martedì 10 maggio 2022

 La NATO che abbaia e le critiche al patriarca Kirill: 

a cosa sta giocando il papa in Ucraina?

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 7 maggio 2022

 

secondo papa Francesco, la NATO ha provocato la guerra in Ucraina. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il papa ha fatto una dichiarazione scandalosa, giustificando di fatto l'aggressione della Russia contro l'Ucraina. Analizziamo l'intervista del pontefice nell'edizione italiana.

A metà marzo 2022 papa Francesco ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera che è diventata subito scandalosa, a causa delle dichiarazioni relative alla guerra in Ucraina. In Unione Europea e in Ucraina si sono si sono sentiti offesi dalle parole che "l'abbaiare della NATO" ha provocato l'attacco di Putin; si sono sentiti offesi dal papa e dalla Chiesa ortodossa russa. Come mai? Inoltre, cosa voleva trasmettere il pontefice? Scopriamolo.

screenshot dal sito corriere.it

Papa Francesco: "Il primo giorno di guerra ho chiamato il presidente ucraino Zelenskij. Non ho chiamato Putin. Gli ho parlato il giorno del mio compleanno a dicembre, ma questa volta no, non ho chiamato. Volevo fare un gesto chiaro, e per questo mi sono rivolto all'ambasciatore russo. Ho chiesto loro spiegazioni. Ho detto: 'Per favore, smettetela'."

Significa che il primo giorno della guerra il papa ha delineato la sua posizione con un appello simbolico a Zelenskij e un rifiuto di chiamare Putin. Questo gesto è stato calcolato per mostrare al mondo intero che il pontefice è dalla parte dell'Ucraina, anche se un simile appello a Putin con una condanna inequivocabile dell'aggressione e la richiesta di fermarla sarebbe stato molto più significativo nell'indicare la vera posizione del Vaticano.

Il punto successivo ci fa pensare ancora di più in cosa consista questa vera posizione. Lo stesso giorno, il servizio stampa del Vaticano ha rilasciato la seguente dichiarazione sull'aggressione russa.

screenshot da press.vatican.va

In questa dichiarazione:

  • Il Vaticano NON ha definito le azioni della Russia né aggressione, né guerra, né invasione, ma si è limitato alla formulazione diplomatica: "azioni militari";

  • al posto della parola "guerra" è stata usata l'espressione "crisi in Ucraina";

  • Il Vaticano NON ha condannato le azioni della Russia, né ha chiesto la fine dell'invasione. Papa Francesco, invece, "ha invitato tutte le parti interessate" ad "astenersi da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni..." e ha anche espresso l'auspicio che ci sia "ancora spazio per il negoziato".

Perché la dichiarazione ufficiale del Vaticano non condanna l'aggressione, ma, al contrario, si esprime con un tono acutamente rispettoso della Federazione Russa? Presumibilmente, papa Francesco, come la maggior parte dei politici occidentali, era sicuro che Kiev sarebbe caduta in un massimo di 96 ore. Condannare il "vincitore" è come sputare controvento. Così pensano i politici.

Tuttavia, i veri pastori agiscono in modo molto diverso. Confrontiamo la dichiarazione del Vaticano con quanto disse lo stesso giorno, 24 febbraio 2022, sua Beatitudine il metropolita Onufrij:

"Vi esorto, prima di tutto, a un'intensa preghiera di pentimento per l'Ucraina, per il nostro esercito e il nostro popolo, vi chiedo di dimenticare i conflitti e i disaccordi reciproci e di unirvi nell'amore per Dio e per la nostra Patria. In questo tragico momento, esprimiamo il nostro particolare amore e sostegno ai nostri soldati che stanno a guardia, proteggono e difendono la nostra terra e il nostro popolo. Che Dio li benedica e li protegga! Difendendo la sovranità e l'integrità dell'Ucraina, ci appelliamo al Presidente della Russia e chiediamo di fermare immediatamente la guerra fratricida. I popoli ucraino e russo sono usciti dal fonte battesimale del Dnepr e la guerra tra queste nazioni è una ripetizione del peccato di Caino, che per invidia uccise suo fratello. Una simile guerra non ha giustificazione né davanti a Dio né davanti agli esseri umani".

screenshot dal canale YouTube "Chiesa ortodossa ucraina"

Ribadiamo che questo è stato detto il primo giorno di guerra, sullo sfondo delle stesse previsioni sulle "96 ore". A proposito, due settimane dopo, quando è diventato chiaro che la vittoria della Federazione Russa, per usare un eufemismo, non era vicina, la retorica di papa Francesco è cambiata radicalmente: ha iniziato a esortare a "fermare un'aggressione armata inaccettabile" , a "fermare i bombardamenti e gli attacchi" , a "fermare questo massacro" ecc. Ma anche sullo sfondo di questa retorica, il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha implicitamente suggerito che l'Ucraina metta fine alla resistenza: "Di fronte a ciò che sta accadendo, dobbiamo porci una domanda: stiamo facendo il possibile per ottenere una tregua? La resistenza armata è l'unica via da seguire?" (Da un'intervista a Vatican News).

Il desiderio del papa di andare a Mosca piuttosto che a Kiev

Papa Francesco: "Poi ho chiesto al cardinale Parolin di mandare un messaggio a Putin che dopo venti giorni di guerra ero pronto ad andare a Mosca".

Perché papa Francesco dovrebbe andare a Mosca? Riuscirà a persuadere Putin a porre fine alla guerra o a pronunciare qualsiasi minaccia? Forse il pontefice rappresenterebbe alcune forze politiche mondiali in tali negoziati? Tutt'altro. Piuttosto, il punto è diverso: non un solo papa è mai stato in visita in Russia. Il desiderio di vari pontefici di fare una visita così storica più e più volte si è scontrato con una reazione negativa da parte della Chiesa ortodossa russa, quindi papa Francesco vuole cogliere l'attimo.

Il pontefice però non si recherà a Kiev, anche se vi è stato ripetutamente e insistentemente invitato per lungo tempo.

Papa Francesco: "Non andrò ancora a Kiev. Ho inviato il cardinale Michael Czerny e il cardinale Konrad Krajewski, che vi si sono recati per la quarta volta. Ma sento come se non dovessi andare. Per prima cosa, devo andare a Mosca e incontrare Putin. Sono anch'io sacerdote, cosa posso fare? Faccio quello che posso".

Di conseguenza, il papa vuole ripetere l'esperienza del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, che si è recato prima a Mosca e poi a Kiev. Qualsiasi diplomatico potrebbe dire che una tale sequenza significa che il negoziatore cerca di capire la posizione di una parte in prima linea e quindi cerca di persuadere l'altra parte ad accettarla. E viceversa. Riguardo a Guterres, Zelenskij ha affermato esplicitamente: "Ritengo sbagliato andare prima in Russia e poi in Ucraina. Non è giusto. Con cosa tornerà? Ci manderà segnali dalla Russia?"

Nessuna risposta, invece, da parte della Federazione Russa alla proposta di visita del pontefice. Tuttavia, papa Francesco ha detto di aspettare ancora la risposta di Putin e di temere che "quest'ultimo non voglia incontrarlo questa volta".

"La NATO che abbaia alla porta della Russia"

Il papa ha detto al Corriere della Sera che sta cercando di capire le fonti del comportamento e delle motivazioni di Putin. Secondo il pontefice, la guerra sarebbe stata probabilmente provocata "dall'abbaiare della NATO alla porta della Russia". Cioè, papa Francesco spiega alla "città e al mondo" perché Putin ha iniziato una guerra brutale e sposta, almeno in parte, la responsabilità di scatenare la guerra sui paesi della NNATO. La Federazione Russa sembra quindi già meno colpevole e persino giusta in questa situazione. Le parole di papa Francesco suonano come una scusa per la Russia.

Il papa è già stato attentamente criticato dal ministero degli Esteri ucraino. Il suo portavoce, Oleg Nikolaenko, ha affermato che l'Ucraina è "grata per gli sforzi del papa per stabilire la pace e porre fine alla guerra, che non è stata in alcun modo provocata dall'Ucraina, dalla NATO o da qualsiasi altra terza parte". Tuttavia, altri paesi hanno risposto più duramente.

Per esempio, secondo RMF24 , il ministero degli Esteri polacco ha accolto le parole del papa "con sorpresa e disgusto". Secondo la risorsa, "Il Ministero degli affari esteri della Polonia ammette ufficiosamente che la posizione della Santa Sede è contraria allo Stato polacco. I diplomatici cercano di non prestare molta attenzione alle dichiarazioni del papa. Affermano che il dogma dell'infallibilità papale si applica solo alle questioni di fede e non alla politica estera. Tuttavia, la missione polacca in Vaticano deve lavorare ancora di più per fornire informazioni affidabili sulla guerra in Ucraina".

Dichiarazioni piuttosto dure dato che attualmente la Polonia è forse il paese più "cattolico" dell'Unione Europea e della NATO. Inoltre, è improbabile che il papa non potesse non prevedere che le sue parole avrebbero provocato un contraccolpo in Europa. Eppure, le ha pronunciate. Cos'è se non un passo verso la Russia?

Una conversazione di 40 minuti con il patriarca Kirill

Un altro scandalo è stato causato dalle parole sulla conversazione con il patriarca Kirill. Questa volta, la Chiesa ortodossa russa si è rivelata la parte insoddisfatta. Il papa ha detto di aver parlato con il primate della Chiesa russa per 40 minuti e, nell'interpretazione del pontefice, la conversazione si è ridotta a questa: "Per i primi venti minuti mi ha letto tutte le giustificazioni della guerra. Ho ascoltato e ho detto: 'Non capisco niente di tutto questo. Fratello, non dobbiamo parlare la lingua della politica, ma la lingua di Gesù'."

Inoltre, il pontefice ha detto al giornalista del Corriere della Sera che il patriarca non deve abbassarsi al ruolo di "chierichetto" di Putin (a quanto pare intende l'espressione più comunemente usata, "facchino").

Queste parole hanno causato una tempesta di indignazione nella Chiesa ortodossa russa. Il chierico di Stavropol e noto blogger ecclesiastico, padre Alvian Tkhelidze, ha definito il papa "una prostituta che si finge una ragazza innocente", e le sue parole al patriarca – "maleducazione". Il celebre sacerdote Pavel Ostrovskij (560.000 iscritti su Instagram e 170.000 su Telegram) ha definito "vergognose" le parole del papa, perché, a suo avviso, si trattava di una "conversazione privata", e il capo del Vaticano non aveva diritto di divulgarne i dettagli. Padre Pavel ha paragonato l'intervista del pontefice alla rivelazione del segreto della confessione.

Tuttavia, il Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca ha divulgato anch'esso questo "segreto" pubblicando una "Nota esplicativa" in cui rivela il contenuto del colloquio tra il primate della Chiesa ortodossa russa e papa Francesco, in cui il patriarca "ha condiviso la sua visione della difficile situazione attuale" attorno al guerra in Ucraina. Si è scoperto che aveva raccontato al leader cattolico dell'Euromajdan, della tragedia nella Casa dei sindacati di Odessa, del dispiegamento di basi NATO vicino ai confini della Federazione Russa, con un tempo di volo da lì a Mosca in pochi minuti.

In altre parole, il papa non ha snaturato nulla nel suo racconto sul colloquio con il patriarca, e non c'è niente di speciale da rimproverargli, se non uno spiacevole sfogo sul "chierichetto". Tuttavia, alla fine, quasi tutti sono rimasti insoddisfatti del pontefice: europei, ucraini e russi.

Conclusioni

Nonostante alcune critiche al patriarca della Chiesa ortodossa russa, l'intervista papale può essere definita filorussa, in particolare sullo sfondo della retorica antirussa unanime di quasi tutta l'Unione Europea. Cosa dice? Il papa sa bene che sia la dirigenza della Federazione Russa che il patriarca Kirill si sono gravemente compromessi agli occhi della comunità occidentale. Sono in uno stato di isolamento internazionale, avendo in gran parte perso la loro autorità morale.

Il 4 maggio 2022, l'agenzia France Presse ha riferito che il patriarca Kirill compare personalmente nel sesto pacchetto di sanzioni contro la Federazione Russa, che ora è all'esame dei paesi dell'Unione Europea. Non si sa come ciò influirà sulla sua condizione finanziaria, ma il fatto che gli sarà vietato l'ingresso nei paesi europei incide notevolmente sulla sua reputazione.

Ed è qui che papa Francesco tende la mano al patriarca Kirill e si offre di rompere questo isolamento. Tuttavia, ciò non è dettato solo dalla simpatia del pontefice per il patriarca russo. È una questione diversa.

Il pontefice sembra cercare di posizionarsi come un vero leader cristiano che non sostiene nessuna delle parti in guerra (del resto, anche l'Occidente è coinvolto nella guerra con le armi) e parla "il linguaggio di Gesù, più che della politica". Il coinvolgimento di altri leader cristiani nelle questioni politico-militari aiuta molto il papa in questo senso. Pertanto, una tale strategia del capo del Vaticano sembra molto vincente e giustificata in mezzo alla crisi in cui la Chiesa cattolica sta sprofondando ancora di più negli ultimi tempi.

Quanto alla visita del papa in Ucraina, si può presumere che avverrà non appena si profili all'orizzonte la fine della guerra, così che sarà possibile dichiarare il ruolo "significativo" del Vaticano nell'instaurazione della pace.

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