martedì 31 agosto 2021

Dal sito di padre Ambrogio di Torino

  Il cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina crede che la saggezza della Chiesa conciliare dovrebbe dare una valutazione alle azioni del patriarca Bartolomeo

Mospat.ru, 24 agosto 2021

 

Giunto in Ucraina, il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli si è rifiutato di parlare con migliaia di fedeli della Chiesa ortodossa ucraina che aspettavano di incontrarlo davanti all'edificio della Verhovna Rada a Kiev. Durante questa visita, che minaccia di aggravare i conflitti e di esacerbare ulteriormente la crisi ecclesiale nel paese, il cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Antonij di Borispol e Brovary, ha parlato con Ria Novosti di quali sviluppi potrebbe aspettarsi la Chiesa canonica e di cosa si potrebbe fare di fronte a tali sviluppi; di come la Chiesa ortodossa ucraina valuta la situazione attuale; se le Chiese locali sono pronte a difendere la purezza della fede e se è necessario continuare il dialogo nel "formato di Amman".

Vladyka Antonij, il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli è arrivato a Kiev in occasione del Giorno dell'Indipendenza dell'Ucraina; e si è parlato anche dell'arrivo di papa Francesco. Cosa pensano i seguaci della Chiesa ortodossa ucraina della visita di questi leader religiosi? È ancora in vigore il rifiuto del vostro clero di partecipare agli eventi organizzati attorno alla visita di Bartolomeo?

A giudicare da quanto dicono i funzionari statali, è improbabile che ci sia la visita di papa Francesco in Ucraina, perché non è stato detto nulla sui preparativi. Quanto alla visita del patriarca Bartolomeo, è stata annunciata diversi mesi fa. Molti esperti prevedono che questo evento accelererà l'aggravarsi della situazione religiosa nel Paese. Questa visita e accoglienza del capo del Fanar al più alto livello politico potrebbe essere presa dai seguaci e sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" come un segnale a sostegno dei loro sforzi per l'indebolimento della Chiesa ortodossa ucraina, e questo potrebbe provocare una nuova ondata di attacchi dei predoni alle comunità e alle parrocchie della Chiesa canonica. In questo contesto, abbiamo annunciato che non saremmo stati in grado di prendere parte a un evento programmato nella cattedrale di santa Sofia di Kiev se vi fosse stata presente la delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, perché nessun altro se non il Fanar e il suo capo sono responsabili della violazione dei diritti dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. Come si può condividere la presenza con coloro le cui decisioni hanno portato tanti guai, tanta sofferenza e male a persone che volevano solo preservare intatta la fede dei loro nonni e bisnonni?

Insieme alla firma del cosiddetto Tomos d'autocefalia per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", è stato sollevato il tema delle "stavropegie" (rappresentanze) da trasferire al possesso di Costantinopoli. Ora, alcuni esperti non escludono la possibilità che in vista della visita del patriarca Bartolomeo, le autorità lo accolgano con un simile "dono": regalargli una chiesa o un monastero della Chiesa canonica come "stavropegia". Quanto sembra reale una tale possibilità e, comunque, è rispettato l'accordo sulle stavropegie e quali degli edifici ecclesiastici della Chiesa ortodossa ucraina sono minacciati?

Nel 2018 è stato firmato un accordo di cooperazione tra l'Ucraina e il Patriarcato di Costantinopoli. Alcuni mass media hanno diffuso informazioni su un supplemento a questo documento con l'elenco delle chiese ucraine che il precedente governo nella persona di Poroshenko aveva promesso di consegnare a disposizione del Fanar. È difficile dire se questa informazione è vera. Tuttavia, dovrei ricordare che nel 2019 il presidente della Verkhovna Rada Andrej Parubij ha parlato pubblicamente della possibilità di consegnare al Patriarcato di Costantinopoli una ventina dei monasteri e delle chiese più antichi e ben mantenuti dell'Ucraina. Tra questi sono stati menzionati la Lavra della Dormizione delle Grotte di Kiev, la Confraternita della Dormizione di Leopoli, il Monastero della Trasfigurazione di Mezhyhirya, la Confraternita dell'Epifania di Kiev e il monastero di Manjava.

I dati presentati dalla Chiesa e dalla polizia ucraina sul numero dei partecipanti alla Processione della Croce nel giorno del Battesimo della Rus' differivano di più volte: la Chiesa ne ha menzionati 350.000; la polizia 55.000. Perché, secondo lei, le cifre sono così diverse?

Negli anni precedenti, era una realtà comune la sottovalutazione intenzionale del numero dei credenti ortodossi che partecipavano alla Processione con la Croce nel giorno del Battesimo della Rus'. C'era da aspettarselo, perché le autorità non volevano che il pubblico in generale sapesse quale sostegno stava ottenendo la Chiesa canonica. Ma tutti i loro sforzi sarebbero stati inevitabilmente infranti da un'unica e stessa prova: i servizi in diretta TV che ritraggono un mare di persone. Sono sicuro che anche quest'anno i fotogrammi dei filmati televisivi che mostrano un fiume umano senza fine che scorre dalla collina di san Vladimir alla Lavra delle Grotte di Kiev parleranno da soli. Pertanto, non c'è bisogno di dimostrare nulla: tutto ciò che c'è da sapere è in evidenza. A proposito, siamo anche grati alla polizia per le cifre annunciate. I suoi precedenti eufemismi mostravano cifre assolutamente ridicole. Per esempio, nel 2018, secondo le informazioni ufficiali, solo 20.000 hanno preso parte alla processione. Quindi, il numero di 55.000 non è affatto male, né il fatto che alla polizia, anche se a loro modo strano, ammettano e prendano atto di un numero sempre crescente di partecipanti alla nostra Processione con la Croce.

Quanto si sentono liberi i parrocchiani e il clero della Chiesa ortodossa ucraina in Ucraina adesso? La vita è diventata più facile o più difficile negli ultimi anni?

Grazie a Dio, non stiamo vivendo le tribolazioni che la nostra Chiesa ha dovuto affrontare nel secolo scorso. Mi riferisco alle repressioni sotto i bolscevichi. Tuttavia, devo dire che i nostri sacerdoti e credenti spesso subiscono violazioni dei loro diritti e libertà. Purtroppo ci sono fatti di violenza diretta e di aggressione contro il gregge della Chiesa canonica. Da quando Poroshenko ha lasciato la carica di presidente, la situazione è leggermente migliorata, ma i problemi non sono scomparsi definitivamente; vengono semplicemente lasciati sospesi in aria. E qualsiasi fattore esterno, per esempio l'esito della visita del patriarca Bartolomeo in Ucraina, potrebbe aggravare la situazione nella chiesa.

In quali regioni la situazione dei sequestri di chiese e della persecuzione della Chiesa canonica è la peggiore? Qual è la dinamica di tali casi nel Paese nel suo complesso? La situazione sta peggiorando sotto Zelenskij? Quante parrocchie sono state sequestrate negli ultimi mesi? Qual è il motivo dietro i sequestri? È possibile il ritorno ai tempi di Poroshenko?

Molto spesso le informazioni su tali reati legali provengono dall'Ucraina occidentale. Alcuni rappresentanti degli enti locali o delle forze politiche radicali, interessati a mantenere il loro gradimento, di solito li sostengono. Va notato che sono diventati più frequenti i casi di illegittima reiscrizione degli statuti parrocchiali che spostano le parrocchie della nostra Chiesa nella giurisdizione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". A proposito, tale illecito ufficiale di un funzionario dell'amministrazione regionale di Vinnitsa ha portato al tentativo di sequestro di una parrocchia della Chiesa ortodossa ucraina nel villaggio di Verbovets. Persone della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno cercato di irrompere nell'edificio; hanno picchiato il sacerdote cercando di allontanare lui e i fedeli della Chiesa canonica dall'edificio parrocchiale; minacciandoli con punte di ferro affilate; hanno strappato la croce del sacerdote e hanno promesso di "macellare" i credenti della Chiesa ortodossa ucraina come "maiali". Pur essendo presenti e assistendo a questa scena, gli agenti delle forze dell'ordine della polizia nazionale non sono intervenuti a fermare i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Questo è ciò che veramente scoraggia, poiché l'illegalità, come è noto, genera nuova e maggiore illegalità, provocando una destabilizzazione della situazione religiosa in tutto il Paese.

Sono diventati più frequenti i casi di aggressione contro il clero e i tentativi di sequestro degli edifici ecclesiastici prima della visita del Patriarca Bartolomeo? Si aspetta che divampino durante o dopo la sua visita? Cosa potrebbe dire o fare, secondo lei, il patriarca di Costantinopoli per peggiorare o migliorare la situazione?

Come ho detto prima, si è attivata la reiscrizione illegale delle parrocchie della Chiesa ortodossa ucraina. Ecco un altro esempio recente. L'8 luglio 2021, il presidente dell'amministrazione statale regionale della Volinia Jurij Poguljaiko ha firmato l'ordine n. 406 per registrare nuovamente la parrocchia di san Nicola nel villaggio di Borochiche. Non escludo che questo processo possa ricevere un ulteriore impulso dopo la visita del capo del Fanar in terra ucraina. Dopotutto, il Patriarcato di Costantinopoli non nasconde il suo interesse a riprendere l'interazione strategica con le autorità ucraine, il cui obiettivo clandestino è indebolire le posizioni della Chiesa ortodossa ucraina in Ucraina. A quanto pare proprio per questo motivo, in tutti questi anni, non è giunta una sola dichiarazione del patriarca Bartolomeo né sulla necessità di fermare gli attacchi dei predoni alle parrocchie della Chiesa canonica in Ucraina da parte dei seguaci della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", né sull'inammissibilità dell'uso della forza, delle minacce e delle pressioni contro i credenti disposti a restare fedeli a Dio e alla sua Chiesa.

Quanto è reale la minaccia di rinominare la Chiesa ortodossa ucraina considerando che in precedenza era stata approvata anche una legge al riguardo? Quali leggi discriminatorie per la Chiesa ortodossa ucraina che sono state adottate sotto Poroshenko sono ancora valide? Quale minaccia comportano per i credenti le nuove leggi varate dalla Rada? Può il presidente porvi il veto e abrogare le leggi precedenti, e perché non è ancora stato fatto?

Permane la minaccia di un drastico cambio di nome della Chiesa ortodossa ucraina, perché nessuno ha ancora abrogato questa legge. Il processo è solo sospeso per il momento mentre il rispettivo caso è all'esame della Corte Costituzionale.

Di fronte ad altre misure, come la restrizione del servizio dei cappellani militari della nostra Chiesa, il problema summenzionato si distingue come il più scottante. In caso di riuscita realizzazione dello scenario della ridenominazione forzata, alcune forze otterranno ulteriori possibilità per la ri-registrazione illegale delle proprietà della Chiesa ortodossa ucraina a favore della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Con il supporto amministrativo questo non sarà difficile da ottenere, soprattutto ora che, come è tipico degli schemi di sequestro, la struttura degli scismatici si è data il nome di "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", praticamente identico al nostro "Chiesa ortodossa ucraina". Purtroppo non c'è ancora speranza per un cambiamento qualitativamente tangibile della situazione con la legge discriminatoria. Per qualche ragione sconosciuta, tutti i rami del potere sono riluttanti ad abrogare le norme che contraddicono la Costituzione, sebbene abbiano poteri e giustificazione legale per farlo.

La Chiesa ortodossa ucraina sente un sostegno della comunità internazionale, delle organizzazioni europee e internazionali, della Corte europea dei diritti dell'uomo e di altri?

Noi forniamo alle organizzazioni internazionali informazioni complete sui diversi reati legali. Inoltre, queste organizzazioni registrano alcune violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali dei nostri fedeli. Tuttavia, non posso dire nulla su un supporto significativo fornito da queste organizzazioni.

Ha dei segnali da quelle Chiese locali che non hanno ancora trovato la loro posizione sulla "questione ucraina" – le Chiese bulgara, georgiana e romena? Potrebbero altre Chiese unirsi a quelle che hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? Su quali Chiese esercitano una pressione particolare il Fanar e diverse forze dall'estero?

La maggioranza delle Chiese locali ha sperimentato diversi tipi di pressione riguardo al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Alcune potrebbero mantenere la loro posizione contro le pressioni esterne, altre no, ma anche in quelle Chiese che hanno riconosciuto in tutto o in parte la struttura di Dumenko non c'è unità nel loro rapporto con gli scismatici. Questo è ovvio per l'intero mondo ortodosso. Ecco perché le altre Chiese non hanno alcuna intenzione di estendere il loro riconoscimento alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

All'inizio del 2021, alcuni mass media hanno scritto che la Chiesa ortodossa bulgara era presumibilmente disposta a legalizzare gli scismatici ucraini. Commentando queste voci, il metropolita Gavriil di Lovech ha affermato che il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara ha nominato una commissione speciale per lo studio approfondito dello scisma in Ucraina. La commissione doveva presentare una relazione al Sinodo, ma finora non l'ha fatto9. Inoltre, ha sottolineato che esiste una sola Chiesa canonica in Ucraina: la Chiesa ortodossa ucraina con a capo sua Beatitudine il metropolita Onufrij. Per quanto riguarda la Chiesa georgiana, il saluto del patriarca Ilja, ricevuto di recente dal nostro primate nel giorno del suo onomastico, è evidente. Quanto ai nostri fratelli romeni, direi che manteniamo rapporti buoni e costruttivi.

È stato detto molte volte che il patriarca di Costantinopoli è caduto nello scisma riconoscendo gli scismatici. Il patriarca Bartolomeo è un eretico? Dovrebbe esserci una decisione conciliare su questo tema?

Il Fanar sta promuovendo un concetto di "primo senza uguali" e fa passi verso l'unia con Roma. Ciò solleva molte domande difficili e pertinenti, ma credo che la saggezza conciliare di tutta la nostra Chiesa universale non solo possa, ma debba dare una valutazione per tutte queste azioni.

Quanto è probabile che si verifichi una spaccatura globale nell'Ortodossia mondiale e che si ripeta il "grande scisma" del 1054? In considerazione del fatto che il patriarca Bartolomeo si rifiuta categoricamente di convocare un Concilio panortodosso sul problema ucraino, potrebbero altre Chiese avviarne la convocazione? Pensi che sia possibile, e cosa è necessario perché ciò accada?

I processi avviati dal patriarca Bartolomeo hanno già di fatto distrutto l'unità panortodossa e portato alla divisione le Chiese ortodosse. Un modello assolutamente nuovo di ortodossia mondiale si sta formando davanti ai nostri occhi. In essa si sta preparando un posto centrale affinché il "papa d'Oriente" possa godere di poteri e privilegi senza precedenti. È del tutto evidente che il successo del lancio di questo modello porterà inevitabilmente a cambiamenti profondamente profondi in altri aspetti della vita e dell'attività della Chiesa. In particolare, interesserebbe il lavoro relativo ai fondamenti dell'insegnamento ortodosso. In questo contesto, viene in primo piano la disponibilità delle Chiese locali a tutelare la purezza della fede. Già adesso è chiaro che la visita del patriarca Bartolomeo in Ucraina va ben oltre il quadro di una disputa sulla giurisdizione di un territorio. In questa situazione, la ripresa di un'attività nel "formato di Amman" potrebbe svolgere il suo ruolo, perché questo è il formato in cui le questioni discutibili, per quanto profonde e acute possano essere, potrebbero e dovrebbero essere considerate.

Ha paura che possa scoppiare una nuova grande guerra? Cosa si deve fare per non farla? Chiamerete i politici alla pace?

Tutto è nelle mani di Dio. Come disse a suo tempo san Nikolaj di Serbia, "La guerra dell'uomo contro l'uomo è il risultato della guerra dell'uomo contro Dio". Questa è veramente la ragione principale di ogni grande conflitto o confronto. Partendo da questa verità, dobbiamo tutti essere consapevoli della nostra responsabilità per ogni nostra mossa, ogni parola e decisione. Ciò riguarda in particolare i politici che sono responsabili del destino del loro popolo.

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