domenica 29 novembre 2009

Domenica 6.12.2009 : Battesimo di Caterina

Caterina è una giovane ragazza russa che sin dall'età di 9 anni vive con la mamma ad Agrigento. Oggi Caterina ha 21 anni e quindi è nata con ancora l'esistente -per quanto per gli ultimi anni-l'ex Unione Sovietica con l'ateismo di Stato e con gli ultimi periodi di quella che è stata una delle più infami esperienze tiranniche del Novecento di intensità anticristiana ed antiumana pari al nazismo
Caterina non è stata mai battezzata , non ha avuto per nulla nessuna educazione cristiana e nessun annuncio delVangelo per quanto la mamma per i fatti suoi si dicesse cristiana e cristiana ortodossa ma nata cresciuta e vissuta dentro l'egemonia dell'ateismo di stato marxista-leninista (con cui molti nel nostro opulento occidente hanno civettato,flirtato e fornicato..)
Caterina torna in russia per un periodo di vacanze dalla sorella che invero ha riscoperto la fede cristiana nella nostra santa tradizione e unita (e giustamente) all'identità slava e annuncia a Caterina la gioia del Vangelo e la forza dell'Ortodossia.
Caterina -dinamica e bella ragazza della nostra contemporaneità-si mette su internet e trova i miei recapiti e i recapiti parrocchiali e mi telefona.
Ed inizia così da metà mese di luglio questa avventura con Caterina che quasi tutte le domeniche con la mamma e con il marito italiano della mamma per quel noto e santo principio cristiano ortodosso del Vieni e Vedi è stata presente in Chiesa da Agrigento sapendo bene lei e tutti noi che Ella era veramente "tabula rasa" e abbiamo insieme "scritto e scritto" l'annuncio del Vangelo e la santa tradizione cristiano ortodossa.
Oggi Caterina è stata liturgicamente accolta dalla nostra congregazione parrocchiale come catecuma ed infatti durante la Divina Liturgia abbiamo celebrato l'ecclesializzazione in Chiesa come catecumena dopo aver proclamato la comune fede niceno costantinpolitana e avere allontanato il maligno con i santi esorcismi della nostra fede.
Domenica prossima 6-12-2009 memoria grande del nostro Padre tra i Santi Nicola di Mira in Licia il Taumaturgo Caterina riceverà i misteri del Santo Battesimo,del Santo myron della Confermazione e parteciperà ai Santi Divini Misteri del Corpo e del Sangue del Signore.
Questa settimana allora sia per tutta quanta la Parrocchia in ogni sua modalitò sintattica ed asintattica momento di preparazione a tale gioia e all'impegno di vita per Caterina alla quale come madrina il Parroco ha affidato la sorella Tecla presentando entrambe al Trono di Dio tre volte santo in Sion la Santa per intercessione della Deipara e di Santa Caterina megalomartire
.


Padre Giovanni (da Palermo)

sabato 28 novembre 2009

Dal sito cattolico: zenit.org

Il Patriarca di Mosca non esclude un incontro con il Papa

Le due Chiese devono affrontare il consumismo e il rifiuto dei valori morali

ROMA, venerdì, 27 novembre 2009 (ZENIT.org).-
La direzione ecclesiale della Chiesa ortodossa russa non ha mai escluso la possibilità di un incontro, adeguatamente preparato, fra il suo Primate e il Papa.
Ad affermarlo è lo stesso Patriarca di Mosca, Cirillo, che in un'intervista al settimanale italiano "Panorama", ripresa da “L'Osservatore Romano”, sottolinea come "le nostre Chiese possono lavorare insieme in molti campi e fronteggiare unite l’ideologia del consumismo e del rifiuto dei valori morali cristiani diffusa nella società contemporanea".
Cirillo osserva che "le nostre posizioni coincidono anche nell’ambito della difesa della moralità e dei valori tradizionali nel mondo moderno. Allo stesso tempo — aggiunge — non possiamo ignorare i problemi che permangono nei rapporti tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa".
Il Patriarca di Mosca si riferisce, in particolare, alle questioni legate "all’atteggiamento dei greco-cattolici dell’Ucraina riguardo alla presenza del Patriarcato di Mosca in questo Paese". Cirillo si augura che "alle dichiarazioni della parte cattolica di voler propiziare l'appianamento delle situazioni conflittuali seguiranno risultati".
Una delle più grandi sfide al futuro dell'umanità è, per il Primate ortodosso, "il diktat dell'aggressivo secolarismo neoliberale". Cattolici e ortodossi possono essere "alleati strategici" nella risposta a questa sfida: "Dalla loro reciproca comprensione, dal successo delle azioni da intraprendere insieme dipende il futuro non solo dell'Europa ma, forse, del mondo intero", ha concluso il Patriarca.
Cirillo è stato tre volte a colloquio con Benedetto XVI in Vaticano quando era Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca: il 25 aprile 2005, per l'incontro del Papa con i rappresentanti delle Chiese e comunità cristiane e di altre religioni; il 18 maggio 2006, in udienza privata, dopo la benedizione, da parte del futuro Patriarca, della chiesa di Santa Caterina di Alessandria; il 7 dicembre 2007, in occasione della visita di Cirillo a Roma per la festa della parrocchia ortodossa.

Acquaformosa, aureola con arcobaleno.





Un paese meraviglioso, un paesaggio favoloso,
un orizzonte stupendo, un posto incontamninato:
le mie resteranno solo parole al vento se non lo si visita.
Qui c'è anche l'unica Chiesa Ortodossa,
dedicata a "Santa Caterina Megalomartire"
e si trova in Via Garibaldi, 64.
Ogni mese si celebra la Divina Liturgia e grazie a Dio,
ogni mese il popolo di Acquaformosa partecipa
alla funzione con molta devozione ed amore.
Vi aspettiamo anche per il mese di Dicembre 2009
sempre con inizio alle ore 10.00 domenica 13 .

giovedì 26 novembre 2009

Dal sito:presseurop.eu/it

Grecia
La chiesa rifiuta la carità allo stato

Costretto a fare i conti con un grave deficit, il governo socialista ha deciso di tassare il patrimonio della potente chiesa ortodossa. Ma questo stato nello stato, principale proprietario immobiliare del paese, non vuole saperne.
Sale la tensione nei rapporti fra lo stato e la chiesa, due istituzioni che non sono completamente separate. La potente
chiesa greca non ha apprezzato la decisione del governo socialista di imporre una tassa [di circa 600mila euro] sui suoi beni immobiliari e rifiuta di pagare.
"La chiesa greca contribuisce allo stato, quando questo funziona. Altrimenti non c'è alcuna ragione per farlo", ha replicato padre Theoklitou di Ioannina [nel nord-ovest del paese]. Il responsabile finanziario della chiesa greca, per il quale “questa imposta metterà diversi membri della chiesa in una condizione di eccessivo indebitamento”, non comprende la necessità di tassare la chiesa, visto che “non c'è una guerra o una catastrofe naturale alla quale contribuire. Siamo invitati a contribuire a semplici politiche economiche di carattere congiunturale. Ma non tocca a noi pagare le fatture altrui!”
Padre Theoklitou sottolinea inoltre che “lo stato ha sequestrato diverse volte i beni della chiesa”, l'ultima nel 1952, quando tra le due istituzioni è stato firmato un contratto ancora in vigore che specifica gli obblighi di ciascuno. Il responsabile ecclesiastico precisa inoltre che secondo le stime più recenti della Banca di Grecia il patrimonio immobiliare della chiesa ammonta a 702.160.000 euro, appena il 4 per cento del suo patrimonio totale. Inoltre la chiesa dispone solo di nove milioni di euro in azioni.
Rapporti poco chiariOggi lo stato cerca di nuovo di tassare i greci, il che provocherà la loro rabbia. La chiesa non rifiuta di partecipare al prelievo, ma chiede che l'imposizione riguardi le sue proprietà sfruttate o sfruttabili. Il decreto annunciato “ci assimila a un organismo di beneficenza. Ma noi siamo un'istituzione”, ricorda il portavoce. Il corpo ecclesiastico trova questa decisione ingiusta perché ignora che “la chiesa gestisce più di 800 istituti per bisognosi”, insiste padre Theoklitou.
Il discorso è chiaro, la chiesa non vuole confondere i ruoli e giustifica in questo modo il suo rifiuto di sottomettersi alla tassa. D'altra parte i conti dello stato sono in rosso. Il ministro dell'economia ha parlato addirittura di una “situazione di emergenza”, con un deficit che tocca il 12 per cento del Pil. La potente chiesa greca, prima proprietaria fondiaria del paese, è in cima alla lista. Il primo ministro Georges Papandreu è ben deciso a tenere testa alla chiesa come aveva fatto il suo predecessore socialista Costas Simitis nel 1999 in occasione del dibattito sulla menzione della religione sulle carte d'identità [al contrario di quello che voleva la chiesa, la menzione non è più obbligatoria].
Forse sarebbe preferibile “separare la chiesa dallo stato”, rilancia padre Theoklitou. “In questo modo avremmo forse meno preti, ma non sarebbero più dei funzionari [in Grecia i preti sono nominati dal governo]”. Nel frattempo nel paese infuria il dibattito.

Festa dell'Indipendenza dell'Albania a Bologna

Miresevini ne USAB
(Unione degli Studenti Albanesi di Bologna)
Festa dell'Indipendenza


Si cdo vit edhe kete vit USAB ju fton te festojme sebashku Festen e Flamurit.
Muzike tradicionale shqiptare, video, foto dhe hare do t'ju shoqerojne ne kete mbremje.
Per anetaret e USAB hyrja eshte e lire dhe 2 pije me cmim te reduktuar.Per jo anetaret hyrja 5 euro me nje pije te perfshire.Per t'u anetaresuar ju nevojite...t te paraqiteni me nje dokument (Carta d'Identità ose Pashaporte).

Italiano:

Ci riuniamo anche quest'anno per festeggiare la Festa dell'Indipendenza dell'Albania organizzata dall' USAB.
Musica, ballo, video, foto, colori, divertimento e tant'altro vi accompagneranno durante queste magnifiche ore.
Per i associatti di USAB ingresso libero. L'iscrizione gratuita all'USAB si può fare presentandosi con un documento valido.
La festa si svolgerà negli ambienti di Colorado Caffè.Via Sant'Isaia 57/D, Bologna.
Inizio Ore 22.00

Dal sito amico:eleousa.net

Ucraina - Unità nella fede ortodossa

Kiev, 24 novembre 2009 – Il Presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, Arcivescovo Hilarion Volokolamsky, che è a Kiev per festeggiare il compleanno di Sua Beatitudine il Metropolita Vladimir, ha incontrato il Primo Vice Capo della Segreteria del Presidente YP Bogutsky.
Durante l'incontro, che ha avuto luogo nella sede del segretariato, YP Bogutsky ha espresso soddisfazione per l'esito che ha avuto, durante l'estate di quest'anno, la visita di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia in terra ucraina. Uno dei risultati della visita, secondo il vice capo della Segreteria di Presidenza, è stato quello di avviare un dialogo tra la Chiesa Ortodossa Ucraina e le Comunità ortodosse non canoniche nel paese.
A sua volta, l'Arcivescovo Hilarion ha osservato che il dialogo in corso è un affare interno della Chiesa, e ha espresso il parere che avrà successo solo se non interferisce con le forze esterne.
Entrambe le parti hanno sottolineato l'importanza di mantenere uno spazio spirituale e culturale unificato tra Ucraina e Russia.
Alla riunione hanno partecipato il primo vice presidente della commissione Istruzione della Chiesa ortodossa russa, archimandrita Kirill (Govorun), il Rev. Igor Yakimchuk, il membro della Segreteria del Presidente dell'Ucraina AP Borak.

(Fonte:Decr Servizio Comunicazione)

Dal sito del confratello e concelebrante P. Giovanni di Palermo

Preparazione della Festa di SAnt'Andrea

Per grazia di Dio, noi abbiamo ricevuto la benedizione di entrare nella gioia del Regno: “abbiamo visto la vera luce, abbiamo ricevuto lo Spirito celeste”.
Ogni celebrazione della Divina Liturgia è una potente e spirituale celebrazione congiunta del cielo e della storia. Ogni Divina Liturgia è insieme memoria del passato e attesa del Regno.
Siamo convinti che, durante questa Divina Liturgia, ancora una volta veniamo orientati spiritualmente verso tre direzioni: verso il Regno dei cieli, là dove gli angeli celebrano, verso la celebrazione di questa stessa Liturgia lungo i secoli passati e verso il Regno di Dio che attendiamo.
Questa mirabile unità del cielo con la storia manifesta che la Liturgia ortodossa è la mistica esperienza e la profonda convinzione che “Cristo era, è e sempre sarà in mezzo a noi”, poiché in Lui sussiste la piena unità di passato, presente e futuro.
Per questo, la Liturgia è qualcosa di più che una semplice memoria delle parole e delle azioni di Cristo: essa è la realizzazione della presenza di Cristo stesso, egli che ha promesso di essere presente là, dove due o tre sono riuniti nel suo nome.
Nello stesso tempo, però, riconosciamo che la regola della preghiera è regola della fede (lex orandi lex credendi) poiché ciò che si insegna sulla persona di Cristo e sulla santissima Trinità ha lasciato una impronta indelebile nella Liturgia: esso è un dogma che non possiamo capire e “si è manifestato a noi nel mistero”, secondo la limpida espressione di San Basilio il Grande.
Così la Liturgia ci ricorda la necessità di arrivare all’unità, tanto della fede quanto della preghiera.

Noi ci inchiniamo con umiltà e pentimento davanti al Dio vivente e davanti al nostro Signore Gesù Cristo, del quale portiamo il Nome santissimo e la cui tunica, tessuta tutta di un pezzo, noi abbiamo diviso.
Con molta tristezza confessiamo che non possiamo ancora celebrare insieme i Santi Misteri e preghiamo che venga il giorno in cui questa unità sacramentale possa compiersi pienamente. ........... In questo modo, la nostra celebrazione coincide con la stessa gioiosa celebrazione nel cielo e lungo la storia. In effetti – come lo stesso San Giovanni Crisostomo afferma – “quanti sono in cielo e quanti sono sulla terra, compongono un unico rendimento di grazie, un sola esultanza, un'unica gioia” (PG 56, 97). Il cielo e la terra offrono una sola preghiera, una festa, una dossologia.
La Liturgia è allo stesso tempo il regno dei cieli e la nostra dimora, “un nuovo cielo e una nuova terra” (Apocalisse 21,1), il punto di convergenza dove tutte le cose trovano il loro vero significato.
La Liturgia ci insegna ad ampliare il nostro orizzonte e la nostra visione, a parlare il linguaggio dell’amore e della comunione, ma anche ad imparare come convivere in amore gli uni con con gli altri, nonostante le nostre differenze e nonostante anche le nostre divisioni.
In questo grande abbraccio, è incluso il mondo intero, la comunione dei santi e tutta la creazione di Dio. L’intero universo diviene una “Liturgia cosmica” per citare l’insegnamento di san Massimo il Confessore. Una Liturgia tale non può mai diventare qualcosa di vecchio o antiquato.
Di fronte a tanta ricchezza di beni celesti e alla misericordia di Dio, una sola può essere la nostra risposta: il rendimento di grazie (eucharistia) . ...........

Amin!

Dall'omelia di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo durante la Divina Liturgia nella festa di Sant’Andrea Apostolo Cattedrale Patriarcale, novembre 2006

Dal sito: ortodossia in occidente

Una risposta sul crimine di Mosca. Sacerdote ortodosso russo ucciso perchè era contrario al fondamentalismo Islamico .


Al nuovo martire padre Daniil Sysoyev

Fin dall’alba del cristianesimo, le nostre chiese e la nostra fede sono state bagnate dal sangue preziosissimo dei Santi Martiri. E’ doloroso vedere che, anche oggi, la vita dei nostri sacerdoti, che hanno il coraggio di difendere e salvaguardare la Nostra fede Ortodossa , è messa in pericolo al punto che essi vengono uccisi perché hanno il coraggio di dire la Verità.
Quale “Dio” spinge un folle, uno che si definisce “credente” ad uccidere?
Qual è il nome di questa divinità assetata di sangue innocente, e qual è il valore della fede di queste persone accecate dall’odio?
Di questi carnefici che hanno il coraggio di uccidere un sacerdote in un luogo sacro, nella Sua chiesa?
Il Dio dei nostri padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, porta come nome Adonai, Elohim, il Dio del Nostro Salvatore Gesù Cristo, Lui Dio dell’AMORE nel quale noi cristiani crediamo. Nostro Signore ci ha infatti insegnato che Dio Padre non è il Dio della vendetta, della morte e dell’odio, ma del perdono e dell’amore!
Che mondo triste, che persone deboli e che fede malata devono aver quelli che oggi difendono le loro idee con i fucili e con la spada! Che fede malata devono aver quelli che, nel nome della loro religione – o di quella che ne è la loro interpretazione - uccidono a sangue freddo chi si oppone solo con libri, idee, verità scomode!
Noi non abbiamo paura di dire la verità, non abbiamo paura di morire per il nostro Signore Gesù Cristo…
Ma, a differenza di altri, noi non imbracciamo fucili e non sguainiamo spade per difenderci: solo prendiamo nelle nostre mani la Croce, quella Croce che la Comunità Europea ha deciso di togliere dalle aule – dando un segno di forza proprio a coloro che non hanno rispetto della fede altrui e che disprezzano le regole più semplici della democrazia.
Prendiamo la Croce nelle nostre mani per difendere i valori della nostra vita contro gli estremismi infausti di coloro che vogliono ignorare la bontà e l’ospitalità dei popoli che, nonostante tutte le differenze, li hanno accolti in pace.
Che Dio perdoni queste persone, e che dia a noi la forza di superare tutto grazie all’amore per coloro che ci perseguitano.
† Avondios
Vescovo vicario

mercoledì 25 novembre 2009

Fjeti Patriarku i Serbisë Pavle


Më 15 nëntor, fjeti më Zotin, në moshën 95-vjeçare, Patriarku Pavle, i Kishës Orthodhokse të Serbisë. Ai ndërroi jetë në spitalin e Beogradit, për shkak të gjendjes së rëndë shëndetësore. Gjatë kësaj kohe Kisha u drejtua si mëkëmbës patriarkal nga Mitropoliti i Malit të Zi, Hirësia e Tij Amfilloje. Me këtë rast, u shpall zi treditore dhe trupi iu vendos në katedralen e Beogradit, ku qytetarët mundën t’i bëjnë përshëndetjet e fundit, deri në çastin e funeralit, që u krye ditën e enjte, 19 nëntor. Shërbesa u kryesua nga Patriarku Ekumenik Vartholomeu I, në prani të shumë primatëve orthodhoksë dhe të përfaqësive nga kishat e krishtera, mes të cilave edhe një përfaqësi nga Kisha jonë, e kryesuar nga Kryepiskopi Anastas.
Patriarku Pavle lindi në vitin 1914, në një zonë të Kroacisë së sotme. Ai shquhej për përulësinë dhe përkushtimin e tij. Mori drejtimin e Kishës Serbe në vitin 1990, në një moment të vështirë tensionesh gjithnjë në rritje, që çuan në shpërbërjen e Jugosllavisë.
Kryepiskopi Anastas, shprehu ngushëllimet në emër të Kishës Orthodhokse Autoqefale të Shqipërisë, me anë të një telegrami:
Me hidhërim shumë të thellë u njoftuam për largimin e fort të respektuarit dhe shumë të dashurit Patriark të Serbisë, zotit Pavle, i cili, me thjeshtësinë dhe diturinë e tij prej Shpirtit të Shenjtë, shkëlqeu me dritë të paqme fronin e Kishës së dashur të Serbisë.
Lutemi thellësisht, që Zoti, të cilin e deshi në mënyrë absolute dhe që me vetësakrificë i shërbeu në periudha shumë kritike, ta ketë shpirtin e tij bashkë me shenjtorët e tij. Personaliteti i tij i jashtëzakonshëm mbetet një pasuri shpirtërore dhe shembull i ndritshëm për të gjithë klerikët orthodhoksë.


I përjetshëm qoftë kujtimi i tij!

Dalla Chiesa Autocefala Ortodossa d'Albania

Gratë besimtare të Tiranës përjetojnë me entuziazëm

veprimtaritë shpirtërore dhe sociale


Gratë aktiviste të Kishës së Tiranës kanë vazhduar me gjallëri dhe entuziazëm veprimtaritë e tyre shpirtërore dhe sociale përgjatë këtij sezoni të ri vjeshte. Ato mblidhen çdo javë në takimet e tyre tradicionale të mërkurën pasdite nën drejtimin e theologëve dhe etërve shpirtërorë, duke biseduar me ta në një cikël të gjerë rreth besimit.
Këtë periudhë janë zhvilluar tema interesante mbi përkushtimin që kishin të krishterët e parë dhe përpjekjen e tyre në falje e në lutje me frikë Perëndie.
Ndërkohë, aktivitete sociale janë organizuar ne disa drejtime të rëndësishme. Vlen të përmenden pritjet çdo javë që bëjnë punonjëset e zyrës me persona nevojtarë, të cilët vijnë nga familje shumë të varfra: jetimë, invalidë, të braktisur, persona depresivë, persona që lypin rrugëve etj. Çdo muaj, më shumë se 400 nevojtarë ndihmohen me ushqime, veshmbathje, ilaçe dhe mjete monetare.
Gjithashtu një rëndësi e veçantë i është kushtuar vizitave tek personat e sëmurë në shtëpi dhe tek nënat e moshuara besimtare. Duke parë nga afër problemet e tyre është bërë e mundur të transmetohet ndihma e Kishës për zgjidhjen e vështirësive të tyre shpirtërore dhe ekonomike.
Një tjetër veprimtari janë vizitat në burg që kryhen prej 10 vjet rradhazi. Këto takime mbajnë vazhdimisht të gjallë frymën e vullnetarizmit. Në muajin tetor u realizua një takim me 30-35 gra të dënuara të burgut 325 të Tiranës dhe u zhvilluan biseda mbi paravolinë e Mbjellësit të farës në Ungjillin sipas Llukait.
Vizita kryhen edhe në dy strehat e të moshuarve (burra e gra) te motrat e Nënë Terezës ku janë shpërndarë fruta dhe ëmbëlsira për rreth 100 vetë.
Më e rëndësishme është dashuria dhe përkujdesja e sinqertë që ofrohet nga Kisha dhe aktivistët e saj.

Rajmonda Shqevi

Per molti anni Sua Beatitudine


Ucraina - Auguri al Metropolita Vladimir


Kiev, 23 novembre 2009 - In onore del compleanno di Sua Beatitudine il Metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina Vladimir, si è svolto nella Sala Colonna della Filarmonica Nazionale dell'Ucraina un concerto di gala, al quale hanno preso parte Sua Beatitudine il Metropolita Vladimir, i gerarchi della Chiesa ortodossa ucraina, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, Arcivescovo Hilarion Volokolamsky, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa Ortodossa in America, Arcivescovo Serafino di Ottawa e il Canada, nonché i rappresentanti del governo: V. M. Litvin e Yuri E. Reshetnikov.
Prima del concerto, sono state annunciate le congratulazioni a Sua Beatitudine il Metropolita Volodymyr del presidente dell'Ucraina V. Yushchenko e del primo ministro V. Tymoshenko. Poi l’Arcivescovo Hilarion Volokolamsky ha detto: "A nome di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill e di me stesso, mi congratulo vivamente con Sua Beatitudine nel giorno del suo compleanno. Nel giorno in cui l'intera Ucraina e tutta la Chiesa ortodossa russa rende onore a Sua Beatitudine, vorrei esprimere la mia più profonda gratitudine e apprezzamento per l'opera che Egli ha svolto e svolge nel paese».
Come dono di compleanno a Sua Beatitudine il Metropolita Vladimir, è stato eseguito l’Oratorio di Mons. Hilarion “La Passione secondo Matteo”. "In questa musica, desidero esprimere i sentimenti vissuti da un cristiano ortodosso nell’assistere alle funzioni religiose della Settimana Santa.
L’ Oratorio è stato scritto nel 2006 dall’Arcivescovo Hilarion ed eseguito più volte in varie città del mondo. A Kiev è stato eseguito nuovamente dall’Orchestra Sinfonica della Filarmonica Nazionale dell'Ucraina e dal Coro Accademico Nazionale "Dumka".
Al termine del concerto, il pubblico ha reso omaggio all’autore e agli artisti con un lungo applauso.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione - Foto di Yaroslav Rasenchuka)

Dal Sito amico: eleousa.net


Russia - Consegnata la Chiesa ortodossa di Bari


Mosca, 24 novembre 2009 - Il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill ha partecipato alla cerimonia di riconsegna della Chiesa ortodossa russa di San Nicola di Bari, nell’omonima città, capoluogo delle Puglie (Italia), al Patriarcato di Mosca.
La cerimonia ha avuto luogo nella residenza del Patriarca ed ha visto la partecipazione del capo dell'amministrazione del presidente della Russia V. Kozhin, del segretario del Patriarcato di Mosca per le istituzioni straniere, il Vescovo Mark, e di rappresentanti del Governo russo, VE Polikarpov, SN Bolkhovitin, VA Khrekov, AG Sheshin, e dell’avvocato del Segretariato del Patriarcato di Mosca, MV Il'ichev.
Sua Santità il Patriarca kirill nel dare inizio alla cerimonia ha detto: "Ci attende un compito molto importante dopo la firma di questo accordo, che vede il trasferimento della Chiesa russa di Bari al Patriarcato di Mosca”. A tal proposito, il Patriarca ha ringraziato il Presidente della Russia Medvedev e il Primo Ministro Vladimir Putin "per gli sforzi che sono stati compiuti per il ritorno di proprietà dell’intero complesso religioso alla Russia ed ora al Patriarcato di Mosca.
A sua volta, Kozhin ha dichiarato: "Siamo convinti che la cerimonia di oggi sia molto importante nella vita della Chiesa ortodossa russa e dello Stato russo. Siamo solo all'inizio. Questo è solo il primo passo per il ritorno delle reliquie, che si trovano all'estero. Secondo Kozhin, ora è il momento di far tornare in Russia e nella Chiesa ortodossa russa oggetti unici, come ad esempio il complesso di Bari.
Poi, il Direttore Generale dell’Ente statale per la gestione delle proprietà EV Polikarpov e il vescovo Mark hanno firmato l’atto di trasferimento.
L' intera area del complesso architettonico si estende su una superficie di 8000 mq. Il tempio fu eretto negli anni 1913-1917 su progetto dell’architetto A. Schuseva. Gli eventi causati dalla rivoluzione del 1917 hanno fatto sì che nel 1936 la proprietà (terreni e fabbricati) passasse al Comune di Bari. Nella primavera del 2008, lo Stato italiano ne ha rilevato la proprietà. Nel quadro degli accordi bilaterali tra la Repubblica italiana e la Russia, il complesso architettonico è stato consegnato allo Stato russo, il 1 marzo 2009, e da questo alla Chiesa ortodossa russa.

(Fonte:Ufficio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia; www.patriarchia.ru)

martedì 24 novembre 2009

Da Acquaformosa: il mare d'inverno!!

Sabato e Domenica due giorni caratterizzati da una nebbia mai vista dalle parti nostre.

Qui siamo appena usciti da Acquaformosa e saranno le immagini a descrivere, meglio delle mie parole, questo fenomeno che in altre località dell'Italia è all'ordine del giorno.


















Sempre sul Ponte dei Piccioni, si può notare che il mare....di nebbia ha letteralmente inghiottito tutta la Valle del Crati sottostante Acquaformosa. Solo...nebbia!!!



























L' ex statale 105, località Ponte dei Piccioni (Pondi Honit), tutto limpido e nitido.

(Ricordiamoci che sono foto scattate neanche 5 minuti l'una dall'altra)










Queste le ho scattate dopo il Ponte delle Felci (Pondi Fierit), il sole era tramontato e si può evidenziare che anche da noi esiste: "Quel ramo del Lago di Como..........."

Pazzesco, è letteralmente scomparsa tutta la vallata tra Acquaformosa e Altomonte.





















Domenica 22 Novembre, siamo a 300 metri s.l.m., nel mio podere a raccogliere le olive.
Una cosa impressionante, anche oggi una nebbia pazzesca, il sole, alto in cielo, come potete constatare, oscurato come se fosse scesa la sera ed erano solo le ore 11,30 del mattino.
































Lettera di matushka Julia Sysoyeva sulla morte del marito

Cari fratelli e sorelle, grazie per il vostro supporto e le preghiere. Questo dolore non può essere espresso a parole: è il dolore di coloro che si trovarono di fronte alla Croce del Salvatore. Questa gioia non può essere espressa a parole: è la gioia provata da coloro che vennero al sepolcro vuoto.
Dov'è, morte, il tuo pungiglione?
Padre Daniele aveva previsto la sua morte già molti anni prima che accadesse. Aveva sempre desiderato essere degno della corona del martirio. Quelli che gli hanno sparato volevano, come sempre, sputare in faccia alla Chiesa, come un tempo sputarono in faccia a Cristo. Non hanno raggiunto il loro scopo perché è impossibile sputare in faccia alla Chiesa. Padre Daniele è salito sul suo Golgota nella chiesa che aveva egli stesso costruito, chiesa cui aveva dedicato tutto il suo tempo e le sue energie. Lo hanno ucciso come l'antico profeta, fra il tempio e l'altare ed è veramente stato ritenuto degno della chiamata di martire. Egli è morto per Cristo, Colui che ha servito con tutte le sue energie.Molte volte mi aveva detto che gli dispiaceva non avere abbastanza tempo, tempo per fare ogni cosa. Era come di fretta. Alcune volte, come uomo, esagerava, faceva cose sbagliate, inciampava e commetteva errori, ma non ha commesso errori sulla cosa più importante, la sua vita era interamente dedicata a Lui.Io non comprendevo perché fosse così di fretta. Gli ultimi tre anni era stato occupatissimo a servire, senza essersi mai preso giorni di riposo o vacanze. Io mi lamentavo, volevo allora e sempre semplicemente felicità, che mio marito e il padre dei miei figli stesse con me e i bambini. Ma un'altra strada era stata preparata per lui. Era solito dire che l'avrebbero ucciso. Io gli chiedevo chi si sarebbe preso cura di noi, di me e dei bambini. Rispondeva che ci avrebbe messo in mani sicure: «Vi affiderò alla Madre di Dio. Ella si prenderà cura di voi».
Queste parole furono troppo rapidamente dimenticate. Ci disse con quali paramenti seppellirlo. Io scherzavo, dicendo che non c'era bisogno di parlare di questo, non si sapeva ancora chi avrebbe seppellito chi. Disse che sarei stata io a seppellirlo. Una volta la nostra conversazione cadde sui funerali, non ricordo i dettagli, ma dissi che non ero mai stata ai funerali di un prete. Ed egli rispose che non importava, che sarei stata al suo.Ora ricordo molte parole che acquistano significato. Ora i miei dubbi si sono dissolti, le incomprensioni sono scomparse. Non ci siamo detti addio in questa vita, non ci siamo chiesti perdono, non ci siamo abbracciati. Era solo un altro giorno: al mattino era andato alla liturgia e non l'avevo visto di nuovo. Perché non sono andata in chiesa ad incontrarlo? Ci ho pensato, ma ho deciso che sarebbe stato meglio preparare la cena e mettere i bambini a letto, piuttosto che andare là. C'era una mano che non mi lasciava andare. Ma la sera prima ero andata in chiesa e l'avevo visto. Mi sentivo come se nuvole scure si addensassero su di noi. E negli ultimi giorni avevo provato a passare più tempo con lui. Nell'ultima settimana avevo pensato solo alla morte e alla vita dopo di essa. Non riuscivo a non pensare che a queste due cose. Quel giorno mi giravano in testa le parole: «La morte aspetta dietro di voi». Nell'ultima settimana tutto era stato difficile, come se un grosso carico mi fosse stato svuotato addosso. Non mi sono spezzata. Egli mi supporta, mi sento come se mi stesse davanti. Allora ci dicemmo molte parole affettuose, che mai ci eravamo detti prima. Solo ora capisco quanto fosse grande il nostro amore.Il servizio di commemorazione per i quaranta giorni dalla morte di padre Daniele avverrà la vigilia del suo onomastico e della festa patronale della futura chiesa, il 29 dicembre, e il 30 dicembre è la festa del profeta Daniele. Secondo la profezia di un anziano la chiesa sarebbe stata costruita, ma Daniele non vi avrebbe servito. La seconda parte della profezia ha appena trovato compimento.
Matushka Julia Sysoyeva

lunedì 23 novembre 2009

http://balkan-crew.blogspot.com


Nei miei viaggi balkanici ho sempre incontrato qualcosa di religioso. Quando si viaggia si è propensi a far frullare il cervello e a questo proposito vi voglio raccontare una storiella serba. Si dice in Serbia che abbiamo tutti un piccolo verme in testa, ma alle volte è lui che muore e alle volte è lui che si mangia tutto il nostro cervello ed è per questo che diventiamo pazzi. Dejan dice che io sono già nata piena di vermi nel cervello, ma lasciamo stare e troniamo alla nostra cara e ben amata religione. So' che molti dei nostri amici hanno già chiuso da mo', perchè sono atei. Io no, sono religiosa e sono cattolica, ma naturalmente in Serbia vado alla S. Messa ortodossa. Alle volte anche a Torino vado nella chiesa ortodossa e vi diro' che non è niente male. Alcuni mesi or sono ho incontrato un blog carino. Oggi ve lo propongo e vi dico che anche chi non è religioso ci puo' zompettare dentro e lasciare un messaggino. Quanti viaggi con la nostra macchina scassata e due bambini piccoli da Torino a Catanzaro e quando si arrivava sulla salerno Reggio Calabria si iniziavano le preghiere !Bè.. da quelle parti c'è Acquaformosa, un paesino che ha veramente del magico. Non posso dire tanto, perchè ho promesso di non parlare di politica, ma se fate voi una piccola ricerca, vedrete quanto questo paesino sia una bellissima risposta al razzismo dilagante contro cui anche noi ci scagliamo, politica o non politica. Qui vive Padre Giovanni, un prete modernissimo, bellissimo, simpaticissimo, che ha il suo account face book e un unico difetto : consiglia di leggere Nothing against Serbia e non balkan-crew !!!Ma.. Padre !!! Spero sia un lapsus !!

Pubblicato da Lina

Il ritorno alla Santa Fede Ortodossa della Signora Fernanda

Dal Sito amico: eleousa.net


Il giorno della fede


Loreto, 22 novembre 2009 – Nella Basilica Santuario della Santa Casa di Nazareth, nel giorno in cui nella Chiesa Ortodossa Russa si festeggia la Madre di Dio Gorgoepikoos (la Madre premurosa che soccorre subito), Fernanda Santobuono è stata battezzata alla fede ortodossa con il nome di Federica Matrona (V sec.). Sua madrina nella fede, la signora Svetlana.
Il rito, seguito dalla Divina Liturgia, è stato officiato da Padre Ghennadiy,di Kursk (Russia), Parroco pro-tempore della Parrocchia ortodossa “Natività della Madre di Dio” di Pescara, del Patriarcato di Mosca.
Alla celebrazione hanno preso parte numerosi fedeli ortodossi delle due Comunità, abruzzese e marchigiana.
Al termine della Liturgia, il gruppo si è ritrovato insieme, fuori dal Tempio, per condividere un gioioso pasto di comunione fraterna.

Alla Madre di Dio della Tenerezza, Eleousa, seguendo la sua volontà.

Dal sito amico:eleousa.net


Monte Athos - La Madre di Dio Gorgoepikoos


Oggi si celebra la Madre di Dio Gorgoepikoos, Colei che risponde prontamente. L'Icona viene conservata nel Monastero di Dochiarou.
Il Monastero, idiorritmico, è dedicato agli arcangeli Michele e Gabriele. E' stato fondato nel X secolo (976 circa) da sant'Eutimio di Costantinopoli, discepolo di sant'Atanasio, e restaurato nel XVI-XVII secolo. Il nome sembra riferirsi al fondatore, il quale sarebbe stato dochiéris, cioè addetto alla custodia del vino nella Lavra di sant'Atanasio. La biblioteca conserva 395 manoscritti. Sorge sul versante occidentale, quasi sul mare, dal quale si innalza sulla pendice del monte. Il katholikòn il più grande dell'Athos, del 1567, è affrescato da Teofane di Creta o dalla sua scuola. Una cappella conserva l'icona della Madonna Gorgoepikoos, ossia Colei che ascolta con sollecitudine le suppliche dei fedeli. Nella biblioteca sono custoditi 545 manoscritti di cui 62 pergamene e circa 5.000 volumi stampati.

La storia

Nel 1664, il monaco Nilo, responsabile del refettorio del monastero di Dochiariou, aveva l’abitudine di servirsi sempre dello stesso passaggio per accedere al refettorio. In questo passaggio si trovava l’icona: quando vi passava davanti, non solo non le indirizzava una preghiera, ma lasciava con la torcia tracce di fumo su di essa. La Madre di Dio lo avrebbe rimproverato per questa negligenza e gli avrebbe predetto che un giorno sarebbe divenuto cieco. Ma il monaco Nilo non tenne conto della predizione.
Una sera perse la vista. Il giorno dopo i monaci lo trovarono inginocchiato davanti l’icona, mentre pregava e si rammaricava della sua condotta. Dopo un lungo tempo di prova la Santa vergine gli disse: “ Nilo, la tua preghiera è stata esaudita, tu recupererai la vista. Di ai tuoi confratelli che io proteggerò questo monastero ed accorderò il mio immediato aiuto a tutti coloro che me lo chiederanno. A partire da oggi la mia icona sia chiamata "Madre di dio Gorgoepikoos".

Commento

A Maria è riconosciuto un vero potere di Madre, una «parrhesia», un ardire materno presso Dio che si esercita in favore di tutti, specie i peccatori. Germano di Costantinopoli (+733), rivolgendosi a Maria esclama: «Ma tu, che presso Dio hai il potere di Madre, procuri in sovrabbondanza il perdono a coloro che abbondantemente peccano. Infatti non è possibile che tu non sia ascoltata, poiché colui che è Dio per tutto e in tutto, obbedisce a te come vera ed incontaminata Madre sua...». Questo gli permette anche di dire: «Nessuno è salvato se non attraverso di te, o tutta santa. Nessuno è liberato dai mali se non attraverso di te, o tutta casta. Nessuno è commiserato per grazia se non attraverso di te, o tutta venerabile...»

sabato 21 novembre 2009

AUGURI SANTITA' - PER MOLTI ANNI

Russia - Auguri a Sua Santità Kirill

Mosca – Il 20 novembre, nel giorno del suo compleanno, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa della residenza del Patriarca. Alla celebrazione hanno preso parte il metropolita di Kolomna e Krutitskii Giovenale, Patriarca Vicario della Diocesi di Mosca, l’Arcivescovo di Mordovia e Saransk Varsonofy, Governatore del Patriarcato di Mosca, e i membri del medesimo Patriarcato. Al termine della Liturgia, il Metropolita Giovenale ha rivolto al Patriarca gli auguri a nome di tutti i presenti.

(Fonte: Ufficio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia; www.patriarchia.ru)

MNOGAIA LETA
PER MOLTI ANNI
IS POLLA ETI
PIR SHUM VJET

Dal sito amico: Eleousa.net

Stati Uniti - Unità nell'Ortodossia della diaspora

New York, 16 novembre 2009 -

Presso la residenza della Chiesa Ortodossa in America (OCA) in Sayossete (New York) si è svolto un incontro tra il Metropolita di tutta l'America e il Canada Giona, e il primo gerarca della Chiesa Ortodossa Russa fuori dalla Russia, il Metropolita di New York e America Orientale Hilarion. Nella chiesa di San Sergio Radonezhskogo, Sua Beatitudine il Metropolita Giona e Sua Eminenza il Metropolita Hilarion hanno commemorato il defunto Patriarca di Serbia Pavle. Nel colloquio avuto dopo il servizio, Sua Beatitudine il Metropolita Giona e il metropolita Hilarion hanno discusso le questioni relative alla preparazione di un dialogo formale tra le chiese per esaminare le origini delle divisioni emerse tra di loro, così come le soluzioni ai problemi che ostacolano la pienezza della comunione ecclesiale.

(Fonte: www.patriarchia.ru)

venerdì 20 novembre 2009

Dal sito del caro Confratello e Concelebrante Padre Giovanni Festa

Questa notizia, tratta da www.tio.ch, l'agenzia stampa del canton Ticino, pecca di parzialità, trattando il povero sacerdote e confessore della fede come un estremista religioso, ma è la fonte più completa di notizie in italiano che io abbia reperito al momento.

Alessandro


MOSCA - Assassinio in chiesa a Mosca, dove ieri sera un giovane parroco, Daniil Sisoiev, una sorta di Salman Rushdie russo noto per le sue crociate anti Islam, è stato freddato da tre colpi di pistola esplosi da uno sconosciuto travisato con una mascherina anti influenza. Un suo collaboratore è rimasto gravemente ferito. Un delitto clamoroso, che rischia di ripercuotersi sui delicati rapporti tra la dominante Chiesa ortodossa e quella musulmana, seconda confessione in un Paese dove vive la più grande comunità islamica europea (20 milioni di fedeli). L'omicidio è l'ultimo di una lunga serie ai danni di preti ortodossi: 18 le vittime dal 1990.

Sisoiev, 35 anni, sposato con tre figli e capo di una piccola chiesa nella periferia sud della capitale, si era fatto comunque molti nemici anche al di fuori del mondo islamico per la sua ostilità verso sette, movimenti occultistici, movimenti ultranazionalisti e nostalgici staliniani.

Il killer è entrato nell'edificio di culto verso le 23.00 e, dopo aver chiamato per nome il parroco per assicurarsi della sua identità, gli ha sparato a distanza ravvicinata con una Makarov.

Poco prima il sacerdote aveva ricevuto una telefonata in cui un anonimo interlocutore gli aveva chiesto se lo avrebbe trovato in chiesa anche in tarda serata. Sisoiev è morto durante il trasporto all'ospedale, dove è ancora ricoverato in condizioni stazionarie il suo maestro di coro Vladimir Strelbitski. "La principale teoria è che dietro al delitto ci siano motivazioni religiose", hanno ammesso gli inquirenti.

Il prete, un missionario con toni da crociata ma anche un teologo preparato, aveva denunciato sul suo blog e in una recente intervista al tabloid Komsomolskaia Pravda di aver ricevuto 14 minacce di morte ("vogliono tagliarmi la testa") via mail e telefono, attribuendole agli islamici radicali. Le aveva segnalate anche anche l'Fsb, i servizi di sicurezza. I nemici se li era fatti con la sua attività missionaria tra gli immigrati caucasici e asiatici, ma soprattutto predicando e scrivendo contro l'Islam, tanto che nel 2007 la co-presidente del consiglio dei mufti russi Nafigulla Ashirov l'aveva bollato come il "Salman Rushdie russo", mentre una giornalista musulmana, Khalida Khamidullina, l'aveva denunciato per istigazione all'odio religioso.

Colpa anche dei suoi due libri, "Una risposta ortodossa all'Islam" e "Matrimonio con un musulmano", dove nega la compatibilità e il possibile dialogo tra Cristianesimo e Islam, definendo le rivelazioni di Maometto come opera del Diavolo e denunciando la pesante condizione di sudditanza femminile nel mondo musulmano. Così era diventato un "infedele". Ma Sisoiev era stato preso di mira anche sui siti ultrapatriottici e non era ben visto dalle sette che avversava, come i Testimoni di Geova, gli Avventisti del Settimo giorno o i Rodnovers, neopagani slavi sui quali la polizia ha qualche sospetto.

Il capo dei Mufti russi Ravil Gainuddin ha espresso le sue condoglianze alla Chiesa ortodossa e alla famiglia della vittima, chiedendo di non speculare sul movente del delitto e ricordando la sua opposizione "ad ogni espressione di terrorismo ed estremismo". Anche il patriarca Kirill ha cercato di gettare acqua sul fuoco, invitando a "non trarre conclusioni affrettate contro un gruppo o l'altro".
N.D.R.: Oramai neanche in casa nostra ci possiamo considerare al sicuro.
I vari inciucci, benedetti da varie gerarchie ecclesiastiche, in cui neanche gli Ortodossi si possono dire essenti da peccato, stanno dimostrando che predicare Cristo è diventato assai pericoloso e confortare i fedeli alla Retta Fede un nuovo martirio.
Fratelli, teniamo sempre la lucerna accesa, con una buona scorta di olio, perchè il demonio è sempre dietro l'angolo, pronto ad inviare i nostri persecutori nel momento in cui ci crediamo e crediamo che tutto fa brodo, che una religione vale l'altra e che il nostro povero Cristo può essere messo nel calderone come se fosse un pinco pallino qualsiasi.
Questi mega raduni del "Volemoci bene", ci stanno portando alla distruzione e le parole di Padre Paisios sono più attuali che mai.
Armiamoci della Santa Fede e combattiamo, come ha suggerito la Madre di Dio ai monaci del Santo Monte Athos. "I nemici miei e di mio Figlio".
Padre Giovanni Capparelli

mercoledì 18 novembre 2009

Comunicato Finale

VESCOVI ORTODOSSI IN ITALIA E MALTA
PRIMO INCONTRO
1. Il 16 novembre 2009, in seguito alle proposte della IV Assemblea Presinodale Panortodossa prese a Chambesy-Ginevra nel giugno del 2009, e su invito di Sua Eminenza il Metropolita Gennadios, Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta, si sono riuniti a Venezia, nella Sede della Sacra Arcidiocesi, gli Ordinari Diocesani delle Chiese Ortodosse Locali presenti sul territorio d’Italia e Malta. Hanno partecipato Sua Em.za il Metropolita Gennadios (Patriarcato Ecumenico), Sua Em.za l’Arcivescovo Innokenty (Patriarcato di Mosca), Sua Em.za l’Arcivescovo Gabriele (Patriarcato Ecumenico) e Sua Ecc.za il Vescovo Tichon (Patriarcato di Bulgaria).
2. Dopo la celebrazione del Mattutino è stata officiata una Commemorazione Funebre (Trisaghion, Litia) in memoria del Patriarca di Serbia Pavle; tutti i Vescovi partecipanti all’Incontro hanno inviato un messaggio per testimoniare la vicinanza fraterna al Patriarcato di Serbia in questa circostanza. In seguito sono stati aperti ufficialmente i lavori del Primo Incontro dei Vescovi Ortodossi in Italia e Malta, con la celebrazione dell’Aghiasmos (preghiera iniziale), nella Cattedrale Ortodossa di San Giorgio dei Greci.
3. Durante l’Incontro, i Vescovi hanno discusso sul futuro cammino del loro Consiglio. È stata istituita una Commissione di lavoro, formata da Rappresentanti degli Ordinari Diocesani ed è stato designato Segretario pro-tempore l’Archimandrita Evangelos Yfantidis, Vicario Generale dell’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta (Patriarcato Ecumenico).
4. I lavori del Primo Incontro si sono conclusi con la celebrazione del Vespro la sera del 16 e con il Mattutino e la Divina Liturgia Pontificale il giorno successivo nella Cattedrale Ortodossa di San Giorgio dei Greci, in occasione della festa di San Gennadios il Confessore, Patriarca di Costantinopoli.
5. I Vescovi hanno manifestato il reciproco amore fraterno e la loro volontà unanime di collaborare ancora più strettamente per il bene dei fedeli Ortodossi, come anche di tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di testimoniare nella società contemporanea i comuni valori cristiani.

Venezia, 16-17 Novembre 2009

Dal sito del caro Confratello e Concelebrante Padre Giovanni Festa

Il romanzo di Elena Chudinova che fa paura all'editoria politicamente corretta

La Moschea di Nôtre-Dame. 2048

Parigi, anno 2048. A poca distanza dalla moschea Al-Frankoni, un tempo nota come cattedrale di Notre Dame, Eugène Olivier, rampollo di una famiglia parigina di tradizione atea e razionalista, assiste alla lapidazione di un vignaiolo scoperto a produrre clandestinamente del vino. Una piccola folla inferocita urla: Morte al kafir, Insch’Allah!, Bismillah!, nel nome di Allah ... Quando le pietre cessano di cadere, sull’asfalto insanguinato, tra le cinque dita contorte nello spasimo del dolore, resta il segno di una croce tracciata col proprio sangue dallo sconosciuto vignaiolo.Inizia così il grandioso romanzo di Elena Chudinova, “La moschea Notre Dame di Parigi. Anno 2048”, ormai un best seller in Russia dalla sua prima pubblicazione nel 2005 e che, da poco, ha trovato dopo un troppo lungo periodo di censura un piccolo, ma coraggioso editore in lingua francese. Stupisce, ma solo fino a un certo punto, tanta renitenza e vigliaccheria da parte di un panorama editoriale occidentale, così pronto a pubblicare senza remore od esitazioni opere colme di falsità e di menzogne nei confronti della nostra storia culturale e della nostra tradizione religiosa. È la dittatura del politicamente corretto che diventa anche dittatura dello scaffale. D’altra parte c’è ancora il ricordo di Theo Van Gogh, con la sua tragica fine, a ricordarci che dell’Islam non ci è concesso parlare se non in termini più che dialoganti ... Difatti, al momento, il romanzo di Elena Chudinova non ha ancora trovato un editore italiano, malgrado una recensione alla prima edizione russa apparsa sul Corriere nel 2005 a cura dello slavista Vittorio Strada, cui si deve, in Italia, il lancio di grandi capolavori della letteratura russa contemporanea. Leggendo questo piacevolissimo romanzo, si capisce subito il perché. La penna della Chudinova, già nota in Russia come scrittrice per l’infanzia, non sferza tanto la forza dell’Islam, quanto la debolezza e il pavore dell’Occidente, che ha abdicato alla propria identità e ha reso possibile la propria schiavitù.Quando inizia l’azione del romanzo, tutta l’Europa occidentale è ormai da anni sotto la sharia, la legge islamica. L’Unione Europea è divenuta l’Unione Islamica Europea, mentre solo la Russia e la Polonia sono rimaste cristiane e hanno realizzato un’alleanza difensiva, politica e militare, per impedire l’invasione islamica delle loro terre. Sono passati vent’anni da quando Roma è divenuta una città del Dar al Islam, la casa dell’Islam, dopo che l’elezione di un papa progressista ha portato alla dichiarazione di autoscioglimento della Chiesa cattolica in nome del dialogo e dell’apertura religiosa. Cattedrali, basiliche ed edifici religiosi sono trasformati in moschee.Le statue dei santi e della Santa Vergine sono abbattute. Le vetrate infrante.I grandi capolavori dell’arte occidentale, sacra e profana, gettati nelle fiamme in ossequio al divieto coranico delle immagini. Sono il tradimento e l’apostasia di cui parlano le profezie inascoltate; sono il gregge, abbandonato dai suoi pastori. Malgrado ciò, tuttavia, la Chiesa cattolica non è morta, e neppure il Papato. Consumatosi sino in fondo il tradimento degli uomini di Chiesa, lo Spirito Santo, che ha fondato la Chiesa, non la abbandona. Immediatamente dopo la grande apostasia di Roma, un conclave radunatosi nel convento dei Domenicani di Cracovia elegge un nuovo Pontefice e reintroduce l’antico rito tridentino, condannando il falso ecumenismo e un dialogo interreligioso che si è risolto in cedimento e negazione della fede. Quel che resta della Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa trovano così la via di una profonda unità interiore.La Polonia, a sua volta, esce dall’Unione Europea e vieta l’immigrazione dai paesi islamici, salvandosi così dall’atroce destino del resto d’Europa, dove un colpo di stato wahabita (la corrente islamica dominante in Arabia Saudita) ha cancellato le libertà democratiche e i cosiddetti diritti umani. Piccoli nuclei di fedeli cristiani e di resistenti sopravvivono però in tutta l’Europa occidentale. Sono le comunità dei fedeli tradizionalisti, lefévbriani e non, ormai raccolti intorno alla medesima fede, finalmente riconosciuta come tale, in strutture clandestine e perseguitate. Ma sono anche pochi coraggiosi individui, provenienti dalla tradizione laica e razionalista, come appunto Eugène Olivier, e sino in fondo sinceri con se stessi. Anche la cultura laica, a sua volta figlia della tradizione cristiana, ha subito il suo tradimento. Il laicismo e il relativismo si sono sbriciolati di fronte alla forza dell’Islam, divenendo lo strumento per la sua affermazione politica, e sono ormai cose passate, come la libertà femminile di vestirsi come si vuole, senza rischiare la lapidazione. Restano, appunto, solo pochissimi individui, coraggiosi ma isolati, come il protagonista, e costretti a mascherare le loro reali convinzioni. Eugène, però, sa ancora stupirsi di quel segno di croce tracciato col sangue sull’asfalto delle strade di Parigi, o del nome ancora cristiano di una giovane donna, Jeanne, intervenuta a offrigli rifugio dopo una di queste azioni di resistenza armata. Da questo stupore e da questo incontro tutto ha inizio. Poi, c’è anche il mistero del monte Athos, cuore carismatico del Cristianesimo ortodosso, che resiste a ogni tentativo di occupazione da parte dell’esercito dell’Unione Islamica Europea: gli aerei inviati a bombardare misteriosamente precipitano, le truppe accampate alle sue pendici muoiono nel sonno, ogni tentativo, anche il più tecnologicamente elaborato di far fuori la repubblica dei monaci fallisce misteriosamente. Nessuno, ovviamente, ne sa qualcosa, perché la stampa e i media sono completamente sotto controllo e non riportano alcuna notizia. Tutto questo, però, è solo lo sfondo, di una meravigliosa storia d’amore e di avventura, ma anche di verità cercata e difesa nella propria carne e nel proprio cuore. Un piccolissimo gruppo di fedeli, guidato da un coraggioso sacerdote dal nome emblematico, Lotario, decide infatti un’impresa ritenuta impossibile: riconsacrare anche solo per poche ore la Cattedrale di Notre Dame, facendola poi esplodere per sottrarla per sempre all’Islam ... Come un nuovo Sansone nel tempio dei Filistei, come un nuovo, piccolo, esercito vandeano, sorretto dalla certezza che il sacrificio è già vittoria.L’obiettivo è minare i ponti dell’isola, riconsacrare la catterdrale per celebrarvi l’ultima messa e poi farla saltare perché «quando non si può proteggere un luogo sacro», sostiene padre Lotario, «è meglio distruggerlo che abbandonarlo alla profanazione» .
Diventato bestseller in Russia, dove è riuscito a vendere oltre 100 mila copie, forse più per l’argomento trattato che per le sue qualità letterarie, il libro ha faticato non poco per trovare un editore che lo pubblicasse in un paese dell’Europa occidentale. Adesso, a cinque anni dall’edizione originale, il libro è disponibile in francese presso le edizioni Tatamis (pp. 480, euro 22, e può essere ordinato sul sito www.tatamis. fr), anche se la traduzione non è proprio ineccepibile. Ma questo non è indispensabile, perché è il problema che il libro pone ad essere importante. Del volume, ovviamente, non esiste una versione italiana, «perché fino a questo momento», spiega a Libero Jean Robin, editore e detentore dei diritti dell’opera - nessuna casa editrice s’è interessata al volume». E vista l’atmosfera politicamente corretta che regna sui nostri lidi, chissà se ci sarà mai.

Quando è uscito in Russia, il volume ha suscitato una valanga di polemiche. La scrittrice, nota per romanzi storici e alcuni racconti per ragazzi, ha indubbiamente posizioni politiche originali per la tradizione del suo Paese: Elena Chudinova vede di buon occhio la svolta occidentalista della Russia avvenuta nel XVII e XVIII secolo. «Non considero negativamente lo spartiacque schiuso da Pietro il Grande, che ha il merito di aver aperto all’Occidente le porte della Russia. Se il mio paese si prefiggesse di sconfiggere l’America, alla fine, soccomberebbe anche lui», spiega.Secondo lei, il pericolo principale è un altro. «Dopo la fine del comunismo» -ha dichiarato al mensile Choc du mois, «il rischio maggiore deriva dalla diffusione dell’islam. Se venissimo invasi dagli Stati Uniti ci sarebbero delle possibilità di resistere. Come ai tempi dell’Unione sovietica creeremmo un samizdat. Ma con gli islamici non ci sarebbero possibilità di rivolta».Fin dall’uscita del libro, non hanno tardato a piovere addosso a Elena Chudinova accuse di antislamismo. «Il mio racconto (...) vorrebbe invitare i cristiani a ritornare alla loro fede, evitando di assecondare il corso del mondo», ha replicato lei. E, a chi le rimprovera di seminare odio religioso, risponde: «Sarei disposta a modificare il mio atteggiamento solo se gli islamici riuscissero a debellare il terrorismo che si annida tra loro. Allora potrei prepararmi a disputare di religione». Ma non è ancora il momento. «Una sola cosa è importante ora, per me: io parlo russo, leggo Dostoevskij e ascolto Rachmaninov, e vorrei - prosegue la scrittrice - che i russi nei prossimi cinquant’anni continuassero a farlo», spiega l’autrice.

Dal Sito: cattolico: Zenit.org

Kosovo: la comunità ortodossa serba chiede pace e libertà
di Chiara Santomiero

ROMA, mercoledì, 18 novembre 2009 (ZENIT.org).- Era atteso anche mons. Teodosije Sibalic, igumeno del monastero ortosso serbo di Visoki Dečani in Kosovo, alla conferenza stampa “Libertà religiosa e diritti civili: i cristiani in Kosovo, Iraq e Pakistan” che si è tenuta martedì nella Sala del Mappamondo della Camera dei deputati italiana per iniziativa dell’associazione “Salva i monasteri”.
Trattenuto dalla notizia della scomparsa del Patriarca della Chiesa ortodossa serba Pavle, morto lunedì scorso a Belgrado all’età di 95 anni, mons. Sibalic non ha voluto comunque far mancare la sua testimonianza all’appuntamento romano.
“La nostra – ha affermato Sibalic in una nota inviata alla coordinatrice di 'Salva i monasteri', Elisabetta Valgiusti – è una regione a maggioranza mussulmana nella quale, nonostante siano passati dieci anni dalla fine della guerra civile e nonostante l’arrivo delle forze di pace della Nato, la vera pace e la libertà per la comunità cristiana ortodossa non sono ancora arrivate”.
La presenza nella regione di un vasto numero di chiese e monasteri, rende il Kosovo di grande importanza per la Chiesa ortodossa serba. “Non è esagerato affermare – ha scritto Sibalic - che per noi il Kosovo rappresenta una seconda Terra Santa, una specie di ‘Gerusalemme serba’”.
Tuttavia, solo nel recente periodo post bellico, sono stati distrutti o gravemente danneggiati nella regione – dagli estremisti albanesi kosovari - 150 chiese e monasteri, fra cui siti medievali di importanza mondiale.
A questo proposito, Sibalic ha voluto sottolineare l’aiuto prestato, in particolare, dal contingente italiano delle forze Nato presenti sul territorio per arginare le violenze e tutelare gli altri luoghi sacri.
E proprio dalla necessità di tutelare questi siti, è nata l’associazione “Salva i monasteri” con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa il pericolo della scomparsa di un rilevante patrimonio artistico-religioso in Kosovo e in altri luoghi del mondo.
“Geograficamente – ha affermato l’igumeno del monastero ortosso serbo di Visoki Dečani – il Kosovo fa parte dell’Europa, ma è difficile immaginare un futuro europeo per questa regione se si continua nelle violazioni dei diritti religiosi, civili e umani, della comunità ortodossa cristiana e se si procede con la distruzione dei monumenti medievali simboli della nostra spiritualità e cultura”.
Se è vero “che gli albanesi hanno sofferto molto durante la guerra, permettere loro di vendicarsi sulla comunità cristiana ortodossa prolungherà odio e rancore” mentre “sono rimasti inascoltati gli appelli dei leader e intellettuali albanesi”.
“I paesi europei – si è appellato Sibalic – devono insistere con maggior forza affinché il rispetto della legge e dell’ordine e l’adempimento degli standard democratici, rappresentino i criteri principali del loro sostegno politico”, condizionando inoltre gli aiuti della comunità internazionale “al ritorno degli espulsi, alla restituzione delle case, alla protezione dei luoghi di culto”.
“L’unico modo per raggiungere la stabilità politica della regione – ha concluso Sibalic – è raggiungere un accordo tra Belgrado e Pristina basato sul rispetto delle convenzioni internazionali e sul diritto dei cittadini alle libertà civili, umane e religiose”.

Dal sito amico: eleousa.net


Serbia - L'ultimo saluto al Patriarca Pavle


Belgrado - Il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Serba nel corso della riunione straordinaria del 16 novembre ha deciso che i funerali del beato Patriarca Pavle saranno celebrati giovedi 19 novembre 2009 nel Duomo di San Sava.
La bara con il corpo di Sua Santità il Patriarca Pavle per ora è nella Cattedrale dell'Arcangelo Michele a Belgrado. Il tempio sarà aperto ininterrottamente, in modo che i credenti possono dire addio al Primate della Chiesa Ortodossa Serba. La mattina del 19 novembre, la salma sarà portata in processione nella Cattedrale di San Sava per i funerali solenni.
Sua Santità il Patriarca Pavle sarà sepolto secondo la sua volontà nel Convento di Rakavica.
Intanto, nel corso della riunione del Santo Sinodo è stato eletto come locum tenens del Trono Patriarcale l’Arcivescovo di Cetinje, il metropolita del Montenegro Amfilohy, al quale era già stato conferito il mandato di Primate della Chiesa Ortodossa Serba il 15 maggio 2008 dal Concilio dei Vescovi, a causa delle gravi condizioni di salute del Patriarca Pavle.
In Islanda ed in Irlanda, le Chiese ortodosse pregano per il beato Patriarca.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione)

Dal sito: albanianews: La candidatura dell'Albania al vaglio della Commissione europea

La candidatura dell'Albania al vaglio della Commissione europea

Il Consiglio dei Ministri degli Esteri dell'Unione Europea, nella seduta di ieri, ha deciso di accettare la candidatura dell'Albania come Stato membro dell'Unione e ha invitato la Commissione europea di preparare la sua opinione in merito alla richiesta di adesione di Tirana.

Dato il via dai Ministri degli Esteri dell'UE, si aprono le procedure di adesione previste dall'articolo 49 del Trattato dell'Unione Europea. Entro breve, la Commissione dovrà inviare al governo albanese un questionario composta da qualche migliaio di domande (probabilmente tra i 2000 e i 4000) per poter valutare l'adempimento dei criteri richiesti per la concesione dello status di paese candidato. In caso di valutazione positiva, la Commissione Europea raccomanderà al Consiglio europeo di concedere lo status richiesto.

I tempi necessari potrebbero rilevarsi lunghi: fino a due mesi per l'invio del questionario al governo albanese, altri due per la compilazione come promesso da Berisha nella conferenza stampa di oggi e fino a un'anno per l'opinione della Commissione.

Il governo di Tirana ha presentato la richiesta per lo status di paese candidato all'UE, lo scorso aprile, ma la sua valutazione è stata rinviata per circa 6 mesi dall'UE, principalmente, per motivi legati alla situazione politica in Albania. Solo recentemente, in occasione della parallela richiesta da parte dell'Islanda, e il continuo lobbying del governo albanese, l'UE ha deciso di considerare con maggiore attenzione la richiesta dell'Albania.


Pubblicato Martedì 17 Novembre 2009 da AlbaniaNews

martedì 17 novembre 2009

Cosa ti combina una scatola di cartone.











Se qualcuno avesse cercato di sistemarli secondo la sua volontà
non saprei se ci fosse riuscito.
Ecco una scatola di cartone messa li per essere ritirata il
giorno dopo, è sembrato un rifugio ed una casa meravigliosa per
i miei sei gattini. Non uno, ma bensì sei.
Eccoli tutti dentro una scatola, fotografati al momento giusto.