lunedì 23 novembre 2009

Dal sito amico:eleousa.net


Monte Athos - La Madre di Dio Gorgoepikoos


Oggi si celebra la Madre di Dio Gorgoepikoos, Colei che risponde prontamente. L'Icona viene conservata nel Monastero di Dochiarou.
Il Monastero, idiorritmico, è dedicato agli arcangeli Michele e Gabriele. E' stato fondato nel X secolo (976 circa) da sant'Eutimio di Costantinopoli, discepolo di sant'Atanasio, e restaurato nel XVI-XVII secolo. Il nome sembra riferirsi al fondatore, il quale sarebbe stato dochiéris, cioè addetto alla custodia del vino nella Lavra di sant'Atanasio. La biblioteca conserva 395 manoscritti. Sorge sul versante occidentale, quasi sul mare, dal quale si innalza sulla pendice del monte. Il katholikòn il più grande dell'Athos, del 1567, è affrescato da Teofane di Creta o dalla sua scuola. Una cappella conserva l'icona della Madonna Gorgoepikoos, ossia Colei che ascolta con sollecitudine le suppliche dei fedeli. Nella biblioteca sono custoditi 545 manoscritti di cui 62 pergamene e circa 5.000 volumi stampati.

La storia

Nel 1664, il monaco Nilo, responsabile del refettorio del monastero di Dochiariou, aveva l’abitudine di servirsi sempre dello stesso passaggio per accedere al refettorio. In questo passaggio si trovava l’icona: quando vi passava davanti, non solo non le indirizzava una preghiera, ma lasciava con la torcia tracce di fumo su di essa. La Madre di Dio lo avrebbe rimproverato per questa negligenza e gli avrebbe predetto che un giorno sarebbe divenuto cieco. Ma il monaco Nilo non tenne conto della predizione.
Una sera perse la vista. Il giorno dopo i monaci lo trovarono inginocchiato davanti l’icona, mentre pregava e si rammaricava della sua condotta. Dopo un lungo tempo di prova la Santa vergine gli disse: “ Nilo, la tua preghiera è stata esaudita, tu recupererai la vista. Di ai tuoi confratelli che io proteggerò questo monastero ed accorderò il mio immediato aiuto a tutti coloro che me lo chiederanno. A partire da oggi la mia icona sia chiamata "Madre di dio Gorgoepikoos".

Commento

A Maria è riconosciuto un vero potere di Madre, una «parrhesia», un ardire materno presso Dio che si esercita in favore di tutti, specie i peccatori. Germano di Costantinopoli (+733), rivolgendosi a Maria esclama: «Ma tu, che presso Dio hai il potere di Madre, procuri in sovrabbondanza il perdono a coloro che abbondantemente peccano. Infatti non è possibile che tu non sia ascoltata, poiché colui che è Dio per tutto e in tutto, obbedisce a te come vera ed incontaminata Madre sua...». Questo gli permette anche di dire: «Nessuno è salvato se non attraverso di te, o tutta santa. Nessuno è liberato dai mali se non attraverso di te, o tutta casta. Nessuno è commiserato per grazia se non attraverso di te, o tutta venerabile...»

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