Cibo religioso per l’anima e il corpo
Foto: RIA Novosti
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Piatti della cucina russa ortodossa tra breve possono diventare la base del menu dei ristoranti specializzati. La Chiesa Ortodossa Russa ha sostenuto l’idea di far rinascere le tradizioni spirituali dell’arte di cucinare e di mangiare e di aprire un’accademia culinaria confessionale.
L’arte culinaria storica russa è
una determinata tradizione non sono di cucinare il cibo, ma anche di
unire l’arte di mangiare al senso delle feste cristiane, alla loro
simbologia, alla dottrina della Chiesa,- ha detto nella sua intervista a
“La Voce della Russia” l’arciprete Vsevolod Chaplin, portavoce del
Patriarcato di Mosca.
Nella religione ortodossa
l’assunzione di cibo era sempre connessa al servizio divino, anzi ne era
seguito. Non a caso alcuni piatti ed alcuni riti connessi all’arte di
mangiare venivano cambiati a seconda di una festa religiosa. È noto che
il mangiare di magro ha un carattere particolare. La preparazione del
cibo, i generi alimentari e l’arte di apparecchiare sia la tavola a
festa che quella magra, riguardano non solo la mensa religiosa, ma anche
il servizio divino e, quindi, ha un senso spirituale cristiano.
Oggigiorno
mangiare il cibo preparato secondo le tradizioni religiose ortodosse è
possibile nelle mense presso i monasteri e le chiese. Ma un semplice
credente, non pellegrino e non fedele di una chiesa, difficilmente può
andarci continuamente. Certo è che attualmente nel corso delle feste
religiose ortodosse troviamo menu speciali anche nei ristoranti
ordinari. Ma qui i piatti non vengono preparati secondo le ricette
singolari, semplicemente è escluso il consumo delle uova, della carne,
del latte e di altri prodotti grassi.
In Russia
presso i musulmani, buddisti e giudei già da tempo esistono i locali in
cui il cibo viene cucinato secondo le ricette e tecnologie speciali.
Dice il rabbino Dovid Karpov di Mosca:
Il
giudaismo ha la propria serie di piatti specifici. Oltre al tradizionale
cibo ebraico, per esempio, pesce farcito, c’è anche l’esigenza di
tradizione ebraica, o tradizione di kashruth. Chi segue rigorosamente le
norme della fede, non ha altra possibilità se non quella di mangiare o a
casa o solo in un ristorante cashèr. Per noi è non tanto questione di
sentimenti e priorità etnici quanto l’esigenza di rispettare i postulati
che insegnano la fede.
Il progetto di ristoranti ortodossi è
staso promosso dal noto pasticciere russo Oleg Korsakov, ex Chef presso
le Ambasciate sovietiche ad Oslo, a Belgrado e a Londra. Egli propone di
ripristinare la tradizione mediante l’apertura di corsi e scuole
speciali di arte culinaria in cui vengano insegnate non solo la pratica
ma anche la teoria, o meglio la storia. Quanto agli utili che saranno
ottenuti dai ristoranti ortodossi, il Maestro Korsakov prevede di
offrirli in beneficenza.
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