Il nostro agente all'Avana: dalle catacombe al palcoscenico mondiale
Dal blog del sito Orthodox England7 febbraio 2016 (Domenica dei nuovi martiri e confessori)
Alcuni ortodossi sono,
comprensibilmente, preoccupati dall'incontro della prossima settimana
tra il patriarca della Chiesa ortodossa russa e il papa di Roma.
Tuttavia, forse ascoltano troppo i guastatori dei media occidentali
pagati dalla CIA, che stanno già presentando l'incontro come una sorta
di prostrazione ortodossa russa davanti al papa di Roma, su ordine del
presidente Putin che sarebbe, a quanto pare, alla disperata ricerca di
qualsiasi tipo di contatto con l'Occidente! Dopo aver ricordato che alla
parata del giorno della vittoria a Mosca il 9 maggio il presidente
russo si trovava fianco a fianco con i leader di Cina, India e molti
altri paesi, che rappresentano praticamente l'intero mondo non
occidentale, la stragrande maggioranza dell'umanità, ci permettiamo di
ridere a crepaelle alle notizie dei media occidentali. È il mondo
occidentale del G7 che è isolato, barricato nella villa di Hitler fuori
Monaco, come nel mese di giugno 2015. L'incontro all'aeroporto
dell'Avana tra il patriarca ortodosso russo e il papa di Roma, tra il
passato e il futuro, tra la vecchia Roma e la terza Roma, avrà successo,
ma solo se il papa di Roma vi arriva con pentimento. Perché?
Prima di tutto, questo è il primo
incontro nella storia tra un patriarca ortodosso russo e un papa di Roma
(anche se non con un papa di Alessandria). I media occidentali
ignoranti fanno riferimento all'incontro nel XV secolo tra l'allora papa
di Roma e il metropolita Isidoro al cosiddetto 'Concilio' di Firenze.
Tuttavia quel metropolita non era un patriarca, non era russo e,
soprattutto, non era ortodosso. La verità è che questo incontro potrebbe
essere un punto di svolta per il cattolicesimo screditato. Ora ha la
possibilità di pentirsi davanti alla Chiesa ortodossa russa per il
crimine dell'uniatismo. Proprio come il papa polacco, che era per un
quarto di discendenza uniate, si era scusato per il barbaro saccheggio
della nuova Roma da parte dei crociati nel 1204 (con 800 anni di
ritardo!), così ora questo papa latinoamericano di Roma ha la
possibilità di chiedere perdono (con 420 anni di ritardo) al mondo
ortodosso russo. Si sa che, finché esisterà un singolo uniate, questa
sarà una pugnalata nella schiena della Chiesa. Il Vaticano ora dovrebbe
iniziare a comportarsi come se fosse cristiano.
Il mondo ortodosso russo non è mai stato
contrario a un incontro con il papa della vecchia Roma, ma lo ha sempre
chiesto alle proprie condizioni, non da una posizione di umiliazione, ma
da una posizione di autorità. Non avrebbe mai potuto accadere sotto
l'aggressivo papa polacco; avrebbe potuto accadere con il penitente papa
Benedetto, solo che lui è stato rimosso per essere troppo vicino
all'Ortodossia; ora con questo papa è giunta una possibilità. Entrambi i
leader stanno facendo visite pastorali in America Latina e il
cattolicesimo si trova ad affrontare la 'battaglia del millennio' e ha
bisogno della Chiesa. Il cattolicesimo, erede di 2.000 anni di storia,
ora ha una scelta vitale da compiere: scegliere tra il suo primo
millennio, che è stato ortodosso, e il suo secondo millennio, che è
stato cattolico-protestante. In questo terzo millennio, o sceglierà di
protestantizzarsi completamente, oppure almeno una piccola parte di esso
può scegliere la via del pentimento e tornare alla Chiesa ortodossa;
può sostenere la difesa russa ortodossa dei cristiani in Medio Oriente o
schierarsi con l'Occidente post-protestante anticristiano.
Una generazione fa, fino al 1991, la
Chiesa ortodossa russa era in maggior parte ferocemente perseguitata dai
politici e beffardamente disprezzata dai non ortodossi. Ricordiamo bene
gli anni '70 e '80, quando eravamo stati costretti a vivere in una
situazione di quasi-ghetto; eravamo davvero gli ultimi dei Mohicani. Sia
all'interno che all'esterno della Russia, vivevamo nelle catacombe. A
quel tempo c'erano solo 40 vescovi in Russia e 5.000 membri del clero;
oggi ci sono 361 vescovi e circa 40.000 menbri del clero. Non vi è
alcun motivo di pensare che tali dati non raddoppieranno nel corso della
prossima generazione. Il miracolo è accaduto tra noi. Attraverso le
preghiere dei nuovi martiri e confessori delle terre russe, in quel
momento il regime ateo dei paesi del dell'Unione Sovietica è crollato
per una dissoluzione scelta spontaneamente, ma anche il mondo
occidentale ha scelto di scendere nella fossa dell'inferno
dell'auto-dissoluzione da lui scelta. Esattamente una generazione dopo
questi eventi, nel 2016 ora stiamo entrando in una nuova era, la
generazione in cui usciamo dalle catacombe e dal ghetto e ci muoviamo
sul palcoscenico mondiale.
Alcuni possono trovare difficile
adattarsi a tutto questo; per altri che non sono mai stati a proprio
agio nel ghetto è più facile. Ma il fatto è che per la prima volta nella
storia un papa di Roma sta incontrando un patriarca ortodosso russo. La
Chiesa si muove al centro del palcoscenico. Può essere che la Chiesa
ortodossa russa possa salvare almeno una parte del cattolicesimo romano
dalla protestantizzazione. Certo, con la canonizzazione nella scorsa
settimana del vescovo e taumaturgo della ROCOR, san Serafino di Sofia,
che per primo ha denunciato l'eresia di Bulgakov e poi l'eresia
dell'ecumenismo, non vi è dubbio che la Chiesa russa si sia spostata
lontana dall'Ortodossia provinciale delle frange che sono ancora
bloccate in un antiquato modernismo. La Chiesa ortodossa russa ora
assume la guida nel mondo ortodosso e ha trasformato la guida
dell'Ortodossia da un piano massonico gestito dagli Stati Uniti nella
voce della Chiesa. E non solo questo, ma reclama anche l'Ucraina
indietro dalla giunta uniate nazista a Kiev, che può avere ancora solo
pochi mesi di vita.
dal blog del sito Orthodox England
5 febbraio 2016
È stato annunciato oggi nella terza Roma
e anche nell'antica Roma che il patriarca Kirill della Chiesa ortodossa
russa e il papa cattolico romano avranno un breve incontro
all'aeroporto dell'Avana a Cuba il 12 febbraio. L'incontro si svolgerà
nel corso della visita pastorale a lungo attesa di undici giorni del
patriarca nella metropolia ortodossa russa in America Latina, in
particolare a Cuba, in Brasile e in Paraguay.
Questo viaggio di alto livello, che
coinvolge le visite ai leader politici di tutti e tre i paesi, è una
conseguenza di inviti ripetuti. Il gregge ortodosso russo di 15.000
fedeli a Cuba sarà particolarmente lieto di accogliere il nostro
patriarca, ma il patriarca riconoscerà anche l'importante ruolo svolto
dagli ortodossi russi in Paraguay prima della seconda guerra mondiale e
in Brasile nel corso degli ultimi 100 anni. Tuttavia, al di là delle
questioni pastorali, questo viaggio è chiaramente una brillante mossa
diplomatica - per cinque motivi:
In primo luogo, supera e mette in
disparte le assurde pretese del minuscolo patriarcato di Costantinopoli,
volte a far notare di essere in qualche modo il 'leader' del mondo
ortodosso, mentre in realtà si tratta di una Chiesa ortodossa cinquanta
volte più piccola di quella russa. Mette fine anche al mito fanariota di
essere l'unico a poter rappresentare la Chiesa ortodossa in Vaticano,
mentre il vero leader de facto della Chiesa ortodossa è il
patriarca Kirill. Ci sarà rabbia al Fanar, mentre ci si rende conto che,
dopo quasi 100 anni di tentativi di monopolizzare l'attenzione, è
arrivata la fine diplomatica.
In secondo luogo, questa è chiaramente
una mossa volta a minare ulteriormente le ridicole pretese settarie
degli uniati ucraini, che tanto hanno fatto e tanto stanno ancora
facendo per incoraggiare l'aggressione e l'odio verso i cristiani
ucraini nella guerra civile che hanno favorito nell'Ucraina. Saranno
estremamente preoccupati che il loro leader ufficiale, il papa della
vecchia Roma, sta di fatto prendendo le distanze da loro e dalla loro
russofobia psicotica.
In terzo luogo, questo incontro segna
l'enorme preoccupazione della Chiesa ortodossa russa per gli ortodossi e
gli altri cristiani in Medio Oriente e in Nord Africa, che sono stati
abbandonati dall'Occidente, e anche dal papato. Solo la Federazione
Russa è sostanzialmente intervenuta nella guerra in Siria per sostenere
la maggioranza locale contro i movimenti terroristici addestrati, armati
e finanziati dall'Occidente e intenti al genocidio, come è stato
chiarito dai leader cattolici del Medio Oriente. In particolare, durante
la sua visita, il Patriarca Kirill condurrà una funzione presso la
cattedrale siriana a San Paolo del Brasile.
In quarto luogo, questo incontro si
svolge al di fuori dell'Europa, nel corso di una visita pastorale del
patriarca ortodosso russo in America Latina. Questo segna
l'internazionalizzazione del mondo ortodosso russo di fronte al resto
del mondo. Dopo avere sistemato molti dei problemi principali della
Chiesa all'interno della Federazione Russa e dopo aver portato il numero
dei vescovi a 361 e dei chierici a 40.000 dalle pietose statistiche di
25 anni fa, il patriarca sta ora mirando più lontano, al di fuori
dell'Europa orientale e della Federazione. La seconda generazione del
rinnovamento può cominciare. Ora possiamo aspettarci che il patriarca
farà altre visite di alto profilo ai territori più lontani della Chiesa
ortodossa russa, tra cui, se Dio vuole, anche da noi.
E, infine, quest'incontro sulla soglia di
casa degli Stati Uniti, in particolare a Cuba indipendente e sovrana,
segna anche il fatto che il mondo ortodosso privo di compromessi non
riconosce la presa di potere mondialista dell'Impero neocon con sede a
Washington. Questa mossa contro il Nuovo Ordine Mondiale è una mano tesa
ai popoli indipendenti di tutto il mondo – la stragrande maggioranza –
in uno sforzo missionario senza precedenti. Non possiamo che darle il
benvenuto.
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