mercoledì 31 marzo 2010

Parrocchia Ortodossa a Castrovillari






PARROCCHIA ORTODOSSA

SAN GIOVANNI DI KRONSTADT

PATRIARCATO DI MOSCA

PALAZZO GALLO

(C.so Garibaldi)

CASTROVILLARI



1° Aprile 2010 - Giovedì


ORE 17,30


CELEBRAZIONE DEL MATTUTINO


E LETTURA DEI 12 VANGELI




2 Aprile 2010 - Venerdì


OSTENSIONE DELL'EPITAFIO

martedì 30 marzo 2010


PARROCCHIA ORTODOSSA
SAN GIOVANNI DI KRONSTADT
PATRIARCATO DI MOSCA
Palazzo Gallo
(C.so Garibaldi)
Castrovillari



ORE 17.30

CELEBRAZIONE DEL

MATTUTINO DEL NINFIOS

lunedì 29 marzo 2010

Dal sito amico: Eleousa.net

Russia - Al Patriarca la stella d'oro di Betlemme

Mosca, 28 Marzo 2010 – Nel giorno solenne in cui si fa memoria dell’ingresso di Nostro Signore a Gerusalemme, nella Sala del Trono della Cattedrale di Cristo Salvatore, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha ricevuto i membri dell’Accademia di letteratura russa (VRS), con il suo presidente YA Belyaev, segretario dell’Unione degli scrittori della Russia. Alla riunione ha partecipato anche l’arciprete Vsevolod Chaplin, presidente del Dipartimento sinodale per la Chiesa e le pubbliche relazioni. Il presidente Belyaev, a nome dell’Accademia, ha consegnato a Sua Santità il Patriarca Kirill “La stella d’oro di Betlemme” per il suo contributo allo sviluppo morale e spirituale della Russia, l'unità dei popoli ortodossi, il rafforzamento del Cristianesimo nella società moderna. In passato, il premio è stato consegnato anche al Santissimo Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Alessio II e a Sua Santità il Patriarca Paolo della Serbia Nel ringraziare, il Patriarca ha detto che è importante oggi lottare per la conservazione della lingua russa, per condividere il patrimonio spirituale e culturale, per promuovere la letteratura russa. "Vi ringrazio per il vostro lavoro e invio la benedizione di Dio sui lavori dell 'Accademia”.

(Fonte: Ufficio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia; www.patriarchia.ru)

mercoledì 24 marzo 2010







PATRIARCATO DI MOSCA












PARROCCHIA ORTODOSSA



SAN GIOVANNI DI KRONSTADT



P.zzo GALLO



(Corso Garibaldi)



CASTROVILLARI



Programma ed orario delle celebrazioni



da Domenica 28 Marzo a Domenica 4 Aprile



28 Marzo 2010 Domenica della Palme Divina Liturgia Ore 10.00
Inizia la Settimana Santa Mattutino Ore 17.30
29 Marzo 2010 Lunedi Mattutino Ore 17.30
30 Marzo 2010 Martedì Mattutino Ore 17.30
31 Marzo 2010 Mercoledì Mattutino Ore 17.30
01 Aprile 2010 Giovedi (12 Vangeli) Ore 17.00
02 Aprile 2010 Venerdì (Sepoltura di Gesù) Ore 17.00
03 Aprile 2010 Sabato (Confessioni) Ore 16.30


04 Aprile 2010
PASQUA DI RESURREZIONE

DIVINA LITURGIA - SFÂNTA LITURGHIE - БОЖЕСТЕННАЯ ЛИТУРГИЯ

ORE 10.00

ХРИСТОС ВОСКРЕСЕ - HRISTOS A ÎNVIAT - CRISTO Ė RISORTO

Padre Giovanni Capparelli (Cell.: 3280140556)






A TUTTI VOI FEDELI ORTODOSSI


BUONA PASQUA


martedì 23 marzo 2010

Da Albanianews.it



Scanderbeg, il re guerriero dell'Albania







"Il destino di un uomo è diventato una lotta epica per la libertà delle nazioni, la gloria ha un prezzo terribile." Il film-documentario "Scanderbeg - Il re guerriero dell'Albania" (ingl. "Scanderbeg -Warrior King of Albania") ricostruisce il ritratto dell’eroe nazionale albanese Gjergj Kastrioti Scanderbeg, basato principalmente sull’opera “Historia de vita et gestis Skanderbegi, epirotarvm principis” scritta tra il 1508 e il 1510 dal monaco albanese Marin Barleti.

Per rievocare la storia di quell’epoca, sono stati inclusi una serie di materiali e interviste con un panel di storici albanesi e stranieri esperti del tardo medioevo. Scritto da Nua Gjelaj e con la regia di Nick Gjonaj, l’anteprima del film-documentario è stata proiettata a New York, l’11 febbraio del 2007. I due si sono conosciuti casualmente nel 2002, grazie ad un dipinto di Scanderbeg, realizzato e messo in vendita da Gjelaj e acquistato da Gjonaj. Dopo vari incontri in cui discussero dei loro comuni interessi culturali e dell’ammirazione personale che avevano per la figura di Scanderbeg, si sono impegnati per cinque anni consecutivi nella realizzazione di questo documentario.I coproduttori del documentarioIl progetto inizialmente era nato come un’iniziativa personale di Gjonaj e Gjelaj che decisero di fondare “Illyria Entertainment Group” con lo scopo di promuovere la cultura albanese. Dopo un po’, a causa della mancanza di fondi si sono rivolti alle associazioni albanesi negli Stati d’Uniti che non erano disposte a sostenerli oppure non avevano i mezzi per farlo. Ma il tam tam è stato d’aiuto. Molti cittadini americani di origine albanese, desiderosi di vedere realizzato il loro progetto, li contattano via e-mail per contribuire finanziariamente. Durante questo periodo, entra in scena anche la produttrice esecutiva del documentario Tringa Gojcaj, agente immobiliare, fornendo l’aiuto finanziario che ha dato una grande spinta in avanti al progetto. “Quando ho incontrato Nik e Nua, ho visto che i due giovani erano finiti in un vicolo cieco su un progetto nel quale avevano messo tutto il loro cuore. Noi non abbiamo fatto tutto questo per diventare ricchi, ma pensiamo davvero che questa storia sia immensamente importante e che debba essere raccontata.”, ricorda Gojcaj del suo incontro con i due produttori. Sono le radici alla base del loro progetto. Il regista Nik Gjonaj, discendente di una famiglia di emigranti albanesi di Detroit, innamorato del cinema e del patrimonio culturale albanese, da tempo aveva voluto realizzare un film su Scanderbeg. “Gjergj Kastrioti è l’Albania e l’Albania è Gjergj Kastrioti. Egli è l’essenza di ciò che gli albanesi vogliono: la libertà e l’onore. Ero molto interessato a catturare gli elementi mitologici e quelli umani di questo uomo leggendario. Sapevamo che era un grande soldato, ma abbiamo voluto guardare anche alle altre dimensioni della sua vita, per avere un ritratto solido del mito e della leggenda.”, racconta Gjonaj in merito al documentario. Invece Nua Gjelaj svela il messaggio di fondo del loro documentario: “L’idea della lotta perdente contro un potere schiacciante dimostra che la gente è predisposta a resistere, poiché è meglio avere un proprio malgoverno che un invasore straniero benigno. Ed è proprio questo il messaggio che incarna l’idea del film, cioè, che nessuno può imporre le proprie convinzioni agli altri in merito a come dovrebbero vivere. Non si può riscrivere la storia, ma è possibile almeno imparare da essa.”Gjelaj è un emigrato di prima generazione. Nato nell’ex Jugoslavia ed emigrato negli Stati Uniti nel 1972, prima a New York e poi nel Michigan, dove risiede attualmente, si è laureato presso la Wayne State University dove ha terminato anche il Master in Storia sul periodo tardo-medievale dell’Europa orientale. Gjelaj, sceneggiatore e direttore artistico del documentario, si è documentato negli archivi storici, visionando documenti albanesi e stranieri sull’eroe per stendere la sceneggiatura. Insieme a Katerina Boçi, si è occupato anche del design e della preparazione dei costumi, elmi, spade, abiti, e comportamento dei personaggi, un’altra sfida difficile da affrontare. I coproduttori hanno a cuore la trasformazione del documentario “Scanderbeg - Il Re Guerriero dell’Albania” in un vero e proprio film a lungo metraggio. Il loro obiettivo è quello di firmare un contratto con una grande casa produttrice hollywoodiana per la realizzazione. Nel frattempo, stanno lavorando su un nuovo progetto: il documentario “Illiria” che si occuperà in particolare dell’evoluzione della cultura e della storia illirica in una prospettiva diversa. Questo progetto vuol essere una documentazione importante del contributo degli illirici alla civiltà europea e occidentale, prima della caduta della Grecia antica e della nascita di Roma.I premi ricevutiI due premi prestigiosi vinti dalla casa produttrice ‘Illyria Entertainment Group’ nella sezione documentari di due concorsi internazionali, tra migliaia di altri film, hanno fatto sì che i due produttori godessero ulteriormente i frutti del loro lavoro. L’opera è stata valutata come il miglior documentario storico-biografico al “The Telly Awards” vincendo il Premio d’Argento tra altre 18 mila realizzazioni, invece al “International Davery Award” ha vinto il Premio d’Oro tra altri 15 mila. E’ un film-documentario che ha cercato modestamente di colmare il vuoto che dilaga nella filmografia albanese riguardo la figura del nostro eroe nazionale, evocando la storia del popolo albanese. Ricordiamo che il primo e l’unico colossal realizzato sulla sua figura è quello intitolato "Il Grande Guerriero Scanderbeg" (ingl. “The Great Warrior Skanderbeg”) del 1953 in collaborazione con il regista sovietico Sergei Yutkevich, premiato anche al Festival di Cannes.Il castGjonaj e Gjelaj si sono avvallati di un cast di giovani e talentuosi attori. Anton Gojcaj interpreta Scanderbeg, Iliriana Sinishtaj, sua moglie Donika Kastrioti, invece nei panni del monaco albanese Marin Barleti troviamo Zef Lulgjuraj. Altri interpreti sono Tom Ivanaj, Mirash Gjelaj, Mario Malotaj, Gjergj Micakaj, Luke Micakaj, ecc. Le riprese sono state effettuate a Michigan, Londra, Vienna, Albania, Kosova, e Roma.Il panel di storiciGli eventi storici dell’epoca e la figura di Scanderbeg vengono ricostruito grazie agli interventi di un panel ricco di storici albanesi e stranieri quali Dott. David Nicolle – Nottingham University, Dott. Musa Ahmeti – Studioso degli Archivi Segreti del Vaticano, Kenneth Walters – Wayne State University, Jahja Drancolli – Professore di Storia all’Universita di Prishtina in Kosova, Dott. Isa Blumi – New York University, Kristo Frasheri – Professore di Storia all’Università di Tirana, Oliver Schmitt – Vienna University, David Abulafia – Professore di Storia Mediterranea al Cambridge University.
Breve analisi illustrativa Il rafforzamento dei signori feudali e dei principi albanesi, come risultato di un lungo e doloroso processo di sviluppo politico-sociale ed economico-culturale iniziato nel IX secolo, portò alla formazione di diversi principati feudali in diverse regioni dell’Albania etnica. La posizione geografica dell’Albania, situata tra l’oriente bizantino e l’occidente cattolico, fece dividere gli albanesi in due credi religiosi: a nord i cattolici e a sud gli ortodossi cristiani. Come se non bastasse gli stessi principi feudali albanesi lottavano tra di loro per allargare le terre e il dominio sugli altri principati più deboli. La situazione dei principati albanesi si complicò ulteriormente dalle interferenze della Repubblica di Venezia e dell’Impero Ottomano che si rilevarono devastanti per le loro sorti. Nelle civiltà in conflitto fra Oriente e Occidente, comincia a profilarsi sull’orizzonte orientale il piano di un impero islamico universale. Senza pietà l’Impero Ottomano divorava popoli e nazioni, allargando tra il 1300 e il 1481 le sue conquiste tramite guerre, alleanze e invasioni. Tutto grazie anche al crollo e alla degenerazione del sistema culturale e militare bizantino che aveva perso ormai l’influenza di un tempo. Una delle figure importanti tra i principi albanesi più potenti in quell’epoca, era Gjon Kastrioti - Principe di Kruja e di Mati, al quale nel 1423 gli ottomani presero in ostaggio i quattro figli. Tra loro anche Gjergj Kastrioti Scanderbeg nato nel 1405. Strappato dalla sua famiglia e dal suo paese, il giovane principe fu trascinato nel palazzo del Sultano dove sarà destinato a diventare il comandante più brillante del suo tempo. Spogliato del suo nome albanese e costretto ad accettare l’islam, il sultano Murad II darà a Gjergj Kastrioti il titolo ‘Scanderbeg’ in onore di Alessandro Magno della Macedonia (Emathia) come indice chiaro dell’antico rapporto etnico-linguistico che legava le due figure. In lingua turca ‘Iscander’ vuol dire ‘Alessandro’ e ‘Bey’ vuol dire ‘Principe’. Gli storici antichi ci hanno lasciato documenti che dimostrano che Alessandro Magno era il figlio del re macedone Filippo II e di Olimpia, una principessa illirica figlia del re dell’Epiro Neoptolemi I. Come testimone di questo antico legame riportiamo una significativa citazione della corrispondenza tra Scanderbeg e il Principe di Taranto, estratto da “I turchi e la storia di Scanderbeg” dello scrittore del XV secolo, Pagnel:
“…avete offeso il mio popolo chiamandolo ‘pecore Albanesi’ e secondo la vostra tradizione pensate a noi in termini offensivi. Voi avete dimostrato di non avere alcuna conoscenza della mia razza. I miei avi erano Epirioti, da dove proveniva Pirro, la cui forza a stento poteva essere sopportata dai romani. Questo Pirro, che Taranto e molti altri paesi d’Italia appoggiarono con l’esercito. Non ho bisogno di parlare degli Epirioti. Loro sono uomini molto più forti dei tuoi tarantini, una specie di uomini umidi nati solo per pescare. Se si vuole dire che l’Albania sia una parte della Macedonia, io posso concedere che molti dei nostri antenati erano nobili che si spinsero fino in India, sotto il comando di Alessandro Magno sconfiggendo quei popoli. È da questi uomini che discendono quelli che tu chiami ‘pecore’. Ma la natura delle cose non è cambiata. Perché i tuoi uomini fuggono davanti a queste ‘pecore’?”. Per non parlare dell’elmo che porta in sé il simbolo pelasgico della capra Amaltea (che secondo il mito aveva nutrito con il suo latte Zeus da bambino), e la incisione * IN * PE * RA * TO * RE BT * (Jhezus Nazarenus * Principi Emathie * Regi Albaniae * Terrori Osmanorum * Regi Epirotarum * Benedictat Te) che si traduce ‘Jezus di Nazareth benedice il Principe di Emathia, Re d’Albania, Terrore degli Ottomani, Re dell’Epiro’. È importante capire che nel medioevo l’etnicita ‘macedone’ ed ‘epiriota’ era sinonimo di ‘albanese’ secondo gli studiosi.Nel suo intervento al documentario, il Prof. Jahja Drancolli evidenzia il fatto che Scanderbeg fu preso ostaggio già in età adulta quando la sua personalità e identità era ben formata, sottolineando che in realtà furono le sue capacità strategico-militari ad essere copiate dal sistema militare dell’Impero Ottomano e non il contrario. Questo aspetto emerge fin dall’inizio del documentario dal Prof. David Nicolle, il quale sostiene che gli ottomani copiarono molte cose dai paesi che occuparono incluso l’abbigliamento, le tradizioni, la cultura, e anche le strategie combattive militari. Ecco perché la più potente macchina politico-militare del mondo di quel tempo non fu capace di sottomettere gli albanesi né con la forza, né con la quantità dei soldati inviati, né con la tattica militare, né con la tecnologia o con il denaro. Non solo, ma durante quei 25 anni di resistenza armata, l’Impero Ottomano è stato sconfitto in modo determinante e continuo, dimostrando che le qualità intellettuali, politiche, militari, e, soprattutto quelli morali e civili degli Albanesi erano sotto ogni aspetto superiori rispetto alla preparazione standard dell’Impero.
La società albanese del XV secolo possedeva già la qualità principale che dovrebbe avere una comunità per costruire una Nazione e uno Stato: la consapevolezza di chi erano, la conoscenza delle loro antichissime radici illiro-pelasgiche e di conseguenza la connessione con il loro passato. Tutto ciò era il risultato di un lungo processo che avrebbe avuto inizio già prima della creazione del Principato di Arbëri nel XIII secolo. In questo contesto le intenzioni di Scanderbeg non erano solo quelle di creare uno stato albanese alla periferia dell’Impero Ottomano, ma di distruggere l’impero stesso, per formare poi il Regno dell’Albania nei Balcani occidentali, ravvivando i gloriosi tempi di Pirro, Re dell’Epiro, e di Giustiniano, Imperatore di Bisanzio, dei quali era discendente a tutti gli effetti.
Scanderbeg creò la prima Lega Nazionale Albanese nel 1444 a Lezha, con lo scopo di unire tutti i territori albanesi in un unico stato nazionale basato sull’eredità etno-linguistica che li accomunava, diversamente dagli altri paesi balcanici che nei secoli addietro per la creazione dei loro stati si basarono sulla religione. Come specifica giustamente il Prof. Kristo Frasheri, il pilastro portante in cui si colloca tutta la resistenza albanese era il fatto incontestabile che gli Albanesi erano consapevoli di essere una Nazione già ben formata, molto tempo prima dell’arrivo degli ottomani nei Balcani. Altrimenti non saremmo mai stati in grado di affrontare l’invasione ottomana e di contrastare a lungo l’assimilazione.
La resistenza di Scanderbeg ebbe grande risonanza in Occidente, là dove si aspirava a un grande eroe trionfante nella lotta per la sopravvivenza contro l’Impero Ottomano. Infatti i documenti degli archivi, i giudizi dei suoi contemporanei come i Papi di Roma o le famiglie reali con i quali Scanderbeg aveva stipolato alleanze, l’Umanismo e l’Illuminismo europeo, la storiografia, ecc., fanno capire che era una delle figure più importanti del Sud-Est Europa della sua epoca.
È di massima importanza comprendere che gli albanesi con la loro resistenza contro l’Impero Ottomano sacrificarono la loro stessa nazione, salvando così la civiltà occidentale dalla conquista dei turchi, quella stessa civiltà occidentale che li abbandono al loro tragico destino di sofferenze per 400 anni. Gjergj Kastrioti Scanderbeg era certamente un uomo, ma la storia che ci ha lasciato e ci ha tramandato non lo rende un uomo semplice e ordinario, ma una legenda vivente nei secoli a venire. Lui era il modello e il simbolo di una giusta causa: la libertà contro la schiavitù, la ragione e l’ordine politico contro l’oppressione, valori fatti successivamente propri dalla filosofia illuminista.
Il suo contributo non andò invano e non morì con lui, anzi, divenne la fonte del Rinascimento Albanese, dello sforzo sublime per l’indipendenza. Lui era e rimane il nucleo dell’identità nazionale, dell’eredità spirituale e della coscienza contemporanea di ogni albanese.

Brunilda Ternova
Brunilda Ternova vive e lavora in Italia come interprete e traduttrice freelance (albanese, italiano, inglese).Website: brunildaternova.blogspot.com/

Dal sito amico: Eleousa.net

Ucraina - La preghiera per l'unità dell'Ortodossia

Odessa, 19 marzo 2010 - Durante la visita in Ucraina, il presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca ha partecipato al concerto della Filarmonica di Odessa, che ha eseguito l’oratorio “Passione secondo Matteo”, del vescovo Hilarion (Alpheus). Il metropolita Hilarion Volokolamsky era accompagnato dal metropolita di Odessa e Izmail Agafangel e dal vescovo di Belgorod-Dniester Alessio. Al concerto hanno preso parte oltre mille persone. Tra queste, c'erano il vice sindaco di Odessa TG Fedirko, il Console Generale della Federazione russa AG Grachev, l’Artista dell'Ucraina A. Duda, e numerosi sacerdoti della diocesi di Odessa. L’oratorio è stato eseguito dall'Orchestra Sinfonica della Filarmonica Nazionale dell’Ucraina e dal Coro dell’Accademia Nazionale di Ucraina "Dumka". Ha diretto il M° E. Savchuk. Al termine del concerto il pubblico ha salutato l’autore dell’opera con un lungo applauso. Poi, il metropolita Hilarion, accompagnato dal metropolita Agafangel e dal vescovo Alessio, si è diretto alla cattedrale della Dormizione, dove ha celebrato il Mattutino del Sabato della Beata Vergine Santissima. Hanno concelebrato il vice presidente della prima commissione Istruzione della Chiesa Ortodossa Russa, Archimandrita Kirill (Govorun), il segretario del Decr per le relazioni tra i cristiani, Rev. Igor Yakymchuk, e il clero della diocesi di Odessa. Durante la liturgia, i Gerarchi e il clero hanno pregato dinanzi all'icona miracolosa della Madre di Dio di Kasperov. Al termine del culto solenne, il metropolita Agafangel ha cordialmente salutato il metropolita Hilarion. In particolare, ha detto: ”La vostra visita è rivolta alla missione, catechesi ed educazione del popolo ortodosso, facendo conoscere la pienezza della vita ecclesiale in Cristo. Grazie, per la gioia che avete portato nel nostro cuore”. ”Siete un autorevole studioso e teologo. Dopo aver completato la formazione presso la Scuola teologica di Mosca, l'Università di Oxford, avete insegnato in diverse istituzioni educative, a Vilnius, Mosca, diocesi di Smolensk. Ora dirigete il Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, dando un significativo contributo alla rinascita spirituale della società, al dialogo interreligioso, alla pace e all’armonia. Lavorate nel campo delle relazioni esterne, incontrando i capi delle Chiese e dei governi. Portate avanti il lavoro compiuto da Sua Santità il Patriarca, che sta facendo molto per preservare l'unità della Chiesa. Anche noi di Odessa viviamo di questo nostro patrimonio spirituale comune. Vi ringrazio e vi auguro buona salute e salvezza, l'aiuto di Dio per l'ulteriore attività a favore della Chiesa ortodossa russa, a vantaggio dell'unità della Chiesa”. Il metropolita Agafangel ha donato all’ospite d’onore l’Icona della Madre di Dio di Kasperov. Il metropolita Hilarion ha ringraziato il metropolita Agafangel per la calorosa accoglienza e ha detto: "Eminenza, mio caro metropolita Agafangel! Cari fratelli e sorelle! Prima di tutto desidero porgere il saluto di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill, che ha benedetto questo mio viaggio. Recentemente, abbiamo partecipato insieme al Santo Sinodo a San Pietroburgo. Ieri, insieme con il Patriarca, ero in Armenia, dove il nostro Primate ha compiuto la prima visita in questo paese dopo la sua elezione. E ora con la benedizione di Sua Santità il Patriarca sono nella città di Odessa. L'ultima volta che sono venuto qui è stato 25 anni fa, quando avevo 18 anni. Sono arrivato a Odessa come corrispondente per la Gazzetta del Patriarcato di Mosca. Ed ora con particolare affetto sono qui, mio caro Agafangel e, insieme all’arcivescovo Alessio siamo impegnati nel culto all’Immacolata Madre di Dio, che ogni anno durante la Quaresima in modo particolare viene celebrato per l'edificazione dei credenti. Sentiamo per la Santissima Madre di Dio tutti questi pensieri profondi e sublimi. In Lei il Figlio di Dio si è fatto Figlio dell'uomo. E grazie a lui, i figli e le figlie degli uomini sono i figli e le figlie di Dio. Pertanto, celebriamo la Beata Vergine Maria come nostra Madre comune. Noi preghiamo e Le chiediamo la sua protezione dal male. Caro Agafangel! Desidero in questo giorno dimostrare il mio rispetto, il mio amore per voi e vi ringrazio a nome di Sua Santità il Patriarca e mio per le vostre opere. Il Patriarca arriverà presto in questa diocesi, e io sono qui oggi come il suo precursore, portandovi la sua benedizione e i saluti. Voglio ringraziarvi per il vostro ministero, e in particolare per il lavoro in favore dell'unità della nostra Chiesa, che si sta portando avanti instancabilmente, nonostante tutte le tempeste di questo mondo. La nostra unità è nata nel fonte battesimale del Santo Principe Vladimir, è nata lungo le rive del Dnieper e si è propagata nella Santa Russia. I nostri santi ci hanno mostrato un esempio di unità, che dovremmo imitare. La nostra Chiesa ha portato nei secoli questo esempio, e Dio non voglia che non sia mai distrutto, così che le persone che si sono allontanate da questa unità, tornino ad essa con la grazia di Dio, le preghiere della Beata Vergine e di Tutti i Santi". In memoria della comune preghiera, il metropolita Hilarion ha donato al metropolita Agafangel la santa Panaghia e alla Cattedrale l’Icona di Nostra Signora di Vladimir con la dedica.
(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)

sabato 20 marzo 2010

Pellegrinaggio Monastero San Arsenio - Grecia. (Parte II) Visita a Padre Atanasio

























































































































Meditazione: P. Giovanni Festa

Quinta Domenica di Quaresima la meditazione del Padre Giovanni Festa

...il terzo annuncio della Resurrezione......ed ancora una volta nella sua totalita´ e nella sua scansione cronologica........lungo la strada verso Gerusalemme e avendolo rivelato "in disparte" agli apostoli ..Ed ecco la forza orante della profezia retrospettiva.. quel genere letterario della profezia sul passato del tutto avvenuto.. ancora una volta la Chiesa cristiana confessa la sua natura profonda.. Ella continua a narrare il Nazareno come Cristo e Messia nella e dalla potenza del Padre nello Spirito...... ..Questo continuo rimando della fede narrando oggi ciò che è accaduto ieri e dicendo che sta per accadere domani..... L´ oggi continuo ..la nostra ..di ogni generazione cristiana vera ed assoluta contemporaneità all´evento e al fatto... Tutti noi sempre e da sempre testimoni oculari...Il Tempo della Chiesa sempre scandito e teso tra resurrezione e parousia ..Ecco anche noi saliamo verso Gerusalemme ..anche noi andiamo a vivere l´evento...Anche noi vedremo e vediamo il Regno di Dio venire dalla kenosis e con la kenosis nella potenza...Ed ecco- quasi un classico. .uno stilema continuo sulla quasi inaffidabilità degli apostoli prima di Pentecoste...Giacomo e Giovanni non capiscono o capiscono in termini assolutamente mondani...Ecco la loro proposta tentatrice. .sempre la solita ..sempre la stessa.. il Regno temporale "Voi non sapete ciò che domandate" e quindi " si beccano a muso duro e noi con loro.. non dimentichiamo che noi siamo presenti. .e perfino siamo noi ..ciascuno di noi...Giacomo e Giovanni..." la situazione di rovesciamento ... Non il potere né la gloria del tempo e per il tempo ma la possibilità di essere coinvolti nel calice (dello svuotamento finale e della gloria...E´ giunta l´ora...) e nel battesimo dell´immersione lungo le tenebre dell´ufficio della morte e la risalita alla Luce della Resurrezione e qui Giacomo e Giovanni( ed e´ sperabile noi con loro.. quel loro che siamo noi e quel noi che sono loro..) comprendono ed accettano ..direi non solo personalmente ma ecclesialmente ..Assumono l´impegno totale che poi ci hanno lasciato alla diakonia e alla testimonianza fino in fondo ..E resta alla fine incredibilmente il dubbio. .il mistero.. Alla destra e alla sinistra del Re della gloria non sta nelle facoltà del Figlio. .Non ne ha demanio... Tale posto e´ stato riservato ad altri per i quali è gia ` e´ stato preparato.. Chi lo concede? Chi sono mai questi altri?..Si torni alla croce...proprio al Luogo del Cranio...I due ladroni...Ecco chi sta a destra e a sinistra.....Il buon ladrone l´unico santo canonizzato direttamente da Cristo ..mettiamola così ..uno dei due posti era stato preso e riservato...Ad un bandito...

V Domenica di Quaresima

Nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito. Amìn.
Carissimi fratelli e sorelle tutti sappiamo la storia della grande santa Maria l'egiziana che si commemora nella V Domenica della Grande Quaresima. Tutti sappiamo da come peccatrice la sua vita cambiò fino a diventare una delle più grandi sante della Chiesa. Che lezione dobbiamo trarre dalla sua ammirabile vita? Quante volte siamo pronti a giudicare i nostri fratelli e le nostre sorelle e parlare male di loro alle altre persone, magari nell'ombra, magari dietro le spalle. Carissimi i giudizi, le chiacchiere rovinano una parrocchia, oserei dire rovinano la società! Che ne sappiamo noi del perché le persone si comportano in una certa maniera? Vediamo forse nei cuori? Solo Dio vede nei cuori! Solo Lui è giusto giudice! La conversione della santa odierna fu repentina, subitanea, improvvisa, magari qualcuno il giorno prima, un minuto prima, l'aveva giudicata, aveva parlato male di lei ma non si era accorto che la Grazia di Dio era all'opera e la conversione immediata! Questa ipotetica persona aveva giudicato male. Non facciamo nostro questo peccato, non giudichiamo, non chiacchieriamo, non parliamo male delle persone. Il diavolo desidera la chiacchiera e il giudizio per rovinare le anime e la Chiesa, il Signore invece desidera che ci amiamo gli uni gli altri come Lui ci ha amati. Se abbiamo qualche problema con un nostro fratello o una sorella, prendiamolo/a in disparte e con dolcezza e amore chiediamogli il perché di un certo atteggiamento o di certe parole, senza astio ma con amore, ricordiamo che l'altro è sempre Gesù Cristo, un fratello da amare.Quanti cristiani ortodossi conoscono poco la religione e le usanze della Chiesa, a causa delle persecuzioni subite, a causa della lontananza da una parrocchia, però il Signore sempre lavora e attira le anime con la sua Grazia. Le nostre parrocchie devono essere pronte a accogliere con amore queste anime. Queste persone arrivano in chiesa ma non sanno che fare, magari sbagliano (che so) a fare il segno della Croce, non conoscono le preghiere. Amore! Accoglienza! Dio ci manda queste anime perché gli insegniamo la retta via, se le trattiamo male, con parole ostili solo perché sbagliano qualcosa commettiamo un grave peccato perché rischiamo di allontanarle per sempre dalla Chiesa. Amore! Accoglienza! Pensiamo sempre che i nostri fratelli, le nostre sorelle, siano santa Maria egiziaca. Ricordando l'esempio di questa grande santa e ricorrendo alla sua potente intercessione cerchiamo di non giudicare, di non parlare male ma al contrario di amare, di essere accoglienti e di risolvere eventuali incomprensioni con la dolcezza e il dialogo.
Vi ricordo che sabato prossimo è il sabato della resurrezione di Lazzaro, la Chiesa permette di mangiare uova di pesce, mentre Domenica prossima è la Domenica delle Palme che ricorda l'ingresso del Signore in Gerusalemme e la Chiesa permette di mangiare pesce.
Buona Domenica a tutti.
p. Seraphim

Riflessione di p. Seraphim:V Domenica della Grande Quaresima - Santa Maria Egiziaca


V Domenica della Grande Quaresima - Santa Maria Egiziaca

Augurandovi una Buona Domenica vi invio la vita di Santa Maria Egiziaca come riflessione in questi ultimi giorni di quaresima.

Santa madre Maria prega Cristo Dio per la salvezza delle nostre anime.

Vita di Santa Maria Egiziaca: La nostra santa Madre Maria nacque in Egitto nel V secolo. All’età di dodici anni abbandonò i suoi genitori per recarsi nella grande città di Alessandria, dove visse principalmente di elemosine e della tessitura del lino. Qui per diciassette anni visse nella dissolutezza come pubblica meretrice, spinta non dal bisogno – come tante altre povere donne – ma, come ella stessa ammise più tardi, da pura depravazione. Un giorno Maria vide un gran numero di persone recarsi al porto per imbarcarsi. Informatasi, scoprì che erano diretti a Gerusalemme, per la festa dell’Esaltazione della Croce. Accordatasi con alcuni marinai depravati, si imbarcò anch’ella, offrendo il proprio corpo come pagamento per il viaggio. Giunta a Gerusalemme si recò con i pellegrini alla Basilica della Resurrezione, ma, entrata nel nartece si accorse che una forza misteriosa le impediva di oltrepassare la soglia del tempio, mentre gli altri, i fedeli, passavano senza difficoltà. Rimasta sola, cominciò finalmente a capire che era la sua condotta di vita a impedirle di avvicinarsi alla Croce di Cristo. Cominciò a piangere e a battersi il petto, finché non vide un’icona della Deipara, davanti alla quale pregò: «Vergine Sovrana, che hai partorito Dio nella carne, io so che non dovrei neppure guardare la tua immagine, a te che sei pura d’anima e di corpo, io – dissoluta – dovrei ispirare solo disgusto. Ma poiché il Dio che da te è nato si è fatto uomo per chiamare i peccatori al pentimento, vieni in mio aiuto, concedimi di entrare nella chiesa per prostrarmi dinanzi alla Croce. Quando l’avrò vista, ti prometto di rinunciare al mondo e ai piaceri, seguendo il cammino di salvezza che tu mi mostrerai». Subito si sentì liberata dalla potenza che la tratteneva. Entrò nel tempio e venerò la Santa Croce; uscendo si fermò ancora dinanzi all’icona e si disse pronta a seguire la via che le sarebbe stata mostrata. Una voce discese dall’alto: «Attraversa il Giordano e troverai la pace». Uscì dalla chiesa e con l’elemosina offertale da un fedele comprò tre pani. Si fece indicare la via per il Giordano, si incamminò e verso sera giunse alla chiesa di San Giovanni Battista. Si lavò nelle acque del Giordano, comunicò ai Santi Misteri e, dopo aver mangiato la metà di uno dei pani, si addormentò sulla sponda del fiume. Il mattino successivo, risvegliatasi, passò il fiume e da allora visse per quarantasette anni nel deserto in assoluta solitudine, senza incontrare uomo o animale. Nel corso di primi diciassette anni di permanenza nel deserto, le sue vesti si ridussero a brandelli e il suo corpo fu esposto al caldo torrido di giorno e al freddo pungente di notte; si nutriva di radici ed erbe selvatiche. Ma più che le privazione del corpo, dovette affrontare l’assalto delle passioni e il ricordo della sua vita passata. Ma ogni volta si ricordava della promessa fatta alla Deipara e la supplicava, prostata a terra, di essere liberata dalla tentazione. Ma Dio, che “non desidera la morte del peccatore, ma che si converta e viva”, sradicò dal cuore di Maria ogni passione, mutando il fuoco del desiderio carnale in amore per Dio e permettendole di sopportare il deserto ostile, come se fosse stata un essere incorporeo.

Dopo molti anni, il santo anziano Zosima, monaco nella Palestina, che si era spinto nel deserto per passarvi la Grande Quaresima, secondo un costume iniziato da Sant’Eutimio, vide un giorno un essere umano col corpo abbrunato dal sole e i capelli bianchi come la lana ricadenti sulle spalle. Il monaco corse dietro a questa apparizione sfuggente, supplicandola di dargli la sua benedizione e una parola di salvezza. Quando fu a portata di voce, Maria lo chiamò per nome, rivelandogli di essere una donna e chiedendo il suo mantello per coprirsi. Zosima, felice di avere incontrato un essere teoforo che aveva raggiunto la perfezione nella vita angelica, la supplicò di raccontargli la sua vita. Maria accondiscese e, terminato il racconto, lo pregò di ritornare l’anno successivo, il Grande Giovedì, per portarle la Comunione, dandogli appuntamento sulle sponde del Giordano.Il giorno fissato, Zosima si recò sul Giordano e vide Maria sull’altra riva del fiume; lei, facendosi il segno della Croce, attraversò il fiume camminando sulle acque. Dopo essersi comunicata, in lacrime, disse: «Ora lascia, o Sovrano, che la tua serva vada in pace, secondo la tua parola, poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza» (Lc 2, 29).Congedando Zosima, Maria gli diede appuntamento, per l’anno successivo, nello stesso luogo del loro primo incontro. Zosima tornò così l’anno successivo e trovò il corpo della santa disteso a terra con le braccia incrociate ed il volto a oriente. Zosima pianse sul corpo della santa e solo più tardi si accorse di una iscrizione che ella aveva lasciato, tracciandola sul suolo: «Padre Zosima, sotterra in questo luogo il corpo dell’umile Maria, restituisci alla polvere ciò che è polvere, dopo aver pregato per me. Sono morta nella notte della Passione di Nostro Signore, il primo del mese di Aprile, dopo aver partecipato all’Eucaristia». Zosima conobbe così il nome della santa, e ne fu consolato. Si stupì inoltre di scoprire che ella aveva percorso in poche ore una distanza di più di venti giorni di cammino. L’anziano cercò inutilmente di scavare il terreno con un pezzo di legno, quando d’un tratto vide un leone che, avvicinatosi al corpo di Maria, le leccava i piedi. Zosima si fece coraggio ed ordinò al leone di scavare la fossa per la santa. Subito il leone cominciò a scavare e Zosima poté dare sepoltura al corpo di Maria. Ritornato al suo monastero, Zosima raccontò ai fratelli la storia del suo incontro con Maria Egiziaca, che da peccatrice pubblica era divenuta un modello di penitenza e di conversione. Da allora la Chiesa ha posto la sua memoria alla fine della Grande Quaresima, come incitamento per quanti sono pigri nella ricerca della salvezza, ricordando loro che anche all’ultima ora il pentimento può riportarli a Dio.

venerdì 19 marzo 2010

Dal sito amico: Eleousa.net


Armenia - Con fede Ti confesso


Con fede ti confesso e ti adoro,
Padre, Figlio e Spirito Santo;
essenza increata e immortale, creatore degli angeli, degli uomini e di tutti gli esseri.
Abbi pietà delle tue creature e di me cosí Peccatore.

Con fede io ti confesso e ti adoro,
luce indivisibile, consostanziale santa Trinità e una sola Divinità,
Creatore della luce e dissipatore delle tenebre,sciogli dalla mia anima le tenebre del peccato e dell'ignoranza e illumina in quest'ora la mia mente per formulare una preghiera che piaccia a Te
e ottenga da te quanto domando,
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Padre celeste, vero Dio,
Tu che hai mandato il tuo amato Figlio a cercare la pecora smarrita,
ho peccato contro il cielo e alla tua presenza.
Accoglimi come il figlio prodigo e restituiscimi la prima veste della quale mi sono spogliato per i peccati
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Figlio di Dio, vero Dio,
che sei sceso dal seno dell'Eterno Padre e prendesti corpo dalla santa Vergine Maria per la nostra redenzione;
Tu sei stato crocifisso e sepolto, sei risuscitato dalla morte e sei salito gloriosamente al Padre.
Ho peccato contro il cielo e alla tua presenza.
Ricordati di me come del ladrone quando verrai con il tuo regno,
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí Peccatore.

Spirito di Dio, vero Dio,
che sei sceso al Giordano e al Cenacolo
e mi hai illuminato attraverso il battesimo della santa Fonte,
ho peccato contro il cielo e alla tua presenza;
purificami nuovamente con il tuo fuoco divino
come hai fatto ai santi Apostoli con lingue di fuoco
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Essenza increata,
ho peccato contro di te con la mia mente, la mia anima e il corpo;
non ricordarti dei miei peccati passati, per il tuo santo nome
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Tu che tutto vedi,
ho peccato contro di te con pensieri, parole e opere;
cancella il libro delle mie colpe e scrivi il mio nome in quello della vita
ed abbi pietà di me cosí peccatore.

Perscrutatore dei segreti,
ho peccato contro di te volontariamente e involontariamente, cosciente e per ignoranza,
concedi il perdono a me peccatore perché, dalla mia nascita battesimale ad oggi,
ho peccato alla presenza della tua divinità, con i miei sensi e con tutte le membra del mio corpo,
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Tu che tutto prevedi,
metti il tuo santo timore a vegliare sui miei occhi affinché non guardi ciò che è impuro,
sui miei orecchi affinché non mi piaccia di ascoltare parole stupide,
alla mia bocca affinché non proferisca menzogne,
al mio cuore affinché non trami perversità,
alle mie mani affinché non commetta ingiustizia,
ai miei piedi affinché non segua la strada dell'iniquità;
però dirigi tutti i movimenti perché siano sempre secondo i tuoi comandamenti
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Tu, o Cristo, fuoco vivo,
accendi nella mia anima la fiamma di quell'amore che hai sparso sulla terra,
perché essa bruci l'impurità della mia anima,
purifichi la mia coscienza,
tolga i peccati del mio corpo.
Accendi nel mio cuore la luce della tua scienza
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Tu, o Cristo, Sapienza del Padre,
dammi la sapienza di pensare, parlare e praticare il bene alla tua presenza e a tutte le ore;
liberami dai cattivi pensieri, parole e opere,
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Tu che ami il bene ed hai per noi una risposta,
non lasciarmi camminare secondo i miei desideri,
ma orientami perché io faccia sempre la tua benevola volontà
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Re celeste,
dammi il tuo regno che hai promesso ai tuoi amati,
fortifica il mio cuore perché abbia in odio il peccato ed ami solo te e faccia la tua volontà
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Provvidenza delle creature,
per il segno della tua Croce,
preserva la mia anima e il mio corpo dalle illusioni del peccato,
dalle tentazioni dei demoni,
dagli uomini ingiusti e da tutti i pericoli dell'anima e del corpo
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Cristo, protettore di tutti,
la tua destra sia protezione a me di giorno e di notte,
al riparo della casa o camminando per le strade,
dormendo o vegliando,
perché mai rimanga scosso
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Mio Dio,
tu che distendi la tua mano e riempi tutte le creature con la tua misericordia,
io mi dono tutto a te;
provvedi alle necessità della mia anima e del mio corpo, da adesso all'eternità,
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Tu che riconduci gli erranti,
sviami dalle mie cattive abitudini affinché segua le buone e incidi nella mia anima il terribile giorno della morte,
il timore dell'inferno e l'amore del paradiso,
affinché mi penta dei peccati e pratichi la giustizia
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí Peccatore.

Fonte di immortalità,
fai traboccare dal mio cuore lacrime di pentimento, cosí come l'adultera,
affinché io lavi i miei peccati prima di partire da questo mondo
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Donatore di misericordia,
concedimi di tornare da te;
ho bisogno di fede forte, di opere buone e della comunione del tuo santo Corpo e Sangue,
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Signore benefattore,
confidami al buon angelo affinché io gli consegni in pace la mia anima
ed egli mi faccia passare senza turbamento attraverso la malignità dei demoni,
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccator.

Cristo, luce vera,
rendi la mia anima degna di vedere con gioia nel giorno della mia morte la luce della tua gloria
e possa riposare nella speranza dei buoni, nella dimora dei giusti,
fino al giorno della tua maestosa venuta
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Giudice giusto,
quando verrai nella gloria del Padre tuo per giudicare i vivi e i morti,
non entrare in giudizio con il tuo servo,
ma liberami dal fuoco eterno
e fammi degno di sentire il dolce invito dei giusti,
e mi trovi nel tuo regno dei cieli,
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Signore tutto misericordia,
abbi pietà di tutti coloro che credono in te,
dei miei familiari e degli estranei,
dei conoscenti e degli sconosciuti,
dei vivi e dei morti.
Concedi anche ai miei nemici e a coloro che mi odiano
il perdono dei delitti commessi contro di me
e convertili dalla cattiveria che hanno contro di me
perché siano degni della tua misericordia,
ed abbi pietà delle tue creature e di me cosí peccatore.

Signore glorioso,
ricevi le preghiere del tuo servo
ed accogli benignamente le mie suppliche per intercessione della santa Madre di Dio,
e di san Giovanni Battista,
del protomartire santo Stefano,
di san Gregorio nostro Illuminatore,
dei santi Apostoli, Profeti, Dottori, Martiri, Patriarchi, Eremiti, Vergini
e di tutti i tuoi Santi del Cielo e della terra;
e a Te, indivisibile santa Trinità, gloria e adorazione per tutti i secoli dei secoli.

Amìn.

mercoledì 17 marzo 2010

Un 'BENVENUTO' al confratello e concelebrante padre Viaceslav Safonov


Padre Viaceslav a Pescara


Pescara, sabato 13 marzo 2010 – Alla vigilia della IV Domenica di Quaresima, in cui si fa memoria di San Giovanni della Scala, la Parrocchia ortodossa “Natività della Madre di Dio”, del Patriarcato di Mosca, ha accolto con gioia il nuovo Parroco, padre Viaceslav Safonov, 42 anni, proveniente da Lugansk, nell’Ucraina dell’est.
Il Sacerdote era accompagnato da padre Mikail Povaliaiev, della Parrocchia Santa Caterina Megalomartire di Roma, che lo ha presentato alla Comunità , dopo la preghiera di ringraziamento al Signore e la panychida in memoria del defunto e compianto Parroco, padre Mikail Shyvar.
“E’ questa la terza Parrocchia dedicata al nome della Madre di Dio nella quale sono chiamato a servire i fedeli ortodossi – ha detto padre Viaceslav -. Ciò vuol dire che la Madre di Dio ha voluto che io venissi in questa Comunità”.
“Uno dei miei primi impegni – ha aggiunto padre Viaceslav - , sarà quello di trovare una nuova sede per la Parrocchia, come è desiderio di tutti i fedeli”.
Al termine della cerimonia, il nuovo Parroco ha preso parte al pasto fraterno.
Domenica 14 marzo, padre Viaceslav ha celebrato la prima Divina Liturgia.

Da parte della comunità ortodossa della Parrocchia di San Giovanni di Kronstadt del Patriarcato di Mosca di Castrovillari (Cosenza) un Benvenuto ed un proficuo apostolato nella Parrocchia di Pescara. Mnogaia leta.

martedì 16 marzo 2010



Parution du premier numéro de la
"Lettre aux Amis" du Séminaire

Le numéro 1 de la Lettre aux Amis du Séminaire orthodoxe russe en France vient de paraître, en versions française et russe. Il s'agit d'une petite revue de 24 pages, en couleur, présentant les principales activités et la vie du séminaire. Ce premier numéro est consacré notamment à l'inauguration du séminaire en novembre 2009. Il contient également une rubrique des séminaristes où ils partagent leurs impressions et réflexions sur les objectifs et les particularités de l'école. Enfin, la revue propose aussi des nouvelles d'autres séminaires orthodoxes de par le monde. Le numéro peut être commandé par courrier électronique ou postal
(Séminaire russe - 4, rue Sainte-Geneviève - 91860 Epinay-sous-Sénart)

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Russia - Auguri al Patriarca Kirill


Mosca, 14 marzo 2010 - Nella quarta settimana di Quaresima, nella quale la Chiesa celebra la memoria di san Giovanni della Scala, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill ha celebrato la Divina Liturgia di San Basilio Magno nella Cattedrale della Santa Trinità nel Monastero di San Daniele.
Sua Santità il Patriarca Kirill è stato raggiunto dal presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, Metropolita Hilarion Volokolamsky, dall’Arcivescovo di Vladimir e Suzdal Eulogio, dall'Ordinario supremo dell'esercito polacco Arcivescovo Hajnowka Miron (Chiesa Ortodossa), dall’arcivescovo di Kostroma e Galich Alessio, dal segretario del Patriarcato di Mosca per le istituzioni straniere, Arcivescovo Mark diYegoryevsk, dal vicario del Monastero di San Daniele, Archimandrita Alexis (Polikarpov), dal Rev. Igor Yakimchuk, dai fratelli del monastero e dai rappresentanti del clero di Mosca.
Dopo aver letto le Sacre Scritture, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha espresso un sermone sul Vangelo di Marco appena proclamato.
Durante la Liturgia, il Patriarca ha ordinato sacerdote lo ierodiacono Teognoste il Greco.
Dopo la Divina Liturgia, Sua Santità ha fatto una breve preghiera davanti alle reliquie di San Daniele, Principe di Mosca.
Poi il metropolita Hilarion Volokolamsky, a nome dei vescovi che hanno concelebrato con il Patriarca, dei fratelli del monastero, si è congratulato con Sua Santità il Patriarca Kirill per l'anniversario della consacrazione episcopale, avvenuta il 14 marzo 1976.
L’archimandrita Alessio ha ringraziato Sua Santità il Patriarca Kirill per il discorso e ha presentato in dono l'immagine di San Daniele di Mosca.
Sua Santità nell’omelia ha parlato dell'eroismo spirituale del fondatore del monastero.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.patriarchia.ru)

Il Patriarca Kirill in Armenia

Armenia - Visita ufficiale del Patriarca Kirill


Yerevan - Dal 16 al 18 marzo 2010 Sua Santità il Patriarca Kirill è in visita ufficiale nella Repubblica di Armenia.
Martedì 16 marzo, il Santo Patriarca arriva all’aeroporto di Zvartnots. Dopo una breve conferenza stampa, il Primate della Chiesa ortodossa russa andrà verso il centro spirituale della Chiesa Apostolica Armena - Santo Echmiadzin, dove la Repubblica armena darà il benvenuto a sua Santità.
Poi, il Primate della Chiesa russa porrà una corona di fiori presso il monumento ai soldati russi che morirono durante la battaglia di Oshakan, nella guerra russo-persiana del 1826.
Mercoledì 17 marzo, il Santo Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill visiterà il monumento alle vittime del genocidio armeno sulla collina Tsitsernakaberd a Yerevan.
Lo stesso giorno, il Primate della Chiesa ortodossa russa si recherà al tempio della Protezione della Beata Vergine per un incontro con i connazionali che vivono in Armenia. Al termine, seguirà la riunione con il Catholicos di tutti gli Armeni Karekin II e il presidente della Repubblica Armena Serzh Sargsyan.
Mercoledì notte, Sua Santità il Patriarca Kirill sarà presente al servizio presso la Cattedrale di San Gregorio l'Illuminatore, a Yerevan, dopo di che a Sua Santità sarà assegnato il premio più alto della Chiesa armena - l'Ordine di San Gregorio l'Illuminatore. Poi il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill pronuncerà un discorso ai fedeli di Armenia.
La giornata si conclude con un ricevimento ufficiale offerto dal Catholicos di tutti gli Armeni Karekin II in onore di Sua Santità il Patriarca Kirill.
Giovedi 18 marzo, il Primate della Chiesa ortodossa russa presiederà il rito dell’Esaltazione della Croce, nella Chiesa della Santa Croce a Yerevan. Poi, visiterà l'Università Statale di Yerevan, dove saranno esposti libri di Sua Santità, tradotti in armeno. Sua Santità incontrerà gli insegnanti e gli studenti di istituti di istruzione superiore di Yerevan e della società armena.
Quindi, nella residenza principale di Echmiadzin firmerà un comunicato congiunto.
La visita del Primate della Chiesa russa si concluderà con una cerimonia di commiato presso la Cattedrale di Echmiadzin.

(Fonte: Ufficio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia; www.patriarchia.ru)

sabato 13 marzo 2010

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Russia - Le relazioni con la Bosnia - Erzegovina


Mosca , 12 marzo 2010 - Il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill ha ricevuto nella sua residenza l'Ambasciatore straordinario e plenipotenziario di Bosnia ed Erzegovina in Russia Zeljko Yanetovicha.
Alla riunione ha partecipato anche il sacerdote Sergio Zvonarev, Segretario per l’estero del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.
L'Ambasciatore ha ringraziato la Chiesa ortodossa russa per l'opportunità dell’incontro e ha portato i saluti della dirigenza della Bosnia-Erzegovina. L’Ambasciatore ha parlato delle questioni interreligiose e interetniche nel paese, la situazione politica e le principali vie di sviluppo. L’Ambasciatore ha anche descritto le attività del Consiglio interreligioso del paese e la partecipazione del dialogo tra le principali comunità religiose. Ha inoltre rilevato l'alto livello delle relazioni tra la Russia e la Chiesa Ortodossa Serba.
E’ stato elogiato il dialogo interreligioso in Bosnia-Erzegovina con la Chiesa ortodossa russa, constatando in particolare il ruolo di questa come leader delle comunità religiose nel paese per costruire e sviluppare il dialogo.

Secondo i dati del 2006 del CIA World Factbook, la Bosnia-Erzegovina è etnicamente al 48% bosniaca-musulmana (bosgnacca), al 37,1% serba, per il 14,3% croata, e per lo 0,6% altro.

(Fonte: Decr Servizio Informazioni; Patriarhiya.ru)

Armenia - La prossima visita del Patriarca Kirill


Yerevan – Il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill visiterà l’Armenia dal 16 al 18 marzo 2010, su invito del Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni Karekin II. Durante la visita, Sua Santità il Patriarca Kirill incontrerà i vescovi, il clero e i laici della Chiesa Apostolica Armena. Ci sarà anche il dialogo di Sua Santità con i fedeli della Chiesa ortodossa russa in Armenia, che sono più di 15 mila.
Sua Santità il Patriarca visiterà la Chiesa ortodossa russa della Protezione della Santa Vergine a Yerevan, così come la Chiesa dell’ Esaltazione della Santa Croce. Inoltre, è prevista una riunione del Primate della Chiesa ortodossa russa con le Forze Armate della Russia a Gyumri, nel corso di una visita di Sua Santità il Patriarca nel tempio Pokrovsky.
Momenti importanti della visita saranno gli incontri con i leader politici e i mezzi di comunicazione del paese. Sua Santità il Patriarca Kirill incontrerà il presidente dell'Armenia Serzh Sargsyan, così come gli studenti dell’Università statale di Yerevan.
Intanto,a Mosca il 12 marzo 2010, presso la residenza patriarcale,Sua Santità ha ricevuto l’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica d'Armenia Yesayan.
Alla riunione hanno partecipato il vescovo Ezras Nersisyan, Esarca Patriarcale, a capo della diocesi di Novo-Nakhichevan della Chiesa Apostolica Armena in Russia, l’abate Filippo (Ryabykh), vice-presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca e KV Peregudin del Decr.
Yesayan ha ringraziato la Chiesa ortodossa russa per l'opportunità della visita e ha sottolineato che i rapporti tra la Russia e l’Armenia si basano su una comune origine storica e sull'unità spirituale dei popoli. “Una parte importante di queste relazioni è determinata dalla collaborazione spirituale tra la Chiesa apostolica armena e la Chiesa ortodossa russa", - ha sottolineato Yesayan ed ha espresso fiducia che la visita di Sua Santità in Armenia "sarà una tappa fondamentale nella storia delle relazioni tra i popoli e le chiese di Armenia e la Russia”.
"In effetti, il nostro rapporto si perde nei secoli - ha convenuto Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill. - Ma di recente siamo giunti ad altri traguardi, che vanno a grande beneficio dei nostri paesi e dei popoli ".
"I nostri ideali spirituali, la morale comune e i valori spirituali, in cui la nostra gente crede, è infatti una componente fondamentale delle nostre relazioni", - ha detto il Primate.
"La politica è una cosa transitoria, - ha proseguito Sua Santità il Patriarca, anche se dovrebbe coincidere con i valori umani, ma accade che rimane vittima di alcuni fattori esterni. I nostri comuni valori spirituali e morali sono il criterio più importante, che può aiutare le autorità dei nostri paesi a cercare di rafforzare l'amicizia, la comprensione e la cooperazione. In questo, credo, consiste il ruolo molto importante della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa apostolica armena: educare il nostro popolo ad un unico sistema di valori spirituali, contribuendo così a garantire negli anni a venire uno sviluppo politico.
"Perciò, la mia visita e il mio incontro con Sua Santità il Patriarca-Catholicos di tutti gli Armeni è una missione molto importante", - ha sottolineato il Primate, ringraziando i dirigenti e il ministro degli esteri armeno per la "massima collaborazione" nella prossima visita di Sua Santità.
Allora Sua Santità il Patriarca Kirill e Yesayan hanno discusso diverse questioni connesse alla preparazione della visita ufficiale della Chiesa ortodossa russa in Armenia.

(Fonte: Ufficio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia; www.patriarchia.ru)

giovedì 11 marzo 2010

Vi presento questo articolo di Aurora Allushaj in albanese riguardante il Comune di Vaccarizzo Albanese (CS)

Aurora ALLUSHAJ

Ka mbetur legjendë jo vetem per familjen Argondica por për të gjithë zonën e Vakarixo Albanese ne provincen e Kozences fustani që kjo familje trashëgon. Nuk dihet saktësisht sa i vjetër është, por i vetmi informacion që kanë për të është se është sjellë në Itali, rreth 6 shekuj më parë nga familja e Argondicajve. Pinjolli i kësaj familje Xhorxho Argondica, tregon për "Gazetën Shqiptare" historinë e fustanit të qëndisur me flori dhe rrëfen se si e veshi në ditën e dasmës këtë fustan kushërira e tij, Rafaela. Me një Shqipe që tingëllon si nga jugu i Shqipërisë së sotme ai shprehet se ky fustan ka qenë gjithmonë kuleta e ëndrrave të tija fëmijënore. Sa e sa herë shprehet ai më ka kapur gjyshja tek hapja baulen për ta parë, në ato kohë ishte fustani që më lidhte me një botë të panjohur, me Arbërinë e të parëve të mi. "Gjyshja ime më tregonte shpesh baulen dhe më thoshte se aty brenda ndodhej çelsi i gjakut tim, domethënien e kësaj shprehje e kam kuptuar shumë vonë", tregon Xhorxho djali i madh i familjes Argondica. Nuk di shumë për këtë thesar që kam në dorë por kuptohet lehtësisht se familja e të parëve të mi ka qenë një familje e pasur. Ato pak gjëra që jam në dijeni janë se familja ime ka ardhur ketu në kohën e Gjergj Katriot Skënderbeut dhe me vete solli këtë fustan, që është një veshje gala e asaj epoke. Sëbashku me fustanin trashëgoj nga familja ime tregon 39-vjeçari, disa varse floriri dhe vëth me të vërtetë të punuar shumë bukur, me një stil shumë te rrallë.
Aldo Marino kryetari i Komunës së Vakarizo Albanese tregon për gazetaën se nga të gjitha veshjet dhe reliket e trashëguara fustani i Argondicajve është më i vjëtri dhe më i veçanti. Kryetari Marino, shprehet shumë i kënaqur me vendimin e vëllezërve Argondica që fustani prej tre vitesh të përdoret nga muzeu dhe të shijohet nga të gjithë vizituesit e kësaj zone.
Fustani
Nëse do të ndothte që ta shikoje në një vitrinë dyqani nuk do ta kuptoje kurrë se është stiluar dhe qepur rreth 6 qind vjet më parë, por ka stil dhe hijeshi, gjë që e bën të ndryshëm nga një veshje e markës së kohëve të sotme. Eshtë një fustan i veçantë që çdokujt do ti vinte dëshira ta provonte në trup në momentin që do ta shikonte të veshur në manekinin e muzeut të Vakarixos. "Stili i kësaj veshje më kanë treguar se përqas me ato të grave Ilire që ndoshen në muzeun e Tiranës, por unë kurrë nuk i kam parë tregon 39-vjeçari, Xhorxho Argondica. Pjesa e sipërme e fustanit është e bardhë me flutura të mëdha ndërkohë që pjesa e fundit ngjan me një fustan të viteve 1800. Në krye hidhet hijshëm një vello e tëra e thurur me ar. është ky fustani që familja e Argondicajve trashëgon për shekuj me radhë. Fustani nuk është restauruar asnjëherë dhe aktualisht ndodhet në muze. Nuk është i vetmi fustan Arbëresh në zonën tonë tregon Kryetari i Bashkisë së Vakarizos Albaneze avokati, Aldo Marino. Por ky fustan është më i veçanti, që nga momenti që e kam parë për herë të parë jam mahnitur dhe sa herë që e shikoj më duket sikur zbuloj dicka të re në të, tregon ai.
"Nuk kam patur fat që im atë të rronte shumë dhe të më tregonte çfarë dinte, ai na la të vegjël mua dhe tim vëlla tregon Xhorxho. Ato pak gjëra që kam mësuar më kujtohen nga gjyshja por dhe ajo vdiq kur unë isha vetëm 5vjeç. Gjithmonë do të kem dëshirë të di se nga janë rrënjët e prejardhjes sime dhe pse jo të shkel aty ku të parët e mi kanë jetuar", përfundon ai.
Dasma
Mund të ndoshë shpesh në ditët tona që një nuse kur martohet të vesh fustanin e nënës ose të gjyshes por që të vishet më një fustan 6 qind vjet të vjetër është nuk është dëgjuar kurrë. Rafaela Argondica, pinjolle e familjes Arbëreshe të Argondicajve ka bërë realitet ëndrrën e saj të fëmijërisë, të vesh në ditën e dasmës fustanin e vjetër që trashëgon familja e saj. Në fillim të gjithë mendonin se isha e marrë që kërkoja diçka të tillë por kur më panë me fustanin veshur ndërruan mendim", tregon ajo. "Bashkëshorti im Marko, është edhe ai Arbëresh dhe më ka mbështetur në vendimin tim. Tashmë kanë kaluar dy vite nga dasma jonë por ajo ditë do të ngelet speciale më shumë për faktin se vesha një fustan ndryshe nga nuset e tjera. U ndjeva me të vërtetë pjesë e kalvarit Arbëresh të familjes sime", përfundon 32 vjeçarja Rafaela Argondica.
Kultura
Komuna e Vakarizo Albanese ndodhet në provincën e Kozarës në jug të italisë. Në këtë komunë bëjnë pjesë disa fshatra Arbëresh të cilat kanë ruajtur për shekuj me radhë, gjuhën, traditën dhe zakonet e vendit tonë. Në keto fshatra flitet dhe shkruhet gjuha Shqipe gjithashtu trashëgohet e paparekur edhe një pjesë e madhe e historisë së vendit tonë.