martedì 30 luglio 2013

Dal sito: http://makj.jimdo.com/

Capirai la puzza che c’è nel bagno solo quando uscirai fuori dal bagno.” (mn. aghiorita Kosmas epirota)
 
 SUL PAPATO: DEGNO FIGLIO DEL PADRE DELLA MENZOGNA. [1]
 
 di s. Barsanufio di Gaza
Il Vaticano sede del papato a Roma
Il Vaticano sede del papato a Roma
     
E’ invalsa l’opinione che a qualcuno può venire del bene dal maligno quando questi lo inganna; ma ogni bene che viene dal diavolo per l’inganno dell’uomo, se è esaminato con precisione, si rivela travestimento, poiché egli è menzognero e non si trova in lui la verità, come attestano i risultati a cui perviene. I risultati della sua luce sono tenebra, come dice l’Apostolo riguardo agli angeli del diavolo che si “travestono in ministri di giustizia, la cui fine sarà secondo le loro opere” (2 Cor. 11,14-15) e come dice il Salvatore Nostro Gesù Cristo: “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt. 7,16). Se indaghi con scienza e discernimento, troverai sempre, in ciò che proviene dal diavolo anche se è ritenuto bene, che non c’è la minia traccia di bene, ma solo vanagloria o turbamento o qualcos’altro di simile. Invece il bene operato da Dio moltiplica sempre l’illuminazione e l’umiltà del cuore e conduce l’uomo alla pace. Ma se patiamo qualcosa per inganno del maligno senza saperlo, e più tardi ci rendiamo conto della tentazione, richiamiamo noi stessi e rifuggiamoci in colui che può distruggere la tentazione. Ma bisogna sapere che per gli uni la differenza è subito afferrabile fin dal principio, per i peccatori invece dalla conclusione; così come un esperto fonditore di oro, quando riceve dell’oro, può dire che cos’è prima di passarlo al fuoco, mentre uno non esperto lo capisce soltanto dopo la prova del fuoco.  Dobbiamo sempre considerare i beni come beni; se ciò che si considerava buono alla prova si rivela cattivo, bisogna rigettarlo. Se infatti uno vede qualcosa da mangiare e crede che sia buono ma, assaggiatolo, lo trova amaro e subito lo rigetta dalla bocca e rimane disgustato dalla sua amarezza non ne cerca più da mangiare. Ma se conosce l’amarezza di quel cibo e insiste a mangiarlo, riempie il suo ventre di amarezza e risulta egli stesso colpevole. Così anche qui: Se dunque l’uomo viene beffato e se ne accorge e dice: Sono stato beffato, Sovrano Signore, perdonami; il Signore perdona, poiché e misericordioso.
 
[1] In S. Barsanufio e s. Giovanni di Gaza, Epistolario – Città Nuova editrice - 1991

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