La critica all'islam di san Giovanni Damasceno
Il brano che segue è tratto dall'opera monumentale di san Giovanni, La fonte della conoscenza, nella seconda parte intitolata Eresie in epitome: come sono iniziate e da dove hanno tratto la loro origine. Di solito è citata solo come Eresie. L'introduzione del traduttore sottolinea che La fonte della conoscenza
è una delle più "importanti singole opere prodotte nel periodo
patristico greco, ...che offre un'ampia e lucida sintesi della scienza
teologica greca di tutto il periodo. È la prima grande summa
di teologia a comparire sia in Oriente sia in Occidente. "San Giovanni
(+ 749) è considerato uno dei grandi Padri della Chiesa, e i suoi
scritti hanno un posto di grande onore nella Chiesa. La sua critica
all'islam, o "l'eresia degli ismaeliti", è particolarmente rilevante per
i nostri tempi.
Vi è anche la superstizione degli
ismaeliti che ancora oggi prevale e mantiene la gente in errore, come
precursore dell'Anticristo. Essi discendono da Ismaele, nato ad Abramo
da Agar, e per questo motivo sono chiamati agareni o ismaeliti. Sono
anche chiamati saraceni, che deriva da Sarras kenoi, o privi di
Sara, a causa di ciò che Agar disse all'angelo: 'Sara mi ha mandato via
indigente'. [99] Questi un tempo erano idolatri e adoravano la stella
del mattino e Afrodite, che nella loro lingua chiamavano Khabár, che
significa grande. [100] E così fino al tempo di Eraclio furono grandi
idolatri. Da quel momento ad oggi un falso profeta nome Mohammed è
apparso in mezzo a loro. Quest'uomo, dopo aver conosciuto per caso il
Vecchio e il Nuovo Testamento e anche, a quanto pare, dopo aver
conversato con un monaco ariano, [101] elaborò la propria eresia. Poi,
dopo essersi insinuato nelle grazie del popolo con un'esibizione di
apparente pietà, ha fatto sapere che un certo libro era stato fatto
scendere su di lui dal cielo. Egli aveva esposto alcune composizioni
ridicole in questo suo libro, che diede loro come oggetto di
venerazione.
Egli dice che c'è un solo Dio, creatore
di tutte le cose, che non è stato generato né ha generato. [102] Egli
dice che il Cristo è la Parola di Dio e il suo Spirito, ma è una
creatura e un servitore, e fu generato, senza seme, da Maria, la sorella
di Mosè e di Aronne. [103] Perché, dice, la Parola e Dio e lo Spirito
sono entrati in Maria, e lei partorì Gesù, che era un profeta e un servo
di Dio. E dice che gli ebrei vollero crocifiggerlo in violazione della
legge, e che presero la sua ombra e crocifissero questa. Ma il Cristo
stesso non è stato crocifisso, dice, non è morto, perché Dio per il suo
amore per Lui lo ha preso a sé in cielo. [104] E dice che quando Cristo
ascese al cielo Dio gli chiese: "O Gesù, hai forse detto: 'Io sono il
Figlio di Dio e Dio'?" E Gesù, dice, rispose: 'Abbi misericordia di me,
Signore. Tu sai che io non ho detto questo e che non ho disprezzato di
essere tuo servo. Ma gli uomini peccatori hanno scritto che io ho fatto
questa dichiarazione, e hanno mentito su di me e sono caduti in errore'.
E Dio rispose e disse: 'Io so che tu non hai detto questa parola'.
"[105] Ci sono molte altre cose straordinarie e abbastanza ridicole in
questo libro, che egli pretende che sia stato inviato a lui da Dio. Ma
quando ci chiediamo: 'E chi c'è a testimoniare che Dio gli ha dato il
libro? E quale dei profeti predisse che sarebbe dovuto sorgere un tale
profeta?' Non sanno cosa rispiondere. E facciamo notare che Mosè
ricevette la Legge sul monte Sinai, con Dio che apparve agli occhi di
tutto il popolo sotto forma di nuvola, e fuoco, e tenebre, e tempesta. E
diciamo che tutti i profeti, da Mosè in poi, hanno predetto la venuta
di Cristo, e come Cristo Dio (e Figlio di Dio incarnato) sarebbe venuto e
sarebbe stato crocifisso, sarebbe morto e risorto, e sarebbe stato il
giudice dei vivi e dei morti. Quindi, quando diciamo: 'Come è possibile
che questo vostro profeta non sia venuto nello stesso modo, con gli
altri che gli offrono testimonianza? E come è possibile che Dio non
abbia presentato in vostra presenza a questo uomo il libro di cui
parlate, così come ha dato la Legge a Mosè, con il popolo che guardava e
il monte fumante, in modo che anche voi possiate avere la certezza?' –
rispondono che Dio fa come vuole. 'Questo', diciamo, 'Lo sappiamo, ma
stiamo chiedendo come il libro è venuto al vostro profeta'. Allora
rispondono che il libro gli è venuto mentre dormiva. Quindi noi diciamo
scherzosamente loro che, se ha ricevuto il libro nel sonno e non ha
effettivamente percepito cosa accadeva, per lui vale l'adagio popolare
che dice: Mi stai tessendo dei sogni. [106]
Quando chiediamo di nuovo: 'Come mai
quando ci ha ingiunto in questo vostro libro di non fare nulla né di
ricevere nulla senza testimoni, voi non gli avete chiesto: "Prima
mostraci con testimoni che sei un profeta e che sei venuto da Dio, e
mostraci quali Scritture testimoniano di te",' si vergognano e rimangono
in silenzio. [Poi continuiamo:] 'Anche se non potete prendere una
moglie senza testimoni, o comprare o acquistare beni; anche se non
ricevete un asino né possedete una bestia da soma senza testimoni; e
anche se avete mogli e beni e asini e così via attraverso testimoni,
sono proprio la vostra fede e le vostre Scritture che non comprovate con
testimoni. Chi ve le ha tramandate non aveva garanzie da qualsiasi
fonte, né vi è noto qualcuno che abbia testimoniato di lui prima del suo
arrivo. Al contrario, ha ricevuto tutto mentre dormiva'.
Inoltre, ci chiamano eteriasti o
associatori, perché, dicono, introduciamo un associato a Dio dichiarando
il Cristo Figlio di Dio e Dio. Noi diciamo a loro come replica: 'I
profeti e le Scritture ci hanno tramandato questo, e voi, come sostenete
costantemente, accettate i profeti. Quindi, se dichiariamo a torto che
Cristo è il Figlio di Dio, sono loro che lo hanno insegnato e ce lo
hanno tramandato'. Ma alcuni di loro dicono che è per errata
interpretazione che abbiamo detto che i profeti hanno asserito queste
cose, mentre altri dicono che gli ebrei ci odiavano e ci hanno
ingannati, scrivendo nel nome dei profeti in modo da farci perdere. E di
nuovo noi diciamo loro: 'Fino a quando dite che Cristo è la Parola e lo
Spirito di Dio, perché ci accusate di essere eteriasti? Infatti la
parola e lo spirito sono inseparabili da colui nel quale hanno
naturalmente esistenza. Pertanto, se la Parola di Dio è in Dio, allora è
evidente che è Dio. Se, invece, è al di fuori di Dio, allora, secondo
voi, Dio è senza parola e senza spirito. Di conseguenza, evitando di
introdurre un associato a Dio, voi lo avete mutilato. Sarebbe molto
meglio per voi dire ha un associato piuttosto che mutilarlo, come se si
trattasse di una pietra o un pezzo di legno o qualche altro oggetto
inanimato. Così, mentite quando ci chiamate eteriasti; noi replichiamo
chiamando voi mutilatori di Dio'.
Essi, inoltre, ci accusano di essere
idolatri, perché noi veneriamo la croce, che essi hanno in abomino. E
noi rispondiamo loro: 'Come mai, allora, vi strofinate contro una pietra
nella vostra Ka'ba [107] e la baciate e l'abbracciate?' Alcuni di loro
dicono che Abramo ebbe rapporti con Agar su di essa, ma altri dicono che
vi ha legato il cammello, quando stava per sacrificare Isacco. E noi li
rispondiamo: 'Dal momento che la Scrittura dice che la montagna era
boscosa e aveva alberi da cui Abramo tagliò legna per l'olocausto e la
posò su Isacco, [108] e poi lasciò indietro gli asini con i due giovani,
perché dite sciocchezze? In quel posto non ci sono né boschi né
sentieri di montagna per asini'. E sono imbarazzati, ma affermano
comunque che la pietra è di Abramo. Allora diciamo: 'Ammettiamo pure che
sia di Abramo, come stupidamente dite. Dunque, solo perché Abramo ebbe
rapporti con una donna su di essa o vi legò un cammello, non vi
vergognate di baciarla, ma ci biasimate perché veneriamo la croce di
Cristo con la quale è stato distrutto il potere dei demoni e l'inganno
del diavolo'. Questa pietra di cui parlano è una testa di Afrodite che
essi adoravano e che chiamavano Khabár. Anche ai nostri giorni, le
tracce della scultura sono visibili su di essa agli osservatori attenti.
Come si è detto, questo Mohammed ha
scritto molti libri ridicoli, a ciascuno dei quali ha fissato un titolo.
Per esempio, vi è il libro Sulla donna, [109] in cui dispone
chiaramente la legge di avere quattro mogli e, se è possibile, mille
concubine – quante ne si può mantenere, oltre alle quattro mogli. Egli
ha anche reso legale ripudiare qualunque moglie si possa desiderare, e,
se si agisce così, di prenderne un'altra nello stesso modo. Mohammed
aveva un amico di nome Zeid. Quest'uomo aveva una bella moglie della
quale Mohammed si innamorò. Una volta, mentre erano seduti insieme,
Mohammed disse: 'Ah, a proposito, Dio mi ha ordinato di prendere tua
moglie.' L'altro rispose: 'Tu sei un apostolo. Fa' come Dio ti ha detto e
prendi mia moglie'. O piuttosto, per raccontare la storia da capo – gli
disse: 'Dio mi ha comandato che tu ripudi tua moglie'. E lui la
ripudiò. Poi qualche giorno dopo disse: 'Ora, Dio mi ha ordinato di
prenderla'. Poi, dopo che lui l'ebbe presa ed ebbe commesso adulterio
con lei, fece questa legge: 'Se qualcuno ripudia sua moglie e, dopo
averla ripudiata, vuole tornare con lei, lasciate che un altro la sposi.
Perché non è lecito prenderla a meno che non sia sposata a un altro.
Inoltre, se un fratello ripudia sua moglie, suo fratello la può sposare,
qualora lo desideri' [110] Nello stesso libro egli dà precetti come
questo: 'Lavorate la terra che Dio vi ha dato e abbellitela. E fate
questo, e fatelo in questo modo" [111] – per non ripetere tutte le cose
oscene che ha fatto.
Poi c'è il libro La cammella di Dio.
[112] Parla di una cammella che veniva da Dio e che beveva tutta
l'acqua di un fiume e non poteva passare attraverso due montagne, perché
non c'era abbastanza spazio. C'erano persone in quel luogo, dice, che
un giorno bevevano l'acqua, mentre la cammella la beveva il giorno dopo.
Inoltre, bevendo l'acqua dava loro nutrimento, perché forniva loro il
latte al posto dell'acqua. Allora, perché questi uomini erano malvagi,
dice lui, uccisero la cammella. Tuttavia, questa ebbe una figlia, una
piccola cammella, che, dice lui, quando la madre fu uccisa, invocò Dio e
Dio la portò a se. Allora diciamo loro: 'Da dove viene quella
cammella?' Dicono che viene da Dio. Allora diciamo: 'C'è stato un altro
cammello che si è accoppiato con lei?' E allora dicono: 'No'. 'Allora,'
diciamo, 'come è stata generata? Vediamo che la vostra cammella è senza
padre e senza madre e senza genealogia, e che colui che ha generato ha
subito del male. Né è evidente chi l'ha allevata. E anche questa piccola
cammella è stato preso da Dio. Allora perché il vostro profeta, con il
quale, secondo ciò che dite, Dio ha parlato, non ha saputo qualcosa
della cammella – dove pascolav, e chi ha ottenuto il latte dalla sua
mungitura? O forse, come sua madre, aveva incontrato uomini malvagi ed
era stata uccisa? O era entrata in paradiso prima di voi, in modo che
voi possiate avere il fiume di latte di cui così stupidamente parlate?
Infatti dite che ci sono tre fiumi che scorrono in paradiso – uno di
acqua, uno di vino, e uno di latte. Se la vostra precursore, la
cammella, è al di fuori del paradiso, è evidente che si prosciuga di
fame e di sete, o che altri si avvantaggiano del suo latte – e così il
vostro profeta si vanta invano di aver conversato con Dio, perché Dio
non gli ha rivelato il mistero della cammella. Ma se lei è in paradiso,
sta ancora bevendo acqua, e voi per mancanza di acqua vi prosciugherete
in mezzo al paradiso delle delizie. E se, in assenza di acqua, perché
l'avrà bevuta tutta la cammella, prenderete il vino dal fiume di vino
che scorre, sarete intossicati per aver bevuto vino puro, crollerete
sotto l'influenza della bevanda inebriante e vi addormenterete. Poi,
soffrendo di una sbornia e ammalati per il vino, perderete i piaceri del
paradiso. Come, dunque, non è entrato nella mente del vostro profeta
che potrebbe accadervi questo nel paradiso delle delizie? Non ha mai
avuto alcuna idea di dove sta andando la cammela, e voi non glie lo
avete neppure chiesto, quando vi ha raccontato i suoi sogni riguardo ai
tre fiumi. Noi chiaramente vi assicuriamo che questa vostra meravigliosa
cammella vi ha preceduto tra le anime degli asini, dove anche voi, come
le bestie, siete destinati ad andare. E là ci saranno tenebra esterna e
punizione eterna, fuoco crepitante, vermi che non dormono e demoni
infernali'.
Ancora, nel libro della tavola, Mohammed
dice che Cristo ha chiesto a Dio una tavola e questa gli è stata data.
Dio, egli dice, gli disse: 'ho dato a te e ai tuoi una tavola
incorruttibile'. [113]
E ancora, nel libro della giovenca [114]
dice alcune altre cose stupide e ridicole, che, a causa del loro grande
numero, penso che dovremo passarci sopra. Ha fatto una legge che essi
siano circoncisi e anche le donne, e ha ordinato loro di non osservare
il sabato e non di essere battezzati.
E mentre ha ordinato loro di mangiare
alcune delle cose proibite dalla legge, ha ordinato loro di astenersi da
altei. Ha inoltre assolutamente proibito il consumo del vino.
Note[99] Cfr Gen 16:8. Sozomeno dice anche che erano discendenti di Agar, ma si facevano chiamare discendenti di Sara per nascondere la loro origine servile (Storia Ecclesiastica 6,38, PG 67.1412AB).
[100] L'arabo kabirun significa 'grande,' sia in termini di dimensioni sia di dignità. Erodoto menziona il culto arabo della 'Afrodite Celeste', ma dice che gli arabi la chiamavano Alilat (Erodoto 1.131)
[101] Questo può essere il monaco nestoriano Bahira (Giorgio o Sergio) che ha incontrato il ragazzo Mohammed a Bostra in Siria e ha affermato di riconoscere in lui il segno di un profeta.
[102] Corano, Sura 112.
[103] Sura 19; 4,169.
[104] Sura 4,156.
[105] Sura 5,116s.
[106] I manoscritti non hanno questo detto, ma Lequien suggerisce che provenga da Platone.
[107] La Ka'ba, chiamata 'La Casa di Dio,' si suppone sia stata costruita da Abramo con l'aiuto di Ismaele. Occupa il posto più sacro nella moschea della Mecca. Incorporata nella sua parete è la pietra di cui si parla, la famosa pietra nera, che è ovviamente una reliquia dell'idolatria degli arabi pre-islamici.
[108] Gen 22:6.
[109] Corano, Sura 4.
[110] Cfr Sura 2,225s.
[111] Sura 2,223.
[112] Non nel Corano.
[113] Sura 5.114,115.
[114] Sura 2.
Da Writings, by St John of Damascus, The Fathers of the Church, vol. 37 (Washington, DC: Catholic University of America Press, 1958), pp. 153-160. Postato il 26 marzo 2006.
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