giovedì 7 gennaio 2010

Risposta fraterna ed amichevole.

Non vedo il motivo ecclesiologico, perchè un apostata della fede si deve interessare all'Eparchia di Lungro. Faccia bene l'ortodosso e non si impicci, così come noi non ci impicciamo degli affari della sua Chiesa.
(Commento anonimo all'articolo sulla diocesi di Lungro)

Risposta:

Considerato che non hai avuto il coraggio di farci sapere chi tu sia, ma sei rimasto nell’anonimato, non meriteresti neanche una risposta.
Ma chiunque tu sia, religioso o laico, ricordati che il popolo italo-albanese era ortodosso, i padri che hanno traghettato il nostro popolo, i preti venuti con loro, erano ortodossi, perchè se fossero stati cattolici la liturgia, nei nostri paesi, sarebbe quella latina.
Ora gli unici apostati, non siamo noi, per ora in pochi, che siamo ritornati alla fede dei nostri Santi Padri, ma coloro che imperterriti restano nell'errore ed amano, pur sapendo di sbagliare, ciò che non appartiene alla nostra vera tradizione, alla nostra vera confessione, alla Fede primordiale. Chi chiama apostati noi ortodossi arbëreshë, non vuole ancora rendersi conto, che gli arbëreshë, non hanno mai firmato nessun documento in cui fosse scritto: "Abbandoniamo l'ortodossia per il cattolicesimo", come hanno fatto altri popoli. Anzi, e questo lo sanno tutti quanti siano essi ecclesiastici che laici, che il popolo italo-albanese è stato annesso, con la forza al cattolicesimo latino. Il popolo italo-albanese non ha mai abiurato alla fede ortodossa.
Come recita il famoso detto arbëresh ????: "Derk e Litì mos hini më shpi …….". E questo detto la dice lunga sulla situazione del nostro popolo. Inoltre un proverbio recita: 'Non c'è peggior sordo di colui che non vuole sentire'. In più mi sento di riferirti che anche durante la latente persecuzione religiosa subita dal nostro popolo, dopo la sua venuta in terra italiana, quello che sempre è risultato in termini preponderanti è stata la fede ortodossa. Era questa che determinava ed assicurava l’arbreshità. Arbëresh non era solo semplicemente chi parlava un’altra lingua, ma quello che era ortodosso. E sappiamo, ma nessuno lo dice, i vari tentativi dei vescovi latini, di farci perdere la nostra identità religiosa, infatti molti paesi che hanno perso tale identità, con il passare degli anni hanno perso anche la lingua albanese. La storia non è quella che scrivono alcuni per compiacere a chi gli da la possibilità di sopravvivere e godersi la vita, bensì quella che il popolo si porta appresso attraverso le sue ferite, che con l’annessione continuano a grondare sangue.
E poi mi spieghi perché apostata. Io lo sarei nella misura in cui avrei abbandonato il cristianesimo per una religione pagana, come Giuliano il quale venne chiamato per l'appunto: l’Apostata.
Ma io non ho abbandonato il cristianesimo, ho solo fatto ritorno alla fede dei miei avi, ho ripudiato una confessione che non fa parte della mia tradizione religiosa, linguistica, storica e culturale. Qui gli unici apostati sono coloro che continuano a sostenere l’insostenibile.
Per concludere mi preme ricordare che quando qualcuno pubblica un articolo, questo articolo di conseguenza diviene di dominio pubblico. Ed essendo di dominio pubblico ognuno, citando la fonte, può riproporlo. Così ho fatto io, ho citato da dove proveniva e l’autore e l’ho postato. Ma se a te non piace il suo contenuto, non te la devi prendere con me, ma con il suo autore.
Padre Giovanni Capparelli - Arbëresh di Acquaformosa - Prete ortodosso

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