Metropolita Ilarion: "Spero che questa non sia che un'opinione personale " 
            
pravoslavie.ru
 Diversi ierarchi greci si sono recentemente espressi sulla stampa a proposito della posizione della Chiesa ortodossa russa sulla modalità di esistenza di tutte le Chiese ortodosse locali. Il metropolita Ilarion, presidente del Dipartimento Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, ha rilasciato un'intervista al portale "Pravoslavie.ru" riguardo alle recenti dichiarazioni del metropolita Atanasio di Calcedonia e del metropolita Elpidoforo di Bursa.
 Eminenza, alla fine dello scorso 
anno, l'agenzia di stampa di Atene ha pubblicato un'intervista del 
metropolita Atanasio di Calcedonia, ierarca del Patriarcato di 
Costantinopoli, in cui incolpava soprattutto il Patriarcato di Mosca di 
sabotare il Concilio pan-ortodosso. Un altro ierarca della stessa 
Chiesa, il metropolita Elpidoforo di Bursa, ha recentemente pubblicato 
un articolo intitolato "Primo senza pari." Egli dice che la Chiesa russa
 "ha scelto ancora una volta di isolarsi... dalla comunione delle Chiese
 ortodosse". Può commentare queste accuse?
 Non vi è certamente altra Chiesa 
ortodossa che mantenga contatti tanto intensi con le altre Chiese 
locali. Sua Santità il patriarca di Mosca e di tutta la Rus' ha 
celebrato e ha avuto incontri fraterni con i primati di 13 Chiese 
ortodosse locali (vale a dire tutte tranne una), e questo solo nel corso
 del 2013. Alcuni li ha incontrati più volte. Gli scambi di delegazioni a
 livello di ierarchi, teologi, sacerdoti e laici sono estremamente 
intensi.
 Per quanto riguarda i contatti 
pan-ortodossi, il Concilio si sta preparando da 50 anni, e la Chiesa 
ortodossa russa sin dall'inizio e fino a oggi ha preso parte attiva ai 
lavori preparatori. Inoltre, il Patriarcato di Mosca riconosce 
l'importanza di un futuro Concilio e per questa ragione studia con 
attenzione tutti gli argomenti che verranno sollevati. È vero che i 
metodi di preparazione utilizzati finora a livello pan-ortodosso si sono
 dimostrati non sufficientemente efficaci, motivo per cui la fase 
preparatoria si è molto prolungata. Per intensificare il processo 
preconciliare, mi sembra che ci dovrebbe essere un efficace organo 
pan-ortodosso, in grado di condurre a buon fine le cose. Se l'obiettivo è
 così importante, non bisognerebbe aspettare diversi anni per le 
riunioni preparatorie, ma incontrarsi, diciamo, su base mensile.
 Questo tema del Concilio pan-ortodosso è discusso a livello dei capi delle Chiese?
 Il tema del Concilio figura 
necessariamente tra le questioni affrontate dal Patriarca Cirillo nei 
suoi colloqui con i primati delle altre Chiese ortodosse. È stato 
particolarmente discusso all'incontro dei primati durante le 
celebrazioni del 1025° anniversario del Battesimo della Rus' alla fine 
di luglio 2013. L'incontro di sua Santità il patriarca Bartolomeo di 
Costantinopoli con sua Santità il patriarca di Mosca, che ha avuto luogo
 all'inizio di ottobre in Montenegro, è stato in gran parte incentrato 
sulla preparazione del Concilio pan-ortodosso. Inoltre ha occupato un 
posto centrale nelle discussioni del primate della Chiesa russa con sua 
Santità il patriarca Giovanni di Antiochia durante la visita di pace di 
quest'ultimo al Patriarcato di Mosca.
 Recentemente, un invito del Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli a un incontro (synaxis)
 è stato fatto ai primati delle Chiese ortodosse locali. Uno dei temi 
principali sarà la preparazione del Concilio pan-ortodosso.
 Come vorrebbe rispondere alle 
critiche del metropolita Atanasio al Patriarcato di Mosca, accusato di 
"tendenze egemoniche con il sostegno dello Stato e dell'esercito 
(Repubblica Ceca, Polonia...)"?
 È difficile commentare una dichiarazione 
che non è supportata da alcun argomento. La Chiesa ortodossa russa sta 
lavorando con strutture di governo di Russia, Ucraina, Bielorussia e in 
altri paesi in cui ha la responsabilità per i fedeli. Questa 
collaborazione si applica ai settori dell'opera sociale, dell'educazione
 culturale e religiosa della nuova generazione, della pastorale dei 
carcerati e dei militari, della conservazione dei monumenti storici. 
Abbiamo ereditato la tradizione bizantina di cooperazione tra Stato e 
Chiesa, il desiderio di una "sinfonia" di autorità ecclesiastiche e 
politiche.
 Per quanto riguarda i nostri rapporti con
 le Chiese ortodosse locali sorelle, la chiesa russa mantiene tali 
rapporti in maniera del tutto autonoma, dunque difende il diritto di 
ogni Chiesa autocefala, indipendentemente dalle sue dimensioni, a 
un'autonomia interna completa.
 Aggiungerei che la terminologia usata 
senza valide ragioni dal metropolita Atanasio nella sua valutazione 
delle relazioni inter-ortodosse viene direttamente dal lessico politico 
dell'era della "guerra fredda". Si sono verificati seri mutamenti nel 
mondo politico. Da lungo tempo non esiste più il blocco dei paesi del 
Patto di Varsavia, né la divisione dell'Europa in due campi ostili.
 Fino a che punto è giustificata 
la definizione di un sistema amministrativo ortodosso "a tendenza 
protestante" proposta dal metropolita Atanasio?
 Perché dovremmo obbligatoriamente avere 
un modo di pensare binario basato sull'opposizione 
"cattolico-protestante"? Il sistema di gestione in atto nella Chiesa 
ortodossa corrisponde all'ecclesiologia ortodossa, e permette di evitare
 gli estremi del sistema cattolico (il papismo), tanto quanto quelli del
 sistema protestante.
 A mio parere, piuttosto che riflettere 
sulle modalità dell'amministrazione dell'Ortodossia nel mondo, sarebbe 
meglio chiedersi quale dovrebbe essere la nostra reazione comune alle 
questioni chiave quali la minaccia alla presenza cristiana in Siria e in
 Medio Oriente, e la necessità di rafforzare i nostri sforzi nella lotta
 per gli standard morali evangelici. L'autonomia amministrativa delle 
Chiese autocefale non lo impedisce affatto.
 Come commenterebbe la 
dichiarazione del Metropolita Elpidoforo che afferma nel suo articolo 
che il primo tra i primati delle Chiese ortodosse locali dispone di un 
potere eccezionale, che fa di lui un "primus sine paribus" la Chiesa "è 
sempre ipostatizzata nella persona" e il primo ierarca non deve il suo 
primato a nessuno, ma ne è lui stesso la fonte?
 Questo punto di vista è a mio parere una 
violazione di secoli di tradizione ortodossa: ignora il saldo di quasi 
un millennio di controversia con l'Occidente latino ed è quanto mai 
vicino al modello ecclesiologico papista.
 Per non parlare dei problemi seri che 
possono causare dichiarazioni simili nei rapporti inter-ortodossi, direi
 che questo tipo di discorsi crea seri ostacoli allo sviluppo ulteriore 
di un onesto dialogo ortodosso-cattolico. Il metropolita di Bursa 
presenta di fatto la posizione ortodossa come se non esistesse 
praticamente alcuna differenza tra le dottrine ecclesiologiche ortodosse
 e cattoliche. Spero che questa sia solo l'opinione personale di sua 
Eminenza Elpidoforo, e non la posizione ufficiale della gerarchia della 
Chiesa di Costantinopoli.
Nessun commento:
Posta un commento