giovedì 5 marzo 2009

Albania: Una richiesta di restituzione dei beni della Chiesa ortodossa.

La presidenza della Conferenza delle Chiese europee (CEC), che si è riunita a Durazzo su invito del suo vice-presidente, l’arcivescovo di Tirana e di tutta l’Albania, Mons. Anastase, il quale ha chiesto al governo albanese la restituzione alla Chiesa Ortodossa d’Albania l’insieme dei suoi beni confiscati dal regime comunista e da allora ancora non resi.
Egli ugualmente chiede una rapida restituzione di tutti i luoghi santi: monasteri. chiese, moschee, i centri di confraternita sufisti (Bektachis) e le loro servitù, che ancora non sono stati restituiti ai legittimi proprietari.
Questi luoghi santi sono stati soppressi nel 1967, durante il regime comunista di Enver Hoxha, durante l’instaurazione del primo stato ateo del mondo, e trasformati in abitazioni o luoghi di divertimento, in palestre o in sale per la propaganda politica.
Nel loro comunicato, i rappresentanti della presidenza del CEC esprimono egualmente i loro ringraziamenti all’arcivescovo d’Albania, Anastase, per l’occasione offerta loro di rendersi conto sul posto dello sviluppo della Chiesa ortodossa in Albania in questi ultimi 18 anni, vale a dire dopo che il nuovo stato ha autorizzato la sua esistenza.
Oggi giorno, circa 700.000 ortodossi albanesi sono serviti da 140 preti di cui il loro numero è sempre in crescita; più di 150 Chiese sono state costruite, 70 monasteri e monumenti storici ortodossi e 160 Chiese restituite fino ad ora alla Chiesa sono state restaurate.
Durante lo stesso periodo, la Chiesa ortodossa d’Albania ha intrapreso iniziative ed attività operanti nel campo della salute, dell’educazione, della previdenza sociale, dello sviluppo agrario, della cultura e del dialogo interreligioso .

Dal sito orthodoxie.com
Tradotto dal francese da P. Giovanni

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