COME GLI ORTODOSSI SI
COMPORTANO CON GLI ERETICI [1]
dei Professori
del deserto
1. Un giorno vennero dal padre Poemen alcuni eretici,
che cominciando a parlare male dell’arcivescovo di Alessandria, dicendo
che sarebbe stato ordinato di presbiteri (2). L’anziano, dopo aver
taciuto, chiamò il fratello e gli disse: “Prepara la tavola, falli
mangiare, e rimandali in pace” (s. Poemen)
2. Il padre Foca (3), che era del cenobio del padre Teognio di
Gerusalemme, soleva raccontare: “Quando io vivevo a Scete, giunse alle Celle (4) un tale di nome Giacomo il Giovane, il cui padre secondo la carne
era anche il suo padre spirituale. Le Celle avevano due chiese: una degli ortodossi, l’altra degli scismatici
(5). Poiché il padre Giacomo
aveva il dono dell’umiltà, era amato da tutti, sia da quelli che
appartenevano alla Chiesa, sia dagli scismatici. Gli ortodossi gli
dicevano: - Stà attento, padre Giacomo, che gli scismatici non
ti ingannino e non ti trascinino
alla loro comunione! Altrettanto gli dicevano gli scismatici: - Sappi,
padre Giacomo, che restando in comunione con
i difisiti (6), perdi la tua anima: sono nestoriani e falsificano la
verità. Il padre Giacomo, che era un uomo semplice, pressato dalle cose
che gli venivano dette da entrambe le parti e caduto
nel dubbio, se ne andò a supplicare Dio: si nascose in una cella
ritirata, fuori dalla laura, rivestito di abiti funebri, come se stesse
per morire. (…) Egli dunque andò in quella cella e si mise
a supplicare Dio e a macerarsi nel digiuno, finchè cadde a terra e
vi rimase steso. Soleva raccontare di aver patito molto in quei giorni
da parte dei demoni, soprattutto nella mente. Trascorsi
quaranta giorni, vede entrare da lui un fanciullo pieno di gioia che
gli dice: - Padre Giacomo, che fai qui? Illuminato all’istante, egli
ricevette forza dalla visione e disse: Signore, tu sai
che cos’ho: gli uni mi dicono: Non lasciare la Chiesa!, e gli altri
mi dicono: - I difisiti ti ingannano! E io, smarrito, non sapendo che
fare, sino venuto qui. Il Signore gli rispose: - Dove
sei, lì stai bene. A queste parole si trovò subito davanti alle
porte della santa chiesa degli ortodossi dei sinodi”
3. Degli ariani
(7) vennero un giorno dal padre Sisoes sul monte del padre Antonio e
cominciarono a parlare male degli ortodossi. Ma l’anziano non rispose
loro nulla. Quindi, chiamato il suo discepolo, disse:
“Abramo, portami il libro di sant’Atanasio e leggilo”. Ascoltarono i
silenzio la rivelazione della loro eresia. Quindi li congedò in pace.
4. Raccontavano
che il padre Macario l’Egiziano salì un giorno da Scete
al monte Nitria e, quando stava per arrivare, disse al discepolo:
“Và, un poco più avanti”. Mentre camminava un po’ avanti a lui, il
fratello incontrò un sacerdote pagano, e gli gridò: “Ehì, ehì, demonio, dove corri?”. Quello voltatosi gliele diede di santa ragione, tanto da lasciarlo
mezzo morto; quindi, preso il suo bastone, proseguì il cammino. Poco
dopo, mentre si affrettava per la strada, incontrò il padre Macario.
Questi gli disse:
“Salute, salute a te che sei affaticato!”. Stupito, l’altro gli si
avvicinò e gli chiese: “Cosa hai trovato di buono in me, che mi hai
rivolto la parola?”. L’anziano gli dice: “Perché ho visto
che ti stanchi, e non sai di affaticarti invano”. Allora il
sacerdote gli dice: “Io sono stato preso da compunzione al tuo saluto e
ho capito che tu appartieni a Dio. Invece un altro cattivo
monaco che ho incontrato mi ha offeso e l’ho percosso a morte”.
L’anziano capì che si trattava del suo discepolo. E il sacerdote,
afferrandogli i piedi, disse: “Se non mi fai monaco, non ti
lascio andare”. Giunsero poi dove giaceva il fratello, lo caricarono
sulle loro spalle e lo portarono alla chiesa del monte. Si
meravigliarono di vedere con lui il sacerdote pagano. E lo fecero
monaco; e moti pagani per merito suo divennero cristiani. Il padre
Macario soleva dire: “Una parola cattiva rende cattivi anche i buoni e
una parola buona rende buoni anche i cattivi”. (8)
5. “Se qualcuno è stato trovato eretico
tu ammoniscilo a conoscere
la retta fede, non contraddirlo né voler sapere che cosa pensa,
perché non inietti in te il suo veleno. Ma se vuole davvero essere
edificato e ascoltare la verità della fede in Dio, portalo dai
santi padri, che possono edificarlo in Cristo, così che tu,
aiutandolo, sia trovato senza danno secondo Dio. Ma se dopo il primo e
il secondo ammonimento non accoglie la correzione, questo tale,
come dice l’Apostolo, evitalo (Tt. 3,10). Dio non vuole, come dicono
i padri, che qualcuno faccia qualcosa al di sopra delle sue
possibilità. Dicono infatti: Se vedi uno che annega nel fiume, non
dargli la mano, che non ti trascini con sé e tu muoia assieme a lui;
dagli piuttosto il bastone e se riesci a tirarlo fuori, benissimo; ma
se non riesci, gli lascerai il tuo bastone e tu sarai
salvo. I padri non hanno mai preteso altro che una retta confessione
della fede. (…) Quanto al cuore, ognuno che non custodisce i
comandamenti del Cristo è eretico; e se l’uomo non crede nel suo
cuore, le parole non gli giovano a nulla”. (9)
6. “Prima che l’eresia
si manifesti nella sua forza cogente, non
bisogna allontanarsi, perché non si realizzi la parola: “Fugge
l’empio senza che alcuno lo insegua”. Ma se si manifesta, allora
bisogna, col parere dei padri spirituali, procedere, nel timore di
Dio… E se nel posto no vi sono dei padri bisogna andare altrove dove
ci sono quelli che possono discernere, e là li si interroghi”. (10)
7. “Non
discutere mai di fede, perché il Signore non ti chiede questo, ma
solamente di
credere rettamente secondo la fede che hai ricevuto dalla santa
Chiesa nel battesimo; e di osservare i suoi comandamenti. Custodisci
questo e sarai salvo. E neppure c’è bisogno di parlare dei
dogmi, perché ciò sorpassa
le tue capacità; piuttosto, prega Dio per i tuoi peccati, e in questo
tieni occupata la tua mente… Non affrettarti ad
anatemizzare nessuno, giacchè chi si giudica peccatore deve fare
lutto sul proprio peccato e nient’altro. Non cercare ciò che Dio non
richiede da te. Non avanzare teorie pericolose, ma
accontentati di confessare la retta fede e non darti da fare per
nient’altro che questo. Ma se gli altri che discutono hanno dei dubbi e
tu sai, per sciogliere il loro dubbio dì con umiltà ciò
che sai; ma se non sai, non dire nulla che sia solamente pensiero
tuo, perché sarebbe stoltezza. E’ meglio stare in silenzio. Se poi sei
interrogato, rispondi: Ciò è superiore alle mie capacità,
perdonatemi, padri santi. Inoltre guarda di non giudicare nel tuo
cuore coloro che parlano di questi argomenti; perché non sai se quelli
parlano bene o no, e come Dio giudica la cosa.
Rivolgiamoci piuttosto a Dio con la preghiera del cuore, in difesa
della fede e dei nostri fratelli; ed egli che ha giurato per se stesso e
“vuole
che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza” della vita, farà anche con loro secondo la sua volontà.” (11)
NOTE
(1)
I detti dal n. 1 al 4
sono stati tratti dal “Vita e detti dei padri del deserto” – Città Nuova Editrice – 2005;
Dal n. 5 al n. 7 in “Epistolario” di s. Barsanufio e Giovanni di Gaza - Città Nuova Editrice – 1991;
(2)
Diceria,
secondo la quale per un certo tempo il vescovo di Alessandria non
sarebbe stato ordinato da altri vescovi, ma dallo stesso collegio
presbiterale. [san Poemen - monaco ortodosso egiziano – IV° sec.];
(3)
San Foca, monaco ortodosso vissuto fra il V e il VI secolo, prima a Scete
(in Egitto) e poi a Gerusalemme, nel monastero di Teognio, al Getsemani, che rappresentava un baluardo dell’ortodossia calcedonese;
(4)
Le Celle era una zona del deserto egiziano abitato dai monaci;
(5)
Cioè
i non-calcedonesi, coloro che non avevano accettato i dogmi stabiliti
dal IV Concilio Ecumenico di Calcedonia e sostenitori della tesi
“monofisita”, cioè di coloro ce ritenevano non solo che nel Cristo vi
sia un’unica persona, ma anche un’unica natura;
(6)
I
difisiti erano i non-calcedonesi monofisiti. Cioè coloro che seguivano
la
dottrina di Nestorio (Patriarca di Costantinopoli), che aveva
portato all’estremo l tesi della distinzione delle due natura,
rifiutando alla Vergine il titolo di Genitrice-di-Dio, proclamato
ufficialmente dal III concilio ecumenico, a Efeso, nel 431;
(7)
L’arianesimo
è un eresia trinitaria diffusa nel IV secolo da Ario, il quale
negava che il Figlio fosse coeterno e uguale al Padre. Il concilio
di Nicea, nel 325, condannò questa dottrina. Atanasio, vescovo di
Alessandria dal 328, è il grande difensore dell’ortodossia
nicena. Per cinque volte andò in esilio; la terza rimase sei anni con i monaci del deserto; [san Sisoes - monaco ortodosso egiziano – IV°
sec.];
(8)
San Macario il Grande - monaco ortodosso egiziano – IV° sec.;
(9)
San Giovanni di Gaza – monaco ortodosso del VI° sec.;
(10)
San Barsanufio di Gaza – monaco ortodosso del VI° sec.;
(11)
San Barsanufio di Gaza.
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