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Sulla dipendenza canonica degli italogreci ed albanesi nel XV - XVIsec.
Dagli atti del Monte Athos. IV. Αττι δel Monastero di Zographou ( luglio 1566) -pubblicati da W.Regel, E. Kurtz, B. Korablev a Sanpietroburgo 1907.
In tali atti, Paisio, arcivescovo di Ohrid e di tutta la Bulgaria e la Serbia, provvede all'"eparchia di Italiacon i territori ad essa pertinentie cioè: Puglia, basilicata, abruzzo, Calabria, Sicilia, Malta e Dalmazia ed ogni regione occidentale " , rimasta vacante per la morte del metroolita Pfnuzio.
La nomina concerne il vescovo Timoteo, il quale, da Nicanorepredecessore di Paisio nella sede ocridana consacrato vescovo di Korce, viene qui nominato metropolita d'Italia ed onoratissimo ed universale esarca ( τουτον αυτον μετατιθεμεν εκ τησ αυτησ αγιωτατησ επισκοπησ Κοριτζασ εισ την αγιωτατην μητροπολιν Ιταλιασ του ειναι και ονομαζεσθαι ιδιον μητροπολιτην, εισ το αρχιερατευειν Γραικων τε και Αλβανιτων των κατοικουντων εν αυτη καυ'επαρχιασ Απουλιαν, Αμπρουτζαν, Βαδιλικατα, Καλαβριαν, Σικελιαν,Μελιτιν, Δαλματιαν και εισ παν μεροσ διτικον, υπεττιμοσ και καθολικον εξαρκον )
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Padre Giovanni Capparelli (Firmozjoti): Grazie Rosario, tutto questo conferma ciò che il sottoscritto, insieme ad altri poveracci, va dicendo da tanto tempo, ma che qualche "venduto uniata", continua a nascondere agli occhi del popolo italo-albanese. Esisteva al tempo dell'arrivo degli arbresh la "METROPOLIA D'ITALIA" sotto la giurisdizione dell'Arcivescovato di Ohrida. Infatti la Metropolia aveva giurisdizione da Ancona ad Agrigento e non era assoggettata al patriarcato d'occidente, cioè a Roma. I vescovi di Ohrida venivano nei nostri paesi ad ordinare i nostri presbiteri i quali durante la Divina Liturgia commemoravano il Patriarca di Costantinopoli e i vescovi ordinanti ortodossi. Solo dopo il funesto concilio di Trento iniziarono i guai per le nostre popolazioni e per il clero dei nostri paesi. Infatti Roma esercitando la sua "potenza territoriale" impose ai vescovi ortodossi di non esercitare la loro funzione, pena il loro incarceramento. Da allora iniziano le fatidiche pene dei nostri preti, i quali con tanti sacrifici si recano in Grecia per farsi ordinare dai vescovi ortodossi del patriarcato di Costantinopoli con iul pericolo di non fare più ritorno a casa perchè potevano cadere prigionieri dei turchi che occupavano la penisola balcanica. Questa è storia, non favole. Quindi ancora una volta esorto il popolo "italo-albanese" a ritornare alla Santa Fede dei suoi Avi, che era l'ortodossia.
Esiste ancora nei nostri paesi la Fede dei nostri Avi ??? La risposta è positiva: ad Acquaformosa, paese arbresh in provincia di Cosenza, c'è una parrocchia ortodossa dedicata a Santa Caterina megalomartire, sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca, unico patriarcato che non si piega allo strapotere del vaticano, altri o chi dovrebbe prendersi cura dei "suoi figli" non lo fa.
Torna con prepotenza il consiglio spassionato di non sottostare alle voglie della zia di Roma, ma di ritornare a testa alta sotto il manto della vera Madre: la Santa Ortodossia.
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