domenica 17 febbraio 2013

Noi lo chiamiamo racconto di fantasia, ma domani potrebbe succedere e allora........ Quindi non mettiamo paletti alle ruote della Divina Provvidenza. Dal sito della Parrocchia Ortodossa di Torino: http://www.ortodossiatorino.net


Un racconto di fantasia su un nuovo papa di Roma
 
Notizia da Internet: 20 Settembre 2023

http://orthodoxengland.org.uk/internet.htm

L’assassinio avvenuto questa mattina a Berlino di Papa Lino II è stato un grande shock per il mondo. Questo Papa, che aveva trasformato il Cattolicesimo romano in una generazione, è stato colpito da un singolo proiettile di un fanatico ebreo, che accusava il Papa per i suoi ripetuti richiami alla giustizia per il popolo palestinese.
Papa Lino II, al secolo George Zakiyah, era nato in un villaggio impoverito di lingua aramaica in Siria occidentale il giorno di San Giorgio, 6 maggio 1945. Anche se i suoi genitori, Yousef e Myriem, erano di fede ortodossa, furono forzati a far crescere il loro unico figlio come cattolico, dato che a quel tempo questo era il solo modo per potere ottenere un’istruzione scolastica e cure mediche. Di umile origine contadina, George dimostrò di essere un allievo molto capace, e con l’aiuto di una borsa di studio andò a studiare lingue moderne all’Università di Damasco, studiando dopo la laurea teologia all’Università Gregoriana di Roma. Nel 1963, all’età di 28 anni, George fu ordinato, e lavorò come parroco in Libano, soprattutto a Beirut. Nel 1988 fu nominato vescovo cattolico di Damasco, dove mostrò grandi abilità diplomatiche che possono essere ben state la causa della sua nomina a Cardinale solo sei anni dopo, nel 1994. A questo punto sembrava che la sua già distinta carriera fosse al termine, e che si sarebbe alla fine ritirato nell’oscurità ecclesiastica del Medio Oriente. Tuttavia, alla morte di Papa Giovanni Paolo II, quando una Chiesa Cattolica divisa non riuscì ad accordarsi su un successore, questo giovane e oscuro Cardinale cattolico arabo fu eletto Papa di Roma. Questa scelta a sorpresa era di fatto un compromesso. Per i tradizionalisti sembrava una scelta sicura eleggere un non-europeo e non-americano, nominato Cardinale dal conservatore Giovanni Paolo II. Ai liberali sembrava una buona scelta per rappresentare il Terzo Mondo, dato che era giovane e veniva da una minoranza oppressa. Solo lo Stato di Israele disapprovò la sua elezione di sorpresa. La sorpresa aumentò quando il nuovo Papa rifiutò di prendere il nome di 'Giovanni Paolo III', come tutti si aspettavano, e prese invece il nome di Lino II dal primo Papa di Roma, Lino I, consacrato da San Pietro. Di fatto la scelta del nuovo papa era la prima di molte, che simboleggiavano una radicale dipartita da ciò che era accaduto prima, e un genuino ritorno alla Chiesa primitiva.
Papa Lino II prese come suoi slogan: 'Tornare al primo millennio per avanzare nel terzo millennio' e 'Mettere gli orologi indietro di mille anni per metterli avanti di mille anni'. E queste frasi furono davvero il modello di tutto il suo 'episcopato' – come egli lo chiamava. Tradizionalisti e liberali furono storditi allo stesso modo dalla richiesta di Papa Lino di gettare via tutti gli 'errori', come li chiamava apertamente, ammassati dalla Chiesa Cattolica Romana durante il secondo millennio. Il primo atto simbolico di Papa Lino, abbandonare il latino come lingua ufficiale del Vaticano e rimpiazzarlo con l’inglese, sconvolse molti. Ancor di più quando egli fece notare che Cristo non aveva mai parlato latino ma aramaico (la madrelingua del papa), e che se Cristo tornasse, non parlerebbe una lingua morta come il latino. Ma questo non era nulla a paragone del suo atto successivo, che fu quello di permettere agli uomini sposati l’accesso al presbiterato. Per la prima volta dopo oltre 900 anni, ai preti cattolici sposati fu permesso ufficialmente di celebrare la messa. Ma il terzo atto del papa sconvolse ancor di più i tradizionalisti. Ammettendo che i suoi predecessori si erano sbagliati nel loro dogmatismo, Papa Lino dichiarò che il Papa non aveva nulla da dire sull’uso della contraccezione, dichiarando che questa non era una questione dogmatica, ma pastorale, e che stava ai cattolici trovare il proprio modo di agire in questo campo, secondo le proprie coscienze e il consiglio del proprio confessore. Egli stesso, disse, poteva vedere casi in cui non vi era alcuna alternativa alla contraccezione.
Nel furore, ma anche nell’acclamazione popolare che seguì a queste azioni, il quarto gesto di Papa Lino, ritornare alla teologia e spiritualità trinitaria tradizionale mettendo fuori legge il 'filioque' e rimuovendolo per sempre dal Credo cattolico, passò quasi inosservata, tranne che dalla Chiesa Ortodossa. Ma fu di fatto questo gesto che portò allo straordinario rinnovamento spirituale che la Chiesa Cattolica ha testimoniato negli ultimi due decenni. La realizzazione che molto di ciò che era passato precedentemente per spiritualità era stata di fatto una contraffazione psichica fu forse il più profondo cambiamento in tutto il radicale episcopato di Papa Lino. Certamente condusse alla decanonizzazione di diversi ‘santi’ cattolici un tempo popolari. In questo punto vitale, nel febbraio del 2002, sembrava che la Chiesa Cattolica stesse per spezzarsi in due tra tradizionalisti e liberali. La situazione fu salvata, tuttavia, quando nella primavera del 2002 Papa Lino affermò la sua chiara opposizione alle donne preti, alla cremazione, al cambiamento della data della Pasqua, condannando la massoneria e reinserendo nel calendario diversi santi, come San Giorgio, patrono della Palestina, Santa Caterina, Santa Barbara e San Cristoforo, che erano stati accantonati dopo il Concilio Vaticano Secondo. I tradizionalisti furono così compiaciuti da queste mosse da essere quasi pronti a perdonare il Papa per la sua precedente posizione apparentemente liberale. Di fatto tali gesti marcarono l’intero episcopato di Papa Lino. Così nel 2003 quando abbandonò i palazzi del Vaticano, che trasformò in un  'Museo del Rinascimento', abbandonando il suo status di leader politico e abolendo lo Stato del Vaticano, terrorizzò i tradizionalisti ma compiacque i liberali. Ma nello stesso anno, quando chiamò i cattolici di tutto il mondo a rinnovare la loro vita di preghiera, chiedendo un rinnovamento monastico e chiamando tutti i cattolici al digiuno settimanale e alla confessione regolare, entrambe cose che erano state quasi totalmente abbandonate, avvenne l’opposto. In particolare la sua restaurazione dei digiuni della Quaresima e del Natale, del digiuno al mercoledì e al venerdì e del digiuno eucaristico sconvolse i liberali ma compiacque i tradizionalisti.
Il coronamento dell’episcopato di Papa Lino fu comunque la sua convocazione del Primo Concilio di Roma, a cui invitò non solo i vescovi cattolici, ma anche tutti i vescovi ortodossi, dando agli ultimi un pari diritto di voto e accogliendo i patriarchi ortodossi come suoi eguali. Fu a questo concilio nel 2010 che Papa Lino in un grande atto di umiltà condannò il dogma dell’infallibilità papale e rigettò i dogmi dell’immacolata concezione e dell’assunzione. Le sue riforme liturgiche che fecero ritornare il Cattolicesimo alle pratiche della Chiesa primitiva attrassero l’attenzione di molti: esse includevano la sua richiesta che i preti amministrassero la cresima assieme al battesimo, che si desse la comunione ai bambini, che la comunione fosse per tutti sotto le due specie, che si ritornasse a celebrare con i preti rivolti verso l’altare, e con le spalle al popolo. Ma fu soprattutto il ritorno del Cattolicesimo romano alla collegialità e il totale abbandono di quello che lo stesso Papa Lino chiamava 'papismo' che davvero rapì l’attenzione del mondo. La sua nomina di sei Patriarchi per il Nord America, l’America Latina, l’Africa, l’Australasia, la Cina e l’India, con autorità assoluta per tutti i cattolici nella loro giurisdizione, è stata certamente la più grande riforma del Cattolicesimo dalle riforme hildebrandine dell’undicesimo secolo, che introdussero per prime il celibato clericale obbligatorio e rafforzarono l’autoritarismo papale. Oggi il Papa di Roma è meramente un venerabile portavoce tra i Metropoliti-Vescovi dell’Europa occidentale, e in altri continenti i vescovi cattolici locali eleggono i loro Patriarchi dal proprio seno, in modo indipendente da Roma.
In campo ecumenico le decisioni di Papa Lino furono salutate con entusiasmo sia dai protestanti che dagli ortodossi. I primi furono compiaciuti quando Papa Lino condannò i 'gravi errori' del Medio Evo come le indulgenze, e per la sua decanonizzazione di diversi pseudo-santi cattolici medievali, ben noti per la loro persecuzione dei protestanti e di altri dissidenti. Papa Lino, forse in modo non sorprendente date le sue origini, portò il cattolicesimo molto più vicino, tuttavia, alla Chiesa Ortodossa, che chiamava 'la fonte della vera tradizione cattolica'. La sua decanonizzazione di 'santi politici' e di assassini di massa tanto differenti come Carlo Magno, Josaphat di Polotsk, Andrea Bobola o Stepinac di Zagabria, fu accolta calorosamente, come lo fu il suo abbandono degli uniati e il suo invito al loro ritorno all’Ortodossia. La sua condanna del filioque, un tempo giustificato, come 'profondo errore spirituale' che aveva portato alla 'deformazione spirituale del Cattolicesimo', assieme alla sua condanna della teologia scolastica come 'mera filosofia' e il suo richiamo al ritorno ai 'valori della teologia patristica', così come le decanonizzazioni dei filosofi scolastici, furono apprezzati allo stesso modo. Ma fu forse soprattutto la sua categorica condanna delle Crociate come 'abominevole banditismo', e la condanna dell’aggressione austriaca, polacca e croata verso gli ortodossi nel ventesimo secolo e della diretta e indiretta responsabilità del Vaticano per lo sterminio di massa degli ortodossi nella prima e seconda guerra mondiale, che rese Papa Lino popolare tra gli ortodossi ordinari. Nessuno dimenticherà il suo pentimento in Serbia e la sua inserzione nel calendario cattolico dei nuovi martiri serbi massacrati dai cosiddetti 'cattolici' fanatici, cosa che tanto indignò il governo radicale croato nel 2012. Nessuno fu sorpreso quando a questo seguì l’anno successivo l’inclusione nel calendario cattolico di tutti i santi ortodossi, inclusi i nuovi martiri russi. Anche se le relazioni con il mondo musulmano sono state in qualche modo migliorate dalla condanna delle crociate fatta da questo papa arabo, in generale i legami con il mondo non-cristiano sono cambiate poco durante l’episcopato del Papa, e quelli con il Giudaismo sono probabilmente peggiorati. Di fatto sono stati i reiterati appelli di Papa Lino per il ritorno della Palestina ai palestinesi a provocare stamane il suo assassinio per mano di un fanatico ebreo a Berlino.
Francamente è difficile vedere ciò che accadrà ora nella Chiesa Cattolica. È difficile vedere chi possa rimpiazzare questo capo del Cattolicesimo in Europa occidentale che ha condannato gli 'errori del Cattolicesimo', chiamando i cattolici a 'ritornare alla Chiesa' e che ripetutamente chiamava se stesso 'solo un vescovo di Roma'. Dal momento in cui Papa Lino ha abolito i Cardinali, è ora il compito non invidiabile dei Metropoliti dell’Europa occidentale di scegliere il nuovo Papa. Come potrà mai essere rimpiazzato questo uomo che ha riscritto la storia del cristianesimo occidentale? Questa domanda resta senza risposta, a meno ovviamente che si decida che non c’è bisogno di rimpiazzarlo... 

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