Il metropolita Hilarion commenta le dimissioni del Papa
L’informazione delle dimissioni di Papa Benedetto XVI è stata
inattesa anche per i suoi più stretti collaboratori. Il Cardinale Sodano
ha parlato di un “fulmine a ciel sereno”. In effetti nella storia
recente della Chiesa Cattolica Romana non ci sono precedenti. Papa
Giovanni Paolo II è rimasto al suo posto fino alla fine, nonostante i
gravi problemi di salute.
La posizione del Pontefice Romano, come quella del Primate di ogni
Chiesa, richiede un lavoro attivo; non si tratta di un posto meramente
rappresentativo. Se l’età e la salute costituiscono un ostacolo a un
lavoro efficace, il Primate di una Chiesa può decidere di rinunciare
all’esercizio del ministero. Negli ultimi anni la Chiesa cattolica ha
dovuto affrontare sfide molto serie che richiedono nuovi impulsi dalla
sede di Roma. Forse questo è ciò che ha spinto il Papa a cedere il
governo della Chiesa a un presule più giovane e dinamico, che dovrà
essere eletto dal conclave dei cardinali. La decisione di Papa Benedetto
XVI di lasciare il suo posto nella situazione attuale deve essere
considerata un atto di coraggio personale e di umiltà.
Siamo grati a Papa Benedetto XVI per la comprensione dei problemi che
ostacolano la piena normalizzazione delle relazioni tra ortodossi e
cattolici, soprattutto in regioni come l’Ucraina occidentale. Proprio
ieri, dialogando con il nuovo ambasciatore della Russia presso la Santa
Sede A. Avdeev, in un programma televisivo del canale “Russia-24″, ho
parlato di Papa Benedetto XVI, sottolineando la dinamica positiva nei
rapporti tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana dopo
la sua ascesa alla cattedra di Roma. Il mondo cristiano ne ha grande
rispetto. E’ un teologo autorevole, conosce bene la tradizione della
Chiesa ortodossa ed ha una sensibilità che gli permette di costruire le
relazioni con le Chiese ortodosse in maniera giusta.
Personalmente ho un buon ricordo dei miei incontri personali e dei
dialoghi avuti con Papa Benedetto XVI. Sono stati tre dopo la mia nomina
a presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato
di Mosca. In questi dialoghi con il pontefice mi hanno sempre colpito le
sue risposte calme e ponderate, la sua sensibilità per le questioni che
abbiamo sollevato, la disponibilità a risolvere i problemi esistenti.
In particolare, ho potuto esporre al Papa nel dettaglio la mia visione
dei problemi che abbiamo incontrato nel dialogo cattolico-ortodosso (di
questi problemi ho riferito pochi giorni fa al Concilio dei Vescovi
della Chiesa Russa e il Concilio ha adottato alcune decisioni in
merito). Ho una posizione piuttosto critica riguardo al corso di questo
dialogo; l’ho esposta confranchezza al Papa, e da parte sua ho sempre
trovato comprensione.
Già prima della sua ascesa al trono pontificio, il cardinal Ratzinger
dichiarò guerra alla “dittatura del relativismo” che caratterizza la
società occidentale moderna. Questo lo ha reso subito impopolare agli
occhi di politici e giornalisti laici. Papa Benedetto XVI non è una star
dei media. E’ un uomo della Chiesa. I mass-media lo criticano
costantemente per il suo tradizionalismo e conservatorismo, ma ci sono
milioni di cristiani che apprezzano le sue qualità: sono cattolici e non
cattolici che vogliono preservare i valori morali cristiani
tradizionali.
Speriamo che il suo successore prosegua sulla stessa strada, e che il
rapporto tra ortodossi e cattolici continui a crescere costantemente
per il bene comune di tutto il mondo cristiano.
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