Putin, ultimo difensore dell’Occidente
Per chi è cresciuto durante la Guerra Fredda è una cosa difficile da digerire, ma ormai è evidente come l’ultima strenua difesa dell’Occidente sia rappresentata da Vladimir Putin e dalla Russia, e l’evoluzione della crisi siriana lo sta dimostrando.
Per
decenni gli Stati europei si sono sfamati aggrappandosi alle mammelle
di mamma America, che li ha nutriti a caro prezzo, imponendo loro di
divenire colonia economica soggetta ad asfissiante propaganda. Tuttavia,
la Storia insegna che i valori in campo possono cambiare
all'improvviso, e chi era dalla "parte giusta" ieri può esserlo da
quella "sbagliata" oggi, e viceversa. Si pensi alla Germania, che dopo
aver provocato due conflitti mondiali, guida le sorti dell'UE nel
silenzio assordante degli altri Paesi membri, senza neppure averne
ricevuto il mandato.
Ed ecco quindi che quanto sta accadendo in queste ore è uno di quei passaggi che ribaltano la Storia. La notizia principale è che Ucraina e Bulgaria hanno chiuso lo spazio aereo ai velivoli russi diretti in Siria. Si ribaltano così gli equilibri che fino a oggi erano la nostra bandiera valoriale. Perché l'Occidente rifiuta l'intervento russo contro la minaccia dell'Isis? Solo qualche giorno fa Putin aveva domandato in modo chiaro la creazione di una coalizione internazionale contro il terrorismo, ed ecco la risposta occidentale.
E così USA e UE fanno fronte comune non contro l'orribile minaccia dell'Isis, ma contro la Russia e il suo leader: una politica miope che inizia ad assumere dimensioni grottesche anche per chi ha sempre sostenuto le tesi obamiane.
Come
si può dire che gli americani e gli europei siano legittimati a
sostenere un governo straniero, come quello ucraino, mentre la Russia,
chiamata in soccorso da quello siriano, non possa fornire il supporto
richiesto? L'ipocrisia spinge così ad azioni frettolose: ora la Francia
sarebbe disposta a mandare i propri cacciabombardieri in Sira, ma
ricordiamo bene i bombardamenti francesi sulla Libia: siamo sicuri di
voler raccogliere gli stessi risultati ottenuti di quel caso? Ed è un
film già visto anche la defenestrazione occidentale dei leader
mediorientali fino a poco prima profumatamente finanziati, a cui seguono
zero certezze per il futuro democratico del Paese appena "liberato" e
il diffondersi dell'instabilità politica.
Ed ecco quindi che quanto sta accadendo in queste ore è uno di quei passaggi che ribaltano la Storia. La notizia principale è che Ucraina e Bulgaria hanno chiuso lo spazio aereo ai velivoli russi diretti in Siria. Si ribaltano così gli equilibri che fino a oggi erano la nostra bandiera valoriale. Perché l'Occidente rifiuta l'intervento russo contro la minaccia dell'Isis? Solo qualche giorno fa Putin aveva domandato in modo chiaro la creazione di una coalizione internazionale contro il terrorismo, ed ecco la risposta occidentale.
È chiaro che Ucraina e Bulgaria non chiuderebbe
lo spazio aereo se a ordinarlo non fossero gli USA (col benestare dei
vassalli UE). Così cade paradossalmente nel vuoto la proposta di buon
senso lanciata dal premier russo: Vogliamo davvero creare una sorta
di coalizione internazionale per la lotta a terrorismo ed estremismo. A
tal fine, abbiamo consultazioni con i nostri partner americani: ho
personalmente parlato del tema con il presidente Obama. Ne ho parlato
anche con i leader di Turchia, Giordania e Arabia Saudita.
Si sta sgretolando quella certezza di superiorità morale che dalla
Seconda guerra mondiale a oggi ha portato a idealizzare l'immagine
dell'Occidente nelle varie campagne belliche in giro per il mondo. USA e
UE, gli stessi che hanno sostenuto (se non finanziato) quella primavera
araba che ha destabilizzato un'intera area geografica, vorrebbero oggi
dare lezioni alla Russia, dopo essere rimasti immobili per mesi di
fronte agli eccidi che ha subito la popolazione siriana per mano di una
minoranza di terroristi ben organizzata. Pare evidente che se Putin non
avesse rotto gli indugi e non si fosse deciso a dare sostegno ad Assad,
l'Occidente sarebbe stato fermo a guardare. Forse gli interessi
economici e petroliferi in Siria sono minori rispetto a quelli in ballo
in Libia e Iraq? A pensar male si fa peccato, ma spesso si azzecca.E così USA e UE fanno fronte comune non contro l'orribile minaccia dell'Isis, ma contro la Russia e il suo leader: una politica miope che inizia ad assumere dimensioni grottesche anche per chi ha sempre sostenuto le tesi obamiane.
Se la Russia volesse difendere militarmente Assad, sarebbe uno sviluppo negativo: le parole del ministro degli Esteri italiano Gentiloni sono
talmente di parte da non meritare nemmeno attenzione, visto che non
considerano la disponibilità alle attività belliche recentissimamente
espressa da Gran Bretagna e Francia.
Ci troviamo di fronte alle macerie dell'Occidente, abbattuto dai
colpi di pochi grandi gruppi di potere. Assistiamo impotenti allo
svolgersi di un pericolosissimo risiko, dove si profila all'orizzonte un
nuovo conflitto mondiale. Sarà un caso che la copertina di un numero
speciale dell'Economist "World in 2015" presenti un fungo atomico tra le
varie raffigurazioni? Sicuramente è una suggestione, ma spesso
l'immaginazione si avvicina alla realtà.
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