LA VERA CHIESA SIAMO NOI”. IN GRECIA, APPELLO DI ORTODOSSI CONTRO L’ECUMENISMO di Agenzia ADISTA
ATENE-ADISTA.
 “L’ecumenismo è un’eresia”: questo lo slogan di un appello, che ha già 
raccolto quasi seimila firme, nato in Grecia ma poi fatto proprio anche 
da prelati ortodossi di altri Paesi, che invita vescovi e fedeli ad 
opporsi al dialogo ecumenico ed a mantenere pura e intatta l’Ortodossia,
 contrastando le pretese di Roma.
 L’appello–intitolato Confessione 
di fede ortodossa – è stato lanciato nell’aprile scorso e, da allora, è 
partita la raccolta di firme che a metà settembre ha raggiunto circa 
5.800 adesioni. Il testo è stato firmato da sei metropoliti greci; ad 
essi si sono aggiunti un vescovo bulgaro e un vescovo ortodosso degli 
Stati Uniti d’America. L’hanno inoltre sottoscritto un migliaio di 
monaci e di sacerdoti, e quasi cinquemila laici.
 In Grecia (la terza
 nazione dell’Ortodossia per importanza numerica, dopo quella russa e 
quella rumena), ci sono gruppi ortodossi, guidati da vescovi e da 
monaci, che sostengono che l’ecumenismo – e cioè la ricerca della piena 
unità tra tutte le Chiese oggi divise – non sia altro che un inganno, 
una subdola e pericolosa eresia, perché porterebbe a negare che la 
Chiesa, la vera Chiesa, quella apostolica, già esista nell’Ortodossia, 
cioè in ciascuna Chiesa ortodossa legata dalla stessa fede e dalla 
stessa sostanziale Tradizione con le comunità sorelle. Per tale ragione,
 questi gruppi si oppongono ai dialoghi teologici con Chiese non 
ortodosse, in particolare con la Chiesa cattolica romana, la quale 
invece, a livello ufficiale, come più volte hanno sottolineato Giovanni 
Paolo II e Benedetto XVI, afferma di essere la sola Chiesa ad essere, 
come proclamato nel Credo, “una, santa, cattolica ed apostolica”.
 A 
rendere la questione problematica in Grecia è il fatto che la piccola 
minoranza cattolica ellenica da tempo insiste perché siano cambiate 
alcune normative della legislazione civile e della prassi consolidata 
che, di fatto, premiano chi è di fede ortodossa e, al contrario, 
limitano i diritti di chi non lo è e soffocano lo status giuridico delle
 altre Chiese e religioni. La stragrande maggioranza della popolazione 
del Paese è ortodossa, e per tale ragione alcuni pensano 
‘greco=ortodosso’ e perciò chi prende le distanze dall’Ortodossia le 
prenda anche dalla patria ellenica. Le richieste dei vescovi cattolici 
greci affinché sia garantita anche alla Chiesa cattolica piena 
personalità giuridica, con tutto ciò che ne consegue, sono allora viste –
 da molti gruppi ortodossi – come manovre per minare l’Ortodossia. 
Inoltre, a livello popolare, è ancora diffuso in Grecia il risentimento 
contro i crociati occidentali che nell’aprile del 1204 saccheggiarono 
Costantinopoli e profanarono le chiese bizantine. In proposito, quasi 
come “condizione” per poter visitare la Grecia, papa Wojtyla, in un suo 
discorso ad Atene, dovette esprimere rammarico per le vicende di otto 
secoli prima (e delle quali, oltre al resto, il papato non era 
colpevole).
 Ufficialmente, il Sinodo della gerarchia ellenica (come 
quello della Chiesa russa), accetta l’ecumenismo, ma interpretato in 
modo rigido, sempre ribadendo che è l’Ortodossia la vera Chiesa. E solo 
dopo molti contrasti il Sinodo accettò (anche per le pressioni del 
governo greco) che Giovanni Paolo II, nel 2001, visitasse la Grecia; 
salvo poi, nel 2004,opporsi al viaggio dell’arcivescovo di Atene, 
Christodoulos, a Roma. Il prelato poté compiere questa visita – la prima
 di un primate greco in Vaticano – solo due anni dopo, nel dicembre2006.
 Il successore di Christodoulos Ieronimos II (eletto nel febbraio 2008),
 cerca ora di muoversi tra le diverse correnti che agitano la Chiesa 
ortodossa.
 Intanto, nonostante il patriarca ecumenico di 
CostantinopoliBartolomeo I, convinto ecumenista, abbia preso le distanze
 dall’appello, la raccolta di firme prosegue a pieno ritmo. (luigi 
sandri)
 
 
 
          
      
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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