mercoledì 25 gennaio 2012

Dal sito: http://makj.jimdo.com/

UNA LETTERA DI PADRE PAISIOS SULLE APERTURE
ALLA CHIESA DI ROMA  (1)

                                                            Santa Montagna, 23 gennaio 1969
Una foto dello ieronda Paisios (1927/1994)
 
Reverendo Padre Charalampos,

giacché ho visto il grande subbuglio che imperversa nella nostra Chiesa, dovuto a diversi movimenti filo-unionistici e ai contatti del Patriarca con il Papa, mi sono addolorato, come  suo figlio e ho considerato cosa buona, oltre alle mie preghiere, mandare anche un piccolo pezzo di filo (che ho in quanto povero monaco), per essere usato anche  per un solo punto di cucitura per l’abito, stappato in mille pezzi, della nostra Madre.

     Credo che farete atto d’amore e lo utilizzerete per mezzo del vostro foglio religioso. Vi ringrazio.
     Prima di tutto, vorrei chiedere scusa a tutti per aver osato scrivere qualcosa, dal momento che non sono né santo, né teologo. Immagino che tutti mi capiranno, che il mio scritto non è altro che un mio profondo dolore per la linea e l’amore mondano, purtroppo, del nostro padre, il Signor Atenagoras. Da quanto sembra, ha amato un’altra donna moderna, denominata Chiesa Papale, perché la nostra Madre Ortodossa non gli fa alcuna impressione, essendo molto modesta. Quest’amore, sentito da Costantinopoli, ha trovato grande risonanza in molti suoi figli, che lo vivono nelle città. Dato che  questo è lo spirito del nostro tempo: che la famiglia perda il suo sacro significato a causa di amori di tal genere, il cui scopo è la disgregazione e non l’unione.
     Con un tale amore mondano, più o meno, anche il nostro Patriarca giunge a Roma. Invece di mostrare amore prima a noi, suoi figli e alla nostra Madre Chiesa, egli ha purtroppo diretto il suo amore molto lontano. Il risultato, da una parte, era di far riposare i suoi figli mondani, che amano il mondo e hanno quest’amore mondano e, dall’altra, di scandalizzare moltissimo tutti noi, i figli dell’Ortodossia, giovani e anziani che abbiamo timore di Dio.
     Con dispiacere non ho visto che nessuno dei filo-unionisti, da me conosciuti, abbia nè midollo spirituale nè corteccia. Tuttavia, sanno parlare di amore e di unità mentre non sono uniti a Dio, perché non l’hanno amato.
     Vorrei pregare caldamente tutti i nostri fratelli filo-unionisti: poiché l’argomento dell’unione delle Chiese è qualcosa di spirituale e abbiamo bisogno di amore spirituale, di  lasciarlo a coloro che hanno amato molto Dio e quindi sono teologi, come i Padri della Chiesa - e non agli interpreti della legge - che hanno offerto e offrono completamente sé stessi per la diaconia della Chiesa (come una grande candela), accesi dal fuoco dell’amore di Dio e non dall’accendino del sagrestano.
     Dobbiamo sapere che non esistono solo leggi fisiche, ma anche spirituali. Pertanto la futura ira di Dio non può essere affrontata tramite un’aggregazione di peccatori (perché riceveremo doppia ira), ma con il pentimento e l’osservanza dei comandamenti del Signore.
     Inoltre, dobbiamo conoscere bene che la Chiesa Ortodossa non ha alcuna mancanza. L’unica mancanza è l’assenza di gerarchi seri e di Pastori con principi patristici. Gli eletti sono pochi. Ma non è questo che deve preoccupare. La Chiesa è Chiesa di Cristo, ed è Egli che la governa. Non è un Tempio costruito con pietra, sabbia e calce da devoti e che si distrugge dal fuoco dei barbari, ma è Cristo stesso. « E chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; e colui sul quale essa cadrà sarà stritolato»  (Mt 21, 44). Il Signore, quando sarà necessario, farà apparire dei Marco Eugenico e dei Gregorio Palamas per raccogliere tutti i nostri fratelli scandalizzati perché confessino la fede ortodossa, consolidino la Tradizione e diano grande gioia alla nostra Madre.
     Nei nostri tempi vediamo che molti figli fedeli della nostra Chiesa, monaci e laici, si sono purtroppo staccati da Essa a causa dei filo-unionisti. Secondo il mio parere non è per niente buona cosa staccarsi dalla Chiesa ogni volta che un Patriarca ha qualche colpa, ma  dall’interno, vicino alla Madre Chiesa, ognuno ha il dovere e l’obbligo di protestare e di lottare a suo modo. Interrompere  la commemorazione del Patriarca, staccarsi e creare la propria Chiesa continuando a parlare, insultando il Patriarca, a mio parere, è assurdo.
     Se per l’una o l’altra deviazione dei Patriarchi, avvenute in diverse epoche, ci fossimo separati e avessimo creato delle nostre Chiese – Dio proteggi – avremmo superato pure i Protestanti.
     Facilmente uno si separa ma difficilmente ritorna. Purtroppo, abbiamo molte “Chiese” ai giorni nostri. Sono state create sia da grandi gruppi sia addirittura da una sola persona. Giacché è successo anche alla loro kalivi (mi riferisco a quanto succede nella Santa Montagna)  dove c’è pure un Tempio, credevano di poter realizzare una propria Chiesa indipendente. Se i filo-unionisti danno un primo colpo alla Chiesa, questi, i sopra nominati, ne danno il secondo. Preghiamo che Dio dia la Sua illuminazione a tutti noi e al Patriarca, il Signor Atenagoras, perché, prima, avvenga l’unione di queste “Chiese”, si realizzi la serenità tra lo scandalizzato pleroma del popolo ortodosso, si diffonda la pace e l’amore tra le Chiese Ortodosse Orientali, e poi si possa iniziare a pensare all’unione con le altre “Confessioni”, se desiderano sinceramente abbracciare la Dottrina Ortodossa.
     Vorrei dire ancora che c’è pure un terzo gruppo nella nostra Chiesa. Sono quei fratelli che, pur rimanendo fedeli Suoi figli, tuttavia non hanno accordo spirituale tra di loro. Essi si occupano del giudicare, l’uno l’altro, e non del bene comune della lotta. Ciascuno controlla l’altro (più di se stesso) su cosa dirà o cosa scriverà per colpirlo poi senza pietà. Mentre se egli stesso avesse detto o avesse scritto la stessa cosa, l’avrebbe sostenuta con molte testimonianze della Santa Scrittura e dei Padri. Il male compiuto è grande, perché, da una parte fa un’ingiustizia al proprio prossimo, mentre dall’altra lo rovina dinanzi agli occhi di altri credenti. Molte volte semina pure l’infedeltà nelle anime dei deboli, poiché le scandalizza. Purtroppo alcuni di noi avanzano richieste irragionevoli agli altri. Vogliamo che essi abbiano lo stesso nostro carattere spirituale. Quando qualcun’altro non concorda con il nostro carattere ed è un po’ indulgente o un po’ acuto, immediatamente deduciamo che non è un uomo spirituale. Tutti sono utili nella Chiesa. Tutti i Padri hanno offerto i loro servizi ad Essa. Sia quelli dal carattere calmo, sia quelli dal carattere severo. Come al corpo umano sono necessarie sia le cose dolci, sia le cose aspre ma anche le cose amare come il radicchio (ognuna ha proprie sostanze e vitamine), lo stesso vale anche per il Corpo della Chiesa. Tutti sono necessari. L’uno completa il carattere dell’altro e tutti noi siamo obbligati a tollerare non solo il loro carattere, ma anche le loro debolezze in quanto esseri umani.
     E di nuovo ritorno ad esprimere sinceramente le scuse a tutti, perché ho osato scrivere. Io sono un semplice monaco e il mio lavoro è quello di sforzarmi, per quanto posso, di spogliarmi del vecchio uomo e di aiutare gli altri e la Chiesa, attraverso Dio, tramite la preghiera. Tuttavia, siccome sono arrivate al mio eremo tristi notizie per la nostra Santa Ortodossia, mi sono molto addolorato e ho considerato giusto scrivere quanto sentivo.
     Preghiamo tutti affinché Dio dia la Sua grazia e ciascuno di noi possa aiutare, a suo modo, per la gloria della nostra Chiesa.

Con molta deferenza verso tutti.

Un monaco eremita
(Paisios monaco)

NOTA

(1) Una lettera di padre Paisios Inviata a padre Charalampos Vasilopoulos, direttore del giornale “Stampa Ortodossa” (Ορθόδοξος Τύπος) - Pubblicato dal sito: www.ortodoxia.it 

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