La nostra 
  Presbytera
  
  del metropolita Theofilos Kanavos
  
  La figura ed il ruolo della 
  presbytera, in una riflessione indirizzata dal metropolita Theofilos di 
  Gortina (Creta) al suo clero. Certamente il vescovo si rivolge ad un 
  clero che prevalentemente svolge il ministero in villaggi e zone rurali, 
  ma universale rimane quanto detto sul ministero cristiano della 
  presbytera, svolto non solo nella 
  parrocchia ma anche nella vita sponsale, poiché, come ripeteva un altro 
  grande pastore dei nostri tempi: “La moglie del prete è la sua salvezza 
  o la sua dannazione”.
  
  Il testo è tratto dall’ottimo studio 
  di F. QUARANTA, Preti sposati 
  nel medioevo. Cinque apologie, Claudiana, Torino, 2000, p.137-140.
  
             La presbytera è la 
  prima fedele della tua parrocchia. Ne è la vetrina. Tu formi con lei la 
  tua chiesa “domestica”. Dalla vostra comunione voi potete trarre molti 
  benefici. E certamente, che riusciate o che falliate come chierici, ciò 
  è opera anche delle vostre mogli.
  
              Tua moglie, caro prete, deve 
  avere forte consapevolezza del posto che lei occupa. Se è in età 
  avanzata ciò le sarà difficile. Se è giovane e piena di zelo e ha per 
  marito un sacerdote altrettanto zelante, ella potrà imparare ogni cosa e 
  riuscire in tutto. Basta che sappia che lei non è una semplice sposa, 
  uguale alle altre donne coniugate, ma che ha un proprio titolo, una 
  missione, un lavoro e un ministero propri. È compagna e sposa, 
  collaboratrice fidata del parroco, la prima delle madri cristiane, alla 
  quale tutti guardano. Padrona di casa modello, mostrerà come si governa 
  la casa. Discepola virtuosa nella fede, insegnerà la virtù prima ai suoi 
  figli e poi a ogni donna.
  
              Tutto avrà ripercussioni su 
  di te. Quando lei non sa comportarsi né muoversi nelle buone e dovute 
  forme, quando non è un’ordinata madre di famiglia e non ha interesse per 
  la casa e le conoscenze che essa richiede, quando non è ospitale o non 
  riceve tutti con bontà e gentilezza, tutto ciò avrà ripercussioni su di 
  te. E se al contrario lei emana come un profumo la sua purezza e la 
  trasmette ai suoi figli o la vedi talvolta soffrire, consapevole di 
  essere la moglie di un sacerdote e di essere sotto gli occhi di tutti, e 
  la decora l’umiltà e l’illumina la grazia e ha la ricchezza dell’amore e 
  le ali della fede con le quali prende il volo, allora le gioie della tua
  presbytera saranno anche le tue e lei ti darà forza, ti 
  proteggerà, ti inciterà ad agire quando è opportuno e ti tratterrà 
  quando il momento lo richiede.
  
              Voi tutto questo lo sapete, 
  dato che siete dei bravi ecclesiastici; tutti quelli della regione lo 
  sanno. Certamente voi avete scelto come moglie una ragazza seria, che sa 
  vestirsi correttamente e come comportarsi in pubblico, che ha appreso in 
  una famiglia cristiana quando parlare, quando tacere e quando non 
  intervenire. Esito anche solamente a toccare il discorso.
  
              Spesso, dicono, molte di 
  loro non hanno giudizio, non badano alla casa e non hanno intenzione di 
  badarvi, e neppure agli obblighi propri dell’essere vostre mogli. Io non 
  credo a queste critiche, anche se le ho qui riportate. D’altronde, 
  neppur esse vi prestano fede e le smentiscono con un sorriso fiorito 
  sulle loro labbra. Se, malgrado tutto, ne esiste una di tal fatta, 
  (ripeto, io non lo credo), allora abbassi la testa, perché non solo è 
  una cattiva presbytera, ma rende un cattivo servizio al parroco 
  suo marito. Ripeto che di tutto ciò, o prete, porterai le conseguenze.
  
              Certamente, non devo educare 
  io la tua presbytera. Io la considero in rapporto a te. Descrivo 
  come tu la vuoi, come dovresti volerla, e se lei si rende conto e 
  ritiene che questa esigenza è seria, giustificata e possibile, ad essa 
  si conformerà.
  
              Io cerco di immaginare la 
  tua gioia, o mio prete, quando vedi la tua presbytera essere una 
  buona madre, raccogliere intorno a te la sera i figli e trasmettere a 
  essi la bontà che nasconde nell’intimo. E quando guida con saggezza la 
  femminuccia e modera con pazienza il ragazzo. Tu sei fiero della casa 
  governata da lei. La vedi radunare le figlie e insegnare loro il ricamo, 
  mostrare alla vicina il dolce che ha fatto per la tua festa, insieme al 
  grembiule che ha cucito per tua figlia; come ha messo dei pomodori in 
  conserva, come ha saputo preparare lo iogurt, le torte e le altre cose.
  
              Vedo anche la tua emozione, 
  quando una sera la vedi alzarsi per andare a casa di un povero e 
  somministrargli all’ora stabilita l’iniezione di penicillina o cambiare 
  la fasciatura di un ragazzo ferito, perché non c’è un medico nel paese! 
  Veramente che gioia hai provato, quando ti chiede di poter seguire in 
  città il corso per diventare infermiera o crocerossina…: “Sarebbe bello, 
  ti diceva, seguirlo anch’io; se non altro per fare un’iniezione qui in 
  casa nostra, per imparare a portare i primi soccorsi in caso di 
  incidente. E nella nostra parrocchia ci sono tanti poveri che 
  difficilmente possono chiamare un medico. Quale gioia proveranno e come 
  diventeranno tuoi quando parteciperanno al nostro amore, amore che 
  trasmetterò nei momenti difficili. I loro cuori saranno più docili e 
  aperti verso di te che vi seminerai un momento benedetto di 
  meditazione”.
  
               Queste gioie e tante altre 
  ancora puoi ricevere dalla tua presbytera, se tu accendi il suo 
  zelo e la fede nella tua missione e nel suo ruolo nella casa, nella 
  parrocchia e nella società. Quando la fai partecipe della tua missione e 
  la chiami per confidarle un assillo, possiedi e onori in lei una 
  collaboratrice. Ancora una cosa. È molto probabile che lei possieda 
  qualche bella qualità che tu non hai. Qui voglio fare appello alla tua 
  comprensione e alla tua modestia. Ricevi e accetta il suo consiglio; ha 
  tutta l’aria di essere buono, non temere di essere portato fuori strada. 
  Non abbiamo, infatti, delle presbytere che sono dei modelli per i 
  loro mariti? Io ne conosco una che sa rimediare a tutti gli sbagli 
  commessi dal suo sacerdote. Come anche succede il contrario. Ci sono, 
  infatti, anche delle mogli di ecclesiastici le quali non sanno 
  rinunciare a niente, che oscurano la virtù del sacerdote. Certamente ciò 
  accade quando lui non ha forza e personalità. Vuoi che te lo dica? 
  Quando hai una moglie che non prega, che non va mai in chiesa, allora 
  devi preoccuparti. E se anche tu non preghi, allora tutti avranno paura 
  di voi due. Se invece pregate entrambi, non temete nessuno: Cristo vi 
  illuminerà. Cristo non allontana nessuno. Quando vede le mani alzate in 
  preghiera, il Suo cuore perdona. Egli riconosce il figlio fedele e 
  umile, riconosce il Suo soffio in un “vaso di creta”, libero, docile e 
  pronto a volare verso di Lui. Come potrebbe non accorrere, Lui che si è 
  fatto crocifiggere per il suo nemico, che ha pregato per coloro che 
  hanno inchiodato le sue mani, come potrebbe non andare incontro ai suoi 
  figli fedeli e umili, che Lo supplicano con le mani levate?
  
  Theofilos Kanavos, metropolita di Gortina e Megalopoli in
“Ekklisia O ephimerios” (15/2/81), pp. 40-44.
  “Ekklisia O ephimerios” (15/2/81), pp. 40-44.
Nessun commento:
Posta un commento