Mosca, 9 agosto 2013, Interfax-religion
Il capo del Dipartimento sinodale per le relazioni tra la Chiesa e la
società, l'arciprete Vsevolod Chaplin, non è d'accordo con quelli che
credono che le nazioni ortodosse siano le più depresse in senso
economico.
"Oggi molte persone con scherno e disprezzo parlano delle nazioni
ortodosse come prive di successo economico. Costruiscono diagrammi che
illustrano la dipendenza della prosperità economica dalla religione.
Ritengono che gli atei siano quelli di maggior successo, i protestanti
un po' meno, i cattolici ancor meno e che gli ortodossi siano i più
poveri e i più infelici", ha detto padre Vsevolod, rispondendo alle
domande sul sito web del Dipartimento di sinodale per l'informazione.
Invece di replicare allo schema, il sacerdote ha ricordato che "molti
economisti moderni che non sono appassionati di fondamentalismo di
mercato dicono che la crescita dell'economia e della domanda non può
essere infinita, e le nazioni che possono abbandonare l'idea di una
crescita costante e incontrollata avranno maggior successo quando questa
crescita si fermerà".
Secondo padre Vsevolod "prima o poi la crescita si fermerà, dato che le
risorse del pianeta sono limitate e la domanda, anche se è insensata,
non può crescere per sempre".
Credendo che sia "necessario passare da un'economia di crescita a
un'economia di autosufficienza," il sacerdote ha osservato che
"l'autosufficienza e l'auto-limitazione nell'acquisizione dei beni
terreni sono sempre state caratteristiche della civiltà ortodossa".
"Le sue tradizioni insegnano a non moltiplicare all'infinito le
ricchezze materiali, ma a essere felici del poco, o almeno di una
quantità ragionevole di beni della terra. Penso che il futuro appartenga
a tale atteggiamento. Oggi dovremmo interpretarlo in categorie di
scienza economica e nella costruzione di un sistema economico", ha detto
padre Vsevolod.
Egli è sicuro che tale modello avrà molto più successo rispetto a
un'idea di crescita eterna e domanda illimitata, che non può finire se
non nel disastro.
Allo stesso tempo, valutando l'attuale livello di prosperità dei
pensionati russi, il sacerdote ha invitato il governo e la società a
riflettere seriamente sul perché le persone che si sono dedicate a
servire il paese vivano la pensione a un livello di sussistenza, e
talvolta anche al di sotto di questo livello.
"Il pensionamento dovrebbe essere dignitoso. E ci chiama a prenderci
cura di questa società, specie se in questa società le persone si
definiscono per la maggior parte cristiane", dice il rappresentante
della Chiesa.
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