lunedì 11 gennaio 2010

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Ortodossia - Il giorno della Fede


Con la benedizione del metropolita Juvenaly, del Patriarcato di Mosca, e dell’Arcivescovo Innokentij di Korsun, nella Basilica Santuario della Santa Casa di Nazareth a Loreto(AN), domenica 22 novembre, nel giorno in cui la Chiesa ortodossa celebra la festa della Madre di Dio Gorgoepikoos (Colei che è pronta ad ascoltare), sono stata battezzata alla fede ortodossa con il nome di Federica Matrona. Mia madrina nella fede, la signora Svetlana. Il rito, seguito dalla Divina Liturgia, è stato officiato da Padre Ghennadiy,di Kursk (Russia), parroco pro-tempore della Parrocchia ortodossa “Natività della Madre di Dio” di Pescara.
Il ritorno alle radici della vera fede è la risposta alla comunione con Dio, la sua incarnazione. Questo ritorno avviene attraverso la Madre di Dio, che conduce al “Santo dei Santi”. Esso è dipeso altresì dal problema dell'antitesi tra fede e scienza nel pensiero occidentale. Nell’Ortodossia, questa dualità non è evidente: nulla esclude la coesistenza della fede con la scienza quando la fede non è un immaginario metafisico e la scienza non falsifica il suo carattere positivo con l’utilizzo della metafisica stessa.
Il dilemma tra fede e scienza è apparso in Europa occidentale nel XVII secolo contemporaneamente allo sviluppo delle scienze positive. Negli ultimi secoli sono emerse un’evidente alienazione spirituale ed una profonda differenziazione tra l’Occidente razionale e l’Oriente ortodosso. Tali fenomeni sono nati dalla deortodossizzazione e dalla de-ecclesializzazione del mondo europeo occidentale avvenute con la filosofizzazione e la legalizzazione della fede, la quale ha assunto l’identità di una religione. Questa ha confutato l’Ortodossia e ha determinato negli esseri umani ad essa soggetti una vera e propria malattia. L’Ortodossia non ha storicamente partecipato alla costruzione della presente civiltà occidentale europea sia per i suoi diversi presupposti sia per la sua profonda diversità.
I principali fenomeni che hanno allontanato l’Occidente dall’Oriente sono stati la filosofia scolastica (XIII secolo), la filosofia nominalista (XIV secolo), l’Umanesimo ed il Rinascimento (XV secolo), la Riforma (XVI secolo) e la diffusione della cultura illuministica (XVIII secolo). Tutti questi movimenti hanno determinato una serie di rivoluzioni e di rotture nella struttura della civiltà occidentale europea.
L’Oriente ortodosso ha avuto un’altra evoluzione spirituale sotto la guida dei suoi leaders spirituali, i santi, e di coloro che li hanno seguiti, i veri credenti. Essi rimasero fedeli alla tradizione profetica-apostolica-patristica. Questa tradizione si regge su presupposti esattamente opposti a quelli scolastici e a quelli che hanno determinato lo sviluppo storico-spirituale del mondo europeo. In Oriente, l’esicasmo o preghiera del cuore, è dominante ed è la spina dorsale della tradizione patristica. Tale preghiera si esprime con la partecipazione dell’asceta alla Verità concepita come comunione con l’Increato.
Nell’Oriente ortodosso viene conservata la fede che contempla la possibilità dell’unione tra Dio ed il mondo (tra l’Increato ed il Creato) nella storia. Questo determina il rifiuto d’ogni schema duale. Il fine del cristianesimo orientale consiste nel condurre il credente ad un’esperienza mistica nella Grazia dello Spirito; in Occidente il fine si è ridotto nel conquistare il mondo e nel vivere virtuosamente in vista di una ricompensa ultraterrena. Se nel passato ciò è avvenuto con l’imposizione, nel presente avviene attraverso un’opera di convincimento mediata da un’intensa azione umanitaria e sociale.
La rivoluzione scientifica dell’Europa occidentale nel XVII secolo ha contribuito alla separazione dei campi della fede da quelli della conoscenza. La nuova filosofia positivista accetta solo le verità verificabili dal pensiero razionale. Diventa l’autorità assoluta del pensiero occidentale. Le verità di questa nuova filosofia sono l’esistenza di Dio, l’anima, la virtù, l’immortalità ed il giudizio. Naturalmente la loro accettazione può avvenire solo all’interno dell’illuminismo teistico, in un tempo in cui anche l’ateismo diventa elemento strutturale del pensiero moderno. Le dottrine ecclesiali rigettate dalla razionalità sono la natura trinitaria di Dio, l’incarnazione, la glorificazione, la salvezza, ecc. Dal punto di vista ortodosso tale logica e tale religione naturale non solo differiscono dall’ateismo ma sono molto peggiori rispetto ad esso. L’ateismo è meno pericoloso di queste distorsioni!
La gnoseologia orientale parte dall’oggetto che si deve conoscere. Esso è duplice: l’Increato ed il creato. Solo la Santa Trinità è Increata. L’universo nel quale si svolge la nostra esistenza è creato. La Fede è la conoscenza dell’Increato mentre la scienza è la conoscenza del creato. Perciò, ci sono due diversi tipi di conoscenza. Ciascuno ha il suo proprio metodo ed i suoi strumenti d’indagine.
Il credente, muovendosi nel campo soprannaturale o nella conoscenza dell’Increato, non è chiamato ad imparare qualche cosa di metafisico o ad accettare qualche cosa di logico, ma a sperimentare Dio per essere in comunione con Lui.
La conoscenza soprannaturale-teologica è compresa dall’Ortodossia come pathos (esperienza di vita), partecipazione e comunione col trascendente e non come la ricerca di un’introvabile verità personale dell’In-creato o ancor meno, come un semplice esercizio di cultura. Così, la fede cristiana non è l’astratta contemplazione di verità metafisiche ma, piuttosto, l’esperienza della Superessenziale Trinità.
Questo comporta chiaramente che nell’Ortodossia, l’autorità è fondata dall’esperienza. La partecipazione con l’Increato non è basata solo nei testi o nelle Sacre Scritture. La Tradizione della Chiesa non è conservata nei libri ma nel vissuto delle persone! I testi aiutano, ma non sono i portatori della Santa Tradizione. La Tradizione è conservata dai Santi. Gli esseri umani sono i trasmettitori del Vangelo. Porre i testi al di sopra dell’esperienza dell’Increato (il che comporta la "religionizzazione" della fede) significa ideologizzarne il contenuto e, di fatto, idolatrizzarlo.
Il metodo della divina saggezza-conoscenza consiste nella comunione dell’uomo con l’Increato. Essa avviene nel cuore umano e si compie attraverso la presenza dell’energia increata di Dio. Il metodo della saggezza-conoscenza secolare è la scienza, effettuata con l’esercizio del potere logico ed intellettuale dell’uomo. L’Ortodossia stabilisce una chiara gerarchia tra i due tipi di conoscenza e i loro metodi.
Il metodo della gnoseologia soprannaturale, nella Tradizione Ortodossa, è chiamato esicasmo ed è identificato con l’attenzione e la purificazione (nepsis e katharsis) del cuore. L’esicasmo stesso viene identificato con l’Ortodossia. L’esicasmo nella sua essenza, è la pratica ascetico-curativa che deterge dal cuore le passioni riaccendendo in esso la facoltà noetica. Lo spirito dell’uomo è chiamato dalla dottrina patristica nous per distinguerlo dallo Spirito Santo. Lo spirito, il nous, è l’occhio dell’anima (cfr. Mt 6, 22-23). Per facoltà noetica si intende la funzione del nous nel cuore, cioè la funzione spirituale del cuore. La sua funzione parallela è quella organica con la quale tale muscolo pompa il sangue in tutto il nostro corpo. Questa facoltà noetica è un sistema mnemonico che esiste assieme alle cellule cerebrali. Questi due sistemi sono conosciuti e riscontrabili dalla scienza umana la quale, però, non è in grado di concepire il nous. Quando l’uomo raggiunge l’illuminazione grazie allo Spirito Santo diviene tempio di Dio.

Fernanda Santobuono

Pubblicato su Magazine Eleousa, Dicembre 2009 - Anno II, numero 6

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