Messaggio di sua Santità il patriarca Kirill ai primati delle Chiese ortodosse locali in connessione con la situazione in Ucraina
In connessione con la situazione
nell'Ucraina orientale, dove già da diversi mesi non finisce la guerra
civile fratricida, sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta
la Rus' si è rivolto ai primati delle Chiese ortodosse locali, chiedendo
preghiere per la pace sulla terra dell'Ucraina.
Il primate della Chiesa ortodossa
della Rus' ha fatto anche un appello alla difesa dei cristiani ortodossi
nell'est dell'Ucraina, che di fronte a una crescente violenza da parte
dei greco-cattolici e degli scismatici, vivono quotidianamente nella
paura per se stessi e per i loro cari.
In particolare, il messaggio inviato a sua Santità il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, dice:
Santità, caro fratello in Cristo e concelebrante!
La saluto con cordiali auguri di pace, di
rafforzamento nella grazia dei poteri del corpo e di un continuo aiuto
di Dio nel suo servizio di primate.
Scriverle questa lettera mi porta un
profondo senso di dolore e di estrema preoccupazione per la situazione
in cui si trova il gregge della Chiesa nell'est dell'Ucraina, dove già
da molti mesi non si arresta la guerra civile fratricida.
Ancora nell'autunno dello scorso anno,
all'inizio dell'attuale crisi politica ucraina, rappresentanti della
chiesa greco-cattolica e delle comunità ortodosse scismatiche
predicavano apertamente l'odio per la Chiesa ortodossa sulla piazza
Maidan a Kiev, facevano appelli all'occupazione dei luoghi santi
ortodossi e allo sradicamento dell'Ortodossia dal territorio
dell'Ucraina. Dallo scoppio delle ostilità militari, uniati e scismatici
hanno preso le armi con il pretesto di una 'operazione anti-terrorismo'
e hanno iniziato un'aggressione diretta contro il clero della Chiesa
canonica nell'est del paese.
Nello stesso tempo, la Chiesa, a
differenza di uniati e scismatici, rimane estranea a qualsiasi
pregiudizio politico. Continua a svolgere la cura pastorale dei suoi
fedeli, compresi quelli che si trovano sui lati opposti del conflitto,
cercando di conciliarli, invitandoli costantemente al dialogo.
Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto
dai vescovi locali rapporti che testimoniano l'abuso del clero della
Chiesa ortodossa canonica nelle sue funzioni pastorali. Ecco alcuni
esempi.
Il 17 luglio, durante la Divina Liturgia
nella chiesa della Risurrezione a Slavjansk, un gruppo di uomini armati
guidati da un cappellano militare greco-cattolico ha minacciato il
rettore, l'arciprete Vitalij Vesёl. Il rappresentante della chiesa
greco-cattolica ucraina ha dichiarato che in Ucraina non c'è posto per
il Patriarcato di Mosca e ha deplorato che il presidente del paese non
abbia permesso agli uniati di occupare la Lavra delle Grotte di Kiev.
Il 19 luglio è stato sottoposto a offese e
a un interrogatorio in manette, con minacce di uccisione, il decano del
distretto di Nikolaevsk della diocesi di Gorlovka e Slavjansk,
l'arciprete Andrej Chicherinda.
Il 20 luglio, nei pressi di Slavjansk,
uomini armati di mitra hanno imposto all'arciprete Vadim Jablonovskij di
scavarsi la fossa e lo stesso giorno hanno arrestato l'arciprete Viktor
Stratovich, lo hanno ammanettato e portato via con un sacco sulla testa
nei boschi, dove lo hanno fatto stare in ginocchio mentre lo
interrogavano.
Il 30 luglio, nel villaggio di
Krasnoarmejskoe, nella regione di Donetsk, un gruppo di uomini armati ha
eseguito una perquisizione illegale nella casa dell'arciprete Igor
Sergienko, rettore della parrocchia di Sant'Aleksandr Nevskij. Hanno
insultato padre Igor, accusandolo di partecipare a organizzazioni
clandestine, lo hanno minacciato di torture, gli hanno intimato di
lasciare l'Ucraina e di consegnare gli atti di fondazione della chiesa,
che documentano le proprietà della parrocchia.
Lo stesso giorno, nel distretto di
Amvrosievska, le truppe ucraine hanno sequestrato l'arciprete Evgenij
Podgornij, lo hanno ricoperto di insulti, legato e gettato a terra. Lo
hanno preso a calci, colpito con il calcio dei fucili e hanno sparato al
di sopra la sua testa, per costringerlo ad ammettere che ha sostenuto
gli insorti. Hanno cercato di costringerlo a togliersi la croce
sacerdotale, ma egli si è rifiutato, così glie l'hanno strappata con la
forza, gli hanno messo un sacco sulla testa e lo hanno gettarono in un
fosso. Poi hanno minacciato di uccidere suo figlio e gli hanno derubato
la casa. Il sacerdote è stato liberato solo grazie all'intervento dei
suoi parrocchiani.
Non possiamo ignorare il fatto che il
conflitto in Ucraina ha inequivocabili sfumature religiose. Gli uniati e
gli scismatici che li sostengono stanno cercando di sovrastare
l'Ortodossia canonica in Ucraina, che continua a servire con pazienza e
coraggio i suoi fedeli che soffrono in un ambiente difficile. I
sacerdoti che servono in luoghi che sono diventati campi di battaglia,
per la maggior parte, rimangono con i loro greggi, condividendo con loro
tutti gli orrori della guerra civile. Le loro famiglie soffrono per gli
attacchi, per la mancanza di acqua e di cibo, e muoiono sotto i
bombardamenti. Il 31 luglio l'arciprete Vladimir Kresljanskij è morto
per le ferite dopo il bombardamento di zone civili a Lugansk, lasciando
una moglie e cinque figli.
L'Ucraina dellest era una terra fertile
abitata da milioni di laboriosi cristiani ortodossi ... ora si sta
trasformando in un campo bruciato. I bombardamenti hanno distrutto la
residenza del metropolita Ilarion di Donetsk e Mariupol. Un
bombardamento d'artiglieria ha danneggiato l'edificio
dell'amministrazione diocesana di Gorlovka. Il Convento dell'icona di
Iviron nella diocesi di Donetsk è in rovina, bruciato durante i
combattimenti. Tuttavia, la Chiesa ortodossa ucraina canonica, una
Chiesa martire, nonostante queste condizioni difficili, resta con il suo
gregge, fa tutto il possibile per aiutare le persone che stanno vivendo
i peggiori momenti nella storia ucraina moderna. Il fuoco del conflitto
civile ha fato perdere a centinaia di migliaia di persone le loro case e
le ha trasformate in profughi. Molti di loro cercano di sfuggire agli
orrori della guerra, trovando rifugio in chiese e monasteri, in
particolare nel monastero della Dormizione a Svjatogorsk, che in questo
momento è stracolmo di profughi. A Donetsk, Gorlovka, e Lugansk,
abitanti pacifici, che sperano di sfuggire ai bombardamenti e ai tiri
d'artiglieria, rimangono nelle chiese durante la notte; vi ricevono
gratuitamente cibo e riparo. L'aiuto ai profughi e in genere alla
popolazione pacifica si offre attivamente anche in altri monasteri,
parrocchie e diocesi della Chiesa ortodossa ucraina.
Il Patriarcato di Mosca nel suo insieme
sta usando ogni occasione per fornire assistenza umanitaria alla
popolazione civile nelle zone dove si svolgono i combattimenti. Ogni
giorno, tutte le nostre chiese offrono preghiere speciali per la pace e
la fine della guerra intestina in Ucraina. La Chiesa si prende cura di
molte migliaia di rifugiati provenienti dall'Ucraina dell'est nei campi e
nelle strutture appositamente preparate situate in tutta la Russia.
Stiamo fornendo assistenza a tutti, senza distinzione di nazionalità o
di religione. Tra coloro che si sono rifugiati in Russia vi sono molti
soldati ucraini, che non hanno voluto volevano sparare sul proprio
popolo.
In questi giorni difficili per tutta la
Chiesa ortodossa russa, in particolare per i fedeli in Ucraina, chiedo
le preghiere di vostra Santità, dei sacratissimi arcipastori, dei
pastori, dei monaci, e tutti i fedeli figli della santa Chiesa di
Costantinopoli per la pace nella terra ucraina, per fermare lo
spargimento di sangue e per porre fine alla sofferenza dei nostri
fratelli nel Signore che soffrono, soprattutto dei nostri arcipastori e
pastori, che nelle più difficili condizioni della guerra civile
continuano a fare il loro dovere con coraggio, a servire la Chiesa e a
difendere la santa Ortodossia.
Chiedo a vostra Santità di utilizzare
ogni occasione per alzare la voce per difendere i cristiani ortodossi
nell'Ucraina dell'est, che vivono nella paura quotidiana per sé e per i
loro cari causa del peggioramento della violenza da parte di
greco-cattolici e scismatici, temendo che se i persecutori prendono il
potere, gli ortodossi si troveranno costretti a rinunciare alla loro
fede o ad affrontare severe discriminazioni.
Con amore fraterno in Cristo
+ KIRILL, PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUS'
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