“Capirai la puzza che c’è nel bagno solo quando uscirai fuori dal bagno.” (mn. aghiorita Kosmas epirota)
SUL PAPATO: DEGNO FIGLIO DEL PADRE DELLA MENZOGNA. [1]
di s. Barsanufio di Gaza
E’ invalsa l’opinione che a qualcuno può venire del bene
dal maligno quando questi lo inganna; ma ogni bene che viene dal diavolo
per l’inganno dell’uomo, se è esaminato
con precisione, si rivela travestimento, poiché egli è menzognero e
non si trova in lui la verità, come attestano i risultati a cui
perviene. I risultati della sua luce sono tenebra, come dice
l’Apostolo riguardo agli angeli del diavolo che si “travestono in
ministri di giustizia, la cui fine sarà secondo le loro opere” (2 Cor.
11,14-15) e come dice il Salvatore Nostro Gesù Cristo:
“Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt. 7,16). Se indaghi con
scienza e discernimento, troverai sempre, in ciò che proviene dal
diavolo anche se è ritenuto bene, che non c’è la minia traccia di
bene, ma solo vanagloria o turbamento o qualcos’altro di simile.
Invece il bene operato da Dio moltiplica sempre l’illuminazione e
l’umiltà del cuore e conduce l’uomo alla pace. Ma se patiamo
qualcosa per inganno del maligno senza saperlo, e più tardi ci
rendiamo conto della tentazione, richiamiamo noi stessi e rifuggiamoci
in colui che può distruggere la tentazione. Ma bisogna sapere
che per gli uni la differenza è subito afferrabile fin dal
principio, per i peccatori invece dalla conclusione; così come un
esperto fonditore di oro, quando riceve dell’oro, può dire che cos’è
prima di passarlo al fuoco, mentre uno non esperto lo capisce
soltanto dopo la prova del fuoco. Dobbiamo sempre considerare i beni
come beni; se ciò che si considerava buono alla prova si
rivela cattivo, bisogna rigettarlo. Se infatti uno vede qualcosa da
mangiare e crede che sia buono ma, assaggiatolo, lo trova amaro e subito
lo rigetta dalla bocca e rimane disgustato dalla sua
amarezza non ne cerca più da mangiare. Ma se conosce l’amarezza di
quel cibo e insiste a mangiarlo, riempie il suo ventre di amarezza e
risulta egli stesso colpevole. Così anche qui: Se dunque
l’uomo viene beffato e se ne accorge e dice: Sono stato beffato,
Sovrano Signore, perdonami; il Signore perdona, poiché e misericordioso.
[1] In S. Barsanufio e s. Giovanni di Gaza, Epistolario – Città Nuova editrice - 1991
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