domenica 20 febbraio 2011

Ancora nessuno vuole comprendere che non sono i preti che si sposano, ma bensì è l'uomo sposato che viene ordinato presbitero. Un'altra male informazione della chiesa franco-latina per buttare fango sulle tradizioni apostoliche. Altrimenti come fa a mantenersi in vita?

Pure il Telegiornale di Minzolini (tg1) scopre l'acqua calda: i sacerdoti greco-cattolici possono sposarsi, ma scopre anche l'insofferenza dei fedeli ad essere guidati da Mons. Tamburrino e da Mons. Nunnari

Preti sposati, è crisi nelle comunità italo-albanesi

Le realtà cattoliche di rito bizantino in Italia sono tutte commissariate dalla Santa Sede: al loro interno, i sacerdoti hanno una compagna, (Una moglie, non una concubina. N.D.R.) come permesso dal diritto canonico orientale.
La Città del Vaticano
ROMA - Attualmente sono tutte e tre "commissariate" dalla Santa Sede le realtà cattoliche di rito bizantino nel nostro Paese, due delle quali hanno nelle loro file preti sposati, come previsto dal diritto canonico orientale. L'eparchia di Lungro, in Calabria, è affidata a un amministratore apostolico, l'arcivescovo di Cosenza Salvatore Nunnari, l'eparchia di Piana degli Albanesi a un delegato apostolico, monsignor Francesco Pio Tamburrino, arcivescovo di Foggia, dal quale dipende anche il monastero basiliano di Grottaferrata. La situazione delle comunità di rito orientale è molto preoccupante anche perché ci sono oggi in Italia tanti immigrati cattolici di rito greco: albanesi, rumeni e ucraini, i cui bisogni spirituali si sommano a quelli delle poche migliaia di eredi delle popolazioni albanesi che nella seconda metà del XIV secolo, incalzate dai turchi, emigrarono in Calabria e Sicilia, dove hanno cercato di mantenere vive le proprie tradizioni all'interno delle diocesi di rito latino fino a quando, nel 1919, la Santa Sede ha concesso l'istituzione della eparchia di Lungro, concedendo quindici anni dopo l'altra diocesi in Sicilia.
LE FRIZIONI NELLE COMUNITA' ITALO-ALBANESI. La lunga attesa per vedere riconosciuti i propri diritti di appartenenti al rito bizantino ha lasciato cicatrici nelle comunità italo-albanesi e oggi c'è turbamento per il fatto che sia l'amministratore apostolico Nunnari che il delegato Tamburrino sono vescovi di rito latino. L'eparca di Lungro Ercole Lupinacci ha compiuto 75 anni nel novembre 2008 e per due anni si è tentato inutilmente di individuare un successore, impresa rivelatasi impossibile per l'esistenza di fazioni contrapposte nel clero locale, con conseguenti veti reciproci che si aggiungono alla difficoltà di scegliere in una rosa ristretta di candidati perché il diritto canonico esclude dall'episcopato i preti sposati che nell'eparchia sono invece la maggioranza.
"NECESSITA' DI RISOLVERE I PROBLEMI". "Sua Eccellenza Nunnari è persona degnissima e stimatissima, ma il suo incarico", hanno protestato amministratori e politici locali riuniti nel municipio di Lungro, "mette in discussione consolidate tradizioni e, per molti versi, l'identità stessa della comunità italo-albanese. Appare infatti incomprensibile che l'interim sia affidato a un vescovo di rito latino, colpendo duramente la sensibilità dell'intera comunità arbereshe. Con la semplicità propria di chi è all'oscuro dei sottili equilibri che regolano l'incedere della Chiesa nelle scelte di affidamento della pastorale, sentiamo l'obbligo morale di chiedere che si arrivi in tempi brevi alla nomina del nuovo vescovo, sentendosene viva esigenza".
mercoledì, 16 febbraio
 http://contessioto.blogspot.com

Nessun commento: