giovedì 9 giugno 2022

Dal sito del confratello Padre Ambrogio di Torino.


Nuovi cambiamenti decisi dal Sinodo della Chiesa russa

 

Alla riunione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa il 6 giugno 2022, sono state prese molte decisioni.

Verbale n. 57

Dopo il viaggio del metropolita Ilarion di Volokolamsk (Alfeev, nella foto) in Ungheria, si esprime gratitudine al primo ministro ungherese Viktor Orbán per la sua ferma posizione riguardo all'inammissibilità di includere sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' nell'elenco delle sanzioni dell'Unione Europea.

Verbale n. 58

Visto lo sviluppo della situazione dopo il Concilio della Chiesa ortodossa ucraina tenutosi a Kiev:

1. Si notano con rammarico le continue pressioni su vescovi, chierici, monaci e laici della Chiesa ortodossa ucraina da parte di rappresentanti delle autorità statali ucraine e della parte estremista della società ucraina.

2. Si esprime sostegno a tutti i vescovi, chierici, monaci e laici della Chiesa ortodossa ucraina, che, rendendosi conto della necessità di osservare il sistema canonico, si adoperano per aderire all'ordine determinato dalla Gramota di sua Santità il patriarca Alessio II di Mosca e di tutta la Rus' del 27 ottobre 1990, e alla norma canonica della commemorazione ai servizi divini del patriarca di Mosca e di tutta la Rus'.

3. Si ricorda che la decisione di cambiare lo status della Chiesa ortodossa ucraina può essere presa solo nell'ambito della procedura canonica, inclusa la decisione del Concilio locale della Chiesa ortodossa russa. Si sottolinea che le azioni non autorizzate per cambiare lo status della Chiesa ortodossa ucraina possono portare all'emergere di un nuovo scisma al suo interno. Su questo ha richiamato l'attenzione anche il Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, sottolineando nella sua dichiarazione del 12 maggio 2022 che qualsiasi discussione sulla vita della Chiesa ortodossa ucraina dovrebbe svolgersi all'interno del campo canonico e non dovrebbe portare a nuove divisioni nella Chiesa.

4. Si invitano tutti i vescovi, chierici, monaci e laici a un'intensa preghiera per la conservazione dell'unità della Chiesa.

Verbale n. 59

Il metropolita Platon di Feodosija e Kerch, il metropolita Lazar di Simferopol e della Crimea e il vescovo Aleksij di Dzhankoj e Razdolnenskjj hanno rivolto un appello al patriarca di Mosca e al Santo Sinodo chiedendo di trasferire le diocesi loro affidate sotto la diretta giurisdizione del patriarca e del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa. Il Concilio della Chiesa ortodossa ucraina ha concesso ai vescovi diocesani "il diritto di prendere autonomamente decisioni su alcune questioni della vita diocesana che rientrano nella competenza del Santo Sinodo o del primate della Chiesa ortodossa ucraina, con conseguente informazione alla gerarchia, quando si ripresenterà l'opportunità" (comma 7 della delibera del Concilio). Sulla base della necessità di mantenere un effettivo collegamento canonico e amministrativo con le autorità ecclesiastiche centrali per il buon andamento della vita ecclesiale nelle diocesi servite dai predetti vescovi, e considerata l'impossibilità pratica di una comunicazione regolare tra queste diocesi e la metropolia di Kiev, le diocesi di Dzhankoj, Simferopol e Feodosija sono accettate in diretta subordinazione canonica e amministrativa al patriarca di Mosca e di tutta la Rus' e al Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa.

Sul territorio della Repubblica di Crimea e della città di Sebastopoli è formata la metropolita di Crimea, con a capo il etropolita Lazar di Simferopoli e della Crimea.

Verbale n. 61

Il metropolita Ilarion (Alfeev) di Volokolamsk succede al metropolita Mark (Golovkov) come amministratore della diocesi Budapest-Ungherese, Metropolita di Budapest e Ungheria [carica da lui peraltro già ricoperta dal 2003 al 2009, ndc], terminando le funzioni di presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e di membro permanente del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, nonché di rettore del programma di studi dottorali dedicato ai santi isapostoli Cirillo e Metodio.

Il metropolita Antonij (Sevrjuk) di Korsun succede al metropolita Ilarion come presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e come membro permanente del Santo Sinodo, assumendo il titolo di metropolita di Volokolamsk. Il metropolita Antonij mantiene temporaneamente la direzione dell'Esarcato dell'Europa occidentale e la carica di capo del Dipartimento patriarcale per le istituzioni estere.

La direzione della diocesi di Korsun è affidata all'amministrazione provvisoria dell'arcivescovo Nestor (Sirotenko) di Madrid e Lisbona. Il programma di studi dottorali dei santi Cirillo e Metodio è affidato all'arciprete Maksim Kozlov, presidente del Comitato educativo della Chiesa ortodossa russa, con il mantenimento delle sue precedenti posizioni.

 


 

sabato 4 giugno 2022

Dal sito di Padre Ambrogio

 

Dichiarazione in controtendenza dalla Sacra Comunità del Monte Athos

 

La Sacra Comunità del Monte Athos (nella foto, la sede dell'Epistassia a Karyes) ha pubblicato il 24 maggio una dichiarazione dal contenuto esplosivo, proprio pochi giorni prima della visita del patriarca Bartolomeo sul Monte Santo.

In completa opposizione alle esternazioni antirusse del Fanar, la dichiarazione athonita non condanna l'invasione russa dell'Ucraina (non la menziona nemmeno) e dichiara che i monaci dell'Athos stanno intensificando le loro preghiere perché abbia fine il conflitto in Ucraina iniziato nel 2014. Sì, avete letto bene, "iniziato nel 2014". Ci fa piacere che anche le più alte autorità del Monte Santo siano d'accordo con la posizione che abbiamo sostenuto noi stessi fin da quella data, attirandoci la nostra parte di accuse e di insulti.

 

mercoledì 1 giugno 2022

http://www.ortodossiatorino.net

  Diverse diocesi ucraine non sono d'accordo con le modifiche agli statuti della Chiesa ortodossa ucraina

Orthochristian.com, 30 maggio 2022

 

il simbolo della diocesi di Simferopoli. Foto: YouTube

Dopo il Concilio della Chiesa ortodossa ucraina tenuto venerdì scorso a Kiev, diverse diocesi della Chiesa ortodossa ucraina hanno affermato che, in realtà, nulla è cambiato per loro.

Il Concilio ha dichiarato la completa indipendenza e autonomia della Chiesa ortodossa ucraina nella sua amministrazione e ha deciso di modificare gli statuti della Chiesa per riflettere questo status.

Secondo l'arciprete Nikolaj Danilevich, vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina, e altre fonti, questi cambiamenti includono la rimozione di ogni riferimento a qualsiasi collegamento con la Chiesa ortodossa russa. Sebbene gli statuti aggiornati debbano ancora essere pubblicati, ciò sembrerebbe confermato dal fatto che sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina ha commemorato sua Santità il patriarca Kirill non come il suo primate, ma come uno dei tanti primati le cui Chiese sono in comunione con la Chiesa ortodossa ucraina.

Subito dopo la conclusione del Concilio, sono apparse online alcune segnalazioni dei partecipanti al Concilio, che differivano nella valutazione del procedimento e nel grado di accordo effettivo sulle delibere e sulle modifiche statutarie.

Venerdì sera, a poche ore dal Concilio, la diocesi di Donetsk ha affermato che la sua vita ecclesiale non cambierà in alcun modo. Il servizio stampa diocesano riporta:

Va precisato che, secondo la decisione del Concilio della Chiesa ortodossa ucraina, le modifiche agli Statuti non riguarderanno alcune diocesi, inclusa la diocesi di Donetsk. Cioè, la vita della Chiesa nella diocesi di Donetsk non subirà alcun cambiamento.

La diocesi fa riferimento alla risoluzione 7 del Concilio di venerdì scorso:

Durante il periodo della legge marziale, quando i rapporti tra le diocesi e la direzione centrale della Chiesa sono complicati o assenti, il Concilio ritiene opportuno concedere ai vescovi diocesani il diritto di decidere autonomamente su alcune questioni della vita diocesana che rientrano nella competenza del Santo Sinodo o del primate della Chiesa ortodossa ucraina, con una successiva comunicazione alla gerarchia, quando l'occasione sarà ripristinata.

Mentre la diocesi di Donetsk presenta la sua posizione in conformità con le risoluzioni del Concilio, le diocesi di Simferopoli e Teodosia, entrambe in Crimea, esprimono una più forte opposizione.

Entrambe le diocesi riferiscono che i loro vescovi hanno detto al Concilio che lo status di autonomia della Chiesa ortodossa ucraina all'interno del Patriarcato di Mosca è l'ideale, che le loro delegazioni hanno votato all'unanimità contro le modifiche agli statuti della Chiesa ortodossa ucraina e che "rimangono sotto l'omoforio di sua Santità il patriarca di Mosca e tutta la Rus'."

E sebbene non abbia rilasciato alcuna dichiarazione dal Concilio, la diocesi di Zaporozh'e, guidata dallo schietto metropolita Luka, aveva già pubblicato le osservazioni di sua Eminenza alla riunione del clero tenutasi il 23 maggio, in cui si argomentava con forza contro l'autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina:

L'Ortodossia, per quanto i suoi rappresentanti ci provino, semplicemente non ha posto nel sistema di coordinate dell'ideologia prevalente nel mondo, finalizzata alla sua distruzione. I governanti laici dell'Ucraina non lasceranno mai vivere in pace la Chiesa ortodossa. Anche se diventerà tre volte autocefala e "giallo-blu", la considereranno comunque una quinta colonna e dichiareranno che la sua autocefalia è "un trucco del Cremlino e dell'FSB per mantenere i propri agenti in Ucraina".

Pertanto, a nostro avviso, l'acquisizione dell'autocefalia in qualsiasi forma sta solo ottenendo una piccola tregua prima che venga lanciato un attacco ancora più grande alla Chiesa. La pressione sarà mirata a portarla verso una nuova unia. Dopo l'adozione dell'autocefalia, seguirà ancora una fusione forzata con la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", i cui vertici parlano senza esitazione di creare una roadmap per l'unificazione con gli uniati. Strategicamente, questo porterà alla cattolicizzazione del nostro Paese con l'ulteriore creazione di una religione sincretista, che è ciò che cercano gli apologeti dell'ecumenismo, guidati dai papi d'Occidente e d'Oriente. Sono strumenti nelle mani del diavolo, che realizzano l'obiettivo posto loro davanti: la distruzione dell'Ortodossia. La nostra Chiesa è stata scelta come luogo sperimentale.

Non voglio essere un profeta, ma ci attende la distruzione totale se perdiamo l'unità all'interno della Chiesa...