L’UNIONE DELLE “CHIESE” [1]
di Gheorghios Kapsanis
“La Chiesa è dove è la Verità”
In questi ultimi tempi molto si parla dell’unione delle Chiese. In realtà si
tratta dell’unione dei Cristiani eterodossi, staccatisi dalla Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica. Non esistono molte Chiese che si debbano riunire, poiché il Signore Uomo-Dio
fondò una sola Chiesa. La continuità di questa Chiesa è rappresentata solo dall’unica Chiesa cattolica-ortodossa.
Da questa unica Chiesa cattolica si staccò definitivamente Roma nel
1054
per il rifiuto degli Ortodossi di sottoporsi alle sue pretese
anticanoniche sul primato d’autorità su tutta la Chiesa e per altri
errori. In seguito ai numerosi abusi del Papato, in Occidente nel
1517 s’iniziò la lotta dei Protestanti (o Evangelici) contro i
Romano-cattolici, che produsse un frammentarismo religioso
nell’Occidente cristiano. Come è noto, oggi esistono molte centinaia di
sette protestanti specialmente negli Stati Uniti. Quindi la
vera Chiesa del Cristo non si è spezzata, al punto di dover parlare di
unione delle Chiese. Al contrario essa, con tutte le
persecuzioni ed i difetti dei suoi membri, continua ad attenersi
fermamente allo stesso Evangelo ed alla stessa fede nel Salvatore, alla
fede degli Apostoli e dei Santi Padri. Perciò è
errato parlare di unità delle Chiese. Dal punto di vista ortodosso e
per la precisione, possiamo solo parlare di riunificazione degli
eterodossi staccatisi dalla Chiesa ortodossa, i quali,
coscientemente o inconsapevolmente, si trovano nell’errore e
nell’eresia.
Chi,
senza nutrire alcun dubbio, crede che solo la Ortodossa è La Chiesa
una, santa,
cattolica ed apostolica del Simbolo della Fede, non deve parlare di
unione delle Chiese, ma del ritorno degli eterodossi all’unica vera
Chiesa. (…)
Purtroppo oggi su questo argomento sussiste una grande confusione sia
per ignoranza che per
malafede. Perciò spesso sentiamo parlare, addirittura da personalità
rivestite di funzioni ufficiali, che tra gli Ortodossi e gli eterodossi
non esistono differenze sostanziali; che la Chiesa
una, santa, cattolica ed apostolica è composta da tutte le chiese
ortodosse ed eterodosse, poiché, così si afferma, nessuna Chiesa storica
può sostenere di conservare la verità intatta, per cui
con tutte le forze bisogna tendere all’unione con gli eterodossi e
giungere addirittura alla comunione del Calice. Tutto ciò, assieme ad
altre affermazioni del genere, rappresenta un vero
allontanamento dalla Fede degli Apostoli e dei Padri e costituisce
un’eresia, poiché colpisce i fondamenti della Fede.
Il popolo ortodosso, che è il custode della Fede ortodossa, deve sapere la verità.
E la verità è la seguente:
1) Sussistono
molte e gravi divergenze con gli eterodossi. Tali divergenze sono note e
si studiano a scuola. Esse
si sintetizzano nella concezione della Chiesa. Chi ne è il centro,
il fattore decisivo, la massima autorità? L’Uomo-Dio Gesù Cristo o un
uomo? Secondo la dottrina ortodossa, il capo
infallibile, il criterio e la fonte della Verità è l’Uomo-Dio e il
Santo Spirito che scende non su un singolo uomo, ma su tutta la Chiesa.
Secondo la dottrina romano-cattolica la suprema
autorità ed il criterio infallibile è un uomo, l’infallibile Papa di
Roma. Senza il Papa, a giudizio dei Romano-cattolici, la Chiesa non può
esistere né ci può essere un’unione. Per i Protestanti
il criterio e la fonte della verità non è il Papa di Roma, ma ogni
fedele può trovare la Verità, o almeno una parte della Verità, senza che
sia necessaria l’autorità di tutto il corpo della
Chiesa. Il che significa che sia presso i Romano cattolici che
presso i Protestanti ci troviamo di fronte ad una forma di
soggettivismo. I Romano-cattolici hanno un solo Papa, i Protestanti ne
hanno tanti quanti sono essi stessi. Sostanzialmente sia presso gli
uni che presso gli altri ci troviamo alla presenza dello stesso grave
peccato: l’allontanamento dall’Uomo-Dio da parte
dell’uomo. Gli Occidentali, allontanando l’Uomo-Dio e
ponendo al centro della Chiesa l’uomo, diventano antropocentrici.
L’antropocentrismo rappresenta la sostanza di tutte le eresie
dell’Occidente. Noi, invece, rimaniamo nell’ambito della santa tradizione umano-divina dell’Ortodossia.
In fondo il problema è quello della salvezza. Chi si può salvare in una
Chiesa, il cui centro non è l’Uomo-Dio, ma un uomo “infallibile”?
Perciò noi ortodossi non possiamo accettare di unirci con i
Romano-cattolici né con i protestanti, finché essi
persistono nel loro antropocentrismo. Ogni unione con gli
eterodossi, prima di un loro ritorno alla tradizione umano-divina
dell’Ortodossia, sarebbe un tradimento del Cristo, il quale s’è
incarnato, ha sofferto, è risorto, è salito al Cielo ed ha fondato
la sua Chiesa proprio per diventare il centro della nostra salvezza e
per porre fine ad ogni forma di antropocentrismo, che
significa la ripetizione del peccato dei nostri progenitori,
l’egoismo che distrugge la vera unione con Dio e con gli uomini, la
credenza in un Dio ed il rifiuto dell’uomo ad affidarsi
incondizionatamente alla Grazia salvatrice del Signore.
2) Un altro tema, che è posto spesso in risalto nelle raccomandazioni di personalità
ecclesiastiche e sulle colonne della stampa profana, è il così detto Calice comune. Affermano costoro che per raggiungere l’unità dobbiamo cominciare a comunicarci gli uni nelle
chiese degli altri. Gli eterodossi nelle nostre chiese e noi nelle loro. Ma
come possiamo comunicarci nelle chiese degli eterodossi, i quali sono
nell’errore? Il Calice comune presuppone
una fede comune. Se pur non professando la stessa fede, ci
comunichiamo gli uni dagli altri, ciò significa che abbiamo in comune
con gli eterodossi anche la fede. Se io, ortodosso, mi comunico in
una chiesa non ortodossa, significa che condivido gli errori degli
eterodossi. È caratteristico che i santi canoni della nostra Chiesa, a cui integralmente dobbiamo
attenerci, poiché sono opera dei Santi e dei Concili, proibiscono non solo il Calice comune, ma anche la preghiera comune con gli eterodossi,
poiché anche la semplice preghiera
in comune rappresenta la partecipazione alla fede di colui con il
quale preghiamo o, per lo meno, gli fa falsamente credere che non è
nell’errore, per cui non è necessario che ritorni alla
verità.
Il Cristo è sempre lo stesso nei Sacramenti, nei dogmi e nel culto e non possiamo
unirci nei sacramenti e nel culto, quando non siamo uniti anche nei dogmi. L’unione solo nei sacramenti e nel culto è una specie di schizofrenia e di rottura dell’unità nel Cristo. Il
Nuovo Testamento c’insegna che “uno è il Signore, una la Fede ed uno il Battesimo” (s. Paolo, Efesini 4,5)
3) Infine
deve essere reso noto che il piano del Vaticano per l’“unione” degli
Ortodossi con Roma consiste nello
sviluppo di reciproci buoni rapporti, contatti, simposii, preghiere
in comune e della comunione eucaristica, come pure nell’intorpidimento
della coscienza degli Ortodossi, così che questi ultimi
si abituino a comunicarsi nelle chiese romano-cattoliche. Quando
fosse raggiunto questo fine, si giungerebbe anche all’unione. Infatti
che altro è l’unione se non comunicarsi nelle chiese degli
altri? Si tratta del cosiddetto ecumenismo laico, poiché all’unione
non si arriverà dall’alto da parte dei vescovi e dei teologi, ma
attraverso il popolo, il quale si preparerà psicologicamente
con tutti i mezzi affinché non reagisca o non impedisca l’unione
dall’alto.
Il piano dell’ecumenismo laico ha cominciato ad essere applicato con
successo.
Molti ortodossi, per influsso dell’indifferenza religiosa e della
predicazione dei protagonisti dell’ecumenismo laico, i quali si
chiedono: “Che significato hanno i dogmi? L’amore deve avere il
primato. L’amore c’impone di unirci anche se sussistono differenze
dogmatiche”, hanno cominciato a comunicarsi nelle chiese
romano-cattoliche.
L’amore cristiano c’impone d’amare i nostri fratelli eterodossi, a
riconoscere ciò che hanno di buono, a pregare ed a lavorare senza fanatismo perché si riveli loro la verità dell’Ortodossia.
Ma a questi obiettivi non si deve giungere sacrificando la
vera Fede e per di più per un’unità che non avrà il suo fondamento
nella Verità, ma nei compromessi, nella diplomazia in fini non
religiosi. La Volontà di Dio è espressa nella Sacra
Scrittura e nella Tradizione: L’unione nella Verità.
Sia oggi che sempre la Chiesa ortodossa ha posseduto e possiede il vero Evangelo
del Cristo e perciò rappresenta una speranza per il mondo. Da questo punto di vista, il nostro più grande contributo nei confronti degli eterodossi e di tutto il mondo consiste nel
conservare immutata e viva la nostra santa Fede che è quella degli Apostoli e dei Padri.
[1] Da “Teoloski Pogledi”, n.
4, 1975 Trad. di A.S. In “Messaggero Ortodosso”, Roma, ottobre 1976 n. 10, 5-9.
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