproduceva esattamente l’icona originale con una riza di perle dipinte sulla testa e sulle spalle della SS. Madre di Dio. Questa icona restò nella cappella fino alla Rivoluzione. Ed è questa che è rimasta impressa nella memoria di molti moscoviti. Nel 1922 tutto quello che vi era di prezioso, negli arredi e nella decorazione della cappella fu confiscato dalle autorità e sparì senza lasciare traccia. Nel luglio del 1929 la cappella fu chiusa e distrutta, e nel 1931 le Porte della Resurrezione furono rase al suolo. Si ha qualche ragione di credere che l’icona della Vergine degli Iberi di Mosca si trovi nella Chiesa della Resurrezione di Sokolniki a Mosca. Oggi essa non ha più la “riza” di perle, ma è ricoperta di metallo argentato. Il destino della seconda copia è sconosciuto. Secondo il disegno di Dio, dopo i terribili anni di prova per la Chiesa e di persecuzione per i credenti, la Divina Provvidenza ha voluto che di nuovo venisse ricostruita la Cappella della Vergine degli Iberi. Il 5 novembre del 1994 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutte le Russio Alexis II, ha benedetto la posa della prima pietra della Cappella. Nel 1995 i lavori della ricostruzione della Cappella e delle Porte della Resurrezione furono terminati, e il 25 ottobre, la vigilia della Festa della SS.Madre di Dio degli Iberi, arrivò a Mosca, proveniente dal Monastero Iviron del Monte Athos la copia  dell’originale. Da allora, tutti i giorni, davanti all’Icona, senza interruzione e a turno, il Clero di Mosca si succede per cantare l’Akathisto.
Ma ritorniamo alla storia dell’Icona che si trova a Parigi. Le vie di Dio sono impenetrabili! Nel 1930 un esule di Mosca, A.N.Pavlov, mentre passeggiava per le vie di Parigi, passando davanti alla vetrina di un negozio di antiquariato di rue St.Honoré scorse dalla vetrina la parte superiore di una grande icona dietro  altri oggetti. Non si vedeva che la corona e la testa fino alle spalle della Madre di Dio.  Egli riconobbe subito trattarsi della Vergine degli Iberi, anche perché spesso frequentava  a Mosca la Cappella e pregava davanti all’Icona miracolosa. All’inizio provò un sentimento di malinconia. Ecco, si disse, un oggetto sacro testimonio involontario degli eccessi distruttori che devastano la Russia. Egli infatti pensava che questa Icona fosse arrivata a Parigi, in seguito alla guerra civile scatenata dalla Rivoluzione. Ma quel che stava per scoprire era qualcosa di più sbalorditivo. Nel negozio gli dissero che l’icona era stata trasferita da Mosca in Francia nel 1812 da un ufficiale di Napoleone, e che ora i discendenti volevano venderla. Tutta l’emigrazione russa fu  in subbuglio. Non solo Pavlov ma tutti coloro che avevano abitato a Mosca, riconoscevano in questa icona quella stessa che si trovava nella Cappella della Vergine degli Iberi. In effetti essi vedevano la copia realizzata nel 1748 in tutto identica alla seconda copia del 1852. Ed è per questo che tutto diventava ancor più straordinario. Dio aveva deciso così. L’Icona era caduta nell’oblìo per 120 anni, come se il suo destino dovesse ripetersi: nel X° secolo, dopo il periodo iconoclasta, allorché da quasi 200 anni si ignorava del tutto la sua sorte, essa era stata miracolosamente ritrovata al Monte Athos. A partire dal X° secolo, questa icona è stata particolarmente la protettrice dei Monasteri dell’Athos. La Regina del cielo apparve a numerosi eremiti e asceti dicendo loro: “Finchè la mia Icona si troverà nel Monastero Iviron, non temete nulla e restate nelle vostre celle. Ma quando lascerò il Monastero, che ciascuno prenda la sua bisaccia e vada dove potrà”.  Nel XVII° secolo questa icona, arrivata a Mosca, prese posto anche là presso le “Porte”, ma le Porte di Mosca questa volta, ed è  là che essa fu soprattutto venerata. 2
“Finalmente nel XX° sec. dopo la tormenta rivoluzionaria e la terribile guerra civile, la Divina Provvidenza volle che questa Icona venisse ritrovata a Parigi, il centro più importante dell’Emigrazione russa.
Da una parte era l’epoca in cui gli esuli  vivevano in un’estrema indigenza e dall’altra parte, l’emigrazione era divisa da opinioni contraddittorie e da valutazioni diverse su ciò che era successo  e che succedeva nella Madre Patria. Bisogna dire che nel 1930-1931 vi furono dei problemi nella vita della Chiesa dell’Emigrazione russa dopo la Rivoluzione. Sono gli anni in cui si è verificato lo “scisma di Parigi”.La Chiesa Russa, più esattamente le Parrocchie fondate da Russi viventi all’estero si trovarono ripartiti in tre giurisdizioni che non avevano rapporti gli uni con gli altri, si consideravano reciprocamente come “traditori” della vera Chiesa e come “Scismatici”. Molti avevano sperato che il ritrovamento della S.Icona avrebbe sanato le divisioni tra le parrocchie e le avrebbe riunite attorno ad essa, in un movimento di riconciliazione con la Russia. E’ così che il Metropolita Evloghij al termine della cerimonia in occasione della riscoperta dell’Icona, diceva nell’omelia: “Possa questa immagine della Regina del cielo servirci come simbolo di unità e  aprirci le porte della Madre Patria in preda a numerose prove.” Kogan il proprietario del negozio di antiquariato che possedeva l’Icona, chiedeva una somma colossale: 25.000 Franchi.
Per l’acquisto dell’Icona si costituì un Comitato nel quale fece entrare un certo numero di personalità dell’emigrazione. Ben presto venne raccolta una parte della somma e si poté dare all’antiquario un acconto che permise all’Icona di uscire dal negozio. Da allora essa si mise a pellegrinare di chiesa in chiesa e di casa in casa come un tempo faceva l’Icona degli Iberi di Mosca. La prima cerimonia solenne in suo onore ebbe luogo nella cattedrale greca di S.Stefano a Parigi (rue Bizet), poi nella chiesa di S.Aleksandr Nevskij (rue Daru). Poi l’Icona fu trasportata a Nizza e là nella Cattedrale di S.Nicola ebbero luogo numerosi molieben in suo onore.Tutti si rallegravano di poter pregare davanti all’Icona  e pregavano commossi fino alle lacrime.

Fonte: traduzione in italiano di ortodossia.info tratta da un articolo in francese publicato nel 2003 sull’allora sito della nostra diocesi.

venerdì 26 ottobre 2012


  Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
(di fronte la pizzeria da Armando -
seguendo Corso Garibaldi a destra)
Castrovillari (cs)



Calendario Ufficiature
del mese di novembre
2012
CELEBRAZIONI DEL MESE DI
NOVEMBRE 2012
SABATO 3 NOVEMBRE  — Sabato dei Defunti. Panikida: ore 16.30 a seguire Vecernie (Vespro)

DOMENICA 4 NOVEMBRE  — 22^ domenica dopo Pentecoste. Tono 5 — Divina Liturgia: ore 10.00

SABATO 10 NOVEMBRE  — Vecernie (Vespro): ore 17.00

DOMENICA 11 NOVEMBRE  — 23^ domenica dopo Pentecoste. Tono 6.  — Divina Liturgia: ore 10.00

MERCOLEDÌ 14 NOVEMBRE  — Festa dei SS.Cosma e Damiano. Ore 16,30 preghiera di intercessione ai Santi Medici   
  
SABATO 17 NOVEMBRE  — Vecernie (Vespro): ore 17.00

DOMENICA 18 NOVEMBRE  — 24^ domenica dopo Pentecoste. Tono 7.  — Divina Liturgia: ore 10.00

SABATO 24 NOVEMBRE  —Vecernie (Vespro):ore 18.00

DOMENICA 25 NOVEMBRE  — 25^ domenica dopo Pentecoste. Tono 8.— Divina Liturgia: ore 10.00

MERCOLEDI’ 28 NOVEMBRE  — Inizio del Digiuno di Natale.

giovedì 25 ottobre 2012

Dal sito amico: http://makj.jimdo.com/

“Devi conoscere e professare solo la fede che la Chiesa ora ti trasmette (…) Non bisogna accoglierne altri. Non accoglietene neppure da noi se ne mutassimo i contenuti insegnando dottrine opposte a quelle che ora vi impartiamo, neanche da un angelo avversario che si trasfigurasse in angelo di luce per tentare di trarvi in errore. San Paolo nella sua lettera ai Galati così scrive: « Quand’anche noi stessi o un angelo disceso dal cielo vi annunziasse un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia da voi scomunicato» (s. Cirillo di Gerusalemme) 
 
SULLA FEDE ORTODOSSA (1)
 
di s. Cirillo di Gerusalemme
 
« Camminiamo al lume della fede e non della visione»
 
s. Paolo Apostolo
 
Affresco di san Cirillo di Gerusalemme  (S.M. ortodossi delle Meteore – Grecia)
Affresco di san Cirillo di Gerusalemme (S.M. ortodossi delle Meteore – Grecia)
 
     La responsabilità di chi riceve il deposito della fede: State attenti perché il nemico non abbia a fare sua preda chi non sta in guardia, perché qualche eretico non abbia a stravolgere le dottrine che vi sono trasmesse. Trasmettiamo infatti la fede come mettendo denaro in banca”. L’avvertimento noi ve l’abbiamo già dato, Dio poi chiederà a voi il conto dei frutti del denaro depositato. Perciò l’Apostolo dice: «Vi scongiuro, davanti a Dio che dà vita a tutte le cose e a Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza dinanzi a Ponzio Pilato, di conservare senza macchia questa fede stata affidata». Ti è stato ora affidato il tesoro della vita, che il Signore ti richiederà al momento della sua manifestazione: «quando apparirà al tempo stabilito il beato e unico Sovrano, il Re dei regnanti e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità, che abita una luce inaccessibile che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere» . A lui gloria, onore e potenza nei secoli dei secoli. Amìn! 
     Dottrina di fede e ortoprassi, insidie pagane ed ereticali: Il modo di onorare Dio consta di questi due momenti: istruirsi circa la santa fede, conseguentemente comportarsi bene. La dottrina senza la buona condotta non è accetta a Dio, e la condotta non ispirata alla Santa dottrina dispiace al Signore. Che cosa infatti gioverebbe conoscere bene la dottrina su Dio e precipitare nella turpitudine della fornicazione, ovvero quale utilità trarrebbe chi custodisse la santa castità e cadesse nell’empietà della bestemmia? L’apprendimento della dottrina invero è acquisto preziosissimo cui bisogna tendere con animo vigile, perché molti imbonitori la deturpano con filosofie e fantasie devianti. Mentre i greci seducono con il fascino delle parole - «dalle labbra di una meretrice stilla infatti il miele» - quelli della circoncisione traggono in errore chiunque ad essi ricorre con le Sacre Scritture stortamente interpretate: le studiano dall’età puerile a quella senile, ma non ne conoscono il senso neanche da vecchi. D’altra parte i figli degli eretici corrompono i cuori dei semplici con le lusinghe dei loro ragionamenti e con il fascino dei loro discorsi nascondendo il veleno delle loro empie dottrine sotto il miele del nome di Cristo. Ad essi tutti si riferiva il Signore dicendo: «Badate che nessuno vi inganni» e a tale scopo mirano la dottrina della fede e ogni esegesi che se ne faccia […]
     Il  fedele è ricco della povertà di Cristo: Sta scritto: «A ognuno ora si richiede che sia ritenuto fedele in tutta coscienza» «perché è difficile trovare un uomo fedele». Non dico che tu debba rivelare la tua coscienza a me - non sari giudicato da un uomo - ma che mostri la sincerità della tua fede a Dio che scruta le reni e i cuori, e conosce i pensieri degli uomini. Gran cosa essere fedeli: rende l’uomo più ricco degli arciricchi. Il fedele infatti possiede tutti i beni del mondo, in quanto li disprezza e li calpesta; al contrario, i ricchi di beni materiali, benché ne abbiano a dovizia, finiscono col mancare di quelli dell’anima. Più ne ammassano, infatti, e più si consumano per la brama di quanto loro manca. Il fedele insomma è un uomo straordinario: ricco nella sua povertà perché sa che bisogna avere solo di che coprirsi e di che nutrirsi; quindi se n’accontenta e disprezza le ricchezze.
     “La fede è un distintivo non dei cristiani ma di tutti gli uomini che non potrebbero operare senza credere in quel che fanno”: Osservare la fede è un prestigioso distintivo non soltanto per noi cristiani che di Cristo portiamo il nome, ma lo è pure per chiunque nel mondo e anche presso gli estranei alla Chiesa osserva in modo assoluto la fede data. […] Sulla fede insomma si fonda la maggior parte degli umani negozi. Abbiamo fede non soltanto noi – l’ho detto — ma anche quelli che ci sono estranei. Anche essi hanno fede, benché non credano nelle Scritture e in un certo senso insegnino secondo loro principi che ritengono per fede.
     La fede è forza e scudo dell’anima: […] «Senza la fede - sta infatti scritto - è impossibile piacere a lui». Quando mai potrà fare secondo il proposito di servire a Dio un uomo che non creda alla sua ricompensa?. Quando mai una fanciulla abbraccerà la verginità e un giovane la castità se non hanno fede nell’immarcescibile corona che premierà una vita immacolata? La fede secondo il profeta è l’occhio che illumina ogni coscienza e infonde intelligenza: «Se non credete, non potete neanche comprendere» Per Daniele, come leggiamo, la fede chiuse la bocca ai leoni; «Daniele fu tirato fuori della fossa, e non si riscontrò in lui lesione alcuna perché egli aveva avuto fede nel suo Dio».  V’è un essere più terribile del diavolo? Ebbene, non abbiamo anche contro di lui che un’arma: la fede, scudo spirituale contro un invisibile nemico che scaglia dardi d’ogni specie e colpisce chi non veglia nel buio della notte. La fede è forte difesa contro il nemico che si nasconde. Lo dice l’Apostolo: «Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno». Vero è che i dardi scoccati dal diavolo spesso sono infuocati dalla concupiscenza che spinge a turpi piaceri, ma la fede spegne questo fuoco raggelando il nostro spirito con una viva rappresentazione del giudizio.
     Per la fede siamo figli di Abramo: […] Abramo non fu giustificato solo per le opere senza la fede: aveva fatto tante opere giuste, ma non fu chiamato amico di Dio se non quando credette e compì ogni sua opera per fede; perché ebbe fede lasciò i genitori e perché ebbe fede abbandonò la patria la terra e la casa. Sarai giustificato anche tu come lui. […]  In seguito, dopo aver avuto un figlio ricevette l’ordine di sacrificarlo, benché avesse sentito dirsi: «Da Isacco dovrà uscire la progenie che porterà il tuo nome» - ed egli, ritenendo per fede che Dio può anche risuscitare i morti, offrì a Dio il suo figlio primogenito. Piegò la sua volontà al sacrificio del figlio, e legatolo lo depose sulla legna; solo quando la bontà di Dio glielo fece lasciare vivo, lo sostituì con un agnello.
     La fede come verità rivelata cui assentiamo: Non per nulla il termine fede è un significante che avere due ben distinti significati. La parola fede infatti ne ha anche un altro oltre quello suddetto, di dottrina cui l’anima aderisce come a verità. In tal senso la fede giova all’anima, e a questo tipo di fede si riferì il Signore quando disse: «Chi ascolta le mie parole e crede in  colui che mi ha mandato ha la vita eterna e non sottoposto a giudizio». Aveva anche detto: «Chi ha fede nel Figlio non sarà giudicato, ma passerà dalla morte alla vita» . Vedi quanto amore Dio ha avuto per gli uomini. I giusti infatti (dell’Antico Testamento) dovettero, essere graditi a Dio, tormentarsi per lunghi anni nell’esercizio della virtù, e tu potrai ottenere questa da Gesù in una sola ora. Poiché se credi che Gesù Cristo è il Signore e che Dio l’ha risuscitato dai morti  sarai salvo e portato in paradiso da colui che vi fece entrare il ladrone . Non diffidare, è possibile perché colui che già qui sul nostro santo Golgota salvò il ladrone dopo un istantaneo atto di fede, salverà anche te se avrai fede.
     La fede come carisma o grazia coadiuvante l’assenso: Vi  è però un altro genere di fede, quella che Cristo elargisce come dono di grazia: «A uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito a un altro il dono di far guarigioni». Questa fede quindi, che viene data come carisma dello Spirito e non solo come dottrina, infonde un’energia superiore alle possibilità umane, per cui chi la possiede può dire a questo monte: « Spostati da qui a li», ed esso si trasferisce. Chi infatti pronunziando questa espressione con fede, ne crede così certo l’esito da non metterlo in discussione  nel suo cuore, lo fa perché riceve questo carisma della fede. Ma sta anche scritto analogamente: «Se avrete fede come un grano di senapa..» Un granello di senapa è piccolo di mole ma ha la forza d’infiammare; sparso come seme di limitatissime proporzioni, stenderà  grandi rami e, una volta cresciuto, potrà dare riparo agli uccelli. Questo tipo di fede opera nell’anima coadiuvandola nel compimento delle azioni più grandi nel minimo tempo. Quando questa luce della fede illumina lo spirito, essa si rappresenta Dio godendone la visione per quanto le è possibile e s’innalza attorno ai confini del mondo contemplandone già prima degli ultimi tempi il giudizio finale e la retribuzione dei beni promessi. Custodisci in te l’impegno interiore della fede umana per ricevere da lui il dono della fede che supera le umane capacità.
 
NOTE
 
(1) Tratte dal libro Cirillo di Gerusalemme, Le Catechesi – Città Nuova editrice – 1997 – pagg. 81/83; 106/116;
 

Dalla Chiesa Ortodossa Russa

Intervento del metropolita Hilarion all’ONU

Il 23 ottobre 2012 il Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion, ha partecipato ad una riunione del Terzo Comitato delle Nazioni Unite presso la sede di New York dell’organizzazione internazionale. Il Terzo comitato dell’ONU si occupa dei diritti umani e delle questioni sociali. Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti di oltre 150 paesi del mondo.Il metropolita  ha esposto il proprio intervento dal titolo “La lotta contro la discriminazione dei cristiani in tutto il mondo come un contributo allo sviluppo del concetto di diritti umani”. Tale prolusione,  pronunciata in inglese, ha suscitato notevole interesse tra il pubblico. Il metropolita Hilarion ha poi risposto alle domande dei numerosi giornalisti presenti.

 

mercoledì 24 ottobre 2012

Dal sito: http://russiaoggi.it

La settimana dei cartoni

Mosca torna bambina, ospitando il festival dei film di animazione: oltre 500 pellicole russe ed estere, seguite da alcuni capolavori che hanno fatto la storia dell'Unione Sovietica. Dal 26 ottobre al 6 novembre 2012


Il grande Festival dei Cartoni Animati, che tradizionalmente si svolge a Mosca durante le vacanze scolastiche autunnali, ovvero dal 26 ottobre al 6 novembre 2012, quest’anno sarà dedicato al centenario dell’animazione russa.
 Il pubblico potrà vedere più di 400 film tra gli ultimi cartoni animati di produzione russa ed estera, oltre alle pellicole storiche, create 100 anni fa. L’inizio dell’animazione russa risale al cortometraggio di Władysław Starewicz “The Beautiful Leukanida”. Oggi i registi russi come Ivanov-Vano, Fedor Khitruk, Yuri Norstein, Garri Bardin sono famosi in tutto il mondo.
 Per il festival gli organizzatori promettono di allestire una mostra dove si potrà vedere la storia del cartone animato russo e numerose foto fatte durante le riprese. Pur usando le sofisticate tecnologie, gli animatori di oggi continuano a credere che i cartoni animati creati nel periodo sovietico siano ancora oggi un prezioso patrimonio da salvaguardare.
 L’animatrice Dina Velikovskaja, ad esempio, ha confessato che le dispiace molto che la tv oggi trasmetta pochi cartoni sovietici: “Ho un bambino piccolo e mi piacerebbe che potesse vedere i film con i quali sono cresciuta. Allora ci capiremmo meglio - ha detto -. Oggi i giovani registi pensano subito ai festival. Sono convinti che il pubblico non potrà vedere i loro film nelle sale perché non c’è distribuzione. Eppure i film di Fedor Khitruk, in particolare la sua celebre serie su Winnie the Pooh, che sono senza dubbio un esempio del cinema d’autore, hanno avuto un successo strepitoso quarant’anni fa e continuano ad averlo oggi”.
 Ora che lei stessa fa il cinema, Dina Velikovskaja continua a ricordare con tenerezza la ragazza del film “La Manopola”: nei sogni di questa ragazzina la manopola si trasformava in un cucciolo di cane. “Penso che sia stato allora che ho iniziato a sognare il mio futuro”, ha concluso Dina.

L'articolo originale è stato pubblicato su La Voce della Russia

martedì 23 ottobre 2012

Dal sito della Chiesa Ortodossa Russa di Torino: http://www.ortodossiatorino.net


LONDRA: 22 OTTOBRE 2012

Dichiarazione della Conferenza dei vescovi 
ortodossi russi che servono nella diaspora

Con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, una conferenza dei vescovi ortodossi russi che servono nella diaspora si è tenuta a Londra il 19-21 ottobre 2012, anno che segna il quinto anniversario della firma dell’atto di comunione canonica tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. L’evento ha riunito gli arcipastori in servizio al di fuori del territorio canonico della Chiesa ortodossa russa.
La Commissione del Patriarcato di Mosca sul dialogo con la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia e la sua controparte nella Chiesa russa all’estero hanno proposto questo evento nel 2006 durante la sesta riunione congiunta a Nyack, NY. La proposta è stata poi approvata dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia e dal Santo Sinodo del Patriarcato di Mosca. L’ordine del giorno della conferenza è stato redatto a quel tempo e in seguito implementato da altri temi che si sono rivelati importanti nel corso dei primi cinque anni di vita di chiesa in comune. Molte di queste domande erano già state discusse nel corso di riunioni congiunte pastorali a livello locale, e alle riunioni del gruppo di lavoro sul rafforzamento dell’unità ecclesiale fondata da Sua Santità il Patriarca Kirill prima del quinto anniversario della firma dell’atto di comunione canonica, su richiesta del Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. Questo gruppo opera sotto gli auspici di Sua Eminenza il Metropolita Ilarion di Volokolamsk.
Il 19 ottobre 2012, dopo una preghiera davanti all’Icona della Radice di Kursk della Madre di Dio “del Segno” , la protettrice della diaspora russa portata a Londra per l’evento, Sua Eminenza il Metropolita Ilarion, presidente del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, ha aperto la conferenza con un discorso di benvenuto a nome di Sua Santità il Patriarca Kirill. Ha sottolineato l’importanza della riunificazione realizzata cinque anni prima, accennando alla natura particolare del lavoro pastorale al di fuori del territorio canonico della Chiesa ortodossa russa, e ha condiviso i suoi pensieri sulle sfide che attendono questa assemblea di arcipastori.
A questo ha fatto seguito un saluto di Sua Eminenza il Metropolita Hilarion dell’America orientale e di New York. Il primo ierarca della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia ha osservato che i vescovi all’estero si trovano di fronte a una doppia sfida: nutrire spiritualmente coloro che provengono dalle terre della Russia storica e che si sono stabiliti lontano dalla patria, e mostrare la verità dell’Ortodossia alle popolazioni locali. Il Metropolita Hilarion ha invitato gli arcipastori a prestare particolare attenzione al lavoro pastorale e missionario con i giovani, e ha invocato su tutti i partecipanti all’incontro l’aiuto di Dio nei loro sforzi.
I partecipanti alla conferenza hanno selezionato un segretariato, composto dall’arciprete Alexander Lebedeff, Segretario del Dipartimento delle Relazioni Inter-Ortodosse del Sinodo dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia; l’arciprete Nikolai Balashov, vicepresidente del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca; l’arciprete Serafim Gan, Cancelliere del Sinodo dei vescovi della Chiesa fuori frontiera, e l’arciprete Mikhail Dudko della Diocesi di Surozh.
Ciascuno dei conferenzieri ha quindi riferito sullo stato delle cose nelle proprie regioni, concentrandosi sulle attività di cooperazione tra le diocesi e le parrocchie e sulle analisi del quinto anniversario del ristabilimento dell’unità. A parlare di questi temi sono stati Sua Eminenza l’Arcivescovo Anatolij di Kerch, Sua Eminenza l’Arcivescovo Mark di Berlino e della Germania, Sua Eminenza l’Arcivescovo Feofan di Berlino e Germania (in video collegamento); Sua Eminenza l’Arcivescovo Kyrill di San Francisco e dell’America occidentale, Sua Eminenza l’Arcivescovo Gabriele di Montreal e del Canada; Sua Eminenza l’Arcivescovo Michael di Ginevra e dell’Europa occidentale, Sua Eminenza l’Arcivescovo Mark di Egoriev, Sua Eminenza l’Arcivescovo Elisey di Surozh, Sua Grazia il Vescovo Iov di Kashira, Sua Grazia il Vescovo Agapit di Stoccarda, Sua Grazia il Vescovo Peter di Cleveland; Sua Grazia il Vescovo Ioann di Caracas e del Sud America, Sua Grazia il vescovo George di Mayfield e Sua Grazia il Vescovo Nestor di Korsun.
I conferenzieri hanno discusso le celebrazioni del quinto anniversario della ricostituzione della pienezza della comunione fraterna all’interno della Chiesa ortodossa russa, e il lavoro del comitato per il rafforzamento dell’unità ecclesiale. Hanno appreso i progressi compiuti in materia di talune disposizioni dell’Atto di Comunione Canonica per il periodo di transizione, determinate al momento della firma dell’Atto, che miravano a regolarizzare questioni canoniche. Vi erano discusse prospettive per migliorare il coordinamento tra le diocesi della Chiesa russa unificata a livello locale, in particolare per quanto riguarda l’apertura di nuove parrocchie e il lavoro pastorale comune, le opere missionarie esterne ed interne, la pratica delle celebrazioni, così come il metodo di ricezione delle persone che desiderano entrare nella Chiesa ortodossa. Una grande attenzione è stata posta alle questioni del nutrimento spirituale della diaspora ortodossa multi-lingue in varie nazioni dove la Chiesa ortodossa russa svolge il suo servizio, e la cooperazione in Terra Santa.
Ha ispirato molta gioia il fatto che negli ultimi anni siano stati raggiunti risultati fruttuosi in progetti giovanili congiunti, e che certi problemi esistenti siano stati risolti.
Si è parlato anche della partecipazione di arcipastori a riunioni europee a livello regionale e in conformità con le decisioni della IV Conferenza pre-conciliare pan-ortodossa nel 2009 a Chambesy. Gli ierarchi hanno condiviso i loro pensieri sulle azioni comuni con le diocesi di altre Chiese ortodosse locali in varie parti del mondo, discutendo la questione della partecipazione di vescovi, sacerdoti e laici della Chiesa ortodossa russa in forum interconfessionali.
Al termine dei loro incontri, gli arcipastori partecipato alla Vigilia di Tutta la Notte nella cattedrale principale della Diocesi di Gran Bretagna della Chiesa russa all’estero. Il giorno seguente, domenica, hanno celebrato la Divina Liturgia nella Cattedrale della Diocesi di Sourozh, che festeggia quest’anno il suo cinquantesimo anniversario. Dopo la Liturgia, una litania memoriale è stata eseguita per il fondatore della diocesi, il Metropolita Anthony di Surozh di beata memoria, ed è stata svelata una lapide con bassorilievo in sua memoria. I partecipanti alla conferenza hanno partecipato anche a una cerimonia dedicata alla ricorrenza diocesana e al quinto anniversario della riunificazione della Chiesa ortodossa russa all’estero.
Levando lode a Dio, che ci ha benedetti con la pace e l’unità, i partecipanti alla conferenza nondimeno hanno osservato che manca molto nel rapporto tra le diocesi e le parrocchie della Chiesa ortodossa russa al di fuori del suo territorio canonico e ciò richiede ulteriore perfezionamento e sviluppo. Per questo motivo, assemblee simili si riuniranno in futuro, al fine di coltivare il dono dell’unità ricevuto dal Signore.
Gli arcipastors della diaspora russa, provenienti da tutte le parti del mondo per discutere di questioni vitali nella vita della Chiesa in spirito di unanimità e di amore, sono stati ispirati nei loro sforzi comuni per condurre il popolo di Dio al Regno dei Cieli, ricordando sempre le parole del Signore: “Cercate prima il regno di Dio, e la sua giustizia” (Matteo 6:33).
Il mondo contemporaneo presenta molti ostacoli sul cammino del cristiano ortodosso che vuole raggiungere questo obiettivo benedetto. La perdita diffusa di valori spirituali e morali, la denigrazione della Santa Chiesa e gli attacchi su di lei che arrivano fino alla bestemmia e alla profanazione delle chiese di Dio, e la corrispondente indifferenza o anche il sostegno di certi strati della società, possono evocare nel fedeli un senso di smarrimento e disperazione. I partecipanti alla conferenza invitano il loro gregge a non soccombere a tali reazioni, a stare saldi nella difesa della Santa Ortodossia, a essere ricolmi dello Spirito di Dio, dell’amore per il Signore e per il prossimo, secondo il comandamento dell’Apostolo Paolo: “seguite sempre ciò che è buono, sia tra voi, sia per tutti gli uomini “(1 Tessalonicesi 5:15).
Gli arcipastori della Chiesa ortodossa russa che servono fuori del suo territorio canonico sono pieni di determinazione a “combattere strenuamente per la fede che è stata trasmessa una volta per tutte ai santi” (Giuda 1:3), a lavorare insieme con speranza nel Signore, a preservare la eredità della Santa Rus’, confidando nelle intercessioni della purissima Madre di Dio e di tutti i santi.
 

Dal sito amico: Eleousa.net

Bosnia-Erzegovina - Il monastero di Santa Petka

Bijeljina, 21 ottobre 2012 – Con i fondi stanziati dalla società russa "Zarubezhneft", è stato acquistato un gruppo di sette campane per il campanile del monastero di S. Petka vicino alla città di Bijeljina (Bosnia ed Erzegovina), dove c’è la residenza del gerarca della Chiesa ortodossa serba, il vescovo di Zvornik e Tuzla Vasilij.
Il complesso architettonico del monastero di Bijeljina è realizzato in stile russo e decorato con mosaici con immagini di santi russi: il Santo Principe Vladimir, il Santo Principe Aleksandr Nevskij, San Sergio di Radonež, San Giovanni di Kronstadt e la Beata Matrona di Mosca.
Il contributo della più grande società russa in Bosnia-Erzegovina è stato un importante gesto simbolico di amicizia tra i popoli, tra le Chiese ortodosse russa e serba. Sul campanile del monastero, dotato delle nuove campane, ci sarà una lapide con il nome del direttore generale della "Zarubezhneft" N.G. Brunich.
La donazione è avvenuta su richiesta del vescovo di Zvornik e Tuzla Vasilij attraverso il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)
  Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
(di fronte la pizzeria da Armando -
seguendo Corso Garibaldi a destra)
Castrovillari (cs)

28  Ottobre  2012

San Luciano martire

Tono IV

 
Orario Ufficiature 

Sabato 06 - Ore 17,30: Vespro (Vecernie)


Domenica 07 - Ore 10.00 : Divina Liturgia 


  Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
carissimi Arbëreshë  dei paesi viciniori,
(San Basile - Frascineto - Ejanina - Civita)
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
 per celebrare con Voi le Ufficiature 
della Vostra Chiesa e della Vostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
 il Parroco al: 3280140556

Dalla Chiesa ortodossa Russa


Conferenza dei vescovi russi all’estero

Si è conclusa il 21 ottobre a Londra la conferenza internazionale dei vescovi della Chiesa ortodossa russa che svolgono il proprio ministero al di fuori del suo territorio canonico. La riunione ha avuto inizio il 19 ottobre. Il secondo giorno dei lavori, sotto la guida del metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, si sono discusse le prospettive di un lavoro pastorale comune, che richiede un miglior coordinamento per il futuro, sono state affrontate questioni inerenti le missioni nazionali ed estere, la pratica liturgica e la pratica di ammissione delle persone alla Chiesa ortodossa.
Sono state inoltre esaminate questioni riguardanti la cura pastorale della diaspora multilingue, la cooperazione in Terra Santa.
I partecipanti alla conferenza hanno poi preso parte alla celebrazione del 50° anniversario della diocesi di Sourozh.
Al termine delle riunioni è stato adottato un documento finale.