sabato 30 maggio 2015

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L'azione dello Spirito Santo ( Sant'Ireneo di Lione)

icona di Pentecoste
Il Signore concedendo ai discepoli il potere di far nascere gli uomini in Dio, diceva loro: «Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28, 19). E' questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. Perciò esso discese anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall'uomo vecchio alla novità di Cristo.
Luca narra che questo Spirito, dopo l'ascensione del Signore, venne sui discepoli nella Pentecoste con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento. Sarebbero così diventate un mirabile coro per intonare l'inno di lode a Dio in perfetto accorto, perché lo Spirito Santo avrebbe annullato le distanze, eliminato le stonature e trasformano il consesso dei popoli in una primizia da offrire a Dio. Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paraclito per renderci graditi a Dio. Infatti come la farina non si amalgama in un'unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza l'acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare un'unica Chiesa in Cristo Gesù senza l'«Acqua» che scende dal cielo. E come la terra arida se non riceve l'acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la «Pioggia» mandata liberamente dall'alto.
Il lavacro battesimale con l'azione dello Spirito Santo ci ha unificati tutti nell'anima e nel corpo in quell'unità che preserva dalla morte.
Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore come Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore di Dio (cfr. Is 11, 2).
Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito su tutta la terra, da dove, come disse egli stesso, il diavolo fu cacciato come folgore cadente (cfr. Lc 10, 18). Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l'accusatore, possiamo avere anche l'avvocato.

Il Signore affida allo Spirito santo quell'uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l'immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l'immagine e l'iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore.

Dal trattato «Contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo
(Lib. 3, 17, 1-3; SC 34, 302-306)

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Concerto sulla Piazza Rossa

 

 Il 24 maggio 2015, al termine della Divina Liturgia nella Cattedrale di Cristo Salvatore, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill si è recato alla Piazza Rossa, dove ha avuto luogo il concerto «Tutta la storia della Patria in un canto», dedicato alla Giornata della lingua e cultura slava.                                        In questo giorno, numerosi concerti tenutisi a San Pietroburgo, Saratov, Ryazan, Orel, Bryansk, Kaluga, Kolomna, Novy Urengoy, Nizhnevartovsk, Krasnodar, Khabarovsk, Vladivostok, Nakhodka, Ussuriysk, Arkhangelsk, Pskov, Nizhny Novgorod, Veliky Novgorod, Samara, Krasnoyarsk, Omsk, Novosibirsk, Sebastopoli e in molte atre città, contemporaneamente al concerto sulla Piazza Rossa a Mosca, hanno costituito come un unico concerto di tutto il Paese. Esso intendeva essere il seguito della tradizione, iniziata lo scorso anno, di esibizioni di cori e canti popolari. Il concerto e i collegamenti televisivi con varie città sono stati trasmessi sul canale televisivo «Cultura».

Al festival di Mosca, organizzato dalla Chiesa ortodossa russa, dal Ministero della Cultura della Federazione Russa e dal governo cittadino di Mosca, hanno partecipato il vice primo ministro Olga Golodets, il presidente della Fondazione per le iniziative socio-culturali Svetlana Medvedeva, il capo del Dipartimento per la politica nazionale, le relazioni interregionali e il turismo della città di Mosca Vladimir Chernikov, il vicario patriarcale della diocesi di Mosca, metropolita Juvenalij di Krutitsy e Kolomna, il cancelliere del Patriarcato di Mosca, metropolita di San Pietroburgo e Ladoga Varsonofy, l’esarca patriarcale di tutta la Bielorussia, metropolita di Minsk e Zaslave Pavel, il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, il primo vicario del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ a Mosca, metropolita Arsenij di Istra, i membri delle delegazioni delle Chiese ortodosse locali, i vescovi e il clero della Chiesa ortodossa russa, i volontari ortodossi e i giovani.
Hanno preso parte al concerto sulla piazza principale del Paese: l’Orchestra Militare centrale del Ministero della Difesa della Federazione Russa sotto la guida dell’Artista del Popolo della Russia, il tenente generale Valery Khalilov, l’Orchestra Centrale della Marina russa dedicata a N.A. Rimsky-Korsakov (direttore militare – maggiore Roman Plotnikov), l’ensemble nazionale di canto popolare «Russia» dedicata a Lyudmila Zykina (regista e direttore d’orchestra – Dmitry Dmitrienko), il coro dei bambini del Bolshoj sotto la direzione dell’Artista onorato della Russia Aleksej Puzakov, il coro del Monastero della presentazione al tempio a Mosca, solisti noti di teatri musicali del Paese, attori e cantanti famosi.
All’inizio del concerto l’orchestra ha eseguito l’ouverture di G.V. Sviridov «Tempo, avanti!» e «Inno ai Santi Cirillo e Metodio» di P.I Čajkovskij.
Sua Santità il Patriarca Kirill ha rivolto un saluto al pubblico dicendo:
«Cari partecipanti a questa nostra splendida festa della Chiesa e dello Stato – la Giornata della lingua e della cultura slava!
È ormai tradizione celebrare questa festa qui, sulla Piazza Rossa, cantando tutti insieme. Il nostro canto non si limita a questa scena. Canta tutto il Paese ed è bello che esprimiamo i nostri sentimenti attraverso il canto.
Celebriamo oggi l’opera di due persone straordinarie, due educatori, Cirillo e Metodio. Hanno portato l’alfabeto nel mondo slavo, l’alfabetizzazione, e attraverso questo anche l’istruzione.
Qual è lo scopo di qualsiasi istruzione? Che cosa si deve insegnare? Abbiamo bisogno di formare la mente e il cuore delle persone. Se è illuminata solo la mente e nel cuore ci sono le tenebre, una persona può essere in grado di mentire e diventare un criminale di talento. Se solo il cuore è illuminato e la mente rimane al buio, la persona trova difficoltà ad adattarsi al ritmo della vita moderna e capire ciò che accade intorno a lei. Si allontana inevitabilmente da questa vita, e non è sempre un bene per la persona.
Abbiamo bisogno di formare la mente e il cuore e su questo hanno insistito i nostri educatori Cirillo e Metodio. E se la formazione della mente è collegata con l’istruzione, la scienza, la formazione del cuore è collegata alla forza dell’animo umano di fuggire dal male. Illuminare l’anima significa togliere il male per fare spazio alla forza della luce.
Il nostro popolo sarà illuminato quando all’alta formazione, ai progressi scientifici, saprà associare la vita spirituale e morale, allora veramente la vita del nostro popolo potrà cambiare in meglio molto rapidamente. E la Russia potrà avere un grande impatto su tutto il mondo, attraverso l’esperienza della nostra sintesi intellettuale e spirituale potremo per davvero influenzare il mondo e portare il nostro messaggio.
A volte ci chiedono quale sia il nostro messaggio al mondo. Dobbiamo rispondere: la combinazione della conoscenza, dell’intelligenza, dell’istruzione e della spiritualità. In questa combinazione è la forza del paese e del popolo. Questo insieme determina la vitalità dello Stato.
Di cuore mi congratulo con tutti voi per questa meravigliosa festa. La benedizione di Dio sia con tutti voi, con le migliaia di persone che sono riunite sulla Piazza Rossa, e con tutti coloro che numerosi si uniranno a noi oggi per cantare nella nostra Patria. Mi congratulo con voi per questa festa! Il Signore vi benedica tutti!».
Poi ha preso la parola il vice primo ministro della Federazione Russa Olga Golodets. A nome dei presenti si è congratulata con Sua Santità il Patriarca per il Suo onomastico. Il coro del Bolshoj ha cantato «Molti anni». I bambini e Olga Golodets hanno offerto a Sua Santità un bouquet di fiori.
Il 2015 per la Russia è un anno di importanti celebrazioni. Una delle ricorrenze più importanti è il 1000° anniversario del trapasso di San Vladimir, il Battista della Rus’, al quale sono state dedicate numerose opere musicali. Il programma del concerto comprende anche opere dedicate agli anniversari dei compositori P.I. Čajkovskij e G.V. Sviridov, dello scrittore M.A. Sholokhov, e al 70° anniversario della Vittoria nella grande guerra.
Collegamenti in diretta sono stati organizzati da Pskov, Khabarovsk e Grozny. La canzone di N.V. Satsura (il cui testo è una poesia di V.V. Kovalchuk) «Ce la faremo» è stata eseguita in tre lingue slave – russo, bielorusso e ucraino. Il concerto si è concluso con l’overture «1812» di P.I. Čajkovskij e la composizione di M.I. Glinka «Gloria!».

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Forum «La Chiesa in Europa»

 Si è svolta a San Pietroburgo il 12 maggio 2015 la riunione ordinaria del gruppo di lavoro «La Chiesa in Europa» del forum russo-tedesco delle società civili «Dialogo di Pietroburgo». Il tema dell’incontro ha riguardato «L’istruzione e la formazione come fattore di stabilità nella società».

L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti della Chiesa ortodossa russa. Tra essi: il vice presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca e co-presidente del gruppo di lavoro «La Chiesa in Europa», archimandrita Filaret (Bulekov), il rettore dell’Università ortodossa di studi umanistici San Tikhon, arciprete Vladimir Vorobiev, il segretario del Decr per l’estero, sacerdote Sergij Zvonarev, il vice presidente del Dipartimento per l’ Istruzione religiosa e la Catechesi della diocesi di San Pietroburgo, arciprete Mikhail Braverman, il responsabile del Servizio di Comunicazione del Decr, sacerdote Ilija Kosykh, il responsabile del Servizio stampa della diocesi di San Pietroburgo, sacerdote Aleksej Volchkov, il capo del Settore dei Fondamenti di cultura ortodossa del Dipartimento sinodale per l’Istruzione religiosa e la Catechesi della Chiesa ortodossa russa, diacono Herman Demidov , il capo dell’ufficio per l’analisi delle informazioni del Dipartimento sinodale per l’informazione del Patriarcato di Mosca V.V. Kipshidze, il dipendente del Segretariato per le relazioni intercristiane del Decr, A.S. Borzov, il dipendente del Segretariato del Decr per l’estero, S.A. Ochkanov, l’assistente del Dipartimento per il Protocollo della diocesi di San Pietroburgo, V.D. Zavalny.
Durante l’incontro con la parte russa ha partecipato anche l’arcivescovo della Chiesa Evangelica Luterana in Russia, Dietrich Brauer, e il segretario esecutivo del gruppo parlamentare interpartitico della Duma di Stato della Federazione Russa per la difesa dei valori cristiani O.V. Efimov.
Per la parte tedesca sono intervenuti alla riunione: il direttore dell’Istituto di Studi Ecumenici «Johann-Adam-Muller» e co-presidente del gruppo di lavoro «La Chiesa in Europa», dottor Johannes Oldemann, il rappresentante esecutivo per la riforma e l’ecumenismo della Chiesa evangelica in Germania centrale, pastore Siegfried Kasparick, il responsabile della sede di rappresentanza a Mosca della Fondazione Konrad Adenauer, Claudia Crawford, il ministro in pensione e pastore della comunità ecclesiale evangelica di Nikolasze a Berlino, Steffen Reiche, il professore della Facoltà di Teologia cattolica dell’Istituto di Teologia cattolica e della didattica dell’Università di Münster, in Vestfalia, in onore del kaiser Guglielmo II, dr. Klaus Peter Zayak e altri.
Co-moderatori dell’incontro sono stati: per la Chiesa russa – V.V. Kipshidze, per la parte tedesca – J. Oldemann.
Relazioni tematiche sono state presentate dall’arciprete Vladimir Vorobiev su «Formazione teologica come fattore di stabilità nella società», dal diacono Herman Demidov – «L’istruzione religiosa nella società post-secolare», dal pastore Steffen Reiche – «Molto deve cambiare per diventare quello che dovrebbe essere – come le riforme possono rendere l’istruzione e la formazione un fattore di stabilità sociale», dal dr. Klaus Peter Zayaka – «Libertà e riconoscimento. Il contributo delle lezioni di religione e delle scuole della Chiesa nel sistema scolastico pluralistico in Germania».
I partecipanti alla riunione di San Pietroburgo hanno discusso le questioni riguardanti la regolamentazione giuridica dell’insegnamento della religione nelle università e nelle scuole della Russia e della Germania, i problemi che devono affrontare le comunità ecclesiali dei due Paesi in materia di istruzione religiosa e laica, nonché le possibili soluzioni.
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«Il dialogo di Pietroburgo» è un forum della società civile in Russia e in Germania. Creato nel 2001 su iniziativa del presidente russo Vladimir Putin e del cancelliere federale della Germania Gerhard Schroeder, ha lo scopo di promuovere la comprensione reciproca tra la Germania e la Russia e l’ulteriore sviluppo della cooperazione bilaterale in tutti i settori della società. Il numero dei partecipanti al «Dialogo di Pietroburgo» è di 100-150 persone per ogni parte. Essi rappresentano diversi gruppi tematici.
Il gruppo di lavoro «La Chiesa in Europa» è il più «giovane» nella struttura del «Dialogo di Pietroburgo». La prima riunione si è svolta a Wiesbaden nel 2007. Il gruppo di lavoro comprende rappresentanti delle confessioni cristiane di Russia e Germania. I membri del gruppo di lavoro si riuniscono su base annuale, alternativamente in Russia e in Germania.

mercoledì 27 maggio 2015

27 Maggio - 9 giugno: San Giovanni il Russo, il confessore e le sue reliquie incorrotte. Dal sito: http://ortodossiapuglia.blogspot.it

Vita di San Giovanni il Russo, un nuovo confessore e le sue reliquie incorrotte.



Le sue venerabili reliquie riposano nell'isola greca di Eubea.

"Le reliquie incorrotte sono, nella nostra tradizione, l'indiscutibile prova della theosis (divinizzazione) o in altre parole, il compimento della terapia ascetica della Chiesa" 

-Padre Giovanni Romanidis-

Il santo confessore Giovanni il Russo nacque in Russia intorno al 1690, e fu cresciuto nella devozione e nell'amore per la Chiesa di Dio. Raggiunta l'età adulta fu chiamato al servizio militare e servì come soldato semplice nell'esercito di Pietro I prendendo parte alla guerra russo-turca. 
Durante la campagna di Prutsk del 1711 egli insieme ad altri soldati fu catturato dai Tartari che lo consegnarono al comandante della cavalleria turca. Egli lo portò nella sua casa  in Asia Minore, nel villaggio di Prokopion.

I Turchi cercarono di convertire i soldati Cristiani alla fede musulmana con minacce e lusinghe ma che quelli che resistettero furono picchiati e torturati. Alcuni, purtroppo, rinnegarono Cristo e divennero musulmani sperando di migliorare la loro sorte. San Giovanni, non sviato dalla promessa di piaceri terreni, sopportò coraggiosamente l'umiliazione e i maltrattamenti.
Il suo padrone lo torturava spesso nella speranza che il suo schiavo avrebbe accettato l'Islam. San Giovanni resistette fermamente al volere del suo padrone dicendo:"Non mi allontanerai dalla mia santa Fede né con minacce, né con la promessa di ricchezze e piaceri. Obbedirò ai tuoi ordini volentieri se mi lascerai libero di seguire la mia religione. Preferirei cedere a te la mia testa piuttosto che cambiare la mia fede; sono nato cristiano e morirò cristiano".

San Giovanni confessa la sua Fede Cristiana al suo padrone
Finalmente le coraggiose parole e la ferma fede di san Giovanni così come la sua umiltà e mitezza, addolcirono il cuore feroce del suo padrone. Egli lasciò in pace Giovanni e non cercò più di fargli rinunciare il Cristianesimo. Il santo viveva nella stalla e si prendeva cura dei cavalli del padrone, gioendo perché il suo letto era una stalla proprio come quella in cui era nato il Salvatore.
Dalla mattina fino a tarda sera il santo serviva il suo padrone turco, obbedendo a tutti i suoi comandi. Svolgeva i suoi compiti nel freddo invernale e nel caldo estivo, seminudo e scalzo. Gli altri schiavi spesso lo prendevano in giro vedendo il suo zelo. San Giovanni non si arrabbiò mai con loro ma al contrario li aiutava quando poteva e li confortava nella loro disgrazia.

La bontà del santo fece effetto sia sull'anima del padrone sia su quelle degli altri schiavi. Agha e sua moglie incominciarono ad amarlo e gli offrirono una stanza vicino al fienile. San Giovanni non l'accettò, preferendo rimanere nella stalla con gli animali. Qui dormiva sul fieno, coperto solamente da un vecchio cappotto. Così la stalla divenne il suo eremo dove pregava e cantava salmi.
San Giovanni portò una benedizione nella casa del suo padrone semplicemente vivendo nella sua casa. L'ufficiale della cavalleria diventò ricco e fu ben presto uno degli uomini più potenti di Prokopion. Egli sapeva molto bene perché la sua casa era stata benedetta e non esitò a dirlo agli altri.
Ogni tanto san Giovanni, durante la notte, lasciava la stalla e andava nella chiesa del santo grande martire Giorgio dove vegliava stando nel nartece. Il sabato e nei giorni festivi riceveva i santi Misteri di Cristo.
Durante questo periodo san Giovanni ha continuato a servire il suo padrone come prima e, nonostante la sua povertà, ha sempre aiutato i bisognosi e gli ammalati condividendo con loro il suo povero cibo.

Un giorno l'ufficiale lasciò Prokopion e andò in pellegrinaggio alla Mecca. Pochi giorni dopo sua moglie diede un banchetto invitando gli amici del marito e i parenti, chiedendo loro di pregare per il ritorno sicuro di suo marito. San Giovanni mentre serviva al tavolo, portò un piatto di pilaf, cibo preferito del suo padrone. La padrona di casa disse:"O quanto sarebbe stato felice il tuo padrone di mangiare un piatto di pilaf con tutti noi". 
San Giovanni chiese un piatto di pilaf dicendo che lo avrebbe mandato al suo padrone alla Mecca. Gli ospiti si misero a ridere quando sentirono le sue parole. La signora, tuttavia, ordinò al cuoco di dargli un piatto di pilaf pensando che lo avrebbe mangiato egli stesso o lo avrebbe donato a una famiglia povera.
Prendendo il piatto, san Giovanni andò nella stalla e pregò Dio di mandarlo al suo padrone. Non aveva alcun dubbio che Dio lo avrebbe mandato al suo padrone in un modo soprannaturale. Il piatto scomparve davanti ai suoi occhi ed entrò in casa per dire alla moglie del padrone che aveva il pilaf al marito.
Dopo qualche tempo, il padrone tornò a casa con il piatto di rame che aveva contenuto il pilaf. Egli raccontò alla sua famiglia che in un determinato giorno (quello del banchetto) tornò dalla moschea alla casa dove risiedeva. Anche se la camera era chiusa a chiave, egli trovò un piatto fumante di pilaf sul tavolo. Incapace di spiegare chi aveva portato il cibo o in quale modo erano riusciti ad aprire la stanza chiusa a chiave. L'ufficiale esaminò il piatto. Con grande stupore,vide il proprio nome inciso sul piatto di rame. Nonostante la confusione, mangiò il pasto con grande gusto.
Quando la famiglia dell'ufficiale sentì questa storia fu molto meravigliata. Sua moglie raccontò di come Giovanni avesse chiesto un piatto di pilaf da inviare al suo padrone alla Mecca e come tutti avessero riso quando Giovanni era tornato dicendo che lo aveva inviato. Ora capirono che ciò che aveva detto il santo era vero. (Confronta la storia di Abacuc che miracolosamente portò un piatto di lenticchie a Daniele nella fossa -Dan. 14:33-39- nella Septuaginta)

San Giovanni supplica l'angelo del Signore di trasportare il piatto di pilaf al suo padrone Aga che si trovava alla Mecca
Verso la fine della sua vita difficile, san Giovanni cadde malato avvertendo la vicinanza della sua fine. Chiamò il sacerdote in modo che potesse ricevere la santa Comunione. Il sacerdote temendo di andare apertamente con i santi Doni alla casa del comandante turco, li nascose in una mela e li portò a san Giovanni.
San Giovanni glorificò il Signore, ricevette il Corpo e il Sangue di Cristo e poi si riposò (morì). Il santo Confessore Giovanni il Russo se andò al Signore che egli amava il 27 Maggio 1730. Quando avvisarono il padrone della morte del suo servo Giovanni, egli convocò i sacerdoti e diede loro il corpo di san Giovanni per la sepoltura cristiana. Quasi tutti gli abitanti cristiani di Prokopion parteciparono al suo funerale,accompagnando il corpo del santo al cimitero cristiano.
Tre anni e mezzo dopo, il sacerdote fu informato miracolosamente in un sogno che le reliquie di san Giovanni erano rimaste incorrotte. Subito le reliquie del santo furono trasferite nella chiesa del grande santo martire Giorgio e poste in un reliquiario speciale. Il nuovo santo di Dio cominciò a essere glorificato da innumerevoli prodigi di grazia, i cui racconti si diffusero nelle città e nei villaggi remoti. Cristiani credenti da vari luoghi vennero a Prokopion per venerare le sacre reliquie di san Giovanni il Russo ed essi ricevettero la guarigione per le sue preghiere. Il nuovo santo cominciò a essere venerato non solo dai Cristiani Ortodossi ma anche dagli Armeni e persino dai Turchi, che pregavano il Santo russo dicendo:"Servo di Dio, nella tua misericordia, non disegnarci."

La dormizione di san Giovanni il Russo
Nell'anno 1881 una parte delle reliquie di san Giovanni furono trasferite dai monaci dell'Athos nel monastero del santo grande martire Pantaleone dopo che erano stati miracolosamente salvati dal santo durante un pericoloso viaggio.
La costruzione di una nuova chiesa ebbe inizio nel 1886 attraverso i contributi del monastero e degli abitanti di Prokopion. Questo fu necessario perché, la chiesa del santo grande martire Giorgio, dove erano custodite le reliquie di san Giovanni,era caduta in rovina.
Il 15 agosto 1898 la nuova chiesa dedicata a san Giovanni il Russo fu consacrata da Giovanni Metropolita di Cesarea con la benedizione del Patriarca Ecumenico.
Nel 1924 ebbe luogo uno scambio delle popolazioni della Grecia e della Turchia. Molti musulmani lasciarono la Grecia e molti Greci lasciarono la Turchia. Gli abitanti di Prokopion quando si trasferirono per l'isola di Eubea portarono con loro una parte delle reliquie di san Giovanni il Russo.
Per diversi decenni le reliquie furono nella chiesa dei santi Costantino ed Elena a Nuova Prokopion e nel 1951 furono trasferite in una nuova chiesa dedicata a san Giovanni il Russo. Migliaia di pellegrini si riversano qui da ogni angolo della Grecia, in particolare per la sua festa, il 27 Maggio. 

San Giovanni il Russo è grandemente venerato sul Monte Athos,in particolare nel monastero russo di san Panteleimon.
L'aiuto di san Giovanni è invocato dai viaggiatori e dai trasportatori.

Il ritrovamento del corpo di san Giovanni, intero ed incorrotto, tre anni e mezzo dopo la sua sepoltura.
Alcuni miracoli di san Giovanni:

Il Santo ha compiuto molti miracoli anche dopo il suo benedetto riposo. Un discendente di Agha, il suo padrone, ha raccontato il seguente miracolo:"I miei figli non sarebbero vissuti se non per breve tempo e sarebbero morti ancora bambini. La loro sfortunata madre, dopo aver perso la speranza nella sapienza della medicina, andò senza che io lo sapessi, alle reliquie dello schiavo Giovanni, con la speranza che le fosse concesso che i suoi figli non morissero bambini, gioendo così di vederli giovani uomini e giovani ragazze. Veramente il giusto Giovanni ha ascoltato la supplica di mia moglie. Dio ci ha concesso un piccolo e forte bambino che noi abbiamo chiamato, Kole Guvan Oglu (cioè "Figlio dello schiavo Giovanni), e per la potenza di Dio e per le preghiere di Giovanni vive tuttora.
Più volte san Giovanni è apparso in sogni e visioni avvisando di pericoli imminenti. Una volta ha avvertito alcuni bambini di una scuola greca che il tetto stava per crollare, essi ebbero abbastanza tempo per mettersi sotto i banchi, e il tetto crollò. Nessuno dei bambini fu ferito.
Più recentemente abbiamo sentito di miracolose guarigioni di due gravi casi di meningite: uno di un giovane pastore di 19 anni nel sud della Grecia e un altro di un bambino di 3 anni a Londra.
Oggi una parte della mano destra di san Giovanni è custodita in uno speciale reliquiario d'argento nel Sacro Monastero della Trasfigurazione di Boston, dove molta gente si reca per venerarla e chiedere le preghiere di questo semplice confessore della Fede cristiana, sapendo che il Signore resiste ai superbi, ascoltando prontamente le preghiere degli umili.
Parte delle reliquie si trovano al monastero di san Panteleimon al Monte Athos e una parte della mano si trova in un monastero degli Stati Uniti.


martedì 26 maggio 2015


 Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca

PARROCCHIA
SAN GIOVANNI DI KRONSTADT
(Palazzo Gallo - Piazza Vittorio Em. II) 
 
 
CASTROVILLARI (CS)
 
Русская Православная Церковь 
Московского Патриархата 

Biserica Ortodoxă Rusă
 Patriarhia Moscovei  
  


Domenica 31 maggio 2015
"PENTECOSTE"
Пятидесятница
'discesa dello Spirito Santo'
Parrocchia Ortodossa 
Patriarcato di Mosca
"S. Giovanni di K."
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II
CASTROVILLARI (CS)

"UFFICIATURE"
Sabato 30 - Sabato dei defunti
Ore 17.30 VECERNIE (Vespro)
e preghiera per i nostri defunti
Domenica 31: Pentecoste
Ore 9.30 Divina Liturgia
Ore 17.30 - Vecernie dell'inginocchiamento

venerdì 22 maggio 2015

Un articolo di P. Pavel Goreanu tratto dal sito del nostro Rev. Padre Amnbrogio di Torino

La cattedrale di san Sava – simbolo dello stato, 
delle tradizioni, 
dell'indipendenza nazionale e di quella religiosa

Di  padre Pavel Goreanu, Torino, Italia
 
 

La schiavitù del popolo serbo sotto il dominio ottomano durò cinque secoli [1]. La fama del regno dei Nemanja finì, ma rimase la Chiesa ortodossa e la fede in Cristo Salvatore, e al popolo serbo rimase un retaggio inestimabile: monasteri dotati di splendidi dipinti e manoscritti sulla storia dei serbi.
Tuttavia, nessun serbo può dimenticare il più grande dolore e offesa causati al popolo serbo nel 1594 dai turchi [2], quando questi ultimi bruciarono le reliquie di san Sava, primo arcivescovo serbo [3]. Le reliquie erano al monastero di Mileshevo, portate nel 1237 da Târnovo, dove san Sava era deceduto nel 1235 [4]. I turchi le portarono da Mileshevo a Belgrado e le bruciarono davanti alla folla sulla collina della città chiamata Vrachar.
Nel 1894, 300 anni dopo il rogo delle reliquie di san Sava [5], per il desiderio di commemorare questo evento, il metropolita Mihajlo [6] di Belgrado e un centinaio di altre persone importanti di Belgrado, costituì la Società per la costruzione della cattedrale di san Sava sulla collina di Vrachar, con l'obiettivo di costruire una cattedrale sul sito in cui le reliquie del santo erano state bruciate. La cattedrale doveva diventare un simbolo dello Stato, della Chiesa ortodossa, delle tradizioni, dell'indipendenza e dell'identità nazionale e religiosa.
La Società per la costruzione della cattedrale di san Sava sulla collina di Vrachar creò uno statuto regolare per la costruzione della cattedrale, composto da 29 articoli, e il primo articolo dello statuto precisava che la Società per la costruzione della cattedrale di san Sava era stata formata a Belgrado per soddisfare un desiderio secolare del popolo serbo di avere una cattedrale nazionale dedicata al primo arcivescovo e illuminatore del popolo serbo, san Sava [7].
Per dare l'avvio a una cattedrale, i primi membri della Società decisero di costruire una chiesa-cappella, detta chiesa di san Sava – la predecessore. Questa chiesa fu costruita in 57 giorni, e consacrata il 10 maggio 1895.
Nella cronaca della chiesa di san Sava si dice che il terreno su cui sarebbe stata costruita la cattedrale fu acquistato, e in parte donato, e in totale si tratta di una superficie di 58.518 m² [8].
Nel 1900, l'Assemblea Nazionale dichiarò per legge che la futura cattedrale sarebbe stata il simbolo nazionale di tutti i serbi, e nel 1911 il presidente del consiglio comunale Liuba M. Davidović decise il luogo dove la futura cattedrale sarebbe stata costruita [9]. Il sito scelto per la costruzione della cattedrale simbolo del popolo serbo è molto adatto: su una collina situata al centro della conversione di diversi ampi viali, in una prospettiva in cui si vede crescere in dimensioni una grande chiesa, imponente alla vista anche senza essere cercata. È un luogo che offre alla cattedrale l'opportunità di proteggere tutta la città, garantendole la vera pace di cui ha bisogno. Il luogo fa in modo che la cattedrale sia vista in tutte le parti della città.
L'idea di costruire una cattedrale nazionale si trova per la prima volta nel 1878 negli scritti del giudice Sreten Popović [10]. Ma solo il 13 maggio 1905 si svolse il primo concorso per i progetti della futura cattedrale. Le condizioni che dovevano rispettare gli architetti nei progetti da presentare erano queste: la cattedrale doveva essere rappresentativa, monumentale, in stile bizantino-serbo, avere una superficie di 2000-2500 m², essere dotata di sistema riscaldamento e avere un campanile separato [11].
Al concorso furono presentati cinque progetti, ma per mancanza di specialisti in architettura, questi progetti furono inviati nel 1906 per consultazione, correzione e miglioramento all'Accademia delle Arti dell'Impero Russo a San Pietroburgo. La commissione dell'Accademia decise: data l'importanza della cattedrale, non siamo in grado di raccomandare nessuno dei progetti presentati [12].
Dopo l'iniziò della guerra bulgaro-serba nel 1912 [13], seguita dalla prima guerra mondiale, non ci furono possibilità di organizzare un altro concorso, e il progetto fu bloccato. Solo dopo la prima guerra mondiale e la liberazione della Serbia dagli eserciti stranieri nel 1920 si formò una nuova Società per la costruzione della cattedrale di san Sava, il cui responsabile era il patriarca Dimitri [14].
Nel 1926, fu annunciato un nuovo concorso a cui furono chiamati gli architetti di tutta la Jugoslavia. Le condizioni per il progetto erano le seguenti: la cattedrale doveva essere in stile bizantino-serbo contemporaneo, avere una capacità di 6000 persone e una superficie di 3000. Al concorso furono presentati 22 progetti. La Commissione decise che nessun progetto soddisfaceva pienamente i requisiti, quindi non furono assegnati il primo e il terzo posto e il secondo posto al concorso fu vinto da Bogdan Nestorović, che in futuro avrebbe collaborato con Aleksandar Deroko [15].
Nel 1930, alla guida della Chiesa ortodossa serba fu scelto il patriarca Varnava [16]. In un incontro con i membri della Società per la costruzione della cattedrale di san Sava, questi precisè alcuni aspetti importanti per la cattedrale: per la costruzione della cattedrale è stato stabilito un progetto, ma restano da trovare famosi specialisti che facessero il prototipo della cattedrale del santo serbo. Desideriamo che sia in marmo, in rilievo, ben decorata, e che mosaici e affreschi trasmettano la nostra storia, la nostra vita e gli eventi importanti... [17]. Ai tempi del patriarca Varnava non furono assegnati altri ruoli se non quelli degli specialisti che avrebbero ripreso i lavori della cattedrale.
La costruzione della Cattedrale ebbe inizio nel 1935, e il 10 maggio 1939 [18], giorno in cui si commemoravano 345 anni dall'incendio delle reliquie di san Sava, il patriarca Gavrilo (Dojić) [19], insieme con il re Pietro II Karageorgević e con la partecipazione di molti fedeli, pose sulla pietra angolare l'iscrizione: Nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, nel periodo del regno del pio sovrano Pietro II Karageorgević e del governo regale, con la benedizione di sua Beatitudine il beatissimo patriarca Gavrilo della Serbia e la partecipazione di una moltitudine di credenti, si benedice oggi, 10 maggio dell'anno della salvezza1939, questo inizio di fondazione della cattedrale metropolitana in onore e ricordo di san Sava... con il contributo del nostro pio popolo e con lo zelo della Società per la costruzione della cattedrale di san Sava, si costruisce questa grande cattedrale sulla collina Vrachar a Belgrado, sul luogo in cui sono state bruciate le reliquie di san Sava, come monumento visibile ed eterno, come segno di profonda gratitudine di tutto il nostro popolo, al primo arcivescovo, maestro, illuminatore e ri-vivificatore del popolo serbo, gradito a Dio, pari agli apostoli tra gli slavi, san Sava... per il bene della nostra santa Chiesa ortodossa, per la benedizione e la prosperità della casa reale e di tutto il nostro popolo. AMEN [20].
Dal momento della ripresa dei lavori di costruzione nel 1935 fino all'occupazione tedesca della Serbia, sono state edificate le mura fino a un'altezza di circa 7-11 metri. Con l'inizio del bombardamento tedesco di Belgrado il 6 maggio 1941 sono stati sospesi tutti i lavori [21], e il luogo è stato utilizzato dall'esercito tedesco come parcheggio. Dopo la fine della guerra nel 1944, la costruzione è stata occupata dai partigiani e dalle truppe sovietiche, sempre utilizzata come parcheggio, e in seguito è stata utilizzata come magazzino per diverse attività.
Nel 1945, il nuovo potere comunista sequestrò tutti i terreni previsti per la cattedrale, tra cui la chiesa-cappella e la casa parrocchiale [22]. A seguito di questi spiacevoli eventi, la Società per la costruzione della cattedrale di san Sava venne annullata e non sarebbe stata ristabilita fino al 2001.
Con l'arrivo a capo della Chiesa ortodossa serba del patriarca Gherman [23] rinacque anche l'idea di costruire la cattedrale simbolo. Dopo molte insistenze presso la leadership della Jugoslavia, e solo dopo 88 richieste formali al vertice statale, richieste ogni volta respinte, nel 1984 si giunse a un accordo per riprendere i lavori di costruzione. Nel settembre dello stesso anno, il patriarca Gherman nominò il professor Branko Pesić ingegnere capo per la continuazione dei progetti e l'organizzazione del lavoro per la cattedrale di san Sava [24].
Dopo mezzo secolo, Domenica 12 maggio 1985, all'interno delle mura della cattedrale incompiuta, dopo una pulizia e una preparazione speciale, si celebrò la santa Liturgia con il patriarca Gherman a capo di un gruppo di 20 vescovi, 27 sacerdoti e 22 diaconi. L'immagine di questo evento è riportata dall'ingegnere capo Branko Pesić: c'era una grande commozione il 12 maggio 1985 non solo a Belgrado, ma in tutta la Serbia. Non riuscivamo a credere che finalmente riprendessero i lavori della cattedrale, che i comunisti avessero ceduto... Tutto era pronto per la grande liturgia. Grosse nuvole incombevano su Belgrado, ci aspettavamo da un momento all'altro la pioggia. Folle di gente accorrevano da tutte le parti della città, la cattedrale era piena, e anche tutta la zona circostante. Il coro composto da 300 cantori era pronto sul podio... Al momento in cui sono apparsi il patriarca Gherman circondato da 20 vescovi, 27 sacerdoti e 22 diaconi, il sole è spuntato a sorpresa, portando un sollievo totale [25].
A questa Liturgia parteciparono molte persone: nella cattedrale entrarono circa 12.000 persone e attorno ad essa ce n'erano circa 80.000 [26]. Dopo la Liturgia furono consacrate le pareti e fu posta una nuova iscrizione. Ecco il testo dell'iscrizione: Nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito. Noi, Gherman, per grazia di Dio arcivescovo di Peć, metropolita di Belgrado e Karlovac e patriarca della Chiesa ortodossa serba, insieme ai vescovi della Chiesa ortodossa serba, abbiamo celebrato la santa Liturgia oggi, domenica 12 maggio 1985, e abbiamo riconsacrato le fondamenta della cattedrale-simbolo di san Sava, iniziate molto tempo fa (1935) a Belgrado sulla collina di Vrachar, in onore del primo arcivescovo e illuminatore serbo, e lo confermiamo attraverso questa iscrizione e la nostra firma [27].
La costruzione era pronta per la continuazione dei lavori, e il 14 aprile 1986, alla presenza del patriarca Gherman, circondato da vescovi, ebbero inizio le gettate di cemento. Questo fu il primo cambiamento fisico alla cattedrale, la prima crescita in altezza. Il primo salto nella crescita dei muri fu di 5 metri, e mostrò agli abitanti di Belgrado, e non solo, che erano ripresi i lavori della più grande chiesa serba di tutti i tempi.
Raccolta di fondi
Per realizzare questo grande progetto del popolo serbo, di avere una cattedrale-simbolo, il Patriarcato serbo, insieme con lo Stato, organizzò una campagna di informazione. Questa aveva come scopo di informare il pubblico in merito al progetto della cattedrale e di attrarre sponsor e donazioni per la sua costruzione. Furono anche organizzate mostre e convegni sulla futura cattedrale, supportati da vescovi, professori e architetti, che parlavano del futuro simbolo dei serbi.
La prima conferenza di questo genere si tenne presso il Museo di belle arti di Belgrado nel febbraio 1988, e alla sua apertura c'erano tanti partecipanti che non bastava lo spazio all'interno del Museo. Fu la mostra più visitata dopo la seconda guerra mondiale. Fu aperta dal patriarca Gherman e dal direttore del Museo, Bojan Radojković. A questa mostra fu venduto il libro La cattedrale-monumento a san Sava sulla collina di Vrachar 1895-1988, scritto da Branko Pesić, e furono donati fondi per la costruzione della cattedrale [28].
Tali conferenze ebbero luogo in tutta la ex Jugoslavia: a Belgrado, Kraguevac, Novi Sad, Nis e Pancevo, Serbia; a Podgorica, Montenegro; a Dubrovnik e Zagabria, Croazia; ma anche in alcuni dei monasteri più famosi in Serbia. Si organizzarono conferenze anche al di fuori della Jugoslavia: a Londra, Birmingham, Bedford e Derby, Regno Unito; a Malmo e Stoccolma, Svezia; a Monaco di Baviera, Dusseldorf e Hildesheim, Germania; a Zurigo, Svizzera; a Vienna, Austria; a Trieste, Italia; ad Atene e Salonicco, Grecia; a Melbourne, Sydney, Adelaide, Canberra e Brisbane, Australia; a Varsavia, Polonia e a Mosca, Russia. Tali conferenze, con gran numero di partecipanti, portarono notevoli entrate per costruire la futura cattedrale.
Il 25 maggio 2002, nel palazzo patriarcale di Belgrado alla presenza dei membri del Santo Sinodo si riunì in sessione corpo centrale per la continuazione dei lavori della cattedrale di san Sava. L'incontro vide la partecipazione dal rappresentante dei serbi negli USA – Kosta Papić, che donò, da parte della comunità serba negli Stati Uniti, 80.000 dollari [29].
Dopo l'appello lanciato ai cittadini dal primo ministro serbo, Zoran Djindjić, dal 3 settembre all'8 ottobre 2002, per completare i lavori della facciata della cattedrale di san Sava furono raccolti 52 milioni di dinari, l'equivalente di € 850.000 [30].
Fino al 1991, la maggior parte delle donazioni equivaleva a grandi somme, ma gli anni di guerra e le altre avversità che colpirono il popolo serbo portarono i donatori a contribuire piccoli importi. Il professore e ingegnere capo Branko Pesic disse a un certo punto: se ogni cittadino serbo contribuisse due dollari, ci sarebbero abbastanza soldi per completare la cattedrale. Ciò significa che piccoli sussidi sono molto importanti per la costruzione della chiesa. E non dimenticate che tutti i grandi edifici, in particolare le chiese, sono realizzati in tempi di crisi [31].
Le più grandi raccolte sono state fatte nell'Arcidiocesi di Belgrado e Karlovac, poi nel territorio dell’ex Jugoslavia, e il terzo contributo è stato quello della diaspora. Queste donazioni riflettono anche la necessità spirituale per il popolo di questa chiesa-simbolo.
Ricordiamo che i lavori della Chiesa furono ripresi nel 1985 sulle vecchie fondamenta pre-esistenti, e che da allora fino al 1991 si è raccolto denaro per circa 15 milioni di dollari USA [32].
Un ruolo importante nella costruzione della cattedrale fu quello della Società per la costruzione della cattedrale di san Sava. Anche se la società era stata sciolta nel 1945, fu ricostituita nel settembre 2001 su iniziativa del primo ministro serbo Zoran Djindjić. Questa volta i membri dell'associazione erano politici, banchieri e imprenditori privati. Si è convenuto che ciascuno dei 31 membri presenti contribuisse ogni anno due milioni di dinari, pari a € 32.260, in totale 1.000.000 € all'anno.
Un'altra forma di raccolta di fondi per la costruzione della cattedrale è stata l'organizzazione di una Serata di donazioni per la chiesa di san Sava. Questa ha avuto luogo il 26 novembre 2002, all'Hotel Intercontinental di Belgrado, organizzata dal ministro per gli Affari religiosi, Vojislav Milovanović. Erano attesi oltre un centinaio di imprenditori pubblici e privati. L'ingresso per gli imprenditori era di 300.000 dinari (5.000 euro) e per i cittadini di 5000 dinari (80 euro), e furono raccolti 112 milioni di dinari (1,8 milioni di euro). A questa serata di beneficenza partecipò il primo ministro Zoran Djindjić, che era anche presidente della Società per la costruzione della cattedrale di san Sava. Nel suo discorso, Djindjić dichiarò: Qualunque cosa accada nel prossimo anno, la cattedrale sarà completata. Nessuna crisi può rallentare il lavoro e il progetto sarà portato a compimento, a prescindere dalla situazione politica in parlamento e nel governo [33]. Il municipio di Belgrado concesse aiuti nel 2002 per 20 milioni di dinari (circa 325.000 euro), e dal consiglio comunale di Nis furono ricevuti 50 mila dinari (circa 850 euro).
Un'altra forma per raccogliere fondi per la cattedrale-simbolo dei serbi è stata l'introduzione di un timbro di otto dinari per tutti i pacchi inviati per posta. Così, dal 16 gennaio al 31 luglio 2006, furono raccolti 135,8 milioni di dinari, ovvero 1.630.000 euro. Il 20 agosto 2011, il governo serbo decise che su ogni busta o pacco inviato si pagasse un timbro di 10 dinari per la cattedrale-simbolo di san Sava. Molta gente protestò contro questa decisione, ma il governo precisò che il completamento della cattedrale di san Sava non è una questione di fede, di religione o di numero di credenti, ma un progetto nazionale iniziato nel 1939 e tuttora incompiuto [34].
Le rifiniture interne, i mosaici e gli affreschi richiederanno oltre 30 milioni di euro, soldi che saranno pagati dal governo della Federazione Russa [35].
Consolidamenti della vecchia struttura
Per continuare il lavoro di costruzione è stato necessario, in primo luogo, rafforzare le vecchie fondamenta e costruzioni. Sono stati introdotti rinforzi di cemento armato sotto le vecchie fondamenta a una profondità di 12 metri. Nelle zone del santuario, del nartece e delle absidi sono state cambiate tutte le fondamenta, poiché si è constatato che non erano in cemento armato. Si è intervenuto sul progetto e sono state fatte estensioni, è stato deciso che i pilastri che sostengono la grande cupola siano separati da parti minori della cattedrale. Inoltre, sono stati predisposti sistemi di canalizzazione e di ventilazione. Dopo tutte queste importanti opere sono stati fatti i preparativi per la cupola. La cattedrale è prevista per resistere a un terremoto di magnitudo fino a 8 gradi della scala Richter [36].
Dopo molte ricerche e studi si è constatato che, dal punto di vista finanziario e tecnico, era meglio costruire la cupola centrale al livello del suolo, e quindi issarla sulle pareti di resistenza della chiesa attraverso un difficile processo. La cupola è stata costruita all'interno della chiesa, con un diametro di 35 metri, un'altezza 28 metri e un peso di 4.000 tonnellate. La cupola è stata sollevata a un'altezza di 40 metri in 20 giorni, per 2,5 metri al giorno, e quindi con un'ultima ascesa di 36,69 metri. La cupola è stata coperta con un foglio di rame e sollevata nella chiesa tramite 16 gru idrauliche. Dopo il sollevamento della cupola non si è più lavorato su di essa [37]. La cupola è supportata da pendenti, un'innovazione prima testata anche a Hagia Sofia, mentre le cupole adiacenti, più piccole, svolgono il ruolo di archi di bilanciamento, inventati molto più tardi nello stile gotico.
La grande croce posta sulla cupola centrale, è di 12 metri d'altezza e del peso di 4 tonnellate. Sul tetto della cattedrale sono quattro croci di 4,5 metri sulle torri, di 3,5 metri su otto guglie minori e cinque croci, tutte di 3,5 metri, sull'abside dell'altare. Tutte queste croci sono dorate, e il modello della croce sulla grande cupola, a seguito di una decisione del Santo Sinodo del 22 settembre 1988, è stata chiamata Croce di san Sava, modello da allora utilizzato per le onorificenze e le croci pettorali [38].
Dopo questi anni di lavoro continuo la molto ambita cattedrale del popolo serbo, per l'abilità mostrata da ingegneri e operai, era pronta per quanto riguarda la costruzione esterna e interna. Ma, purtroppo, quando è stata eretta più grande cattedrale nel centro di Belgrado e quando tutti gli occhi si erano concentrati su di lei, sul popolo serbo sono piombati altri problemi. Si è smembrata la Jugoslavia, ci sono state guerre tra paesi dell'ex Jugoslavia, pesanti sanzioni sullo stato hanno ridotto in povertà il paese, molti profughi vi hanno cercato rifugio, e, infine, hanno subito i bombardamenti della NATO e degli Stati Uniti. Tutto questo ha avuto conseguenze negative sulla Chiesa ortodossa serba, sui costruttori, e anche sulla continuazione del progetto della cattedrale di san Sava.
Il tetto e tutte le grondaie dalla cattedrale sono stati fatti dall'azienda Drajić. Sulla facciata della chiesa, disposte in un insieme architettonico si vedono 130 aperture: finestre, rosette, aperture dei campanili, ecc. Tutti questi insieme occupano una superficie di 874 m². La costruzione di tutti gli infissi è stata fatta secondo una tecnica specializzata in alluminio anodizzato color bronzo. La loro esecuzione e installazione è stata fatta dall'azienda Tehnokoping di Belgrado. I vetri delle finestre sono stati montati dall'azienda Zvezda, di Zemun.
Il 16 luglio 1996, al principale architetto professor Branko Pesić, a causa di problemi di salute e d'età, è stato concesso di ritirarsi dal progetto. A questo proposito ha ricevuto una comunicazione del Santo Sinodo che lo ringrazia per il contributo al successo della prosecuzione dei lavori di costruzione, del sollevamento e dell'installazione della cupola, dei montaggi del tetto e delle finestre, della speciale acustica, ecc, ricordandogli che il suo nome rimarrà nella memoria di tutti, per la fatica e lo sforzo nella costruzione della cattedrale-simbolo, e i lavori sono stati affidati all'accademico Georgij Zloković [39].
L'accademico Zloković e l'ingegner Stojković hanno insistito molto che la cupola fosse cambiata, sostenendo che sarebbe caduta, ma non sono riusciti a convincere il Santo Sinodo e la cupola è rimasta. Per tre anni non è stato fatto quasi nulla di significativo e la monumentale cattedrale è stata lasciata abbandonata. Alcuni rivestimenti e tubi nelle parti inferiori della chiesa sono stati rubati, la pioggia infiltrandosi e danneggiando l'interno della chiesa e le pareti è scesa alle fondamenta.
Dopo il 1990, la Serbia si è trovata in un periodo difficile [40] e il Patriarca Pavle [41] ha rifiutato di fare grandi investimenti durante la guerra. Dopo il bombardamento che ha avuto luogo in Serbia, il patriarca, che era un asceta, vedendo la povertà nel paese, diceva: il popolo è affamato, non è opportuno preoccuparmi ora di lavori così maestosi. Agli argomenti addotti da parte del primo ministro serbo Zoran Djindjić, che ha detto al patriarca che i soldi sarebbero stati spesi comunque, e la cattedrale sarebbe rimasta incompiuta, il patriarca ha benedetto la continuazione dei lavori. Così Djindjić ha dato un contributo molto grande alla ripresa dei lavori della cattedrale.
Il 3 settembre 2002, il Patriarca Pavle si è incontrato con il primo ministro della Serbia, Zoran Djindjić, i membri della famiglia reale e i rappresentanti delle 31 imprese per decidere come isolare la facciata della chiesa. Il primo ministro ha detto che l'esterno del Tempio di San Sava sarà pronto entro l'anniversario di 200 anni dalla prima rivolta, nel 2004 [42]. Djindjić ha pure detto che la dinamica della costruzione della cattedrale è un simbolo della situazione del paese e ha fatto un appello a tutti i cittadini, invitandoli a contribuire al completamento dei lavori: è arrivato il tempo che tutti i rappresentanti del nostro popolo contribuiscano al sostegno dei lavori; piuttosto che poche centinaia di donazioni consistenti, è meglio avere alcuni milioni di piccole donazioni, in cui ciascuno contribuisce quanto può. Questa cattedrale è la ricchezza di ogni cittadino della Serbia, di chiunque vive in essa, che daremo eredità ai nostri figli e nipoti... Se finiamo bene questa chiesa, sarà un esempio che abbiamo iniziato con successo questo secolo [43].
La facciata è rivestita in marmo bianco portato da Drama, in Grecia. Il parapetto fino a un'altezza di 2 metri è in granito. La quantità di marmo bianco utilizzato è di 10.500 m², del peso di 3.000 tonnellate [44]. La facciata è stata completata il 18 dicembre 2003.
Autori del progetto della cattedrale
Tra gli anni 1935 e 1941:
Architettura: Prof. Arch. Bogdan Nestorović e Prof. Arch. Aleksandar Deroko.
Costruttore: Prof. Ing. Vojislav Zagina.
Ripresa dei lavori nel 1985:
Architettura: Prof. Arch. Branko Pesić.
Edilizia e Tecnologia: ingegneri costruttori - Vojislav Marisavlević, Dusan Arbaiter e Milutin Marianović.
Dal 2000:
Interni: Architetto Dragomir Acović.
Dimensioni della cattedrale
Parlando della cattedrale-simbolo di san Sava a Belgrado possiamo affermare che è il monumento più importante del popolo serbo. Con le sue dimensioni imponenti, è tra le prime dieci chiese cristiane nel mondo, e ai primi posti tra le chiese ortodosse, insieme alla cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca e alla cattedrale di sant'Isacco a San Pietroburgo [45]. Per design e spazio architettonico, la chiesa è un monumento della storia dell'architettura contemporanea. Il progetto è in stile serbo-bizantino.
L'architetto Bogdan Nestorović e e l'accademico Aleksandar Deroko hanno realizzato un progetto finora inedito in architettura delle chiese, dalla forma unica, di un singolo spazio senza pilastri. Il nuovo progetto del 1985 è conforme alla forma generale del progetto precedente, ma lascia la sua impronta con la modernizzazione della costruzione e la finitura della facciata.
La cupola centrale è modificata rispetto al precedente progetto, trasformata da una cupola piatta a una cupola profonda, consentendo l'accesso all'interno e all'esterno intorno ad essa. Inoltre l'acustica della cattedrale è migliorata montando vasetti nel fondo della cupola. È migliorato il sistema di protezione dall'umidità che potrebbe penetrare dall'esterno. Invece di una croce di 6 metri sulla cupola centrale è stata montata una croce 12 metri, e sulle altre cupole sono montate 18 croci di diverse dimensioni, tutte dorate. La facciata è rivestita in marmo bianco spesso 3 cm e ha un sistema di ventilazione.
La cattedrale ha una lunghezza di 91 metri da est a ovest, e di 81 metri da nord a sud, un'altezza di 68 metri, con una croce sulla cupola di altri 12 metri, 80 metri in totale. La chiesa occupa un'area di 3.650 m² al suolo, con tre gallerie al primo piano di 1.276 m², e il campanile di 504 m². Al secondo livello si trova una galleria di 186m², e sotto a questa e sotto la cupola vi è un'altra galleria di 401 m². La superficie esterna della cupola, fin dove si può andare, è di 160 m², mentre la cripta è di  1800 m², a una profondità di 7 metri. In totale, la superficie utilizzata è di 7.382 m². La cubatura esterna della chiesa è di 150.000 m³, e di 130.000 m³ all'interno. Nella Chiesa e nelle gallerie c'è posto per 12.000 persone, e per 800 persone nella galleria del coro.
La chiesa ha 13 cupole, 5 semicupole a guscio e 5 piccole cupole sopra l'altare. L'apertura della cupola centrale è di 36 metri all'esterno e di 35,15 metri all'interno. Tutte le cupole e semicupole sono ricoperte da lastre di rame. La cupola centrale è semicircolare, con il tamburo composto da 24 finestre. In essa sono fissati 400 vasetti per l'acustica.
La cattedrale ha quattro torri campanarie, ciascuna con scale e spazi previsti per ascensori. Nelle guglie di ingresso sono montate 49 campane di diverse dimensioni, tutte insieme del peso di 25 tonnellate. La campana più grande è di 204 cm di diametro e pesa 6.128 kg e la campana più piccola ha un diametro di 20 cm e pesa 11 kg. Le campane hanno una precisione tonica ben definita. Ognuna ha un'armonia di 50 toni, e tutte insieme danno un bel colore al suono. Il suono è orientato da ovest verso est, sollecitando in tal modo i fedeli ad accostarsi all'altare [46]. Il costo totale delle campane è di 330 mila dollari. Ogni campana è stata donata alla chiesa e su di essa è segnato il nome del donatore. La campana più costosa è costata 110.000 dollari USA. Tutte le campane sono state create in Austria dalla compagnia Grasmair [47].
La chiesa è illuminata da 130 finestre, tutte in cristallo, che insieme hanno una superficie di 875 m². Le 9 grandi porte, sue due parti, fatte di quercia bianca, hanno le dimensioni di 3,90 x 6,10 metri e un peso di 3,5 tonnellate. Ci sono anche porte a ovest, nord e sud, 4 porte ai campanili e 4 all'uscita della cupola. Il pavimento è in piastrelle in granito di vari colori, sotto le quali è installato il riscaldamento. Al centro della chiesa sarà montato un lampadario del diametro di 30 metri. Nel seminterrato si trovano la cripta della chiesa e un magazzino dalla superficie di 1600 m².
Pitture della cattedrale
La decorazione interna della cattedrale di san Sava sulla collina di Vrachar sarà pronta nel 2022. l'interno della più grande cattedrale dei Balcani sarà fatto dei migliori mosaici in stile bizantino serbo e avrà una superficie di 17.000 m². I lavori saranno eseguiti da oltre trecento specialisti russi e bielorussi con una vasta esperienza nel settore, guidati dal rinomato accademico Nikolaj Mukhin [48], conosciuto nei Balcani per il lavoro svolto nella cattedrale metropolitana di Zagabria.
Gli ultimi e più difficili dettagli all'interno della chiesa di San Sava sono stati analizzati nel corso della riunione tenutasi presso l'Accademia di belle arti di Mosca. Qui è stato deciso che questo vasto lavoro sia eseguito dagli specialisti russi che hanno lavorato alla Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, che è anche un modello per la cattedrale di Belgrado.
Nella cattedrale a Belgrado lavoreranno più di 300 specialisti e il loro lavoro sarà il più grande del suo genere in Europa. La pittura comprenderà 572 santi sotto le arcate, e le opere decorative e di ornamentazione di pilastri sono state avviate nel 2003. Gli specialisti che si occuperanno dei mosaici lavoreranno in stile serbo-bizantino, senza influenze moderne. In primo luogo visiteranno alcuni monasteri e chiese in Serbia e Montenegro, per conoscere meglio la pittura serba. La loro missione non è facile, perché deve rappresentare tutta la storia della Serbia e quella universale, dell'Antico e del Nuovo Testamento. Le pareti saranno dipinte con oltre 500 santi, grandi figure spirituali: serbi, russi, georgiani, bulgari e romeni. Nella grande cupola sarà fatta l'icona della Risurrezione e sulla navata centrale, sopra l'abside dell'altare, dominerà l'icona della Pentecoste [49]. Il popolo serbo è in attesa di vedere questa cattedrale-simbolo completata, realizzando così il desiderio secolare di questa nazione cristiana ortodossa.
Inaugurazione della Cattedrale di San Sava
Dall'8 al 10 maggio 2004, al compimento dei due secoli dalla prima rivolta serba del 1804, la Chiesa ortodossa serba e la città di Belgrado hanno organizzato funzioni, processioni e concerti in memoria della prima ribellione, ma anche in occasione dell'inaugurazione della cattedrale-simbolo di san Sava.
Il 10 maggio 2004, alla festa del santo arcivescovo Sava, nella Cattedrale è stata celebrata la santa Liturgia da parte del Patriarca Ecumenico Bartolomeo [50] circondato da tutti i gerarchi della Chiesa ortodossa serba guidata dal Patriarca Pavle e da vescovi rappresentanti delle Chiese ortodosse sorelle [51]. La presenza impressionante di membri di altre Chiese sorelle evidenzia che tali eventi sono una gioia per tutta la Chiesa universale.
Sottolineiamo che sul territorio della Serbia non si era mai visto un numero tanto grande di delegati dalle Chiese ortodosse sorelle fin dal 1920, quando la Chiesa serba era stata elevata di nuovo al rango di patriarcato. [52]
Alla celebrazione hanno partecipato anche membri delle autorità locali e centrali, guidati da Svetozar Marović – presidente dell'Unione di Serbia e Montenegro, dal presidente del governo serbo – Vojislav Kostunica, dal sindaco di Belgrado – Nenad Bogdanović, i membri della casa reale, ma anche membri di altre confessioni e religioni in Serbia e Montenegro.
Dopo la Divina Liturgia è stata inaugurata la cattedrale-simbolo. Dopo l'apertura è stata officiata una cerimonia commemorativa per coloro che sono morti sui campi di battaglia nelle due rivolte serbe e, infine, è stata posta la prima pietra del futuro palazzo patriarcale serbo, che sarà costruito accanto a questa bella chiesa.
Al termine di questo lavoro vorrei fare un confronto tra la Serbia e la Federazione Russa, i due paesi ortodossi che hanno le più grandi cattedrali. La Serbia ha una popolazione di 7.120.666 abitanti, senza il Kosovo [53], e una diaspora di circa 4 milioni. La situazione economica è precaria, con poche risorse naturali. La Federazione Russa ha una popolazione di 148.704.300 abitanti [54], con un'economia molto più sviluppata di quella della Serbia e con molte risorse naturali. A prescindere da qualsiasi bilancio sociale o economico di questi stati, hanno qualcosa in comune, hanno una cattedrale-simbolo, e queste cattedrali sono le più grandi del mondo ortodosso.
Quindi, perché un popolo abbia una cattedrale-simbolo non è determinante il numero di abitanti di uno Stato, né il suo livello economico, ma è importante l'amore e il rispettare che il popolo ha per il suo passato, presente e futuro, così come per la sua identità nazionale e religiosa rafforzata dalle offerte dei santi del popolo.
Note
[1] Le traduzioni di questo documento sono proprietà dell'autore.
[2] Протојереј Др. Радомир Поповић, Српска Црква у историји, Ed. Академија Српске Православне Цркве за уметност и консервацију, Београд 2007, p. 333. Проф. Др. Рајко Веселиновић, Историја Српске Православне Цркве са народном историјом, Vol II, Ed. Свети Архијерејски Синод Српске Православне Цркве, Београд, 2010, p. 105. Le reliquie di San Sava sono state bruciate dai turchi nel 1594, il 27 aprile / 10 maggio.
[3]Проф. Др. Рајко Веселиновић, Историја Српске Православне Цркве са народном историјом, Vol I, Ed. Свети Архијерејски Синод Српске Православне Цркве, Београд 2010, pp. 113-115.
[4] Проф. Др. Рајко Веселиновић, Историја Српске... Vol II, p. 18.
[5] Бранко Пешић, Позив код Германа in Вечерње Новости, 3 maggio 2004.
[6] Протојереј Др. Радомир Поповић, Српска Црква..., pag 335.; il metropolita di Belgrado Mihajlo (Jovanović), 1826-1898, fu metropolita negli anni 1859-1881 e 1889-1898.
[7] Lo Statuto della Società per la costruzione della cattedrale di san Sava sulla collina di Vrachar è stato approvato con la legge n. 1477 del 31 dicembre 1895 del Ministero della Pubblica Istruzione e dei culti a in Belgrado.
[8] Бранко Пешић, Позив код...
[9] Соња Влајнић, Пројекат дуг 129 година, în Недељни Телеграф 1 agosto 2007.
[10] Ibidem.
[13] La prima guerra balcanica del 1912 segnò la decisione dei popoli balcanici (greci, bulgari, serbi) di dividere in modo permanente ciò che era rimasto della parte europea dell'Impero Ottomano. http://www.ipedia.ro/razboaiele-balcanice-754/, consultato il 20.11.2014.
[14] Проф. Др. Рајко Веселиновић, Историја Српске Православне Цркве са народном историјом, Vol III, Ed. Свети Архијерејски Синод Српске Православне Цркве, Београд, 2010, p 259.; Протојереј Др. Радомир Поповић, Српска Црква..., pag. 335. Il patriarca Dimitri (Pavlović), 1846-1930, fu l'ultimo metropolita di Belgrado (1905-1920) e il primo patriarca della Chiesa ortodossa serba unita (1920-1930).
[15] Освећење темеља велелепног храма Св. Cаве, in Гласник, rivista del patriarcato serbo, anno XX, 4/17 maggio 1939, n. 10-11, pp. 249; http://www.hramsvetogsave.com/Hram/ser/Istorija/PocetakGradnje.htm, consultato il 20.11.2014.
[16] Протојереј Др. Радомир Поповић, Српска Црква..., pag 335.; il patriarca Varnava (Rosić), 1880-1937, fu patriarca di Serbia nel periodo 1903-1937.
[17] Бранко Пешић, Позив код... "За израду плана решили смо да позовемо признате стручњаке који ће дати прототип за храма српског светитеља. Хоћемо да буде у мермеру, рељефима, украсима, у мазајку и фрескама изложена сва наша историја, зивот и догађаји ... ".
[18] Соња Влајнић, Пројекат дуг 129 година, in Недељни Телеграф, 1 аgosto 2007.
[19] Протојереј Др. Радомир Поповић, Српска Црква..., pag 335.; il patriarca Gavrilo (Dojić), 1881-1950 fu patriarca nel periodo 1938-1950.
[20] Освећење темеља..., pp. 248-249. "У име Оца и Сина и Светог Духа, за владе благоветног господара Петра Другог карађорђевића и Његовог Краљевског Намесништва, благословом и чинодејством Његове Светости патријарха српског Гаврила и многобројног народа освети се 10.маја љета Господњег 1939.овај темељ започетог саборног храма у славу и спомен Светог Саве .... пожртвовањем благочестивог нашег народа и ревносним руководством Друштва за подизање храма Светог Саве на Врачару подиже се овај величанствени храм у Београду на Врачару на месту где су спаљене чесне мошти Светитељеве као видан и вечити споменик дубоке захвалности свега нашега народа своме првом Архиепископу, Учитељу, Просветитељу и Препородитељу српском, великом Угоднику Божјем, Равноапостолу и Светитељу Словена Светом Сави ... на добро наше свете православне Цркве, на срећу и напредак нашег узвишеног Краљевског Дома и целог нашег народа. Амин ".
[21] Соња Влајнић, Пројекат дуг 129...
[23] Протојереј Др. Радомир Поповић, Српска Црква..., pag 335.; il patriarca Gherman (Djorić), 1899-1991, fu patriarca di Serbia nel periodo 1958-1990.
[25] Бранко Пешић, Комунисти најзад попустили in Вечерње Новости, 4 maggio 2004. "Велико узбуђење је било 12. маја 1985. у Београду и целој Србији. Нисмо могли да верујемо да најзад почињемо градњу храма, да је комунистична власт најзад попустила ... Све је било спремно за велику литургију. Тамни облаци су се надвили над Београдом, стрепели смо да ће падати киша. Народ се сливао из свих крајева града, храм је био потпуно испуњен, Светосавски плато и простор око храма такође. Хор смештен на подијуму имао је око 300 певача ... У часу када се појавио патријарх Герман са двадесет архијереја, двадесет седам свештеника и двадесет два ђакона, грануло је изненада сунце, на опште усхићење ".
[27] Бранко Пешић, Комунисти најзад ... "У име Оца и Сина и Светога Духа Ми Герман по милости Божјој православни архиепископПећки митрополит Београдско-Каровачки и Патриарх Српски са Архијерејима православне цркве одслужисмо свету литургију данас, у недељу 12 маја 1985 и извршисмо ново освећењије темеља, давно започетог (1935) у Београду на Врачару, Спомен-Храма Светитеља Саве, првог српског Архијепископа и просветитеља, што овом Повељом и нашим потписима сведочимо ".
[28] Бранко Пешић, Светиње поново расте in Вечерње Новости, 5 maggio 2004.
[29] Срби из САД даривали 80.000 долара за завршетак Храма, http://www.hramsvetogsave.com/Hram/ser/Arhiva/Foto/2002-2.htm, consultato il 22.11.2014.
[30] Динар по динар - Храм до 2004 године, http://www.hramsvetogsave.com/Hram/ser/Arhiva/Foto/2002-3.htm, consultato il 22.11.2014.
[31] Ibidem, "Да два долара прилога од сваког Србина завршавају храм до краја. Значи, мали прилози чине велику и значајну своту за изградњу храма. Све највеће грађевине, првенствено црквене, готово увек су грађене у најтежим временима ".
[32] Ibidem.
[33] "Шта год да се деси у наредних годину дана, храм ће бити завршен ... ниједна криза не може спречити наставак градње и да ће радови бити приведени крају без обзира на односе у парламенту и влади, рекао је премијер Владе Србије др Зоран Ђинђић ". Донаторска вечера у хотелу Интерконтинентал у Београду, 27 Novembre 2002, http://www.hramsvetogsave.com/Hram/ser/Arhiva/Foto/2002-3.htm, consultato il 24.11.2014.
[34] MD Milik, Pošiljku Utilizzare la "dobrovoljni prilog" za izgradnju patrono Svetog Save, http://www.danas.rs/danasrs/drustvo/uz_posiljku_i_dobrovoljni_prilog_za_izgradnju_hrama_svetog_save_.55.html?news_id=218405, consultato il 25.11.2014.
[35] Б. Влаховић - Р. Драговић, Руси дају 30 милиона евра за осликавање Храма Светог Саве, Вечерње Новости 7 ottobre 2014. http://www.Новости.rs/naslovna/drustvo, consultato il 25.11.2014.
[36] Бранко Пешић, Светиње поново...
[37] Бранко Пешић, Свет упознао српског светитеља in Вечерње Новости, 6 maggio 2004.
[38] Бранко Пешић, Блиста златни крст, in Вечерње Новости, 7 maggio, 2004.
[39] Ibidem.
[40] Соња Влајнић, Пројекат дуг 129...
[41] Протојереј Др. Радомир Поповић, Српска Црква..., pag 335; il patriarca Pavle (Stojković), 1914-2009, è stato patriarca della Chiesa ortodossa serba nel periodo 1990-2009.
[42] Храм добија фасаду, http://www.hramsvetogsave.com/Hram/ser/Arhiva/Foto/2002-2.htm, consultato il 22.11.2014. "Екстеријер Храма Светог Саве биће завршен на 200. годисњицу од Првог српског устанка 2004. Године "рекао је премијер Ђинђић.
[43] Ibidem, "Време је да се сви представници нашег народа укључе, да уместо неколико стотина великих прилога имамо неколико милиона малих, нека свако да колико мозе. Да овај Храм буде власништво свих грађана Србије који данас живе у њој и који ће га завештати нашој деци и унуцима ... Ако завршимо овај храм успешно, нека то буде један од доказа да смо у овом веку кренули успешно" рекао је премијер Ђинђић.
[44] Димензије и архитектонске карактеристикехрама Светог Саве на Врачару, http://www.hramsvetogsave.com/Hram/ser/Izgradnja/Arhitektura.htm, consultato il 25.11.2014.
[45] Бранко Пешић, Понос свих срба, in Вечерње Новости, 9 maggio 2004.
[46] Динар по динар-Храм до 2004 године, http://www.hramsvetogsave.com/Hram/ser/Arhiva/Foto/2002-3.htm, consultato il 22.11.2014.
[47] Звона Храма Светог Саве, http://www.hramsvetogsave.com/Hram/ser/Arhiva/Foto/2001-5.htm, consultato il 22.11.2014.
[48] ​​Б. Влаховић-Р. Драговић, Руси дају 30 милиона евра за осликавање Храма Светог Саве, Вечерње Новости, 7 ottobre 2014. http://www.Новости.rs/naslovna/drustvo  http://www.vesti.rs/Sveti-Sava/Rusi-Daju-30000000-Evra-za-oslikavanje-patron-Svetog-Save-2.html, consultati il 25.11.2014.
[49] Ibidem.
[50] Ho avuto l'opportunità di partecipare anche io a questi giorni di festa per la Chiesa serba, mentre ero studente presso la Facoltà di Teologia ortodossa di Belgrado. Sono riuscito a ottenere la benedizione anche da parte dei vescovi della nostra chiesa.
[51] Dalla Chiesa ortodossa romena erano presenti: sua Eminenza Teofan, allora metropolita di Oltenia e sua Grazia Vincenţiu di Ploieşti, allora vicario patriarcale.
[52] Три дана молитве, http://www.hramsvetogsave.com/Hram/ser/Arhiva/Foto/2004-4.htm#bk2004_4_2, consultato il 29.11.2014.
[53] http://www.srbija.gov.rs/pages/article.php?id=59, consultato il 1.12.2014.