Aggiornamento sul Concilio Pan-Ortodosso del 2016 - Settembre
L'articolo che segue è una traduzione libera dell'articolo At Last, a Council for the Ages, il
quale riporta le parole dell'Arcidiacono Ioannis Cryssavgis, consulente
teologico del Patriarca Bartolomeo I. Già apparso qualche mese fa un
articolo dello stesso diacono circa il Sinodo Pan-Ortodosso, è uscito
questo aggiornamento il 7 settembre e ho ritenuto opportuno pubblicarne il contenuto, sebbene sia identico a quello dell'articolo precedente.
Nel
2014 i leader delle quattordici chiese autocefale della Chiesa
Ortodossa si sono riuniti a Istanbul per progettare un canovaccio del
sinodo del 2016, idealisticamente riunito nella chiesa di Santa Irene,
adesso museo. In realtà, questo concilio era in cantiere dal 1961 -
anche se vi furono proposte durante gli anni Venti e Trenta - e sarà
epocale, dal momento che vi saranno patriarchi, arcivescovi e vescovi di
tutte e quattordici le giurisdizioni ortodosse, e di tutti gli antichi
patriarcati, esclusa Roma.
I
commentatori storici e gli analisti dovrebbero tenere a mente che non
sarà un concilio il quale apparirà organizzato o ordinato, così come
potrebbero apparire quelli delle Chiese Occidentali, poiché si tratta di
un consenso fra chiese, e non dell'imposizione delle parole di un
leader. Bisogna anche ricordarsi che spesso i conflitti che imperversano
fra le giurisdizioni hanno come prima causa il potere. Una tale
percezione delle cose non sarà del tutto erronea, e potrebbe risultare
frustrante sia per coloro che fanno parte della Chiesa, sia per quelli
che non lo sono, così infatti è stato spesso percepito - anche con
dolore - il metodo democratico della Chiesa Ortodossa.
Nelle foto i patriarchi Bartolomeo, Daniele
e Cirillo, i tre primarchi delle chiese maggioritarie in Italia, quelle
del Patriarcato Ecumenico, della Chiesa Ortodossa Romena e della Chiesa
Ortodossa Russa.
Gli argomenti del Concilio furono decisi già negli anni Settanta, se non già nel 1961, come ad esempio l'adozione di un unico calendario per tutte le chiese ortodosse; ma fondamentalmente, appare il problema di adattare la Chiesa alle istanze del mondo moderno, come ad esempio la percezione del digiuno e in particolar modo la regolamentazione del matrimonio in una prospettiva di un mondo multirazziale e multireligioso.
Ulteriormente, si parla anche dell'approccio che la Chiesa Ortodossa terrà nei confronti delle altre chiese cristiane e delle altre religioni,
e la risposta che la Chiesa Ortodossa darà ai cambiamenti epocali del
nostro tempo. Molti di questi argomenti hanno una cruciale importanza
dal momento che si tratterà di un'apertura ecumenica la quale investirà i
circoli tradizionalisti greci e slavi.
Uno degli ordini del giorno ci interessa
particolarmente: la regolamentazione dell'Europa Occidentale dal punto
di vista canonico.
Un'altro problema che verrà affrontato sarà la gestione dell'Ortodossia in Europa Occidentale, col fenomeno noto come diaspora. Si cercherà di rendere effettivo il canone di un vescovo per città
( o per diocesi ) e laddove esistono più vescovi di diverse chiese
etniche concorrenti per la stessa cattedra, si cercherà di spostarli
altrove per creare un sistema canonico. I primarchi daranno sufficiente
autonomia? e ancor più importante, saranno interessati i vescovi di
paesi come gli Stati Uniti a collaborare, o rimarranno ancorati alle
proprie prospettive nazionalistiche? L'organizzazione della Chiesa
Ortodossa nel mondo, in luoghi come l'Europa, l'America e l'Australasia (
Australia, Filippine, isole del Pacifico ), composta da convertiti e da
migranti ormai da tempo sistemati in questi luoghi, dipenderà da quanto
gli ortodossi di questi luoghi avranno maturato una visione matura e
completa dell'Ortodossia - anche se molte chiese ortodosse sono ancora
ancorate ad un certo provincialismo che mira a proteggere i propri
affari. Questi vescovi contemporanei dovranno fare i conti con un mondo globalizzato e sembrano poco propensi a superare il parrocchialismo e la xenofobia.
Ci saranno poi altri ordini da discutere, quale ad esempio la risposta
che la Chiesa Ortodossa darà al fanatismo. E' auspicabile una risposta
unica e completa ai circoli fondamentalisti mossi da alcuni monasteri
particolarmente duri, sulla scia della moderata via reale di discernimento percorsa nei secoli dalla Chiesa.
Solamente il tempo ci dirà come proseguirà questo Concilio del 2016.
Sperando che il nazionalismo e poteri del mondo non prevalgano.
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