martedì 13 luglio 2021

https://luceortodossamarcomannino.blogspot.com, sito del caro confratello Marco Giorgi sul ruolo della " moglie del prete".

 

La felicità della presbitera è l'amore per il culto (Maria Podlesnaya)

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Pubblichiamo in italiano alcune interessanti riflessioni di Maria Podlesnaya, da Pravoslavie.ru, sul ruolo della moglie del sacerdote e su come vivere in modo realistico, verace e puro questo cammino particolare

Ci sono molti luoghi comuni su come dovrebbe essere una "buona matushka" (moglie del sacerdote, ndt). Internet e letteratura ortodosse non fanno altro che creare un immaginario pericoloso nella mente delle ragazze che sposano i seminaristi o chi è già in cammino verso il sacerdozio. Tutti questi testi eccitano la mente delle donne sulla "grande croce" e la "immensa responsabilità" della presbitera, e sebbene vi siano delle verità - anche dettate dalle esperienze personali - molti di questi articoli sono arricchiti da immagini stereotipate, da drammi appiccicosi, superficialità superflue, e sinceramente possono essere pericolose per una giovane donna che si interessa a "cosa sarà" quando il suo uomo diventerà un consacrato. Credo che non si parli a sufficienza con profondità di questo argomento nell'Ortodossia contemporanea, e con mio grande rammarico ho visto una totale mancanza di riflessioni adeguate. Volevo condividere, per questo, la grande gioia di essere una presbitera, e su come è estremamente importante conoscere e capire. Innanzi tutto, lasciatemi dire che alcuni luoghi comuni sono davvero scandalosi. "una matushka deve essere buona e premurosa coi parrocchiani" si legge sempre. Certo, deve. Ma ogni cristiano deve essere "buono e premuroso" con gli altri! Non è necessario per una donna che sia una presbitera per mettere in atto i comandamenti d'amore di Cristo. Sembra quasi che prima dell'ordinazione del marito la donna sia infida, odiosa, buia... e dopo sia un faro di luce e una manna dal Cielo, in virtù dell'ordinazione del marito. Amici miei, questo è un problema. Non si può davvero scrivere, perché le ragazze ortodosse che leggono questo hanno un cataclisma interiore. Sii sorridente e gentile solo perché hai un ruolo in chiesa, perché tuo marito è stato chiamato a questo ruolo da Dio. Seppellisci tutto dentro di te, velati il capo e guarda con gli occhi bassi perché sei una matushka. Ecco, io trovo anche solo il concetto come qualcosa di nauseante. Ho anche letto altre cose da "esperti" e "saggi": il concetto della "grande croce" del matrimonio del chierico. Dicono: "ecco vedi, tuo marito sarà chiamato nel cuore della notte per portare la comunione a qualcuno, e tu dovrai sopportare tutto e amarlo sempre". Ma perché un chirurgo, un poliziotto coi turni notturni, una guardia di frontiera, un musicista in tournée non lavora di notte? Perché creare questo alone di dramma senza motivo? "il tuo matrimonio è una croce, un lavoro". Ogni matrimonio porta con sé delle croci, ma se si vive il matrimonio con letizia e gioia, la croce è sopportabile, che tu sia la moglie di un soldato, di un medico, di un ministro o di un sacerdote. Alle volte questo falso pathos lo sente dire in giro: "lei è una matushka" come se fossimo delle eroine, la moglie di un qualche ufficiale con molte medaglie. Adesso invece questa cosa mi mette in imbarazzo. A volte può sembrare attraente, il nostro status, per una ragazza giovane. Ma non pensiamo troppo su. 

Eppure non ho mai sentito dire da nessuno di questi "pensatori informati" che cosa davvero conta nella vita di una moglie di un prete. Me lo sentii dire da mio marito - guarda caso! - il giorno della sua consacrazione, dopo i saluti e gli applausi, durante una nostra conversazione privata. La moglie di un prete dovrebbe amare innanzi tutto il culto e la divina liturgia. E' impossibile trascrivere cosa significhino davvero queste due parole, quanto la quotidianità della nostra condizione si basi su questo: amare la liturgia. L'amore per i divini servizi è la felicità della presbitera, e su questo dovrebbe riflettere ogni ragazza che si affaccia a questa prospettiva di vita. E questo non significa essere la direttrice di un coro, o sapere a memoria tutti i tropari delle feste. Affatto. Ama ciò che tuo marito farà per tutta la vita. In questo modo, le "croci" del servizio di tuo marito non saranno affatto pesanti, ma saranno la quotidianità, la realtà della tua vita. Essere consapevoli che il marito prete cercherà sempre di rendere il suo servizio più pieno, migliore, e quindi anche noi siamo chiamate, in un certo senso, a questo. E' meglio pensarci prima, se hai abbastanza forza da sopportare tutto questo. 

Quanto è bello sentire la voce che ami di più sulla faccia della Terra, quella di tuo marito, pronunciare le parole eterne che riverberano nella chiesa: benedetto il Regno... ecco che quindi vedi il tuo sposo, l'essere più caro al mondo per te dopo Iddio, cosa c'è di più caro al mondo che la consapevolezza che Cristo è nelle mani del tuo sposo? Se puoi sopportare questo, tutte le difficoltà e gli impegni si illuminano. Ecco che dovrebbe scaturire dal nostro cuore, una preghiera per lui: servi, amore mio, servi il Signore, che tu abbia questa forza per sempre, e il Signore ci darà tutto ciò che ci serve!  Guarda come alle cinque del mattino, di domenica, arrivi con tuo marito in chiesa e lui, nella sua tonaca nera, legge le preghiere di preparazione davanti alle porte regali del tempio. Che gioia poter guardare in silenzio ciò che tuo marito ama fare! Prima della veglia per un qualche santo, prega sempre quel santo che dia forza al vostro matrimonio, a tuo marito, alla chiesa intera. "Portare la comunione a mezzanotte" ecco che diventa un evento gioioso, non un peso. Un moribondo ha appena ricevuto Cristo dalle mani di tuo marito. Ci può essere una letizia più grande? ecco che questi "esperti matrimoniali" mi suonano sempre più strani. La felicità risiede nel culto, nell'amore per la vita del marito. Se ami la liturgia, renderai il servizio di tuo  marito molto più semplice. Se ami Dio, non ti sarà pesante. Anzi, sarà fonte di gioia per noi Iddio Benedetto, nella cui letizia noi ci rallegriamo. 


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