Macedonia - 22 morti e 37 feriti in scontri
Skopje, 11 maggio 2015 – È di almeno 22 morti,
tra cui otto poliziotti macedoni e 14 componenti di un gruppo armato di
probabile origine albanese, guidato da 5 cittadini kosovari,e di 37
feriti, il bilancio degli scontri che si sono svolti a Kumanovo,
cittadina, a maggioranza musulmana, situata nel nord della Macedonia,
alla frontiera con Serbia e Kosovo, nel fine settimana appena trascorso.
Ad oggi non sono confermate le voci che circolavano ieri sulla presenza
di vittime civili. Le forze dell'ordine hanno rinvenuto un consistente
arsenale negli stessi luoghi in cui sono avvenuti gli scontri a fuoco.
Il governo macedone ha proclamato due giorni di lutto nazionale per gli agenti uccisi mentre il presidente Gjorge Ivanov ha convocato un consiglio di sicurezza nazionale e invitato i capi dell'opposizione e il principale partito di etnia albanese a unirsi alle autorità contro la sfida terrorista. Al termine del consiglio, Ivanov ha dichiarato che «le forze di sicurezza macedoni hanno sventato una serie di attacchi terroristici coordinati in diverse località del Paese che miravano a causare destabilizzazione, caos e paura». Per il primo ministro Nikola Gruevski si tratta di uno dei «gruppi terroristici più pericolosi nei Balcani».
Gli incidenti sembrerebbero inserirsi in un contesto più ampio di tensioni politiche che stanno interessando la Macedonia ormai da giorni. Da martedì scorso nel Paese, e soprattutto a Skopje, sono in corso manifestazioni contro il governo guidato da Nikola Gruevski, leader del partito nazionalista VMRO, al centro di fortissime polemiche e accusato dall'opposizione di corruzione.
Inoltre, tre settimane fa si è svolta un'incursione di un gruppo armato di albanesi arrivati dal Kosovo, che hanno preso rapidamente il controllo di un commissariato alla frontiera nord macedone, nella località di Gošince, reclamando la creazione di uno stato albanese sul territorio della Macedonia. L'attacco, secondo quanto riporta East Journal online, era stato attribuito dalle autorità a «paramilitari kosovari appartenenti all'Uçk», formazione militare albanese-macedone imparentata con il più noto Uçk kosovaro.
In un documento diffuso dai media, nella capitale macedone gruppi estremisti dell'indipendentismo albanese, fra le quali l'Uck (Esercito di liberazione del Kosovo), che combatté contro le forze serbe alla fine degli anni Novanta, affermano che ha preso il via il processo di instaurazione della «Repubblica di Iliria». Quello di Kumanovo, dove il 9 giugno 1999 veniva siglato l'accordo che concludeva la guerra del Kosovo, sarebbe solo l'inizio, e una vera e propria «guerra» alla Macedonia comincerà il 12 maggio prossimo. «Se le autorità macedoni non accetteranno la nuova Repubblica, il paese sarà distrutto insieme al resto dei Balcani», si legge nel documento.
L'Unione Europea ha già espresso la propria preoccupazione per la crescente instabilità politica nella ex Repubblica di Yugoslavia, abitata da circa due milioni di persone, di cui il 25% è di etnia albanese.
(Fonte: it.sputniknews.com/mondo)
Il governo macedone ha proclamato due giorni di lutto nazionale per gli agenti uccisi mentre il presidente Gjorge Ivanov ha convocato un consiglio di sicurezza nazionale e invitato i capi dell'opposizione e il principale partito di etnia albanese a unirsi alle autorità contro la sfida terrorista. Al termine del consiglio, Ivanov ha dichiarato che «le forze di sicurezza macedoni hanno sventato una serie di attacchi terroristici coordinati in diverse località del Paese che miravano a causare destabilizzazione, caos e paura». Per il primo ministro Nikola Gruevski si tratta di uno dei «gruppi terroristici più pericolosi nei Balcani».
Gli incidenti sembrerebbero inserirsi in un contesto più ampio di tensioni politiche che stanno interessando la Macedonia ormai da giorni. Da martedì scorso nel Paese, e soprattutto a Skopje, sono in corso manifestazioni contro il governo guidato da Nikola Gruevski, leader del partito nazionalista VMRO, al centro di fortissime polemiche e accusato dall'opposizione di corruzione.
Inoltre, tre settimane fa si è svolta un'incursione di un gruppo armato di albanesi arrivati dal Kosovo, che hanno preso rapidamente il controllo di un commissariato alla frontiera nord macedone, nella località di Gošince, reclamando la creazione di uno stato albanese sul territorio della Macedonia. L'attacco, secondo quanto riporta East Journal online, era stato attribuito dalle autorità a «paramilitari kosovari appartenenti all'Uçk», formazione militare albanese-macedone imparentata con il più noto Uçk kosovaro.
In un documento diffuso dai media, nella capitale macedone gruppi estremisti dell'indipendentismo albanese, fra le quali l'Uck (Esercito di liberazione del Kosovo), che combatté contro le forze serbe alla fine degli anni Novanta, affermano che ha preso il via il processo di instaurazione della «Repubblica di Iliria». Quello di Kumanovo, dove il 9 giugno 1999 veniva siglato l'accordo che concludeva la guerra del Kosovo, sarebbe solo l'inizio, e una vera e propria «guerra» alla Macedonia comincerà il 12 maggio prossimo. «Se le autorità macedoni non accetteranno la nuova Repubblica, il paese sarà distrutto insieme al resto dei Balcani», si legge nel documento.
L'Unione Europea ha già espresso la propria preoccupazione per la crescente instabilità politica nella ex Repubblica di Yugoslavia, abitata da circa due milioni di persone, di cui il 25% è di etnia albanese.
(Fonte: it.sputniknews.com/mondo)
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