"Nell'adempiere a un ordine politico esterno, lei si sta
privando del primato d'onore nell'Ortodossia universale"
Alla redazione di "linea popolare russa" è stata inviata la risposta di credenti ortodossi ucraini a una lettera del Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli.
L'appello dice:
"Vostra Santità!
Il cosiddetto "Patriarcato di Kiev", non
riconosciuto dall'Ortodossia di tutto il mondo, ha pubblicato sul suo
sito ufficiale il suo messaggio per noi - ortodossi dell'Ucraina.
Il fatto che i media della Chiesa
canonica abbiano ignorato questo appello, significa solo una cosa: lei,
come primate di una delle Chiese locali (in questo caso – il Patriarcato di Costantinopoli), rivolgendosi ai fedeli di un'altra chiesa (in questo caso – il
Patriarcato di Mosca), senza chiedere il consenso al suo primate,
ancora una volta ha violato le regole delle relazioni inter-ecclesiali.
Lei chiama la "nazione ucraina" (e non
tutti i popoli che vivono nel territorio della moderna Ucraina, ne
prenda nota) "con cuore forte e mente coraggiosa" a dare risposte alle
"sfide complesse" che le stanno di fronte. Per questa ingerenza politica
non disdegna di usare come scusa la festività dell'ingresso del nostro
Signore Gesù Cristo in Gerusalemme (che per qualche motivo lei chiama
"trionfale", anche se egli stesso si avviava a patire non pochi dolori
da parte di chi vedeva in lui non il Salvatore, ma un leader terreno).
Legando in qualche modo la Domenica delle Palme alle aspirazioni del
"popolo ucraino", lei chiama la vigilia dell'agonia mortale di Cristo
"vittoria dell'amore sull'odio, della verità sulla menzogna, della vita
sulla morte."
Tuttavia, i cristiani dell'Ucraina,
conoscendola come laureato al Pontificio Istituto Orientale dei gesuiti,
sono ben consapevoli del fatto che l'essenza del messaggio è negli
altri dettagli.
Titolando se stesso "Tutta-Santità" (All-Holiness),
lei – la cui autorità spirituale, con il permesso di una potenza non
cristiana, si estende a un piccolo quartiere di Istanbul e ad alcune
diaspore sparse – si mette al di sopra dei quattordici primati delle
Chiese autocefale, compresa la nostra che conta molti milioni di fedeli,
violando il principio apostolico della conciliarità. Elevando la Chiesa
di Costantinopoli al di sopra delle Chiese sue pari con la definizione
di "Grande", assegna a se stesso il diritto di rivolgersi "paternamente"
ai "figli dell'Ucraina". Ma non è lei, vladyka, che noi commemoriamo
nella Liturgia come padre, bensì il Gran Presule e Padre nostro, il
Santissimo Patriarca di Mosca, e il Presule e Padre nostro, il
Beatissimo Metropolita di Kiev.
Erroneamente lei chiama se stesso nostro
padre e la Chiesa di Costantinopoli nostra madre. Ma per la Chiesa
ortodossa ucraina la Chiesa madre è la Chiesa della Rus'. E nella sua
composizione e nel suo territorio canonico la Chiesa Ortodossa Ucraina
del Patriarcato di Mosca agisce in modo indipendente nella gestione
interna.
Se lei ancora una volta suggerisce che il
territorio della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca è
stato trasferito più di 300 anni fa da Costantinopoli al Patriarcato di
Mosca in modo illegittimo, tali insinuazioni sono già state confutate
molte volte da storici della Chiesa e specialisti di diritto canonico.
Ma supponiamo per un momento che la Chiesa di Costantinopoli abbia
nascosto per tre secoli le
sue violazioni canoniche. Si dovrà quindi considerare che al momento in
cui il Patriarcato di Mosca ha ottenuto il potere sulla Metropolia di
Kiev che languiva sotto il giogo uniata (e che già allora l'impotente
Chiesa di Costantinopoli non poteva difendere), sotto questa Metropolia
si trovavano diocesi che ora stanno non solo in Ucraina, ma anche in
Bielorussia, Lituania, Polonia e Federazione russa. Allo stesso tempo,
la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca oggi ha diocesi in
Severia, Sloboda, Donbass e Novorossija, che non sono mai appartenute al
Patriarcato di Costantinopoli. Come ha intenzione di affrontare questi
problemi "territoriali-canonici", seminando il vento del "cambiamento"?
Ciò che vuole ottenere con la sua mossa è evidente alla maggioranza degli ortodossi ucraini – tramite il passaggio di subordinazione delle diocesi ucraine, rompere i legami spirituali dei popoli della Rus' storica.
Chi trae vantaggio da questo, è
altrettanto evidente: sono i vostri benefattori del Dipartimento di
Stato degli Stati Uniti. Il loro sostegno finanziario e politico è la
base della vitalità sia del Patriarcato di Costantinopoli sia di chi è
ora al potere a Kiev. Il titolo di Arcivescovo di Nuova Roma le dà
l'onore di essere considerato il primo fra pari tra i patriarchi. Ma
significa anche responsabilità – dapprima
di stare a guardia dell'Ortodossia canonica e di proteggere l'integrità
di ogni Chiesa locale. Tuttavia, in sostanza, nell'adempiere a un
ordine politico esterno in senso completamente opposto, lei si sta
privando del primato d'onore nell'Ortodossia universale".
Firmatari della lettera:
Petr Tolochko, accademico e direttore dell'Istituto di Archeologia dell'Accademia Nazionale delle Scienze dell'Ucraina; Dmitrij Skvortsov, scrittore, co-fondatore del club politico "Al'ternativa"; Oleg Krivosheja, presidente della ONG "Giorno del Battesimo della Rus'" e leader del gruppo rock "I fratelli Karamazov "; Rostislav Ishchenko, presidente del Centro per l'analisi e la previsione dei sistemi; Miroslav Berdnik, saggista, vincitore del premio Jaroslav Galan, membro del presidio del Comitato Antifascista dell'Ucraina; Jan Taksjur, scrittore; Vladimir Skachko, giornalista; Andrej Vadzhra, saggista, redattore del sito politico "Al'ternativa"; Aleksandr Karevin, storico; Stanislav Minakov, scrittore; Aleksej Omel'janenko, presidente della ONG "Centro spirituale di Kiev"; Vladimir Rjabika, ricercatore di scienze politiche; Elena Skidan, media manager; Dmitrij Kozionov, blogger; Andrej Dmitriev, scrittore; Aleksandr Danilov, giornalista; Gennadij Litvinov, vice-presidente dell'Unione delle Confraternite ortodosse dell'Ucraina; Dionis Petrov, giornalista, blogger; Aleksandr Makedonskij, presidente della Fondazione benefica "Blagovest"; Fёdor Jakovlev, esperto di questioni di sicurezza e di crisi; Gennadij Bazan, presidente del ramo di Dnepropetrovsk dell'Unione delle Confraternite ortodosse dell'Ucraina; Galina Zaporozhtseva, coordinatrice del movimento pubblico "Madre Ucraina", e colonnello di polizia in pensione; Jurij Panchenko, presidente del ramo di Zaporozh'e dell'Unione delle Confraternite ortodosse dell'Ucraina; Victor Shestakov, storico e pubblicista; Jurij Lukashin, giornalista; Gennadij Taradin, assistente professore di medicina interna all'Università Medica Nazionale numero 1 di Donetsk; Igor' Lesev, giornalista; Aleksandr Murashkin, musicista; Igor Kruglov, membro della teleaccademia eurasiatica; Aleksandr Rudenko, psicologo-psicoterapeuta praticante; Sergej Kolesnik, artista, designer, rappresentante dell'ONG "Comitato Genitori ucraini" a Odessa; Tat'jana Rodionova, giornalista televisiva; Tikhon Goncharov, scrittore, musicista; Julia Tretjak, vice capo dell'organizzazione per i diritti umani "Diritto alla protezione"; Ol'ga Savel'eva, casalinga; Alla Shechenkova, vice capo regionale dell'organizzazione indipendente per i diritti umani di Zaporozh'e; Ol'ga Eremenko, pensionata; Elena Sergeeva, direttore medico della clinica odontoiatrica "Stomeks" a Donetsk; Roman Plemeshov, direttore della società chimica "Stormeks"; Tat'jana Ershova, pensionata; Yuri Pogoda, scrittore; Evgenij Zlenko amministratore del sistema televisivo gorogane.tv; Elena Zlenko, economista; Marina Val'chuk, casalinga; Tatiana Taradina, medico endoscopista al centro regionale per la salute materna e infantile di Donetsk; Ekaterina Val'chuk, studentessa del quarto anno alla facoltà di Economia e Giurisprudenza dell'Università Nazionale di Donetsk; Ol'ga Baraka, senior lecturer in ucraino e russo all'Università Nazionale Medica di Donetsk; Gennadij e Ljubov Taradiny, pensionati; Mikhail e Oksana Prosjuk, giornalisti; Sergej e Irina Onishchuk, insegnanti di musica; Svetlana Kornienko, professore associato di ostetricia, ginecologia e medicina perinatale all'Università Nazionale Medica di Donetsk; Konstantin Kardash, assistente professore di neurochirurgia all'Università Nazionale Medica di Donetsk; Aleksandr Vasil'ev, docente presso l'Università Nazionale I. I. Mechnikov di Odessa; Artur Maksimov, professore presso l'Università Nazionale I. I. Mechnikov di Odessa; Sergej Kolesnik, giornalista; Marina Sidorova, medico curante, reparto neurologico dell'ospedale numero 6 di Donetsk; Tat'jana Koval'chuk, giornalista; Daria Samohvalova, medico di famiglia dell'ospedale numero 18 di Donetsk; Kristina Novachenko-Konchitskaja, artista; Anastasia Taradina, studentessa del quinto anno della Facoltà di Scienze Politiche e Storia dell'Università Nazionale di Donetsk; Asja Sidorova, studentessa del secondo anno della Facoltà di Economia Internazionale dell'Università Nazionale di Donetsk; Stanislav Samohvalov, direttore della compagnia assicurativa "AXA"; Tat'jana Petrishina, pensionata; Nikolaj Valchuk, imprenditore; Sergej Moiseev, presidente dell' organizzazione pubblica regionale "Rus' triuna" a Khar'kov; Vjacheslav Orlovskij, sacrestano; Elena Khavchenko, direttore della fondazione benefica "Trinità"; Aleksandr Dudchak, ricercatore di economia, professore; Victoria Ljalina, gestore di agenzia turistica; Jurij Chervjak, presidente della commissione storico-sociale regionale di Khar'kov; Viktor Orel, giornalista internazionale, scrittore; Eva Malysh, economista; Sofia Vejlina, ricercatrice di marketing sociale; Sergej Soroka, ricercatore anziano; Vladimir Kolesnichenko, ingegnere elettrico; Denis Eroshenko, ingegnere civile; Tat'jana Mokritskaja, insegnante; Ol'ga Suharevskaja, giornalista; Irina Lazareva, geologa; Tat'jana Toporovskaja, ingegnere elettrico; Nina Jakovleva, pensionata; Olesja Shobotenko, docente universitaria; Sergej Dubinskij, psicologo; Oleg V'juschenko, fotografo; Aleksandr Itsenko, ricercatore; Aleksandr Gubenko, psicologo; Olesja Klintsova (Vasil'eva), giornalista.
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