martedì 5 agosto 2014


Insurrezione nella Rus' Carpatica

 















Dopo la firma degli accordi tra le repubbliche della Novorossija e della Rus' Carpatica, la notizia dell'inizio della ribellione tra i russini era solo questione di tempo. L'occasione è nata dai blocchi stradali e dai picchettaggi organizzati in diverse zone dell'Ucraina occidentale dalle madri esasperate dai nuovi obblighi di coscrizione. A partire da Mukachevo, gli ultimi giorni hanno registrato notizie (per ora ancora confuse) di blocchi su tutte le strade e sulle ferrovie, e di obiettivi strategici catturati da patrioti russini insorti. Ora il movimento tra i villaggi è possibile solo attraverso posti di blocco, e solo se si è personalmente conosciuti. La Rus' Carpatica rifiuta il servizio militare agli ordini della giunta che sta continuando a negarle l'autonomia già espressa per referendum popolare nel 1991.
La situazione è quanto mai instabile: da una parte, la resistenza dei patrioti russini deve combattere non solo contro l'occupazione da parte dei peggiori fanatici galiziani, ma anche contro lo strapotere dei Quisling locali (il clan Balogh); a sua volta, la giunta non può permettersi di aprire un secondo fronte di operazioni militari, e rischiare di provocare le reazioni ostili di ben quattro nazioni confinanti (Ungheria, Slovacchia, Romania e Polonia).
Dal punto di vista religioso, assistiamo per la prima volta dall'inizio della crisi ucraina a una netta separazione tra gli uniati. Mentre la Chiesa greco-cattolica ucraina è una sostenitrice della giunta di Kiev e di tutti i suoi abusi, la Chiesa greco-cattolica rutena è dalla parte dei patrioti russini e sostiene l'insurrezione (Mukachevo, il centro della ribellione, è la sede dell'eparchia dei cattolici ruteni). Vedremo se ora i media vaticani, finora appiattiti su posizioni filo-ucraine (evidentemente per non scontentare i propri fedeli) inizieranno a mostrare qualche ripensamento.

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