lunedì 29 luglio 2019

"Vi ringraziamo, persecutori della fede ortodossa, per aver rafforzato il nostro amore per Dio, per averci uniti in un'unica famiglia, per averci dato l'opportunità di sperimentare ciò che è la grazia di Dio, che ogni minuto ci sostiene e ci dà forza": Questo è il grido dei Fratelli Ukraini della Chiesa Ortodossa Ukraina del Metropolita Onufri, lanciato durante la processione della Santa Croce per celebrare il battesimo della Rus 1031 anni addietro.
Questo è il nostro grido che arriva al trono celeste del Signore Nostro Gesù Cristo, e non a presunti troni ecumenici terreni, i quali hanno fatto la fine del topo. Infatti più i cristiani sono perseguitati, dagli stessi fratelli cristiani eretici ed ecumenici e dagli infedeli più la loro santa Fede in Cristo aumenta e si fa forte: "CRISTO E' CON NOI......... " di chi dovremo avere paura ??? 
Teniamo alto il vessillo della Fede, una, santa, universale e apostolica. Il Signore, sembra che ci abbandona, ma invece è al nostro fianco e ci sostiene con la sua forza ed il suo amore per coloro che non lo abiurano !!!!!
 

 

mercoledì 24 luglio 2019


PATRIARCATO DI MOSCA
PARROCCHIA ORTODOSSA
“SAN GIOVANNI DI KRONSTADT”
Palazzo Gallo / Piazza Vittorio Em. II
CASTROVILLARI - Calabria - Italia

Domenica 28 luglio 2019
Tono V – Domenica dei Padri
San Vladimir principe di Kiev
Santi martiri Quirico e Giulitta
Divina Liturgia Ore 9,30


http://www.ortodossiatorino.net

Portavoce della Chiesa ortodossa ucraina: a capo di Costantinopoli c'è il patriarca di un impero che non esiste
di Ol'ga Tsvilij
Unione dei giornalisti ortodossi, 22 luglio 2019

 
il vice capo del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina, l'arciprete Nikolaj Danilevich. Foto: Перший Козацький
Non si deve pensare che il patriarca ecumenico sia il patriarca di tutto il mondo, ha osservato l'arciprete Nikolaj.
È errato credere che il primate della Chiesa di Costantinopoli, anche se chiamato patriarca ecumenico, sia il patriarca di tutto il mondo, ha sottolineato l'arciprete Nikolaj Danilevich, vicedirettore del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortoidossa ucraina, in un programma live del canale Перший Козацький (Primo cosacco).
“Non si deve pensare che il patriarca di Costantinopoli sia il patriarca di tutto il mondo. Era il patriarca di un impero che non esiste più. E se non fosse stato per il territorio dell'arcidiocesi americana, i greci in Australia, in Grecia settentrionale, sull'isola di Creta e altre isole, il patriarca di Costantinopoli sarebbe rimasto al più con 20-30 parrocchie con sede in Turchia", ha detto l'arciprete Nikolaj .
Ha spiegato che il titolo "ecumenico" significa in effetti "il patriarca dell'Impero bizantino".
"il termine 'Ecumenico' non deve essere compreso nel senso astronomico, ovvero [il patriarca] del globo terrestre, di Marte e dell'intero sistema solare. Patriarca ecumenico significa il patriarca dell'Impero bizantino, tradotto dal greco. <...> L'Impero bizantino era chiamato "ikumeni" per riferirsi alla terra abitata da persone civili, perché i greci consideravano tutti barbari", ha spiegato il portavoce della Chiesa ortodossa ucraina.
Ha ricordato che il titolo di "patriarca ecumenico" è stato adottato all'incirca nel VI-VII secolo e che sia il papa di Roma che altri primati hanno protestato contro di esso a quel tempo.
"Infatti tutti i patriarcati - Roma, Antiochia, Alessandria, Costantinopoli, Gerusalemme - erano tutti situati nel territorio dello stesso stato - l'impero bizantino. E quando il patriarca di Costantinopoli si definì ecumenico, cioè imperiale, il papa di Roma gli disse: "dimmi, per favore, chi sono io se tu sei il primate di tutto l'impero? Perché anch'io ho la mia sede nel territorio dell'impero", ha aggiunto l'arciprete Nikolaj.
Inoltre, in latino, questo titolo è stato generalmente tradotto come "universalis", ha osservato il chierico.
Ha anche affermato che il papa di Roma scrive ancora nelle lettere ufficiali al Patriarca di Costantinopoli: "all'arcivescovo di Costantinopoli - Nuova Roma".
"Proprio così. Il pontefice non scrive al "patriarca ecumenico ". Non riconosce il suo titolo di patriarca ecumenico", ha concluso il portavoce della Chiesa ortodossa ucraina.
In precedenza, il vice capo del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina ha osservato che il patriarca di Costantinopoli vuole portare un virus politico nel Corpo della Chiesa. "La Chiesa ha una sua vita come corpo e non si è appellata al patriarca Bartolomeo, ma si sono rivolti a lui i rappresentanti degli scismatici - la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", il "patriarcato di Kiev" o l'attuale "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ha ricordato l'arciprete. “Inoltre, ricordiamo che l'anno scorso, a giugno, sono state consegnate al patriarca Bartolomeo oltre 400 mila firme di credenti della nostra Chiesa che chiedevano a sua Santità di non fare ciò che intendeva fare. Mezzo milione di firme sono state raccolte in meno di un mese o addirittura in due settimane. Pertanto, l'argomentazione di Bartolomeo è intrisa solo di una logica politica".

martedì 23 luglio 2019

Dal sito del confratello padre Ambrogio di Torino.

In che modo il patriarca Bartolomeo sta guarendo
 lo scisma  e restaurando l'unità della Chiesa
 
Un Tomos di scisma invece di un Tomos d'unificazione
di Aleksej Smirnov
Orthochristian.com, 20 luglio 2019

L'autore di questa analisi, Aleksej Smirnov, è un editorialista di spicco su temi religiosi in Ucraina. Smirnov scrive per i principali media ucraini come Vesti e il canale televisivo 112. È anche un esperto di temi religiosi per il canale TV di NewsOne.
foto: spzh.news
Nella sua intervista all'agenzia di stampa bulgara BGNES, il patriarca Bartolomeo ha dichiarato: "Il fattore decisivo che ha motivato il Patriarcato ecumenico a concedere l'autocefalia all'Ucraina è stato il suo desiderio di sanare lo scisma esistente e di ripristinare l'unità della Chiesa in quel paese". Secondo Bartolomeo, è stato per questo buon fine che ha approfittato del suo privilegio di accettare appelli contro le decisioni di altre Chiese ortodosse locali e di fornire un'autocefalia, senza prendere in considerazione l'opinione di tutti gli altri.
Le parole di Bartolomeo sul ripristino dell'unità della Chiesa sembrano piuttosto esplicite. Tuttavia, le sue azioni sono lontane dall'essere in accordo con i canoni adottati nell'Ortodossia, secondo i quali il patriarca di Costantinopoli è solo "il primo tra eguali" (primus inter pares) e non ha autorità diretta e poteri decisionali speciali al di sopra e al di là di quelli esercitati dagli altri primati. Soprattutto, le sue azioni hanno direttamente portato al risultato completamente opposto: invece di un'unificazione, hanno causato uno scisma ancora più grande nell'Ortodossia ucraina.
Ecco gli ultimi fatti.
Il 20 giugno 2019, presso la cattedrale di san Volodymyr [Vladimir] a Kiev, il "patriarca onorario della Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Filaret ha convocato un "concilio locale della Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev" che ha proclamato la piena ripresa delle attività di tale "patriarcato".
I partecipanti al "concilio locale" hanno adottato una risoluzione sintetica in dieci punti, in cui hanno ritirato le loro firme dalla decisione presa dal concilio d'unificazione del 15 dicembre 2018 in merito alla liquidazione della "Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev" e alla creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", proclamando invece che il "patriarcato di Kiev" riprenderà la sua attività sotto la guida permanente del "patriarca" Filaret. Hanno anche dichiarato i loro diritti esclusivi per gestire i monasteri e le diocesi ucraine e straniere che facevano parte della "Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev". Oltre a questo, Filaret e i membri del suo "concilio" si sono rifiutati di riconoscere quelle condizioni del Tomos che "hanno privato la Chiesa ucraina delle sue parrocchie all'estero e l'hanno resa completamente dipendente dal Patriarcato di Costantinopoli".
Filaret, disilluso dal sostegno insignificante mostrato dai suoi ex vescovi del "patriarcato di Kiev", ha consacrato due nuovi "vescovi", benedicendoli a prendere posto nel nuovo "sinodo della Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev", che aveva ripreso le sue funzioni. Ha ricordato a tutti i presenti che il primate della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e la maggior parte dei suoi vescovi erano stati ordinati da lui senza alcun sostegno o riconoscimento da parte del Patriarcato di Costantinopoli e dalle altre Chiese ortodosse locali.
In risposta alle azioni di Filaret, il "sinodo straordinario della Chiesa ortodossa dell'Ucraina", tenutosi il 24 giugno, ha spogliato il "patriarca onorario" del suo status di amministratore della diocesi di Kiev, ha espulso i suoi più stretti sostenitori dal proprio episcopato e ha annunciato che le chiese e i monasteri di Kiev saranno posti sotto la giurisdizione del "metropolita" Epifanij.
Così, dopo un periodo di soli sei mesi, l'Ortodossia ucraina si trova ora nella stessa situazione in cui si trovava prima della creazione della cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e della concessione del Tomos d'autocefalia da parte del patriarca Bartolomeo. E ora, al posto di una "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" scismatica (insieme alla Chiesa ortodossa ucraina canonica e al "patriarcato di Kiev" scismatico), ora è in funzione una "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" di nuova creazione, controllata da Costantinopoli. E le dispute ecclesiali sono state sostituite da sequestri di predoni e da attacchi alle chiese, il tutto con la partecipazione attiva di funzionari governativi e attivisti radicali armati. Fino a poco tempo fa, le principali vittime di queste azioni illegali erano chierici e parrocchiani della Chiesa ortodossa ucraina. Ora, letteralmente un giorno dopo il "concilio del patriarcato di Kiev", Filaret e i "chierici" che lo sostengono hanno iniziato a lamentarsi di insulti e minacce contro di loro e di sequestri forzati di chiese precedentemente appartenenti al "patriarcato di Kiev".
                                                         I veri obiettivi del patriarca Bartolomeo
I fatti di uno scisma più profondo nell'Ortodossia ucraina sono così eloquentemente affermati che Bartolomeo, che "aspira a ripristinare l'unità della Chiesa", dovrebbe immediatamente se non revocare il Tomos concesso alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (come ha fatto nel novembre 2018 per l'Esarcato delle parrocchie russe dell'Europa occidentale), per lo meno convocare una sinassi pan-ortodossa per discutere della situazione in Ucraina e fare appello alle autorità ucraine, che stanno sostenendo una delle organizzazioni ecclesiastiche, a smettere di interferire negli affari della Chiesa ortodossa.
Tuttavia, il Patriarca di Costantinopoli non sta facendo nulla del genere e non intende farlo. La ragione di ciò non ha niente a che fare con la fiducia di Bartolomeo in se stesso e nella sua correttezza canonica, né, in verità, nel suo desiderio di salvare la faccia. La vera ragione è che le azioni calcolate di Bartolomeo in Ucraina si integrano perfettamente nella strategia a lungo termine del Fanar, che mira a rafforzare la posizione del Patriarcato di Costantinopoli e a stabilire la sua autorità sulle altre Chiese ortodosse locali. Secondo la logica di questa strategia, le Chiese ortodosse locali dovrebbero riconoscere il primato incondizionato del patriarca di Costantinopoli (analogo al primato del papa nella Chiesa cattolica), il suo privilegio di essere l'unico e supremo arbitro in tutte le dispute ecclesiali, così come il suo diritto di prendere decisioni individuali e stabilire stavropigie nei territori di tutte le Chiese ortodosse locali. Oltre a ciò, e secondo questa strategia, in futuro le Chiese ortodosse locali dovrebbero limitare le loro attività esclusivamente ai confini nazionali e abbandonare le loro diocesi straniere a favore del Fanar.
Bartolomeo ha incluso indicativamente tutti i suoi obiettivi nel testo del Tomos d'autocefalia che ha concesso alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Secondo questo Tomos "La Chiesa ortodossa dell'Ucraina riconosce: 1) il Trono ecumenico come proprio capo, come presumibilmente dovrebbero fare tutti gli altri patriarchi e primati"; 2) il "diritto inalienabile del Trono ecumenico di stabilire ovunque stavropigie"; 3) la "responsabilità canonica del Trono ecumenico di prendere decisioni giudiziarie perentorie per tutte le Chiese ortodosse locali e; 4) che "La Chiesa ortodossa dell'Ucraina non può nominare vescovi e stabilire parrocchie al di fuori dei suoi confini statali e deve rinunciare alle sue parrocchie esistenti in favore del Trono ecumenico, che ha poteri canonici nella diaspora". È proprio questo testo che Bartolomeo propone al riconoscimento delle Chiese ortodosse locali; in tal modo, confermerebbe i suoi poteri speciali e illimitati nel mondo ortodosso.
A proposito, l'Ucraina non è l'unica vittima della strategia aggressiva del Fanar. Solo negli ultimi trent'anni, il Patriarcato di Costantinopoli ha inglobato l'Esarcato americano della Chiesa d'Alessandria, poi ha istituito una Chiesa ortodossa apostolica autonoma estone su territorio canonico straniero e poi ha trasferito le parrocchie americane della Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme alla sua giurisdizione. E nell'intervallo tra questi attacchi, ha anche costretto la Chiesa ortodossa di Grecia a consegnare sotto il suo controllo trentasei diocesi nei cosiddetti "nuovi territori greci". Dopo l'Ucraina, le prossime azioni offensive del Fanar possono essere finalizzate a: riconoscere le Chiese di Macedonia e Montenegro (queste sono nel territorio canonico della Chiesa ortodossa serba), la Chiesa dell'Abkhazia (situata nel territorio canonico della Chiesa ortodossa georgiana), oltre a fagocitare altre diocesi e parrocchie appartenenti alle Chiese ortodosse di Antiochia, Russia, Romania e Bulgaria in Europa occidentale, Australia e Nord America (a cui il Patriarcato di Costantinopoli è particolarmente interessato).
Se nel corso della realizzazione della strategia del Fanar a lungo termine, i primati e i sinodi delle Chiese ortodosse locali non agiscono collettivamente, l'Ortodossia mondiale potrebbe cambiare nel modo più radicale, e il patriarca di Costantinopoli da "primo tra pari" (primus inter pares) sarà trasformato in un nuovo papa orientale (primus sine paribus) con poteri illimitati in tutto il mondo ortodosso. Il risultato di tale trasformazione potrebbe essere una restaurazione distopica dell'unità della Chiesa sotto i dettami del Trono ecumenico e la completa estirpazione della conciliarità ortodossa. Ciò potrebbe anche portare a una nuova unione globale, sul tipo delle unioni di Lione e di Firenze, tra il papa di Roma e il patriarca di Costantinopoli.

giovedì 18 luglio 2019



  Chiesa Ortodossa 


 Patriarcato di Mosca


Parrocchia

San Giovanni di Kronstadt

Palazzo Gallo - Piazza Vittorio Em. II

 P.zza Vittorio Em. II 

 Castrovillari (cs)




 Domenica 22 luglio 2019

Tono IV - Divina Liturgia  Ore 9,30

Memoria dell’ikona del Kazan

Memoria di San Procopio
Tropari:
Светлую воскресения проповедь / от Ангела уведевше Господни ученицы / и прадеднее осуждение отвергша, / апостолом хвалящася глаголаху: / испровержися смерть, / воскресе Христос Бог, // даруяй мирови велию милость.

Засту́пнице усе́рдная,/ Ма́ти Го́спода Вы́шняго,/ за всех мо́лиши Сы́на Твоего́ Христа́ Бо́га на́шего,/ и всем твори́ши спасти́ся,/ в держа́вный Твой покро́в прибега́ющим./ Всех нас заступи́, о Госпоже́ Цари́це и Влады́чице,/ и́же в напа́стех и в ско́рбех, и в боле́знех обремене́нных грехи́ мно́гими,/ предстоя́щих и моля́щихся Тебе́ умиле́нною душе́ю/ и сокруше́нным се́рдцем,/ пред пречи́стым Твои́м о́бразом со слеза́ми,/ и невозвра́тно наде́жду иму́щих на Тя,/ избавле́ния всех зол,/ всем поле́зная да́руй,/ и вся спаси́, Богоро́дице Де́во:// Ты бо еси́ Боже́ственный покро́в рабо́м Твои́м.

Му́ченик Твой, Го́споди, Проко́пий/ во страда́нии свое́м вене́ц прия́т нетле́нный от Тебе́, Бо́га на́шего:/ име́яй бо кре́пость Твою́,/ мучи́телей низложи́,/ сокруши́ и де́монов немощны́я де́рзости./ Того́ моли́твами// спаси́ ду́ши на́ша.

 Слава Отцу, и Сыну, и Святому Духу.

Православныя веры поборниче, земли Российския печальниче, пастырем правило и образе верным, покаяния и жизни во Христе проповедниче, Божественных Таин благоговейный служителю и дерзновенный о людех молитвенниче, отче праведный Иоанне, целителю и предивный чудотворче, граду Кронштадту похвало и Церкве нашея украшение, моли Всеблагаго Бога умирити мир и спасти души наша.

И ныне и присно и во веки веков. Аминь.

Предстательство христиан непостыдное, ходатайство ко Творцу непреложное, не презри грешных молений гласы, но предвари, яко Благая, на помощь нас, верно зовущих Ти; ускори на молитву и потщися на умоление, предстательствующи присно, Богородице, чтущих Тя.

mercoledì 17 luglio 2019

Biserica Ortodoxă Rusă
Patriarhia Moscovei
Parohìa Sf. Ioan de la Kronstadt
 Castrovillari (cs)



CELEBRAZIONI SETTIMANALI:
 
Sabato 20 luglio 2019 Parrocchia San Giovanni di Kronstadt a Castrovillari, con inizio alle ore 17,30 

battesimo del piccolo Michele;
Domenica 21 luglio 2019 Divina Liturgia con inizio alle ore 9,30 Parrocchia a Castrovillari;
Lunedi 22 luglio 2019, nel pomeriggio, ci recheremo a Belmonte Calabro per la celebrazione del battesimo

 alla piccola Delia.
Chiediamo le vostre preghiere e la benedizione e la protezione del Signore Nostro Gesù Cristo.

 Amìn !!!


Parohìa Sf. Ioan de la Kronstadt Castrovillari (cs)ei 

Parohìa Sf. Ioan de la Kronstadt Castrovillari (cs)

martedì 16 luglio 2019

Dal sito del nostro confratello padre Ambrogio di Torino sulla situazione in Ukraina.

Perché il Tomos degli scismatici è la misericordia di Dio
di Sergej Komarov
Unione dei giornalisti ortodossi, 12 luglio 2019

sua Beatitudine Onufrij, primate della Chiesa ortodossa ucraina. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi
Cosa hanno guadagnato i cristiani ortodossi in Ucraina e nel mondo grazie al Tomos d'autocefalia alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?
"Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno" (Rm 8:28), ha scritto l'apostolo Paolo. Queste parole vengono in mente quando si riflette sugli affari legati alla Chiesa in Ucraina.
È vero, la Chiesa ortodossa ucraina è molto turbata oggi. Ma non dovremmo ringraziare Dio per la sua misericordia? La situazione è davvero complicata, ma si sente chiaramente l'effetto della provvidenza di Dio, il suo amore. Da qualunque parte tu guardi, tutto ciò che sta accadendo è la grande misericordia di Dio. In ogni caso, si sente la mano premurosa del Signore che ci conduce alla salvezza.
La piena misericordia di Dio non può essere completamente percepita con il nostro sguardo ristretto; è ancora più impossibile contare in qualche modo le benedizioni di Dio verso di noi. Ma si ha voglia di esprimere grazie al Signore, e questo rendimento di grazie può essere evocato da alcuni fatti e avvenimenti. Quali sono questi fatti nella situazione ecclesiale odierna nel nostro paese?
Misericordia di Dio 1
I gruppi separatisti hanno pienamente dimostrato la loro natura negli ultimi sei mesi. Continuano a impadronirsi dei luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina, a picchiare i credenti, a cacciare i preti dalle chiese e dalle case. L'intero mondo civilizzato conosce già le loro "imprese". Ci sono centinaia di riprese video e foto dei crimini di questa organizzazione religiosa. Qualsiasi persona sana di mente può capire facilmente chi sono gli scismatici e qual è il loro spirito.
La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è nata originariamente come un'organizzazione laica e russofoba all'interno del paradigma dei "tre pilastri" di Poroshenko: esercito, lingua e fede. Non c'è spirito cristiano in essa. L'aggressione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" contro i credenti della Chiesa ortodossa ucraina mostra la misericordia di Dio, in cui tutte le maschere vengono strappate e i lupi feroci mostrano la loro natura malvagia, nonostante la loro parvenza di agnelli mansueti. Per una persona che cerca onestamente la vera Chiesa, tutti questi fatti (sottolineo, fatti!) certamente aiutano a fare la scelta giusta.
Inoltre, ciò che gli scismatici fanno gli uni agli altri dimostra la loro tonalità anti-ecclesiale meglio di qualsiasi parola e riferimento ai canoni. Rabbia, odio, insulti e guerre di prove incriminanti – tutto questo è così incompatibile con le opere di Dio che perfino il più incallito dei loro sostenitori non può non chiedersi: i loro idoli hanno davvero qualcosa a che fare con la Chiesa?
Misericordia di Dio 2
Prima della concessione del Tomos, c'erano in Ucraina diversi gruppi di aggressori che si opponevano apertamente alla Chiesa ortodossa ucraina. Ora si combattono l'un l'altro. Indubbiamente, questa è la via della decadenza, dell'autodistruzione. "Ogni regno discorde cade in rovina e nessuna città o famiglia discorde può reggersi" (Mt 12:25).
Filaret Denisenko ed Epifanij Dumenko non fermeranno la guerra l'uno contro l'altro, dal momento che non hanno bisogno di una parte di potere – hanno bisogno di tutto il potere. Non ci sarà pace in questo terrario di amici; invece ci sarà una lotta spietata fino alla fine. E qui è evidente la misericordia di Dio: il Signore sta combattendo gli scismatici con le mani degli stessi scismatici.
Misericordia di Dio 3
Il patriarca di Costantinopoli e gli scismatici ucraini non sono riusciti a vincere la guerra lampo e a impossessarsi dell'Ucraina ecclesiale, nonostante il fatto che l'intero apparato statale dell'Ucraina e il presidente lavorassero personalmente per loro. Calpestando la legge dell'Ucraina sulla non ingerenza dello stato negli affari della Chiesa, Petro Poroshenko ha fatto campagne incentrate sul Tomos, ha predicato dalla tribuna, ha fatto propagana per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nelle piazze delle città – ma non ne è uscito nulla. La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è mai diventata popolare e non è ancora riconosciuta da nessuna delle Chiese locali.
Anche questa è misericordia di Dio perché questa situazione ha rivelato che Dio ama la sua Chiesa e la difende. Tutto il potere dello stato, tutti gli sforzi della stampa, tutti gli sforzi dell'ex presidente, tutte le macchinazioni del patriarca Bartolomeo non sono riuscite a distruggere la Chiesa canonica in Ucraina. Questo è un miracolo, la misericordia di Dio Onnipotente, che dobbiamo ringraziare.
Misericordia di Dio 4
Le avventure di Tomos in Ucraina hanno rispecchiato la posizione della maggioranza delle persone di chiesa nel paese. Ora che sono passati sette mesi dopo il "concilio d'Unificazione", è abbastanza ovvio che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è diventata e non diventerà una Chiesa per il popolo, e gli ucraini non hanno affatto aspettato il Tomos per mille anni. In effetti, non lo aspettavano affatto e non volevano che ci fosse.
Quelli che hanno cercato Dio nella Chiesa lo hanno trovato molto tempo fa. Quelli per i quali la Chiesa fa parte della tradizione hanno appreso la parola "Tomos" dallo schermo televisivo sei mesi o un anno fa e sono caduti nel gioco di una manipolazione primitiva, che sostiene che uno stato indipendente ha una Chiesa indipendente!
Anche questa è misericordia di Dio, perché il Tomos ha setacciato il grano dall'erbaccia. È diventato chiaro chi è chi. Abbiamo visto persone veramente praticanti che amano la loro chiesa e non vogliono tradirla. D'altra parte, abbiamo visto quelli che si definiscono cristiani, ma allo stesso tempo si impadroniscono di luoghi di culto, picchiano i preti, insultano gli altri credenti. Grazie a Dio, questi ultimi sono considerevolmente meno dei primi. Ed è stato il Tomos che ha mostrato questa relazione, ha rivelato la natura interiore del fenomeno dello scisma e ha separato le pecore dalle capre.
Misericordia di Dio 5
La storia del Tomos, come una radiografia, ha evidenziato la qualità dell'episcopato della Chiesa canonica e di coloro che si definiscono vescovi nel corpo scismatico. Di 88 vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, solo due hanno tradito la loro Chiesa. Tutto il resto rimase fedele al proprio primate e al proprio gregge.
Inoltre, la loro scelta è costata cara. Alcuni vescovi sono stati convocati per interrogatori dalla SBU, portati a conversazioni private con funzionari governativi e diffamati dai media. Ma non si sono tirati indietro, hanno resistito perché temono il giudizio di Dio e hanno una coscienza cristiana.
La maggior parte dei "vescovi", che Filaret ha ordinato durante l'esistenza del "patriarcato di Kiev", ha tradito il proprio capo. La sua creatura numero 1, Epifanij, si è ribellata contro di lui e ha combattuto colui a cui deve la sua intera carriera.
Zorja, anch'egli in debito con Filaret per letteralmente tutto, ora sta insultando pubblicamente il suo ex patrono e praticamente lo definisce un imbecille.
Tutto questo era inizialmente prevedibile perché nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" i rapporti non sono tra cristiani ma tra secolaristi, l'obiettivo principale sono i soldi e gli affari, il potere e l'ambizione. La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è un'organizzazione laica semi-religiosa che serve ideologie politiche alla moda, comprese le ideologie nazionaliste. E quando i suoi "vescovi" hanno affrontato un dilemma – Filaret o sostegno dello stato – hanno fatto una scelta del tutto naturale. Nonostante il fatto che solo ieri Filaret fosse elogiato come un santo, come un eroe nazionale.
Il fatto che una tale rottura sia ora ovvia e chiara come il giorno è anche questo un segno della misericordia di Dio.
Misericordia di Dio 6
Alla luce di tutti gli eventi, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha intrapreso la strada del rinnovamento in senso positivo, una sorta di risveglio. Ci siamo risvegliati da un certo letargo, ci siamo scossi, ci siamo mobilitati e siamo diventati più uniti. Siamo in grado di capire problemi di cui non eravamo a conoscenza prima. Sentivamo di dover rispondere della nostra scelta religiosa e dobbiamo essere in grado di dare una risposta a tutti coloro che chiedono conto della speranza che è in noi (v. 1 Pt 3:15). Abbiamo scoperto molti dei nostri errori, capito cosa ci manca e cosa era ridondante nella nostra vita ecclesiale.
Di tutto ciò ringraziamo il Tomos, o meglio Dio, che ha permesso che questo accadesse.
Misericordia di Dio 7
I sequestri in stile di razzia dei luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina" hanno fatto capire a molti che una chiesa e una comunità ecclesiale non sono solo una sorta di comunità straniera dove possiamo venire di volta in volta per soddisfare i nostri bisogni religiosi. A quanto risulta, infatti, il valore più grande che può essere facilmente perso è che si tratta di una famiglia. Siamo diventati molto più vicini alla comprensione della prima comunità cristiana, quando per servire Cristo, le persone sacrificavano tutte le cose più preziose che avevano. Non si tratta solo di denaro e di risorse materiali. Vediamo che nei villaggi nell'Ucraina occidentale i credenti che difendono le loro chiese sono minacciati e persino crudelmente picchiati.
In quelle comunità dove i razziatori hanno portato via i luoghi di culto della Chiesa canonica, i credenti sono diventati molto più vicini gli uni agli altri – stanno allestendo e costruendo nuove chiese, indipendentemente dal tempo o dalla salute. Non solo le persone all'interno di una comunità diventano più vicine, ma i cristiani ortodossi si rendono conto di essere parte di tutta la Chiesa unificata. Molte persone inviano assistenza materiale alle parrocchie in difficoltà non solo dall'Ucraina, ma da tutto il mondo. Ed è impossibile negare che il Tomos abbia avuto un ruolo molto significativo in questo processo.
Misericordia di Dio 8
La situazione in Ucraina ha spinto le Chiese locali a prendere decisioni sugli scismatici ucraini. Le chiese sono costrette a valutare la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in termini di canoni. La metà delle Chiese ha già espresso la propria opinione in modo inequivocabile contro la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Non una singola Chiesa ha sostenuto la nuova struttura pseudo-ecclesiale.
Le Chiese locali ne hanno parlato prima, ma non conciliarmente, non ufficialmente. I primati delle chiese o singoli vescovi hanno detto la loro. Ora, per quanto riguarda la questione ucraina, parlano della necessità di riunire un Concilio, scrivere decisioni teologiche con tutto il necessario ragionamento. Ciò che non è stato fatto volontariamente prima è ora fatto per costrizione. Si era già in ritardo. Quindi quello che sta succedendo viene dalla misericordia di Dio.
Misericordia di Dio 9
La situazione è un "test robusto" per il nostro pastore, sua Beatitudine il metropolita Onufrij, che ha perseverato senza battere ciglio. Le informazioni personali del metropolita sono pubblicate su Mirotvorets ("il pacificatore"), è stato ripetutamente dichiarato traditore dell'Ucraina, complice del Cremlino, ecc. Ma non ha paura di nessuno e fa affidamento sulla volontà di Dio – e Dio lo tiene al sicuro. Grazie alla sua posizione di confessore di fede, la gente ha cominciato a provare ancora più affetto nei suoi confronti. Sua Beatitudine Onufrij è diventato un modello per milioni di persone. E ora siamo ancora più convinti di quale dono il Signore ci ha mandato nella persona del nostro primate.
* * *
Non sappiamo come e quanto le malattie della coscienza ecclesiastica che indubbiamente erano e rimangono dentro di noi si sarebbero sviluppate nelle nostre vite, a meno che non avessimo ricevuto il Tomos. Possiamo parlare a lungo di queste malattie: si tratta dei problemi dell'educazione, del lavoro missionario, dell'atteggiamento nei confronti della vita liturgica, del tema delle comunità e delle parrocchie, e dei temi della catechesi, del volontariato, della conoscenza della Sacra Scrittura e dei canoni, gli argomenti difficili di scisma, etnofletismo, falso e vero patriottismo, ecc.
La situazione con il Tomos ha esacerbato tutte queste cose e non possiamo più dissociarci dall'intero spettro delle domande "cattive" del nostro tempo. Grazie a Dio! Era necessario affrontarle prima o poi. Una benedizione sotto mentite spoglie, come dice il proverbio. Di regola, è abbastanza difficile per noi capirne il senso – perché queste sono le opere di Dio.
Sembra che durante i periodi di disordini, sconvolgimenti politici, persecuzioni, un fedele comprenda pienamente tutto ciò che accade a lui e al suo popolo. Sì, è terrorizzato dallo spargimento di sangue; si addolora per le vittime innocenti, soffre alla vista di un'amara ingiustizia; è stufo dei flussi di bugie che si riversano su di lui. Non può che vedere e capire tutto questo. Ma questo è solo un contorno esterno di quei grandi processi, chiusi all'uomo, che sono creati dalla volontà di Dio.
"Cose grandi e inscrutabili, gloriose e terribili, senza numero" (la sesta preghiera nella regola delle preghiere mattutine), opera il Signore su di noi, cristiani. Le vie di Dio sono imperscrutabili, senza di lui neanche un capello cade dalla testa di un uomo. "Un'opera io compio ai vostri giorni, un'opera che non credereste, se vi fosse raccontata" (At 13:41), ci dice il Signore. "I suoi destini sono incomprensibili e le sue vie sono imperscrutabili!" (Rm 11:33), l'apostolo Paolo scrive del Signore.
È vero, una persona può assumersi qualche compito, impegnarsi in alcuni settori. Ma il mistero della Provvidenza di Dio, che conduce un cristiano alla salvezza, è tanto impenetrabile quanto la profondità dell'oceano. "Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie", dichiara il Signore (Is 55:8). Di norma, una persona non capisce nulla a meno che Dio non glielo riveli, ma questa comprensione arriva anche molto più tardi. Per il bene della persona stessa, il Signore a volte permette che avvengano prove molto difficili nella vita umana, facendo tormentare e sconcertare un credente.
La situazione attuale in Ucraina ci insegna: un cristiano, nel buio di disordini sociali, disordini politici, peccato sfrenato, un'oscurità sinistra, quando sembra che il terreno scivoli da sotto i nostri piedi e non ci sia nulla su cui appoggiarsi, ricorda: "La volontà di Dio è buona, gradita e perfetta" (Rm 12:2). Ciò che sta succedendo è permesso a causa dei nostri peccati. Affidatevi a Cristo – non c'è altro sostegno. Vivete con fede e speranza e sii confortato da preghiera: Dio non lascerà il suo gregge, finché tu appartieni a Cristo, fai affidamento sulla volontà del Signore, predica il suo nome e le tue pene si trasformeranno in gioia.
Possa Dio darci il giusto orientamento nello spazio mutevole della vita moderna e stare fermamente sulla pietra della fede, che è il nostro Signore Gesù Cristo, degna di tutte le glorificazioni. Gloria a lui per tutto!