Io gli sono stato amico fraterno di
una vita e credo di dovergli una testimonianza. Il padre Marco è stato
tra i pionieri dei santi semi dell'Ortodossia in terra d'Italia.
Fermamente convinto, così come io lo sono, che l'Italia non è estranea
all'Ortodossia, in quanto fino al 1000 ed in alcuni luoghi anche oltre
la nostra terra è stata ortodossa almeno fino alla morte da martire
dell'ortodossia del santo papa di Roma Giovanni VIII che aveva potuto,
nell'ultimo concilio dell'antica pentarchia ortodossa convocato da San
Fozio, patriarca di Costantinopoli, per l'ultima volta interamente
radunata, condannare con anatema l'eresia filioquista che aveva separato
l'Occidente dalla Unica Santa Cattolica ed Apostolica Chiesa. Quindi
per gli Italiani l'Ortodossia non era e non è una religione straniera e
ritornare ortodossi non è un tradimento ma è semplicemente il ritorno
alla fede dei padri nostri che "altri" hanno tradito, specialmente sotto
l'impulso dei Franchi carolingi che, a spese dell'unità della Chiesa
hanno voluto costruire un impero barbarico in occidente. Convinto di
questo ritornò all'ortodossia in America pur tra incomprensioni, dolori,
contrarietà e fu proprio in questi momenti che io lo ebbi a conoscere.
Da allora non ci siamo mai più persi di vista anche se la nostra
vicinanza è stato quando più frequentata quando meno ma con una
inalterata amicizia che ha resistito a tutte le prove. Abbiamo sempre
rispettato profondamente le scelte fatte da l'uno e dall'altro nella
consapevolezza che nella situazione italiana dominata dal papato non era
sempre possibile mantenere una coerenza perfetta ma talvolta - miracolo
della condiscendenza (oikonomia) della Chiesa, occorreva fare scelte
difficili ed anche non sempre gradite pur di continuare a servire al
meglio il gregge che Dio cia aveva affidato. E questo è ciò che ha fatto
sempre padre Marco. E la testimonianza delle lacrime dei suoi fedeli
che ho potuto unire alle mie ed a quelli dei suoi cari quando, pochi
giorni fa sono andato a trovarlo all'ospedale e lo ho trovato pienamente
rimesso nelle mani della Volontà di Dio, sempre santa e benedetta. Con
l'arrivo dell'immigrazione ortodossa in Italia russa, ucraina romena
moldava albanese etc. il p. Marco è diventato padre amoroso di tanti di
loro, sempre attento alle loro necessità spirituali ma spesso anche a
quelle materiali, secondo la necessità. Di qui l'acquisto con mezzi
propri e grande sacrificio, della Chiesa di Ravenna e per quella fu
l'ultimo suo viaggio a Kiev , per dotarla di un bel lampadario di stile
ortodosso. Appena rientrato l'inizio delle breve ma inguaribile malattia
che lo ha portato a lasciarci. Il vuoto che lascia è troppo grande per
tutti quelli che lo hanno conosciuto. IN questi giorni tutti hanno
pregato, dal monastero greco delle monache dei Santi Angeli dove inviò
una sua figlia spirituale italiana che ora è suor Basilia ad uno Ucraino
dove ora è monaca la sorella della stessa sempre sua figlia spirituale,
a tanti amici sacerdoti e laici si sono levate preghiere per la sua
santa dipartita verso il Signore. Mentre siamo nel Digiuno per la festa
della Dormizione della Tuttasanta Vergine egli ci ha per un ultima volta
edificati anche con la sua morte rimessa nelle mani della volontà
divina. Vogliano quelli che talora lo hanno criticato comprendere quanto
ingiuste e talora maligne erano le critiche incostruttive e chiedere
perdono e quanti lo hanno amato, come me indegno, rallegrarsi perché la
sua anima eletta sale verso il Paradiso.
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