giovedì 12 febbraio 2009

Eluana: il patriarcato ortodosso di Mosca si smarca dal Vaticano

La Chiesa ortodossa russa si è smarcata mercoledì dal Vaticano sul caso Eluana, una italiana in stato vegetativo da più di 17 anni e deceduta dopo la sospensione dell’alimentazione artificiale, sentenziando che “in alcuni casi”, non bisogna sostenere il corpo.
“Ci sono dei casi in cui non è chiaro se l’anima è presente nel corpo, allorchè durante tantissimi anni il corpo non da segnali di vita cosciente (…). In questi casi non è possibile sostenere il corpo artificialmente” ha dichiarato Vsevolod Tchapline, uno dei portavoce della Chiesa ortodossa russa all’agenzia Interfax.
“La concezione del mondo cristiano a tuttoggi insegna alla gente a non affrettare la morte, ma altrettanto a non mantenere (…) in vita una persona che passa nell’altro mondo” ha egli proseguito.
“Questo non ha nulla a che vedere con una sedicente eutanasia” ha continuato Vsevolod Tchapline ricordando che la Chiesa ortodossa condanna questo atto “come un peccato che eguaglia l’omicidio e il suicidio”.
Eluana Englaro, la giovane italiana immersa in uno stato vegetativo da più di 17 anni, è morta lunedi sera mentre il Senato esaminava, con urgenza, un progetto di legge presentato dal governo per opporsi alla sospensione dell’alimentazione artificiale autorizzata dalla autorità giudiziaria.
Il papa Benedetto XVI ha portato il suo sostegno alla Chiesa italiana che si è opposta a più riprese alla sospensione dell’alimentazione di Eluana, giudicandola “una eutanasia inaccettabile”.
Il cardinale Javier L. Barragan, ministro della sanità del Vaticano ha definito questo atto “un abominevole assassinio”.

Tradotto dal francese, estratto da orthodoxia.com, da P. Giovanni

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