Appello di sua Santità il patriarca Kirill al pleroma della Chiesa ortodossa russa
Sua Santità Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Rus', si appella al pleroma della Chiesa ortodossa russa.
Cari fratelli e sorelle, oggi mi rivolgo alla pienezza della nostra Chiesa, a tutti i popoli della Rus' storica.
Non ci può essere per noi oggi nulla di più importante che il
fratricidio che continua, infiammando il territorio dell'Ucraina,
distruggendo sempre più vite.
Oggi la parte meridionale della Rus' storica è in fiamme per lotte intestine.
I risultati di questo conflitto sanguinoso sono spaventosi. Non si
parla più di un centinaio di vittime, come quest'inverno a Kiev, ma di
molte, molte centinaia di morti, migliaia di feriti e senzatetto. Solo
il diavolo può festeggiare quando i fratelli combattono, si distruggono a
vicenda, provocano lesioni, indebolendo le forze vitali del popolo.
E, naturalmente, la Chiesa ortodossa russa, la Chiesa della Rus'
spiritualmente indivisa, non può dividere il popolo di Dio secondo
principi politici, nazionali, sociali o di qualsiasi altro tipo. La
Chiesa compie la missione affidatale dal Signore Gesù Cristo, e non
agisce a comando o su richiesta di varie forze politiche. Questo è ciò
che la distingue da alcune organizzazioni, religiose di nome, ma in
realtà essenzialmente secolari.
Ci sono state più volte guerre intestine nella nostra storia. Sono
queste che hanno portato all'indebolimento della Rus' di Kiev e alla
caduta dei principati separati e sotto l'orda di Batu, al terribile
Tempo dei Torbidi nello stato russo nel XVII secolo, al mostruoso
spargimento di sangue e all'instaurazione per molti anni di un regime
senza Dio nel ventesimo secolo.
Le lezioni della storia mostra anche che lo lotte intestine generano
sempre minacce di assoggettamento della Patria a forze esterne. Come ai
vecchi tempi, così oggi ci troviamo di fronte al rischio di perdere la
vera sovranità del popolo. Una sovranità, che si esprime nella
possibilità e nella capacità di organizzare la propria vita sulla base
dei valori morali, spirituali e culturali che per grazia divina abbiamo
ricevuto dai nostri antenati al battistero della Rus' di Kiev, coltivati
e assimilati nel corso di una storia plurisecolare.
Faccio appello a tutti coloro che prendono decisioni: interrompete
immediatamente lo spargimento di sangue, iniziate reali negoziati per la
pace e la giustizia. Non c'è nulla da vincere in una guerra civile, non
ci possono essere guadagni politici che valgano più delle vite delle
persone.
Per quanto riguarda la Chiesa, le sue braccia e il suo scudo sono la
preghiera e la Parola di Dio, che è "viva, efficace e più tagliente di
ogni spada a doppio taglio" (Ebrei 4:12).
Invito tutti i figli della Chiesa ortodossa russa a una maggiore
preghiera, a mantenre rigorosamente il digiuno dei Santi Apostoli,
appena iniziato. In modo speciale mi appello alle comunità monastiche:
pregate ora il Signore, come sapevano pregare i nostri pii antenati nei
tempi terribili degli sconvolgimenti; come in tempi di guerra fratricida
pregarono il Padre celeste per la sua cessazione gli iniziatori del
monachesimo russo, Antonio e Teodosio delle grotte di Kiev, come pregò
per la cessazione dell'odiosa discordia di questo mondo l'intercessore
delle terre russe, il venerabile Sergio di Radonezh, come gridarono al
Signore nei giorni di caos sanguinoso e di guerra civile il santissimo
Tichon, patriarca di tutte le Russie, e il santo ieromartire Vladimir,
metropolita di Kiev.
In tutti i luoghi di culto della nostra Chiesa sia ora letta in
permanenza la speciale preghiera, di cui oggi ho approvato il testo, per
la pace e per il superamento della guerra fratricida.
"Che il Dio della pace vi santifichi interamente, e il vostro spirito,
anima e corpo si conservino intramente irreprensibili" (1 Tess 5:23).
Dall'ufficio stampa del patriarca di Mosca e di tutta la Rus'
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