mercoledì 29 luglio 2015

Dal sito: http://www.zenit.org

Giovanni X: “Determinati a restare in Siria”

Il patriarca ortodosso di Antiochia chiede aiuto agli USA per fermare la guerra e denuncia: “Vergognoso silenzio internazionale sui nostri fedeli rapiti”
 
Roma,  

Anche le chiese ortodosse siriane resistono stoicamente all’aggressione islamista e sperano di poter arginare l’esodo dei cristiani. “La nostra regione è in grande difficoltà, sull’orlo della disperazione, ma noi, cristiani ortodossi, non siamo disperati”, ha dichiarato il patriarca di Antiochia, Giovanni X.
Intervenendo alla convention della chiesa ortodossa di Antiochia, che si tiene negli USA, il patriarca ha sottolineato che, nonostante la loro “sofferenza”, gli ortodossi sono “determinati” a rimanere nella loro terra.
Parlando dei propri correligionari rapiti in questi ultimi due anni, Giovanni X ha deplorato il “sospettoso e vergognoso silenzio internazionale”.
“Abbiamo sacerdoti, monaci, suore, persone e martiri il cui unico crimine è quello di mantenere vivo il cuore del cristianesimo. Noi rimaniamo nella nostra terra perché siamo sempre stati lì”, ha dichiarato il patriarca, secondo quanto riporta l’agenzia SIR.
Con riferimento alle migliaia di cristiani uccisi o sfollati dalla Siria e dall’Iraq, alle chiese distrutte, Giovanni ha detto: “Noi non siamo nati per essere rifugiati in terre straniere. Non siamo fatti per essere umiliati”. 
Ha quindi espresso la “determinazione assoluta” e la “forte volontà” della sua chiesa a restare nel proprio territorio per svolgere “un ruolo di primo piano nel futuro della regione”.
Per questa ragione, il patriarca ortodosso d’Antiochia ha chiesto l’“aiuto degli Stati Uniti e degli altri amici e potenze di tutto il mondo, per aprire canali di dialogo, mettere a tacere i tamburi di guerra, e dare al nostro popolo la possibilità di un futuro”.
Lanciando un appello alla pace e alla “convivenza religiosa”, Giovanni X infine proclama: “Il luogo di nascita delle grandi religioni del mondo sta cadendo a pezzi. Oggi grida aiuto, non solo perché ne ha bisogno, ma perché lo merita”.

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