giovedì 23 agosto 2018

Un interssante articolo da leggere e meditare, tratto dal sito del confratello e concelebrante p. Ambrogio di Torino.

L'Ortodossia ha bisogno di ordini monastici?
di Vasilij Tsuper
Orthochristian.com, 21 agosto 2018


Lo schiarchimandrita Gabriel (Bunge) parla delle riforme cattoliche, della tradizione ortodossa e del più importante obiettivo del monachesimo
                               Lo schiarchimandrita Gabriel (Bunge) è l'abate del monastero dell'Esaltazione della Croce situato vicino a Lugano, in Svizzera. È un noto patrologo, teologo e autore di numerosi libri, che sono stati tradotti in varie lingue europee. Nella nostra conversazione, padre Gabriel risponde alle seguenti importanti domande riguardanti la storia del cristianesimo e il suo status contemporaneo: quali sono le ragioni dello scisma tra l'Oriente ortodosso e l'Occidente cattolico, e può lo scisma essere superato? La creazione di ordini monastici sarebbe appropriata per la Chiesa ortodossa? Che tipo di educazione devono avere i monaci? Come dovrebbero i cristiani mantenere il giusto stato d'animo spirituale?

Lo schiarchimandrita Gabriel (Bunge)

Nel cattolicesimo, c'è un gran numero di ordini monastici e ognuno di loro ha una certa missione, mentre nell'Ortodossia, abbiamo solo vari monaci o monasteri con vari statuti. Per esempio, abbiamo monaci eruditi, monaci amministratori, ecc. Pensa che sarebbe appropriato per la Chiesa ortodossa creare ordini monastici coinvolti in vari tipi di attività, così che i diplomati degli istituti religiosi possano selezionare aree specifiche per servire la Chiesa sulla base delle loro capacità o inclinazioni?
Il monachesimo non esiste per scopi specifici legati a questo mondo. Per citare l'autore anonimo de La storia dei monaci dell'Egitto (IV secolo), "Fin dall'inizio, lo scopo del monachesimo fu di seguire Cristo nel deserto, cantando inni e salmi e aspettando la venuta del nostro Signore". Questa apparente "inutilità" rende il monachesimo libero da ogni servizio all'interno della struttura della Chiesa. La Chiesa ortodossa ha preservato questo tratto originale del monachesimo e molti altri suoi aspetti.
Anche se aveva le stesse radici, il monachesimo occidentale si è evoluto in un modo completamente diverso. Canonicamente, ci sono solo pochi ordini monastici nel cattolicesimo: i benedettini con i loro vari rami (cistercensi, trappisti, camaldolesi, ecc.) e, per esempio, i certosini. Un gran numero di vari "ordini" religiosi fu formato nel Medioevo. Nei tempi moderni, continuò la divisione con "gli istituti di vita consacrata". Tutte queste varie forme di "vita consacrata" sono venute incontro a vari bisogni della Chiesa.
Tale diversità offre ovviamente alcuni vantaggi. Tuttavia, il suo principale svantaggio è che la vera vita monastica viene messa da parte. Sto solo ripetendo le parole degli abati benedettini che conosco, e che dicono con rammarico che la gerarchia ecclesiastica lotta con l'idea che esistano i monasteri. Va notato che la Chiesa cattolica è gestita dal clero secolare (che ha fatto voto di celibato), e questo clero lo rende molto diverso da tutte le altre chiese "orientali" (bizantine o pre-calcedoniane).
Un altro svantaggio è l'istituzionalizzazione delle entità originariamente create per svolgere compiti specifici, come combattere l'eresia, predicare tra la gente, svolgere opera missionaria, educare i giovani e prendersi cura di malati e bambini. Questa è la tendenza che facilita la sopravvivenza di tali istituzioni anche quando queste non sono più necessarie, dal momento che alcuni di questi compiti sono ora svolti dal governo.
Credo che la Chiesa ortodossa sia ben informata, ed è per questo che non sta andando nella direzione della Chiesa latina, mantenendo fermamente l'integrità della vita monastica! Il monachesimo ortodosso è in effetti tanto sfaccettato quanto la vita religiosa occidentale, e non c'è tendenza a istituzionalizzare i suoi vari aspetti, che sono spesso determinati dalla storia del monastero e dal retaggio del santo che l'ha fondato. Anche se c'è un gran numero di monasteri, i monaci possono sempre spostarsi da un monastero all'altro.
Le farò un esempio. Un monaco può iniziare la sua vita monastica in una comunità monastica (cenobio) e poi trasferirsi in un eremo o skit (come ho fatto io). Successivamente, potrebbe diventare un funzionario di alto rango nella Chiesa (un vescovo o anche un patriarca) e alla fine della sua vita diventare un eremita. Può fare tutto questo senza lasciare un ordine e unirsi a un altro, il che richiederebbe di ripartire ogni volta dall'inizio e diventare un novizio, come accade nella Chiesa cattolica.

abiti religiosi di vari ordini: 1 – benedettino; 2 – certosino; 3 – cistercense; 4 – domenicano, 5 – francescano

Lo sconvolgimento della vita religiosa in vari "ordini" che erano caratteristici dell'Occidente cattolico ha portato a molte conseguenze indesiderabili che alla fine hanno reso tale vita più debole. Ad esempio, poiché ogni ordine religioso aveva (o sosteneva di avere) una propria "spiritualità" specifica, i suoi monaci non potevano nemmeno studiare nelle stesse università e ogni ordine doveva avere una propria università! Fortunatamente, dopo il Concilio Vaticano II, queste regole sono state interrotte.
Ecco perché credo che non dovremmo imitare gli ordini religiosi cattolici, non solo perché riflettono l'ecclesiologia cattolica centralizzata (papale!) e globalizzata, ma perché non è pratico. L'ecclesiologia ortodossa è diversa, si concentra ancora sulle Chiese locali unite nei patriarcati. Gli ordini cattolici si sono formati in Occidente nel Medioevo perché le Chiese locali (diocesi) non potevano più integrare movimenti religiosi organizzati le cui attività andavano oltre lo scopo del lavoro svolto dalle diocesi. D'altra parte, le vecchie abbazie dei veri monaci non creavano problemi del genere perché erano basate in certi luoghi e mantenute dai loro abati. Roma (il papa) ha risposto a questa sfida nel solito modo: ha reso questi nuovi ordini direttamente subordinati a se stesso. È così che anche oggi Roma si occupa dei cosiddetti "movimenti".
La struttura versatile della Chiesa cattolica offre indubbiamente un maggior grado di mobilità e libertà, ma ciò avviene a spese delle Chiese locali. Di conseguenza, si ottiene una maggiore uniformità a costo di perdere l'originale ricchezza spirituale della vita monastica. Come accennato in precedenza, il monachesimo classico fu messo da parte e quasi perse la connessione con la Chiesa, mentre nell'Ortodossia il monachesimo è ancora al centro della Chiesa e dei credenti.
Ecco perché non ci sono motivi per imitare questa inconfondibile evoluzione occidentale (cattolica), che i monaci occidentali "classici" descrivono come "evirazione". Potrei continuare a parlare della questa continua evirazione e delle sue pericolose conseguenze, ma non voglio prendere tutto il suo tempo.
Sull'istruzione dei monaci
Pensa che sia importante per i monaci eruditi ricevere un'istruzione religiosa, studiare lingue straniere e frequentare le università occidentali?
Questa domanda è legata a diverse importanti questioni che so essere ampiamente discusse nella Chiesa ortodossa russa. Questo è il motivo per cui vorrei esprimere la mia opinione sulla base della mia esperienza personale, senza pretendere che questa opinione sia applicabile a tutti e a ogni situazione.
Ogni monaco, che sia un monaco che vive modestamente nel suo monastero o un erudito funzionario della Chiesa, deve avere una buona educazione spirituale. Penso che questo sia indiscutibile. Per "educazione spirituale" non intendo l'istruzione superiore, ma una seria iniziazione alla Tradizione spirituale della Chiesa ortodossa. Altrimenti, come può superare le molte tentazioni diffuse da satana? Se i monaci si limitassero a lavorare – fisicamente nei loro monasteri o intellettualmente nell'amministrazione della Chiesa – le loro vite sarebbero improduttive e inutili.
Per quanto riguarda lo studio delle lingue straniere, credo che sia utile per coloro che desiderano sviluppare relazioni con altre Chiese ortodosse, teologi o persone di paesi non ortodossi. Questo include missionari o sacerdoti che lavorano in diaspora. Personalmente, io ho imparato solo le lingue di cui avevo bisogno per studiare testi antichi o per vivere in altri paesi, prima in Belgio, poi nella parte italiana della Svizzera.
Il problema di frequentare le università occidentali è importante solo per un piccolo gruppo di "monaci studiosi ". Ancora una volta, consiglierei questa istruzione solo a quelli che si sono già laureati in università ortodosse. Questo sarebbe un bene per i monaci la cui fede è già forte, quando decidono che hanno bisogno di una conoscenza più profonda in materie specifiche. Nel moderno mondo globalizzato l'Ortodossia deve sapere cosa pensano gli "altri".
Le persone oggi viaggiano molto e incontrano i cristiani di altre denominazioni sia nei loro paesi che all'estero. Ecco perché è utile essere ben informati sul loro modo di pensare, in modo da poter fornire spiegazioni ragionevoli quando ci chiedono della nostra fede. A causa della profonda crisi delle comunità cristiane occidentali, i credenti stanno diventando sempre più interessati alla fede ortodossa. Per essere in grado di rispondere alle loro domande, abbiamo bisogno di conoscere le ragioni di questa possibile crisi di identificazione.

Oriente e Occidente sono diventati incompatibili

Lo scisma tra Oriente ortodosso e Occidente cattolico (da un punto di vista confessionale, i termini "ortodosso" e "cattolico" sono stati introdotti relativamente di recente!) è un problema molto complesso perché non è accaduto spontaneamente come risultato di un certa eresia. Invece, si è sviluppato molto lentamente nel corso di molti secoli e a vari livelli della vita della Chiesa. Inoltre, è accaduto in modo tale che molto spesso la gente non si è nemmeno resa conto che l'unità era stata turbata molto prima della separazione formale. È solo attraverso il nostro modo abituale di vedere le cose che crediamo retrospettivamente che gli eventi del 1054 abbiano giocato un ruolo importante nella separazione delle due Chiese.
Tutti probabilmente conoscono le ragioni principali del disaccordo, come l'aggiunta del Filioque o il papato romano. Per molto tempo, la pneumatologia latina, che fin dall'inizio era molto diversa dalla pneumatologia greca, non ha portato alla rottura dell'unità tra Oriente e Occidente perché l'Occidente sapeva spiegare in che modo si potrebbe dire che lo Spirito proveniva anche dal Figlio. Per esempio, nel VII secolo, san Massimo il Confessore, un greco, spiegò a nome di papa Teodoro, anch'egli un greco, in che senso i latini sostenevano che lo Spirito Santo proveniva anche dal Figlio.
Anastasio il Bibliotecario (da Roma) credeva che "in un certo modo lo Spirito viene anche dal Figlio, ma non va in una direzione diversa" anche se questo contraddice sia papa Nicola sia il patriarca Fozio. In altre parole, a livello di economia suona come un "sì", ma a livello teologico non procede dal Figlio. Il Filioque divenne la ragione dello scisma solo nel 1014, quando la Chiesa romana, sotto la pressione dell'imperatore Enrico II, introdusse il Credo nella Divina Liturgia, respingendo così l'antica versione latina del Credo approvata dal Concilio di Calcedonia (451) e sostituendolo con la versione di Paolino I, patriarca di Aquileia, approvata ai tempi di Carlo Magno e utilizzata dai franchi per due secoli.
Questa nuova versione, molto elegante e, a differenza della vecchia versione, letta anche in cantilena, è ancora utilizzata dalla Chiesa cattolica. Fu così che il Filioque apparve nella preghiera con l'introduzione da parte di Roma nel Credo, anche se attraverso la porta sul retro! Fu così che il "filioquismo" dei latini divenne un dogma, e quindi una ragione per lo scisma.
Fino a quando Roma non toglierà l'aggiunta del Filioque che papa Leone III (IX secolo) continuò a dichiarare assolutamente illegale, tutti i tentativi di ripristinare la completa unità tra Oriente e Occidente sono condannati. Considerando che è improbabile che Roma accetti di rimuovere il Filioque, l'unica via d'uscita che vedo è il ritorno alla vecchia versione latina che è identica al testo greco originale e riconosciuta da Roma. Questo era il testo usato a Roma dal V secolo fino all'inizio del IX secolo; cioè, per quasi mezzo millennio.
Anche la questione del papato romano è antica e complessa! Risale ai primi secoli del cristianesimo; e, curiosamente, i greci non capirono subito che era la ragione dello scisma. Da un lato, l'insegnamento tipicamente romano sul ruolo di un vescovo nella Chiesa universale si stava sviluppando lentamente e gradualmente. D'altra parte, le Chiese orientali non hanno capito subito le vere conseguenze ecclesiologiche di questa dottrina, che rimane assolutamente inaccettabile per gli ortodossi. Per esempio, i greci ebbero bisogno di due secoli per comprendere il reale impatto della riforma gregoriana!
Queste due questioni discutibili sono state riviste durante le discussioni bilaterali. Tuttavia, ho poche speranze che possa essere raggiunto un accordo, perché il papato, che copre con la sua autorità "infallibile" anche la questione del Filioque, attraverso i secoli è diventato il pilastro della Chiesa cattolica. Non si può nemmeno pensare di chiedere di rimuoverlo o sostituirlo con altri elementi ausiliari, per esempio la vecchia sinodalità delle Chiese ortodosse. Penso che lo scopo principale delle discussioni bilaterali tra la Chiesa ortodossa e Roma sia stabilire buone relazioni tra loro e fornire aiuto reciproco laddove è possibile a livello etico, cosa che spesso viene fatta.
Tuttavia, l'antagonismo tra Oriente e Occidente a livello dogmatico non è l'unico ostacolo che impedisce il ripristino della piena unità canonica tra di loro! C'è un altro fattore, meno conosciuto, ma forse più importante, che colpisce ogni credente. Papa Benedetto XVI ha notato che la Chiesa cattolica non ha mai integrato teologicamente il settimo Concilio ecumenico sulle immagini sacre. Tuttavia, Roma, che a quel tempo era un santuario per i veneratori delle icone, ha sempre coraggiosamente protetto la legittimità di venerare le immagini sacre, molte delle quali sono ancora conservate in Italia. Tuttavia, la vera teologia dell'icona non è mai stata sviluppata.
La liturgia nel cattolicesimo è un'azione puramente umana, mentre nell'Ortodossia è la concelebrazione dell'uomo con i sacerdoti della liturgia celeste.
Ciò significava che anche l'aspetto iconografico della Liturgia non era stato sviluppato; cioè, non c'era la consapevolezza del fatto che la liturgia che celebriamo non è un atto puramente umano, ma una concelebrazione di persone e sacerdoti della Divina Liturgia. I testi liturgici e le immagini sacre delle icone accentuano meravigliosamente questa componente principale della Divina Liturgia!
Nel corso dei secoli, una mentalità liturgica e spirituale totalmente diversa è stata sviluppata in Occidente. Ciò ha avuto inevitabili conseguenze: già nel Medioevo l'iconostasi stava gradualmente scomparendo, le chiese erano costruite senza alcun riguardo per l'orientamento, il canone iconografico non veniva seguito e non esisteva un antico canto liturgico. Questi fatti sono ben noti agli esperti sulla storia della liturgia e dell'arte religiosa.
La riforma liturgica avviata dal Concilio Vaticano II ha voluto mettere intenzionalmente l'uomo al centro. Di conseguenza, i servizi cattolici ebbero sempre meno somiglianze con la Divina Liturgia ortodossa e divennero sempre più simili ai servizi delle comunità protestanti. Così, la secolarizzazione in Occidente ha portato allo sviluppo di una mentalità liturgica e spirituale che differiva considerevolmente dalla mentalità ortodossa, che era essenzialmente identica alla mentalità dell'età dei santi Padri.
Ho detto molte volte che se san Giovanni Crisostomo tornasse ed entrasse in una chiesa ortodossa dove si celebra la sua Divina Liturgia, si sentirebbe esattamente a casa. Tuttavia, se tornasse san Gregorio Magno, si sentirebbe a disagio con la messa cattolica. Anche papa Pio XII si sentirebbe a disagio! Questo fatto dimostra tragicamente che stiamo assistendo non solo alla separazione dalla Tradizione, che è correggibile, ma anche all'interruzione della Tradizione, che è permanente.
Le conseguenze di questa evoluzione intra-occidentale sono più gravi di quanto assumano i teologi che di solito si fissano su dottrine e concetti: l'est e l'ovest sono diventati incompatibili, il che è chiaramente evidente quando si confrontano le liturgie. Una piena riunificazione è impossibile non a causa delle differenze (che sono essenzialmente legittime), ma a causa dell'incompatibilità di tali differenze. Per l'unificazione, le differenze devono essere compatibili, altrimenti i seguaci di una Chiesa non potranno partecipare alle liturgie che si svolgono nelle altre Chiese. Attualmente, dopo le riforme del culto avviate dal Concilio Vaticano II, la messa cattolica è assolutamente incompatibile con la Divina Liturgia ortodossa. Seguendo l'incalzante auto-secolarizzazione della Chiesa cattolica e il suo auto-governo verso il protestantesimo, questa incompatibilità si sta espandendo.
Considerando quanto sopra, non sono ottimista riguardo alla riunificazione "nel prossimo futuro", di cui mi ha chiesto. Inoltre, vediamo che il tempo sta lavorando contro di noi! Dopo il Concilio Vaticano II, c'è stata un'evoluzione interna nella Chiesa cattolica che non solo l'ha distaccata dalle Chiese ortodosse ancora strettamente legate all'eredità apostolica, ma che l'ha allontanata con crescente rapidità dalla sua identità secolare. I credenti medi lo percepiscono ma non riescono a capire le ragioni o ad adottare misure preventive. D'altra parte, nella Chiesa ortodossa, la Divina Liturgia e il monachesimo offrono un adattamento efficace che impedisce un'evoluzione del genere, come ha sottolineato papa Benedetto XVI ai suoi tempi.
 
Consigli ai giovani

Ticino

Lei vive nelle Alpi svizzere circondato da silenzio assoluto e suoni della natura. Come può un giovane (o uno di qualsiasi età) vivere nel trambusto di un'immensa megalopoli e circondato da molte tentazioni e sentire Dio che lo chiama? Qual è il modo migliore per mantenere il nostro vero proposito nella vita?

Per essere esatti, io vivo ai piedi delle Alpi nel Canton Ticino, in Svizzera, a dieci-quindici minuti da un piccolo villaggio di 100 persone. Un ripido sentiero attraverso un castagneto porta al mio posto da quel villaggio. Gli edifici dello skit sono solo capanne di villaggio costruite nel mezzo di una piccola radura. Io sono il primo uomo a vivere qui. In effetti, di solito è assolutamente silenzioso, il che facilita enormemente la concentrazione della mia mente. Questa è stata la ragione per cui mi sono trasferito qui nel 1980. Tuttavia, sarebbe un'illusione (prelest) credere che questa distanza fisica dalle rumorose e grandi megalopoli protegga automaticamente i monaci da ogni tentazione!
Evagrio Pontico ha osservato correttamente che i laici sono tentati dai demoni principalmente attraverso gli oggetti materiali del mondo, mentre i monaci che vivono in un cenobio sono tentati da altri monaci negligenti e generalmente attraverso i conflitti che sorgono tra le persone. Gli eremiti, che sono per lo più liberi da entrambe queste tentazioni, sono tentati dai demoni – che sono gli stessi ovunque – attraverso I "pensieri", queste tracce indiscernibili che sono lasciate nelle nostre menti dopo i contatti con la realtà materiale. A volte i demoni appaiono addirittura "esposti", senza maschere che nascondano la loro presenza. Evagrio Pontico aveva ragione nel dire che nessun uomo può essere così amaro e cattivo come un demone!
Questa conoscenza è più facile da ottenere nella solitudine che in un vortice di vita mondana. Vivere in solitudine facilita davvero una grande chiarezza di pensiero, ma solo quando si osservano i canoni dei santi Padri. Questo è menzionato nei testi scritti dai santi Padri. Questo è anche rilevante per la vera fede. Nella "vita mondana" tutto sembra più intricato e ambiguo. Il trambusto della vita di tutti i giorni impedisce alla maggior parte dei laici di vedere chiaramente attraverso il caos delle loro vite e di comprendere le ragioni dei loro problemi.
La vita spirituale è la stessa per monaci e laici, sebbene sia vissuta in modo diverso.
È un fatto che "nessun uomo è un'isola", come ha notato un autore occidentale. Tutti noi costituiamo una Chiesa sacra e uniforme di Cristo. In quanto tali, i laici traggono beneficio dalle vite altruistiche dei monaci che vivono in un cenobio e dalla saggezza degli eremiti, mentre i monaci cenobitici o eremiti non sarebbero in grado di mantenersi senza il generoso sostegno dei laici. I cristiani ortodossi che vivono "nel mondo" lo sanno molto bene e, si può dire, istintivamente. Infatti, il monachesimo ortodosso è nel cuore della Chiesa. Come cristiano ortodosso, lo sento ogni giorno.
Per superare afflizioni a volte molto difficili, i cristiani ortodossi cercano spontaneamente l'aiuto di monaci ed eremiti. Non solo i monaci, ma anche i laici amano leggere i libri dei santi Padri, che ci danno la saggezza degli anziani. Tuttavia, proprio come lo Spirito Santo è uno in molte ipostasi, la vita spirituale è la stessa per i monaci e laici, anche se, a paragone, la vivono diversamente.

Padre Gabriel, grazie mille per questa interessante conversazione. Cosa consiglierebbe ai nostri lettori in questo periodo di digiuno?

Niente di speciale! Raccomanderei semplicemente di trascorrere questo periodo, partecipando il più possibile a celebrazioni liturgiche, preparandoci alla confessione e partecipando ai santi misteri, e riservandoci del tempo per leggere libri spirituali. Qui, proprio come ovunque, la quantità non è importante quanto la qualità. È meglio leggere alcune pagine attentamente, piuttosto che leggere un intero libro distrattamente.

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