giovedì 10 gennaio 2013

   Evitiamo l'eccesso di didattica e il formalismo
Intervista con il vescovo Mark di Egor’evsk, capo del Dipartimento del Patriarcato di Mosca per le Relazioni esterne della Chiesa
Pravoslavie.ru - 13 febbraio 2009
 
 
Olga Kir'janova
Oggi, la Chiesa è attivamente alla ricerca di forme efficaci di lavoro missionario, soprattutto tra i giovani. Vladyka Mark, a suo avviso, quale di queste è la migliore?
Vescovo Mark
La cosa più efficace è un approccio generale, che unisce davvero le persone. Ora, si discute molto in merito alle attività missionarie di lavoro con i giovani. Certo, questo è molto importante, anche se, mi sembra che oggi usiamo spesso la parola "missionario" in senso sbagliato. Gli apostoli, quando andavano nel mondo a predicare Cristo, non si consideravano, e tanto meno si facevano chiamare, missionari. Facevano semplicemente il loro dovere. Questo vale per tutti. Ognuno è chiamato ad essere testimone della Verità. Ricordate ciò che ha detto l'apostolo Paolo: "Guai a me se non predicassi". È importante che tutti - non solo i sacerdoti, ma anche i laici - diano la loro testimonianza, perché tutti vi sono chiamati, a prescindere dal loro status, posizione o luogo di servizio. Ora, quando diciamo "missionario", questo implica che ci siano persone appositamente addestrate per affrontare la missione. In realtà, noi abbiamo un paio di queste persone, il diacono Andrej Kuraev, il professor Aleksej Osipov, e pochi altri.
È difficile dire cosa sia più vantaggioso. Potrebbe essere uno che tiene lezioni e fa discorsi alle riunioni. Oppure potrebbe essere un prete normale, che con un cuore ardente, svolge il suo ministero e con l'esempio della sua vita e di sforzi ascetici pastorali, attrae la gente, anche se può non essere addestrato in speciali tecniche missionarie. Siamo circondati da molte persone che sanno la maggior parte di ciò che sanno sulla Chiesa per sentito dire, e quando sentono dire che uno è un missionario o che è impegnato nel lavoro missionario, queste persone provano una paura di fondo. Cominciano a percepire se stessi come pazienti, che devono essere "guariti" o "convertiti". Questo non è il modo migliore di procedere.
Una caratteristica della vita contemporanea è che la gente non vuole insegnanti, quindi, non è abituata a prendere lezioni. Sappiamo cosa succede quando i genitori prendono un tono didattico e intimidatorio nell’insegnare ai propri figli, anche quando le idee proposte sono buone e corrette. Se i bambini non sentono l'amore dei genitori, attenzione e preoccupazione, il risultato è piuttosto misero. Allo stesso modo, quando ci avviciniamo gli altri nella società con il desiderio nel cuore di servire la Chiesa e di educare il prossimo alla luce del Vangelo, dobbiamo evitare questa trappola.
Le persone non sono convinte da lezioni e conferenze, ma, soprattutto, dalla sincerità e dal calore dell’intensità, se uno le manifesta ad esempio nel servizio, nelle parole e nei fatti. Le persone sono molto più ricettive alle parole dette in modo amichevole, in un ambiente semplice, dove sentono che non predichi a loro, ma che dai i tuoi suggerimenti, presenti la tua esperienza personale, e condividi con loro alcuni pensieri. Questa forma è più efficace e porta maggiori benefici. Puoi bombardarli di informazioni, e scoprire che sono state tutte inutili. È importante trasmettere la sensazione che questo non è solo mera propaganda, ma si fonda su una base esistenziale, che non parli solo perché prendi una busta paga dalla Chiesa, ma perché l’adesione a Cristo è il tuo modo di vita, e fai esattamente ciò che predichi.
Olga Kir'janova
Alle ultime Letture di Natale a Mosca, è passata un delibera che chiede alla gerarchia di nominare un assistente a tempo pieno del rettore per il lavoro giovanile in ogni parrocchia. Secondo lei, quanto è efficace un simile passo? Non c'è il pericolo che il lavoro si burocratizzi?
Vescovo Mark
Certo, credo che un tale passo possa essere fecondo, ma, soprattutto, dobbiamo nominare persone davvero chiamate a questo ministero, che in realtà hanno capacità e competenze, in modo che non degeneri in un mero "timbro del cartellino". Questo comporta molti problemi, e non tutti sono direttamente connessi con l'attività giovanile. Quando parliamo di giovani, questo implica non solo gli adolescenti, ma, anche i bambini, inclusi quelli che vivono negli orfanotrofi e nelle famiglie disfunzionali. In realtà, si sovrappone anche alla cura e all'attenzione che si deve dare ai malati, agli anziani e ai detenuti. Credo che non dobbiamo concentrarci esclusivamente sui giovani, separando il lavoro per i giovani dalla lista generale di questioni più urgenti a cui la Chiesa dovrebbe prestare attenzione. Le parrocchie ortodosse contemporanee devono coprire molte priorità nelle loro attività. Non si può semplicemente limitare il lavoro pastorale alle persone che vengono alle funzioni. Sia i sacerdoti che i parrocchiani devono andare al di là del recinto della chiesa, perché c’è bisogno e necessità di un lavoro attivo tra persone diverse, che dobbiamo realizzare in modo molto discreto e premuroso.
Olga Kir'janova
La politica per la gioventù della nostra Chiesa ora cerca di affrontare due questioni principali: come portare la luce di Cristo ai nostri giovani connazionali non credenti, e come mantenere nella chiesa i giovani, molti dei quali sono cresciuti in famiglie ortodosse, ma crescendo dall'infanzia all'età adulta, dopo aver finito la scuola domenicale, se ne vanno "per un paese lontano". Qual è la sua visione per risolvere questo problema?
Vescovo Mark
È importante che i giovani uomini e le giovani, figli della nostra Chiesa, si sentano a proprio agio in parrocchia. Spesso, rimangono nella chiesa perché sono impegnati nella vita parrocchiale. Ci sono, ad esempio, i giovani che fanno gli accoliti. Se l'atmosfera dell'altare è buona e devota, naturalmente, vedendo un buon esempio, le persone ne restano colpite. Ci sono altre forme per attrarre i giovani alla vita della parrocchia, ma ogni volta si scopre che questo è il risultato di uno sforzo personale, come la partecipazione alle riunioni dei giovani, a stage, al ministero della carità, o alla partecipazione a un ministero educativo o a un pellegrinaggio. Se i giovani ritengono che sia importante e interessante, questo li coinvolge nella vita quotidiana della parrocchia, poi, naturalmente, abbiamo una migliore possibilità di mantenerli nella Chiesa.
Un gran numero di nostri giovani compatrioti non è collegato con la Chiesa, e, purtroppo, ci troviamo di fronte al fatto che la loro ignoranza spirituale è favorita dal Ministero della Pubblica Istruzione. Comprensibilmente, se questa è la posizione di coloro che sono a capo del Ministero, naturalmente, è poi difficile mettere a punto una posizione contraria nella maggior parte delle istituzioni scolastiche. Ma ci sono alcune occasioni di ottimismo. Di recente, l’Accademia internazionale russa del Turismo, dove io sono uno dei presidenti del dipartimento del turismo religioso, ha cominciato a offrire agli studenti un corso di "Basi di cultura religiosa" nel loro primo anno. È un corso semestrale, ma, nei futuri anni accademici, si prevede che la sua lunghezza aumenti a un corso di un intero anno. Il programma esamina la storia delle religioni, la storia del cristianesimo in generale e la Chiesa ortodossa russa, in particolare, le sette e le loro credenze, la storia dell’arte sacra, e molte altre discipline. Istruttori dalle accademie spirituali e dai seminari di Mosca stanno tenendo le lezioni.
Questo caso è interessante perché l'Accademia del Turismo è un'istituzione puramente secolare; per di più è basata su principi commerciali. Ho parlato con gli studenti e mi sono reso conto che i giovani, soprattutto le giovani donne, sanno molto poco della Chiesa, dell'Ortodossia. La domanda più basilare provoca sconcerto negli studenti. Il Rettore dell'Accademia è convinto che l'esatta comprensione della cultura ortodossa sia importante per loro in termini di competenze professionali, in quanto, secondo gli esperti, in un prossimo futuro, l'interesse per il turismo religioso nel mondo crescerà, e la Russia ha una reale opportunità di dominare questo segmento del mercato turistico. Tuttavia, cosa dobbiamo dimostrare in Russia? Naturalmente, prima di tutto, le nostre chiese e monasteri. Senza una chiara comprensione delle origini della cultura russa, della Chiesa e della fede, è impossibile fare un lavoro di qualità nel campo del turismo interno. Ma, cosa molto più importante per noi, i giovani hanno la possibilità di formare un nucleo morale, che li rende consapevoli delle loro radici spirituali.
Olga Kir'janova
Abbiamo creato molte organizzazioni giovanili ortodosse, soprattutto a Mosca. Quanto sono adeguati ed efficaci questi gruppi di giovani ufficialmente sponsorizzati e come ne è strutturata l'appartenenza?
Vescovo Mark
Molto dipende dalle persone che sono coinvolte in questi gruppi. È importante che ogni associazione non sia fittizia né di breve durata, "Qui - dicono - c’è un nuovo sviluppo, la gerarchia ha dato la sua benedizione alla creazione di associazioni giovanili, ebbene, allora ne creeremo una per averne una anche noi, in modo da non apparire arretrati e da fare una bella figura nella relazione annuale".
In linea di principio, credo che l'organizzazione sia importante, ma può variare di volta in volta a seconda degli scopi e degli obiettivi del particolare gruppo giovanile. Se il lavoro viene effettuato solo all'interno di una parrocchia, poi, non è necessario creare un’organizzazione con una struttura speciale. Quattro anni fa, nella parrocchia della Santissima Trinità a Khoroshevo, è stata formata un'associazione giovanile, che abbiamo chiamato il Club dei Giovani. È guidata da uno dei nostri sacerdoti. I parrocchiani giovani della nostra chiesa hanno invitato i loro amici, e poi abbiamo annunciato durante le funzioni che tenevamo incontri giovanili. Chiunque voleva venire poteva partecipare. Inoltre, abbiamo messo queste informazioni sul sito web della parrocchia. È interessante notare che, come dato di fatto, quelli che sono venuti per la maggior parte non erano parrocchiani della nostra chiesa. Ora, il club conta circa 40 membri, di età compresa tra i 15 e i 35 anni, la maggior parte ne ha circa 20. Si tiene una riunione ogni due settimane, si fanno conversazioni intorno a una tazza di tè, spesso si vedono anche dei film. Per lo più, i membri sono studenti, alcuni dei quali senza una vera e propria esperienza di vita ecclesiale, dato che sono, in un certo senso, parrocchiani neofiti. Di tanto in tanto, il gruppo si reca insieme in pellegrinaggio. Tutto questo è puramente volontario, non è richiesta l'appartenenza. Fino a ora, non abbiamo sentito il bisogno di una qualsiasi organizzazione particolare per il club. La cosa più importante è di attirare la gente e la forma dell'organizzazione può venire dall'esperienza e dalle esigenze del gruppo.
Ricordo la mia adolescenza. A quel tempo, negli anni '60 e '70, solo un numero molto ristretto di giovani andava alle funzioni, quindi era difficile trovare coetanei che pensavano e credevano come me. La mancanza di comunicazione era un problema intrattabile e immobile. Nelle grandi parrocchie delle grandi città era più facile per i giovani trovare coetanei, ma in provincia era molto difficile. La stragrande maggioranza delle persone poi era composta o da non credenti o da indifferenti alla religione, nessuno si parlava della fede, perché l'argomento era tabù. Ora, naturalmente, tutto è diverso, e i giovani dovrebbero beneficiare delle opportunità esistenti.
Olga Kir'janova
Nella Sezione dei Giovani alle ultime Letture di Natale, c'è stata una discussione sul fatto che se si vuole predicare ai nostri giovani, si dovrebbero basare le prediche sulle nostre tradizioni storiche. Qual è la sua opinione?
Vescovo Mark
Credo che questa preoccupazione sia piuttosto forzata. Come possiamo, lavorando con i giovani, non riferirci alla storia? Essa mostra le nostre vittorie, la nostra grandezza nazionale, e le nostre tragedie nazionali, quindi è necessario studiarla e trarre le debite conclusioni. La conoscenza della storia rivela i punti di forza e di debolezza del nostro popolo. Abbiamo bisogno di imparare, in modo da non ripetere i nostri errori del passato e sviluppare le nostre migliori qualità.
Olga Kir'janova
Tra i giovani, compresi quelli ortodossi, ci sono quelli che sono coinvolti non solo nella vita pubblico, ma anche in quella politica. La Chiesa non dovrebbe interferire nella politica. Come si fa, secondo lei, a risolvere questa contraddizione?
Vescovo Mark
Preferibilmente, le nostre associazioni giovanili non dovrebbero affrontare questioni politiche. Sì, insegniamo alla gente ciò che è bene, cerchiamo di coinvolgerli in buone cause comuni, ma, se cominciamo a parlare di opzioni politiche, vi è il rischio che sorgano divisioni, perché alcuni sono conservatori, mentre altri sostengono approcci liberali. Nella vita parrocchiale, a seguito di tale dibattito, la maggioranza può imporsi come rappresentante di una certa ideologia politica, mentre il resto si troverà in minoranza. Come risultato, cesserebbe il rapporto spirituale che esisteva tra loro. Naturalmente, i membri del club giovanili e le associazioni hanno il diritto di esprimere i loro pensieri e punti di vista, ma, resta la necessità di limitare la discussione di questioni politiche. Si può fare riferimento alla storia o all'esperienza della Russia, ma non si deve passare alla politica, cosa che può creare separazione.
Inoltre, è necessario in linea di principio distinguere i gruppi di giovani con membri ortodossi dalle organizzazioni giovanili ortodosse. Se hanno lo status di un ente ecclesiastico e operano all'interno di una diocesi o parrocchia, è meglio che non si occupino di uno specifico dibattito politico. Ma se è un associazione laica con giovani ortodossi, allora i suoi membri possono parlare con più coraggio. Abbiamo, per esempio, l'Unione dei Cittadini Ortodossi, i cui membri prendono una posizione politica attiva e ci vogliono posizioni univoche sulle questioni sociali. Ma, dopo tutto, questa è un’organizzazione laica.
La giovinezza è caratterizzata dalla spontaneità, ma è importante che i giovani non si lascino trasportare da questa. Per questo motivo è indispensabile che i sacerdoti lavorino con i gruppi di giovani, in modo che le questioni che sorgono possano essere risolte definitivamente.
Olga Kir'janova
Per i giovani, una corretta preparazione alla vita familiare è molto importante. Secondo lei, quale forma di tale formazione è più efficace?
Vescovo Mark
Ci sono diversi modi per risolvere questo problema. Ad esempio, in Italia, un paese tradizionalmente cattolico, se qualcuno vuole sposarsi in chiesa, deve fare corsi in cui si presenta una corretta comprensione del matrimonio cristiano, di come costruire relazioni all'interno della famiglia. Senza questi corsi, non ci si può sposare. Naturalmente, ora, ciò è ridotto a volte a una formalità. In alcuni casi, le persone acquistano semplicemente un certificato di completamento di questi corsi.
Certo, sarebbe bello se nei club e centri giovanili parrocchiali e diocesani, i membri discutessero temi legati alla vita familiare. La gente dovrebbe essere preparata a queste cose. Spesso non sono a conoscenza delle realtà del matrimonio, e fanno molti errori. È ovviamente importante prevenire le tragiche conseguenze di questo analfabetismo. Oggi sugli scaffali delle librerie ecclesiastiche troviamo molti libri che trattano della vita familiare, oltre a materiali audio e video. Sono molto richiesti. Ma nulla può sostituire una conversazione vivace e sincera con un prete su argomenti vitali.
Olga Kir'janova
Al centro di pellegrinaggio a Mosca, con la benedizione della gerarchia del Patriarcato, ha avuto luogo per la prima volta un ballo organizzato dalle organizzazioni giovanili ortodosse. Probabilmente, questo evento potrebbe porre fine ala controversia se, in linea di principio, le danze siano un luogo di incontro adatto per le coppie giovani ortodossi.
Vescovo Mark
Le danze per i giovani, compresi i giovani ortodossi, sono una forma di mutua conoscenza e di contatto, e non vedo in loro nulla di scorretto. Molto spesso, oggi, si esige dai giovani credenti una scelta ingiustificatamente rigida: non devono comunicare in alcun modo con i loro coetanei, o non devono andare in una discoteca: per molti è un dilemma fatale.
La Chiesa non si è mai opposta alle danze in quanto tali. Nella Russia pre-rivoluzionaria, le danze erano la forma tradizionale di contatto per i giovani, anche se questo era vero soprattutto tra le classi superiori. Purtroppo, oggi, i balli secolari in Russia si sono trasformati in mostre di lusso, dove i ricchi sfoggiano abiti costosi e ornamenti preziosi che costano decine di migliaia di dollari. Se si rimuove l'elemento elitario, dove prima di tutto si deve dimostrare la loro ricchezza e fare parate di arroganza, se una danza è organizzata in modo modesto e piacevole, può essere una buona alternativa alla discoteca. Naturalmente, dovremmo avere alcune regole specifiche, per esempio, le danze non dovrebbe aver luogo durante le quaresime. La cosa principale è che tutto dovrebbe andare secondo le regole. Se le danze sono organizzati da coloro la cui unica esperienza è nelle discoteche in esecuzione, poi, naturalmente, sarebbe una farsa. Se sono sotto il controllo di un sacerdote esperto, poi, è una garanzia che tutto sarà decente.
Sono convinto che non dobbiamo avere paura di sperimentare, non dobbiamo temere nuove forme di lavoro con i giovani. È importante solo cercare la dimensione morale, vedere se questo lavoro è positivo o negativo. Non c'è bisogno di aver paura della vita secolare, o che una persona ortodossa possa avere un bell’aspetto, essere bella, o essere vestita elegantemente. Un aspetto miserabile non è un segno appropriato nell'Ortodossia. Nel nostro tempo, in cui l'Ortodossia sta uscendo dal ghetto in cui è stata confinata in epoca sovietica, le danze possono e devono diventare una nuova forma popolare di contatto per i nostri giovani.
Nel nostro centro di pellegrinaggio, il lavoro giovanile è considerato un’area separata e specializzata di attività. Abbiamo assunto una specialista, una giovane donna che sarà responsabile dell'organizzazione e conduzione dei programmi per i giovani, e non solo danze, ma, anche pellegrinaggi e incontri con persone interessanti, la cui esperienza di vita di chiesa può essere utile ai giovani. Mi auguro che questi progetti abbiano successo.

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