domenica 30 giugno 2013

Tratto dal sito: http://tradizione.oodegr.com


La nostra Presbytera
 
del metropolita Theofilos Kanavos
 
 
La figura ed il ruolo della presbytera, in una riflessione indirizzata dal metropolita Theofilos di Gortina (Creta) al suo clero. Certamente il vescovo si rivolge ad un clero che prevalentemente svolge il ministero in villaggi e zone rurali, ma universale rimane quanto detto sul ministero cristiano della presbytera, svolto non solo nella parrocchia ma anche nella vita sponsale, poiché, come ripeteva un altro grande pastore dei nostri tempi: “La moglie del prete è la sua salvezza o la sua dannazione”.

Il testo è tratto dall’ottimo studio di F. QUARANTA, Preti sposati nel medioevo. Cinque apologie, Claudiana, Torino, 2000, p.137-140.


             La presbytera è la prima fedele della tua parrocchia. Ne è la vetrina. Tu formi con lei la tua chiesa “domestica”. Dalla vostra comunione voi potete trarre molti benefici. E certamente, che riusciate o che falliate come chierici, ciò è opera anche delle vostre mogli.
            Tua moglie, caro prete, deve avere forte consapevolezza del posto che lei occupa. Se è in età avanzata ciò le sarà difficile. Se è giovane e piena di zelo e ha per marito un sacerdote altrettanto zelante, ella potrà imparare ogni cosa e riuscire in tutto. Basta che sappia che lei non è una semplice sposa, uguale alle altre donne coniugate, ma che ha un proprio titolo, una missione, un lavoro e un ministero propri. È compagna e sposa, collaboratrice fidata del parroco, la prima delle madri cristiane, alla quale tutti guardano. Padrona di casa modello, mostrerà come si governa la casa. Discepola virtuosa nella fede, insegnerà la virtù prima ai suoi figli e poi a ogni donna.
            Tutto avrà ripercussioni su di te. Quando lei non sa comportarsi né muoversi nelle buone e dovute forme, quando non è un’ordinata madre di famiglia e non ha interesse per la casa e le conoscenze che essa richiede, quando non è ospitale o non riceve tutti con bontà e gentilezza, tutto ciò avrà ripercussioni su di te. E se al contrario lei emana come un profumo la sua purezza e la trasmette ai suoi figli o la vedi talvolta soffrire, consapevole di essere la moglie di un sacerdote e di essere sotto gli occhi di tutti, e la decora l’umiltà e l’illumina la grazia e ha la ricchezza dell’amore e le ali della fede con le quali prende il volo, allora le gioie della tua presbytera saranno anche le tue e lei ti darà forza, ti proteggerà, ti inciterà ad agire quando è opportuno e ti tratterrà quando il momento lo richiede.
            Voi tutto questo lo sapete, dato che siete dei bravi ecclesiastici; tutti quelli della regione lo sanno. Certamente voi avete scelto come moglie una ragazza seria, che sa vestirsi correttamente e come comportarsi in pubblico, che ha appreso in una famiglia cristiana quando parlare, quando tacere e quando non intervenire. Esito anche solamente a toccare il discorso.
            Spesso, dicono, molte di loro non hanno giudizio, non badano alla casa e non hanno intenzione di badarvi, e neppure agli obblighi propri dell’essere vostre mogli. Io non credo a queste critiche, anche se le ho qui riportate. D’altronde, neppur esse vi prestano fede e le smentiscono con un sorriso fiorito sulle loro labbra. Se, malgrado tutto, ne esiste una di tal fatta, (ripeto, io non lo credo), allora abbassi la testa, perché non solo è una cattiva presbytera, ma rende un cattivo servizio al parroco suo marito. Ripeto che di tutto ciò, o prete, porterai le conseguenze.
            Certamente, non devo educare io la tua presbytera. Io la considero in rapporto a te. Descrivo come tu la vuoi, come dovresti volerla, e se lei si rende conto e ritiene che questa esigenza è seria, giustificata e possibile, ad essa si conformerà.
            Io cerco di immaginare la tua gioia, o mio prete, quando vedi la tua presbytera essere una buona madre, raccogliere intorno a te la sera i figli e trasmettere a essi la bontà che nasconde nell’intimo. E quando guida con saggezza la femminuccia e modera con pazienza il ragazzo. Tu sei fiero della casa governata da lei. La vedi radunare le figlie e insegnare loro il ricamo, mostrare alla vicina il dolce che ha fatto per la tua festa, insieme al grembiule che ha cucito per tua figlia; come ha messo dei pomodori in conserva, come ha saputo preparare lo iogurt, le torte e le altre cose.
            Vedo anche la tua emozione, quando una sera la vedi alzarsi per andare a casa di un povero e somministrargli all’ora stabilita l’iniezione di penicillina o cambiare la fasciatura di un ragazzo ferito, perché non c’è un medico nel paese! Veramente che gioia hai provato, quando ti chiede di poter seguire in città il corso per diventare infermiera o crocerossina…: “Sarebbe bello, ti diceva, seguirlo anch’io; se non altro per fare un’iniezione qui in casa nostra, per imparare a portare i primi soccorsi in caso di incidente. E nella nostra parrocchia ci sono tanti poveri che difficilmente possono chiamare un medico. Quale gioia proveranno e come diventeranno tuoi quando parteciperanno al nostro amore, amore che trasmetterò nei momenti difficili. I loro cuori saranno più docili e aperti verso di te che vi seminerai un momento benedetto di meditazione”.
             Queste gioie e tante altre ancora puoi ricevere dalla tua presbytera, se tu accendi il suo zelo e la fede nella tua missione e nel suo ruolo nella casa, nella parrocchia e nella società. Quando la fai partecipe della tua missione e la chiami per confidarle un assillo, possiedi e onori in lei una collaboratrice. Ancora una cosa. È molto probabile che lei possieda qualche bella qualità che tu non hai. Qui voglio fare appello alla tua comprensione e alla tua modestia. Ricevi e accetta il suo consiglio; ha tutta l’aria di essere buono, non temere di essere portato fuori strada. Non abbiamo, infatti, delle presbytere che sono dei modelli per i loro mariti? Io ne conosco una che sa rimediare a tutti gli sbagli commessi dal suo sacerdote. Come anche succede il contrario. Ci sono, infatti, anche delle mogli di ecclesiastici le quali non sanno rinunciare a niente, che oscurano la virtù del sacerdote. Certamente ciò accade quando lui non ha forza e personalità. Vuoi che te lo dica? Quando hai una moglie che non prega, che non va mai in chiesa, allora devi preoccuparti. E se anche tu non preghi, allora tutti avranno paura di voi due. Se invece pregate entrambi, non temete nessuno: Cristo vi illuminerà. Cristo non allontana nessuno. Quando vede le mani alzate in preghiera, il Suo cuore perdona. Egli riconosce il figlio fedele e umile, riconosce il Suo soffio in un “vaso di creta”, libero, docile e pronto a volare verso di Lui. Come potrebbe non accorrere, Lui che si è fatto crocifiggere per il suo nemico, che ha pregato per coloro che hanno inchiodato le sue mani, come potrebbe non andare incontro ai suoi figli fedeli e umili, che Lo supplicano con le mani levate?


Theofilos Kanavos, metropolita di Gortina e Megalopoli in
“Ekklisia O ephimerios” (15/2/81), pp. 40-44.
 

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