venerdì 21 maggio 2010

Dal sito cattolico: Zenit.org

Discorso del Papa al termine del concerto
 di musica sacra ortodossa

E messaggio di Kirill I, Patriarca di Mosca
e di tutte le Russie



ROMA, giovedì, 20 maggio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questo giovedì sera da Benedetto XVI al termine del concerto in suo onore tenutosi nell'Aula Paolo VI in occasione delle Giornate di Cultura e di spiritualità russa in Vaticano (19 e 20 maggio) promosse da Sua Santità Kirill I, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.

* * *
Lodate il nome del Signore, lodatelo, servi del Signore. Lodate il Signore: il Signore è buono; cantate inni al suo nome, perché è amabile. Signore, il tuo nome è per sempre; Signore, il tuo ricordo per ogni generazione. Alleluia.

Venerabili Fratelli, Illustri Signori e Signore, Cari fratelli e sorelle,
abbiamo ascoltato poc’anzi, in una sublime melodia, le parole del Salmo 135, che ben interpretano i nostri sentimenti di lode e di gratitudine al Signore, come anche la nostra intensa gioia interiore per questo momento di incontro e di amicizia con i cari Fratelli del Patriarcato di Mosca. In occasione del mio compleanno e del V anniversario della mia elezione a Successore di Pietro, Sua Santità Kirill I, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, ha voluto offrirmi, insieme alle graditissime parole del Suo Messaggio, questo straordinario momento musicale, presentato dal Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, nonché autore della Sinfonia appena eseguita.
La mia profonda gratitudine, perciò, va innanzitutto a Sua Santità il Patriarca Kirill. A Lui rivolgo il mio più fraterno e cordiale saluto, esprimendo vivamente l’auspicio che la lode al Signore e l’impegno per il progresso della pace e della concordia tra i popoli ci accomunino sempre più e ci facciano crescere nella sintonia degli intenti e nell’armonia delle azioni. Ringrazio, quindi, di vero cuore il Metropolita Hilarion, per il saluto che tanto gentilmente ha voluto rivolgermi e per il suo costante impegno ecumenico, congratulandomi con Lui per la sua creatività artistica, che abbiamo avuto modo di apprezzare. Con Lui saluto con viva simpatia la Delegazione del Patriarcato di Mosca e gli illustri rappresentanti del Governo della Federazione Russa. Rivolgo il mio cordiale saluto ai Signori Cardinali e ai Vescovi qui presenti, in particolare al Signor Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e a Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che hanno organizzato, con i loro Dicasteri e in stretta collaborazione con i rappresentanti del Patriarcato, le “Giornate della cultura e della spiritualità russa in Vaticano”. Saluto, poi, gli illustri Ambasciatori, le distinte Autorità e tutti voi, cari amici, fratelli e sorelle, in particolar modo le comunità russe presenti a Roma e in Italia, che partecipano a questo momento di gioia e di festa.
A suggellare questa occasione in modo davvero eccezionale e suggestivo è stata chiamata la musica, la musica della Russia di ieri e di oggi, propostaci con grande maestria dall’Orchestra Nazionale Russa, diretta dal maestro Carlo Ponti, dal Coro Sinodale di Mosca, dalla Cappella dei Corni di Pietroburgo. Rivolgo un grazie vivissimo a tutti gli artisti per il talento, l’impegno e la passione con cui propongono all’attenzione di tutto il mondo i capolavori della tradizione musicale russa. In queste opere, di cui oggi abbiamo ascoltato un significativo saggio, è presente in modo profondo l’anima del popolo russo e con essa la fede cristiana, che trovano una straordinaria espressione proprio nella Divina Liturgia e nel canto liturgico che sempre l’accompagna. Esiste, infatti, un legame stretto, originario, tra la musica russa e il canto liturgico: è nella liturgia e dalla liturgia che quasi si sprigiona e prende avvio gran parte della creatività artistica dei musicisti russi, per dar vita a capolavori che meriterebbero una maggiore conoscenza nel mondo occidentale. Abbiamo avuto oggi la gioia di ascoltare brani di grandi artisti russi dell’ ‘800 e del‘900, come Musorgskij e Rimski-Korsakov, Čajkovskij e Rachmaninov. Tali compositori, e quest’ultimo in particolare, hanno saputo far tesoro del ricco patrimonio musicaleliturgico della tradizione russa, rielaborandolo e armonizzandolo con motivi ed esperienze musicali dell’Occidente e più vicini alla modernità. In questa scia credo vada collocata anche l’opera del Metropolita Hilarion.
Nella musica, dunque, già si anticipa e in qualche modo si realizza il confronto, il dialogo, la sinergia tra Oriente e Occidente, come pure tra tradizione e modernità. Proprio ad un’analoga visione unitaria e armonica dell’Europa pensava il Venerabile Giovanni Paolo II, quando, riproponendo l’immagine, suggerita da Vjačeslav Ivanovič Ivanov, dei “due polmoni” con cui bisogna ritornare a respirare, auspicava una nuova consapevolezza delle profonde e comuni radici culturali e religiose del continente europeo, senza le quali l’Europa di oggi sarebbe come priva di un’anima e comunque segnata da una visione riduttiva e parziale. Proprio per riflettere ulteriormente su queste problematiche si è svolto ieri il Simposio, organizzato dal Patriarcato di Mosca, dal Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e da quello della Cultura, sul tema: “Ortodossi e Cattolici in Europa oggi. Le radici cristiane e il comune patrimonio culturale di Oriente e Occidente”.
Come ho più volte affermato, la cultura contemporanea, e particolarmente quella europea, corre il rischio dell’amnesia, della dimenticanza e dunque dell’abbandono dello straordinario patrimonio suscitato e ispirato dalla fede cristiana, che costituisce l’ossatura essenziale della cultura europea, e non solo di essa. Le radici cristiane dell’Europa sono costituite infatti, oltre che dalla vita religiosa e dalla testimonianza di tante generazioni di credenti, anche dall’inestimabile patrimonio culturale e artistico, vanto e risorsa preziosa dei popoli e dei Paesi in cui la fede cristiana, nelle sue diverse espressioni, ha dialogato con le culture e le arti, le ha animate e ispirate, favorendo e promuovendo come non mai la creatività e il genio umano. Anche oggi tali radici sono vive e feconde, in Oriente e in Occidente, e possono, anzi devono ispirare un nuovo umanesimo, una nuova stagione di autentico progresso umano, per rispondere efficacemente alle numerose e talvolta cruciali sfide che le nostre comunità cristiane e le nostre società si trovano ad affrontare, prima fra tutte quella della secolarizzazione, che non solo spinge a prescindere da Dio e dal suo progetto, ma finisce per negare la stessa dignità umana, in vista di una società regolata solo da interessi egoistici.
Torniamo a far respirare l’Europa a pieni polmoni, a ridare anima non solo ai credenti, ma a tutti i popoli del Continente, a promuovere la fiducia e la speranza, radicandole nella millenaria esperienza di fede cristiana! In questo momento non può mancare la testimonianza coerente, generosa e coraggiosa dei credenti, perché possiamo guardare insieme al futuro comune come ad un avvenire in cui la libertà e la dignità di ogni uomo e di ogni donna siano riconosciute come valore fondamentale e sia valorizzata l’apertura al Trascendente, l’esperienza di fede come dimensione costitutiva della persona.
Nel brano di Musorgskij, intitolato L’angelo proclamò, abbiamo ascoltato le parole rivolte dall’Angelo a Maria, e quindi anche a noi: “O Genti, rallegratevi!”. Il motivo della gioia è chiaro: Cristo è risorto dal sepolcro “ed ha risuscitato i morti”. Cari fratelli e sorelle, è la gioia di Cristo Risorto che ci anima, ci incoraggia e ci sostiene nel nostro cammino di fede e di testimonianza cristiana per offrire vera gioia e solida speranza al mondo, per donare validi motivi di fiducia all’umanità, ai popoli dell’Europa, che volentieri affido alla materna e potente intercessione della Vergine Maria.

ЕщеразблагодарюПатриархаКирилла, митрополитаИлариона, российскихгостей, оркестр, хоры, организаторов и всех присутствующих.
[Rinnovo il mio ringraziamento al Patriarca Kirill, al Metropolita Hilarion, ai rappresentanti russi, all’orchestra, ai cori, agli organizzatori e a tutti i presenti].
Su tutti voi e sui vostri cari scendano abbondanti le benedizioni del Signore.

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MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ KIRILL I,
PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTE LE RUSSIE


Santità, amato fratello in Cristo, Eminenze e Eccellenze Reverendissime,
cari fratelli e sorelle, Signore e Signori,

Saluto di cuore la Santità Vostra e tutti i partecipanti al concerto di musica sacra russa, organizzato dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.
Per la prima volta nella storia, tre gruppi musicali d’eccezione – l’Orchestra Nazionale Russa, il Coro Sinodale di Mosca e la Cappella di Corni di San Pietroburgo – si riuniscono oggi nella Sala Paolo VI in Vaticano per eseguire le opere di grandi compositori russi. Nella sala sono presenti il Capo della Chiesa Cattolica, rappresentanti dell’episcopato e del clero, monaci e monache, laici. Tutto questo fa del momento che vivete un evento di grande importanza nella storia degli scambi culturali tra le nostre Chiese.
La musica è un linguaggio particolare che ci dà la possibilità di comunicare con i nostri cuori. La musica è in grado di trasmettere sentimenti dell’animo umano e stati spirituali che le parole non riescono a descrivere.
Per capire un popolo, bisogna ascoltarne la musica. E ciò si riferisce non soltanto alla musica liturgica ortodossa di cui oggi saranno eseguite alcuni delle migliori realizzazioni, ma anche alle opere dei compositori russi scritte per le sale di concerto. Negli anni delle persecuzioni per la Chiesa e del dominio dell’ateismo di Stato, quando la maggioranza della popolazione non aveva accesso alla musica sacra, queste opere, assieme ai capolavori della letteratura russa e delle arti figurative, hanno contribuito a portare l’annuncio evangelico, proponendo al mondo laico ideali di grande levatura morale e spirituale.
“Lodatelo con squilli di tromba, lodatelo con arpa e cetra, lodatelo con timpani e danze, lodatelo sulle corde e sui flauti” (Sal. 150, 3-4). Queste parole del Salmo, che risuoneranno anche oggi nella vostra Sala, ci fanno vedere che la musica può essere imbevuta dello spirito di preghiera e di contemplazione di Dio. Anche una musica laica per il suo genere può essere portatrice di un contenuto spirituale.

Auguro il sostegno di Dio alla Santità Vostra e a tutti gli ospiti e i partecipanti al concerto.

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