Insurrezione nella Rus' Carpatica
Dopo la firma degli accordi tra le repubbliche della Novorossija e della Rus' Carpatica,
la notizia dell'inizio della ribellione tra i russini era solo
questione di tempo. L'occasione è nata dai blocchi stradali e dai
picchettaggi organizzati in diverse zone dell'Ucraina occidentale dalle
madri esasperate dai nuovi obblighi di coscrizione. A partire da
Mukachevo, gli ultimi giorni hanno registrato notizie (per ora ancora
confuse) di blocchi su tutte le strade e sulle ferrovie, e di obiettivi
strategici catturati da patrioti russini insorti. Ora il movimento tra i
villaggi è possibile solo attraverso posti di blocco, e solo se si è
personalmente conosciuti. La Rus' Carpatica rifiuta il servizio militare
agli ordini della giunta che sta continuando a negarle l'autonomia già
espressa per referendum popolare nel 1991.
La situazione è quanto mai instabile: da una parte, la resistenza dei
patrioti russini deve combattere non solo contro l'occupazione da parte
dei peggiori fanatici galiziani, ma anche contro lo strapotere dei
Quisling locali (il clan Balogh); a sua volta, la giunta non può
permettersi di aprire un secondo fronte di operazioni militari, e
rischiare di provocare le reazioni ostili di ben quattro nazioni
confinanti (Ungheria, Slovacchia, Romania e Polonia).
Dal punto di vista religioso, assistiamo per la prima volta dall'inizio
della crisi ucraina a una netta separazione tra gli uniati. Mentre la
Chiesa greco-cattolica ucraina è una sostenitrice della giunta di Kiev e
di tutti i suoi abusi, la Chiesa greco-cattolica rutena è dalla parte
dei patrioti russini e sostiene l'insurrezione (Mukachevo, il centro
della ribellione, è la sede dell'eparchia dei cattolici ruteni). Vedremo
se ora i media vaticani, finora appiattiti su posizioni filo-ucraine
(evidentemente per non scontentare i propri fedeli) inizieranno a
mostrare qualche ripensamento.
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