Un oggetto liturgico raro: il Sion |
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Che cosa sono gli strani
contenitori che portano sulla spalla sinistra i diaconi mentre incensano
durante le funzioni alla Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca?
L'oggetto in questione è chiamato "Sion" o
"Gerusalemme", e ha la forma di alcuni dei tabernacoli eucaristici
russi. In Russia sopravvivono molti antichi tabernacoli; questo,
proveniente dsalla Cattedrale della Dormizione nel Cremlino di Mosca, è
del XII secolo:
Nelle icone, i santi diaconi raffigurati
con il turibolo nella destra hanno spesso oggetti a forma di chiesa
nella mano sinistra:
L'uso storico del Sion come effettivo
tabernacolo è piuttosto discusso. Certamente, possiamo presumere che non
abbia molto senso portare in giro i santi doni durante un'incensazione:
questo ne sminuirebbe il valore eucaristico (di solito sono gli oggetti
minori che fanno contorno a quelli maggiori, e non viceversa). D'altra
parte, l'ipotesi del tabernacolo è rafforzata dall'uso di tenere sulla
spalla un aer immediatamente sotto all'oggetto: l'unico altro oggetto
che è raffigurato con una simile forma di riverenza è il libro dei
Vangeli, e il diacono era di fatto un portatore della comunione ai
malati.
C'è chi considera il Sion una forma
glorificata di recipiente per l'incenso (l'aer non sarebbe eucaristico,
ma un semplice velo di protezione per non far finire la polvere
dell'incenso sui paramenti). In tal senso oggi non è usato solo in
Russia nelle funzioni patriarcali (e in alcuni monasteri): si trovano
cose simili sul Monte Sinai e sul Monte Athos. Negli usi del monachesimo
greco non è infrequente che monaci non ordinati e monache procedano
durante gli offici a fare incensazioni con l'incensiere manuale (katzion),
e talvolta, mentre reggono l'incensiere con la destra, tengono nella
sinistra una scatola dell'incenso a forma di chiesa. In ogni caso, le
versioni usate a Mosca non sono apribili e non contengono nulla di
particolare.
Altre supposizioni storiche vedono
l'oggetto come un recipiente per le prosfore (in tal caso, affidato ai
diaconi per la distribuzione ai fedeli) oppure come reliquiario. Il
defunto padre greco-cattolico Serge (Keheler) vede nel Sion
un'evoluzione delle scatole per le raccolte delle offerte (in sé, uno
dei compiti dei diaconi fin dal primo secolo). Questo potrebbe in parte
spiegare perché la presenza di tali oggetti si nota soprattutto nelle
cattedrali e nelle grandi chiese urbane: erano i luoghi in cui
storicamente si organizzava il maggior numero di raccolte di fondi per
soccorso e beneficienza. Se questa ipotesi è fondata, allora la "morte"
dell'uso liturgico del Sion avvenne quando nel mondo bizantino il rito
di cattedrale fu sostituito dal rito monastico. Il Sion sarebbe
sopravvissuto solo nei luoghi estrememente conservatori come il Monte
Athos.
L'uso odierno di Mosca, stando a quanto
riportato da uno dei diaconi patriarcali, l'arcidiacono Stepan
(Gavshev), è stato implementato dal patiarca Pimen a partire da un
modello liturgico osservato da lui e da altri chierici russi al Monte
Athos negli anni '80. Al Monte Athos il Sion si usa all'incensazione
prima del Polieleo, mentre nell'uso di Mosca si usa anche alle
incensazioni al "Signore, a te ho gridato" e prima del Grande Ingresso.
Anche nella Russia pre-rivoluzionaria
c'erano comunque diversi luoghi in cui si trovavano esempi di Sion (ce
n'erano anche tra i Vecchi Credenti). Il libro di Nikol'skij sul Tipico
presenta un elenco parziale di quelle località.
Il Sion è usato con il nome di "arca", anche dai diaconi della Chiesa armena:
Il Dizionario della Chiesa armena di Malachia Ormanian riporta due voci interessanti:
Arca/Dabanag
Il significato di questo termine è
"piccola scatola". Nella chiesa il termine è applicato a vari oggetti
come (1) l'arca dell'incensiere, che talvolta ha un coperchio artistico
su cui si pone una candela, e si tiene nella mano sinistra quando si
incensa; (2) l'arca del prete, in cui i fedeli erano soliti mettere
monete come offerte al prete.
Arca (dell'incensiere)/Khngaman
Recipiente in argento per l'incenso, con o
senza coperchio. Vi si tiene l'incenso durante la funzione, in modo che
quando il diacono va dall'officiante gli può presentare il recipiente,
che contiene un cucchiaio, assieme al turibolo, per trasferire l'incenso
nel turibolo.
Qui c'è un'immagine armena di santo Stefano con l'arca in mano:
Questo piccolo oggetto, tanto solenne
quanto elegante, potrebbe apparire privo di senso per la mentalità
contemporanea. Eppure, ci trasmette simbolicamente una quantità di
messaggi e di insegnamenti, sottolineando l'importanza del servizio
diaconale nella vita liturgica e sociale dei cristiani.
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domenica 11 agosto 2013
Dal sito: http://www.ortodossiatorino.net
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