Riguardo
al problema scottante e
dibattuto dell’ecumenismo e di come soprattutto viene vissuto nel
mondo ortodosso (pensiamo non solo greco) dai siti internet http://www.romfea.gr e http://www.dogma.gr abbiamo tratto
due “interventi”
(tradotti in italiano): il primo è dell’ Ufficio delle Eresie e delle
religioni della Metropolia del Pireo (in Grecia) e il secondo il
messaggio dal Fanar (sede del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli)
dell’illuminante e responsabile “risposta” di Sua Santità,
il Patriarca Bartolomeo. Abbiamo
deciso di pubblicarli dopo non poco travaglio “interiore” per il timore
di
poter creare “scandalo” fra i fedeli e/o semplicemente lettori
“religiosi”. Ma, confidando nella maturità spirituale dei fedeli
ortodossi e dei nostri lettori, pensiamo di far cosa gradita
soprattutto speriamo che venga letto sempre in spirito costruttivo
per la difesa della santa fede ortodossa, senza un uso e/o abuso
“strumentale” per fini diversi e di scarsa utilità per la
Chiesa Ortodossa. In seguito ad una metania, ci si permetta, però,
di fare due piccoli e brevi ap-punti (ai due “contendenti” in
questione): 1) A Sua Santità il Patriarca Ecumenico
Bartolomeo I, con profondo rispetto e riverenza filiale, di prestare
attenzione se non siano questi i tempi per un “nuovo” san Marco
d’Efeso; 2) Alla Metropolia del Pireo, senza toccare il
contenuto ineccepibile della loro riflessione, ricordiamo
l’anedotto di San Macario il Grande (riguardo all’atteggiamento da
tenere verso gli eretici) cioè, che “una parola cattiva rende
cattivi anche i buoni e una parola buona rende buoni anche i
cattivi”. E come sempre, Gloria a Dio.
1. LA METROPOLI DEL PIREO PER
LA VISITA DEL PATRIARCA ECUMENICO A MILANO (1)
Con grande attenzione e nello stesso tempo anche con molta
afflizione d’animo, abbiamo seguito da
internet la “preghiera comune” e “la seduta in Trono di ambedue”
nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano del Patriarca Ecumenico
Bartolomeo e il Cardinale Romano Cattolico Angelo Scola,
meditando il saluto di Sua Santità con il titolo “l’autentica
libertà” così come anche la sua omelia in occasione della visita al
“monastero” di Bose con lo scopo di festeggiare con i
papisti l’anniversario dei 1700 anni dalla pubblicazione dell’Editto
di Milano:
Non possiamo tacere la nostra amarezza e delusione e con questo la
nostra piena antitesi tanto
con la “seduta in trono di ambedue”, quanto con le due omelie, così
come per ciò che riguarda il tono e il contenuto. Poiché il loro
contenuto tocca temi di fede, in più si alterano avvenimenti
storici, così come si mettono in evidenza grandi figure Patristiche
con selettiva e parziale citazione di brani e di parole (con il
risultato di far loro indossare una falsa e ingannevole
maschera ecumenica); di conseguenza non abbiamo il diritto di
rimanere indifferenti.
La fede è un bene comune di tutti, chierici e laici e tutti noi abbiamo il dovere di
proteggerla: Così com’è già noto «Il
fedele popolo di Dio costituisce insieme con il clero la coscienza
sorvegliante della Chiesa, la quale testimonia (giudica,
discerne, approva e accetta, o condanna e rigetta) l’insegnamento e
le azioni della Gerarchia, così come hanno stabilito i Patriarchi
Orientali nella loro Enciclica del 06 Maggio 1848: “Il
custode dell’ Ortodossia, il capo della Chiesa, è il popolo” ». Abbiamo dunque considerato nostro dovere di inoltrare questo breve commento che segue.
Una prima considerazione generica, riguardante i due testi, è
constatare che Sua Santità in
queste omelie rivolgendosi ai Papisti eretici, parla loro come se
fossero Ortodossi e cioè membri dell’Una , Santa, Cattolica e Apostolica
Chiesa Ortodossa. Per nulla si sottolinea il fatto che
si trovano nell’eresia e nell’inganno. Non si fa nessun cenno alle
abnormi differenze di fede e di dogma, le quali ci dividono dal
conciliabolo papista, il quale insiste a denominare se stesso
come “Chiesa Cattolica” o meglio “ autentica”, mentre considera la
Chiesa Ortodossa come “deficitaria”! Nessun tentativo di convincerli ad
abbandonare l’inganno del Papismo e di
accostarsi nel seno dell’Ortodossia seguendo così il Grande Basilio
nella Divina Liturgia: “Riconduci gli erranti e ricongiungili alla tua Cattolica e Apostolica Chiesa”
(preghiera
dell’Anafora). Questo tipo di mentalità riflette il modo di pensare
e di agire degli ecumenismi, i quali non vedono errori dogmatici nel
papismo, ma identità di fede con l’Ortodossia,
cancellando così in pratica tutta la Tradizione Patristica e
Canonica della nostra Chiesa. Su questo punto preciso vorremmo pregare
calorosamente Sua Santità, con tutto il rispetto e l’amore che
si addicono alla dignità Patriarcale e alla Sua persona, di
dichiarare subito e pubblicamente che cosa crede riguardo il Papato. Se
per caso crede che il Papato sia una Chiesa con sacramenti
validi e successione apostolica, in accordo su quanto, contro legge,
anti canonicamente e contro i Padri, hanno firmato nella settima
riunione della Commissione mista Teologica per il Dialogo la
quale si è riunita nel Luglio del ‘93 a Balamand in Libano; tutto
questo costituisce un tradimento della fede: “Da entrambi le parti
si riconosce, che quanto Cristo ha affidato alla sua
Chiesa (la confessione della fede Apostolica, partecipazione ai
sacramenti, specialmente nell’unico sacerdozio celebrante l’unico
sacrificio di Cristo, la successione Apostolica), non è possibile
considerarlo come possesso esclusivo di una sola delle nostre
chiese; è certo che all’interno di questo quadro si esclude ogni
ribattessimo. Per questo motivo la Chiesa Cattolica e la
Chiesa Ortodossa si riconoscono entrambi reciprocamente come chiese
sorelle, come comuni responsabili per la custodia della Chiesa di Dio
nella fedeltà alla Divina Economia ma in particolar modo
verso l’unità” ( paragrafo 13,14). E se veramente crede in
questo modo, allora ci spieghi perché non procede ufficialmente al
“calice comune” o alla “intercomunione”. Perché è incoerente e
contraddittorio parlare di fede comune che non sia seguita dalla
concelebrazione e dal “calice comune”
Lo stesso vale quando Sua Santità visita il Monte Athos e le diverse
Diocesi della Grecia,
usando un linguaggio chiaramente ortodosso, mentre quando si rivolge
ai Papisti usa un linguaggio ecumenico. Questa specie di doppio modo di
parlare produce confusione nel popolo fedele di Dio e
per giunta si trova in antitesi con le parole del Signore: “il vostro parlare sia si si no no” ( Mt 5,37) e l’Apostolo Paolo dice: “Dio è testimone che la nostra parola verso di voi
non è «sì» e «no».” ( 2Cor. 1,18). Allo stesso modo nel Suo intervento, Sua Santità spiega lo scopo del suo arrivo nella città di Milano: “Abbiamo
la gioia e la benedizione di trovarci
oggi nella vostra città dopo il gentile invito dell’Eminentissimo
fratello Cardinale signor Angelo Scola, per onorare insieme con Voi, (…)
l’anniversario del compimento dei 1700 anni
dall’editto della libertà religiosa dall’ ispirato da Dio
condottiero dell’Impero romano San Costantino il Grande, con la comune
pubblicazione insieme al suo coimperatore Licinio dell’atto
legislativo, conosciuto sotto il nome convenzionale e sinottico di
Editto di Milano.”
Costituisce un avvenimento storico e ineccepibile, poiché la
pubblicazione dell’Editto di
Milano, da parte del Santo e Isapostolo Costantino e del suo
coimperatore Licinio, ha “stravolto” il corso della storia ed ha
inaugurato una nuova epoca per il cammino spirituale dell’umanità.
Questo significa che i festeggiamenti per i 1700 anni di questo
unico avvenimento storico sono necessari per onorare prima di tutto il
suo artefice, il primo e grande imperatore della Romanità:
San Costantino .
La Chiesa Ortodossa Cattolica ha ogni ragione di festeggiare questo
anniversario, perché solo
questa, come Una, Santa; Cattolica e Apostolica Chiesa di Cristo è
rimasta fedele ai dettami dell’editto ed ha messo in pratica fedelmente
fino ad oggi i principi del rispetto e della libertà
religiosa. Mai la Chiesa Ortodossa nel suo cammino storico fino ad
oggi ha istigato di nascosto o ha capeggiato guerre religiose con scopo
di imporre con la violenza la fede ortodossa. Al
contrario, il Papismo, come del resto testimoniano i fatti storici
dalle fonti, ha degenerato specialmente dopo lo scisma del 1054
nell’orribile Cesaropapismo e così si è sottomesso alla terza
tentazione di Cristo, ha calpestato in molte circostanze con modo
irrispettoso e rozzo i principi dell’Editto e in genere i principi della
libertà e dignità della persona umana, commettendo
terribili e abominevoli delitti, tanto contro gli ortodossi, quanto
verso le altre religioni. Non è adesso qui il momento di riferirci
dettagliatamente ad abbondanti fatti storici.
Riportiamo brevemente solo alcuni di essi i quali dimostrano la
verità dei fatti .
Ci riferiamo alle interminabili soldatesche dei Crociati ( XI e XIII
sec.), le quali con la
scusa di liberare i Luoghi Santi, con la “ benedizione” dei Papi
hanno fatto irruzione nell’Oriente Ortodosso provocando ogni genere di
violenza e distruzione. Imposero ai piccoli stati
latini, fondati da essi, uno speciale statuto politico-ecclesiastico
Franco, sottomettendo le locali popolazioni ortodosse e perseguendo la
latinizzazione. Come ha sottolineato uno storico: “
Le popolazioni ortodosse di questi piccoli stati furono
costretti non solo a sottomettersi alla politica ecclesiastica
d’occidente ma anche ad adeguarsi ad essa mettendo in pratica gli
standard ecclesiastici e civili occidentali, i quali sono stati
editi nell’Assise di Gerusalemme”. La violenza e i vandalismi dei
Crociati hanno raggiunto il massimo nella IV Crociata,
quando conquistarono Costantinopoli (13- 04 -1204). Sono terribili
le descrizioni che ci trasmettono gli storici: la Città “conobbe
momenti terribili di saccheggiamenti e violenze. Per
tre giorni la Città fu abbandonata alla barbara volontà dei
conquistatori, i quali non solo saccheggiarono e depredarono ogni cosa
ma degenerarono in ogni genere di violenza e di barbarie contro
la popolazione locale”.
Lo storico bizantino Nikitas Chaniatis descrive con colori luttuosi la catastrofe: “Le
loro
azioni barbare per ciò che riguarda i capolavori d’arte fanno
impallidire se li paragoniamo con quelle dei Musulmani, o con la
devastazione della Città di Gerusalemme (…). Gli omicidi e
le violenze, le derisioni e le profanazioni, hanno superato ogni possibile umana fantasia”.
Pensiamo alla vergognosa istituzione della “ Santa Inquisizione” cioè i
tribunali ecclesiastici, i
quali furono ideati dal Papismo nel Medio Evo, dal XIII sec. al XIX
sec. per lo sterminio degli eretici. Come ci riferiscono le fonti, gli
inquisitori costringevano coloro che erano considerati
eretici a confessare il loro pensiero eretico o li sottoponevano a
tremendi tormenti: “L’imprigionamento, accompagnato dal digiuno, la
mancanza di sonno, l’isolamento, pesi ai piedi e catene
nelle mani, ma anche duri martiri. Se il carcerato dimostrava
fermezza nelle sue idee veniva sottoposto a duri maltrattamenti coi
quali non si doveva mai arrivare a mutilazioni e al pericolo di
morte”. Alla fine veniva consegnato al potere secolare il quale gli
assegnava l’ultima delle pene. “ Se il tribunale secolare non consegnava
alle fiamme l’impenitente o lo svergognato( eretico),
correva il rischio di essere scomunicato con l’accusa di aver
favorito l’eresia”. Ci viene in mente la terribile notte di S.
Bartolomeo (agosto 1572) e l’uccisione a freddo di 29.000
Ugonotti. Pensiamo alle missioni Papiste e Protestanti del XVI°
sec. nei paesi del terzo mondo. Queste “missioni” non sono state aliene
da tornaconti, fini e raggiungimenti mondani.
Si sono trovati immischiati e partecipi nei tentativi di
espansionismo coloniale delle allora grandi potenze europee, nei paesi
del’Africa, dell’America Latina e dell’Asia. Collaborarono e si
identificarono fino ad un certo livello con queste potenze, le
quali, desiderose di raggiungere i loro scopi, non si fecero nessun
scrupolo ricorrendo così allo sfruttamento, all’oppressione,
alla tratta di schiavi, fino ad arrivare a scontri con le
popolazioni del luogo. In questo modo le “Missioni” volevano imporre la
loro colonizzazione ecclesiastica, collaborando e
accondiscendendo alla violenza e allo spargimento di sangue”.
Riportiamo l’indicibile genocidio dei Serbi ortodossi nostri fratelli
dai papisti Ustascia, i
quali con la “benedizione” della “Santa Sede”, ” l’incoraggiamento” e
la guida del famigerato “Arcivescovo Croato Stepinach, perseguitarono e
uccisero più di 880.000 uomini che non vollero
rinnegare l’Ortodossia e convertirsi al Papismo. Uniche nel suo
genere e senza pietà e misericordia sono le descrizioni riportate nel
libro di Avro Manchatan con il titolo “L’olocausto del
Vaticano”, nel quale lo scrittore con fotografie e documenti
storici , scelti dagli archivi dell’allora Repubblica Jugoslava, della
Chiesa Ortodossa Serba, del O. H. E. e di altri ufficiali
organismi, descrive scene di terrore e di incredibili ferocità.
Riportiamo un breve estratto di questo libro: “La Chiesa Cattolica non
ha abbandonò la realizzazione di una guerra
religiosa all’interno dell’esercito, come già aveva fatto in simili
situazioni nel passato. Entrò in maniera aggressiva nel campo di
battaglia, senza tener conto di alcuna protezione e affondò la
sua spada contro tutti coloro che aveva deciso di sterminare, con
una velocità che il mondo non aveva mai visto. Molti scismatici degli
Ustascia venivano guidati da preti cattolici e spesso da
monaci, i quali avevano giurato di combattere con la spada e l’arma
da fuoco per la “gloria di Cristo e della Croazia”. Molti di costoro
non ebbero nessuno scrupolo di compiere azioni
atroci, vantandosi per queste azioni cha avrebbero fatto vergognare
qualsiasi barbaro o idolatra dell’Oriente. E tutto questo in nome del
papismo. Così mentre alcuni, come abbiamo già
visto, amministravano i campi militari per il reclutamento, altri
guidavano gli Ustascia armati nella chiusura di Chiese Ortodosse, nella
confisca degli archivi, nel perseguitare, nell’arrestare
fino ad arrivare ad uccidere gli Ortodossi compresi anche i
sacerdoti”.
Per giunta la “Santa Sede” si è preoccupata sotto il pontificato di
Giovanni Paolo II di
“canonizzare” l’arciassassino e artefice di questo genocidio
l’”Arcivescovo” Aluisio Stepinach, cosa che dimostra come il Papismo non
soltanto non si è pentito per tutti i delitti, ma addirittura
se ne vanta. Il fatto ancora più tragico è che né il Patriarcato di
Costantinopoli, né nessun altro Patriarcato Ortodosso, si è degnato di
condannare (tutte queste scelleratezze) come non si è
degnato di spendere una parola in più. Infine, vogliamo fare
riferimento all’abominevole Uniatismo, il quale guidato dal Vaticano, da
secoli ormai ( XIII sec. ) ma in particolar modo negli ultimi
decenni dopo la caduta del Socialismo Reale nei paesi dell’Est
Europeo, ha sviluppato un’attività di proselitismo mai vista, con
rapimenti, violenze e saccheggiamenti a discapito delle Chiese
Ortodosse, insanguinate dalle persecuzioni del precedente regime
comunista; questo ha provocato la giusta irritazione degli Ortodossi.
Ancora una volta nella storia dell’umanità si è
mostrata l’abominevole maschera dei metodi medievali di proselitismo
e di propaganda del Papismo. Come osserva un esegeta contemporaneo: “I
paesi ortodossi sono stati considerati terra di
missione. Queste “Missioni” sono state sostenute con ingenti mezzi
economici e materiali per occuparsi direttamente della
rievangelizzazione degli Ortodossi davanti agli occhi increduli delle
stesse autorità della Chiesa Ortodossa, le quali vedevano esercitare
a discapito degli Ortodossi violenze da parte degli Uniati. Gli Uniati
poi approfittando delle nuove circostanze di libertà
continuano la loro attività di instaurare un proselitismo”.
Avendo come base tutto ciò che abbiamo riportato sopra, ( ci sarebbe da
dire molto di più)
crediamo che i festeggiamenti dei Papisti per l’anniversario dei
1700 anni dall’Editto di Costantino costituiscano una pura formalità
(un teatrino) per fare audience, un’azione d’ipocrisia
massima come quelle che di tanto in tanto proietta il Vaticano. E
c’è ancora di peggio: consideriamo tutto questo una vera profanazione
dell’anniversario di questo avvenimento. Consideriamo
la visita di Sua Santità con lo scopo di partecipare a questi
avvenimenti, una dispiacevole “scivolata” la quale si aggiunge a tutte
le precedenti degli ultimi mesi come per esempio: la
partecipazione per i 50 anni del Concilio Vaticano II eretico e
brigantesco; all’intronizzazione del nuovo Papa Francesco I. Queste
“scivolate” hanno provocato un pesante scandalo nel pleroma
ortodosso. Non è solo la presenza di Sua Santità alle feste papiste
che scandalizza il popolo fedele ma lo scandalo maggiore è stato
provocato dalle due omelie del Patriarca, il quale si
rivolgeva ( agli ospitanti) con i titoli di Cardinale e di
“Igumeno”.
Nel suo discorso rivolto al cardinale Scola, il Patriarca così si esprime: “Questa
tradizione, di cui Costantino il Grande ne ha costituito le
fondamenta qui, a Milano, con la fecondità della legislazione romana da
un punto di vista cristiano e lo spirito inaudito ed
incredibile che la presenza sulla terra del Figlio e Verbo di Dio,
il Signore Gesù, ha portato nel mondo, era e rimane fino ad oggi per
l’Europa principalmente la fonte battesimale spirituale,
nella quale rinnovarsi e rigenerarsi, purificarsi e assaporare
l’eternità. Grazie a quella combinazione feconda si sono realizzate per
l’Europa delle conquiste determinanti nel progresso
spirituale dell’umanità”.
Così com’è stato redatto difetta di qualcosa perché ignora il ruolo
dell’antica filosofia e
cultura greca , nella formazione della cultura Europea. L’Impero
Romano d’Oriente (Romania) del grande Costantino aveva un profondo
carattere Greco – Cristiano perché era il frutto
dell’unione fertile tra l’Ellenismo e il Cristianesimo. I
rappresentanti e espositori di questa fertile unione sono i nostri Padri
Greci della Chiesa, i quali avendo una solida conoscenza
dell’antico spirito greco, hanno preso in prestito dalla lingua
greca e dalla filosofia greca tutta la terminologia, alla quale però
hanno dato un significato del tutto nuovo e un contenuto
cristiano con l’intento di formulare i dogmi della fede e di
sviluppare con esattezza l’insegnamento cristiano. Come osserva in una
recente pubblicazione il P. Giorgio Metallinòs: “I Pilastri
dell’Impero della Nuova Roma erano: l’universo Romano e una nuova
ideologia statale (Istituzionale), l’Ortodossia come Ortodossia
Patristica e Grecità ( lingua, cultura, educazione…). Cuore dell’
Impero era la Grecità. Da Giustiniano ( VI sec.) fino ad Eraclio (
VII sec. ) assistiamo ad una specie di grecizzazione
dell’amministrazione statale ( le Novelle Giustinianee)”. Inoltre, nel
discorso, si fa riferimento anche alla “responsabilità di noi
Capi Spirituali di fronte all’umanità e al mondo, l’annuncio o il
ri-annuncio della verità, che la nostra fede è viva e non una
macchinazione ideologica ed una teoria umana; non è un “cibo e
bevanda consumati”, ma è vita”.
Santità abbiamo forse fede comune con i Papisti eretici o abbiamo
comune responsabilità con
loro circa la evangelizzazione o la rievangelizzazione? Quale
verità potrebbero annunziare i Papisti trovandosi nell’oscurità
dell’inganno? Com’è possibile che noi abbiamo fede comune con
loro quando da anni ci dividono infinite differenze dogmatiche, le
quali sono state sottolineate dai Santi Padri, scritte nelle loro opere e
condannate da molti? E’ per caso fede comune
l’insegnamento eretico del Filioque condannato dal grande Fozio?
(gli stessi Papi ortodossi Leone III e Giovanni VIII), S. Gregorio
Palamàs e altri Padri recenti? Ecco cosa scrive riguardo
a questa eterodossia il grande Padre della Chiesa San Gregorio
Palamàs nel suo primo discorso “ Riguardo alla processione del Santo
Spirito”: “Lui l'intelligibile serpente e per questo
molto maledetto, il primo, l'odierno e l'ultimo male ( il diavolo)
.. per mezzo dei latini, suoi seguaci, porta parole vuote riguardo Dio,
credendolo un piccolo cambiamento è occasione di mali e
portatore di tante tribolazioni .. e aggiunge Ma noi avendo
l'insegnamento dalla Sapienza dei Padri e avendo conoscenza degli
insegnamenti di lui ... mai saremo con loro in comunione finchè
si dirà chè lo Spirito proviene anche dal Figlio”.
Nell’intervento pronunziato a Bose si rivolge a Enzo Bianchi con il titolo di Egumeno,
anzitutto lo elogia e gli augura “ di gioire sempre vedendo il suo campo arato, verdeggiante e ben guidato, che egli ha seminato con fatiche e sudori personali”.
Questo tipo di auguri
non trova alcun posto di rivolgerlo ad un eretico ma soltanto si
addice per gli ortodossi. Il Signor Enzo Bianchi, continuando a
rimanere nell’eresia e nell’inganno del Papismo, nonostante
anni di sforzo per avvicinarsi e approfondire la fede e la
spiritualità ortodossa, corre il pericolo che lui insieme con la sua
“comunità monastica” perdano la loro anima. Di conseguenza,
non solo non è degno di un tale elogio , ma da convincerlo e
rattristarsi. Una grandissima responsabilità in questo c’è l’ha Sua
Santità, il quale anziché sottolineare il pericolo incorrente, lo
tranquillizza e lo incita a gioire, dandogli la falsa impressione di
camminare sulla retta via che conduce alla salvezza. Inoltre, lo elogia
per i suoi sforzi spirituali compiuti per molti anni
per l’amore, l’interesse e il rispetto verso la Chiesa Ortodossa e
la sua spiritualità, “in vari modi manifestatasi come l’organizzazione
della vita monastica sul modello della vita
monastica orientale, l’organizzazione di convegni di approfondimento
della spiritualità ortodossa, con la partecipazione di rappresentanti
della teologia e dell’intellighentia ortodossa, con la
diffusione e lo studio della vita e dell’insegnamento di eccellenti
volti contemporanei e “Gherontes” dell’ortodossia, come S. Silvano,
Sofronio di Essex, il Gherontas Porfirios, il Gherontas
Paisios e naturalmente grazie all’apprezzato lavoro di pubblicazione
della vostra comunità”. In particolar modo lo elogia per “ la grande
utilità che ne viene dallo studio di opere
Patristiche le quali fino allora non erano conosciute in Occidente e
mal comprese, come le opere del predicatore della Grazia e della Luce
increata San Gregorio Palamàs”. Qual é in fin dei conti
il risultato dello studio decennale delle opere dei Padri antichi e
contemporanei? Tutti i S. Padri si preoccupano, sottolineano nelle loro
omelie e nei loro scritti che solo nell’Ortodossia
esiste la salvezza. Hanno evidenziato le eterodossie del Papismo e
la pan – eresia dell’Ecumenismo, camminando senza deviare sulle orme dei
precedenti grandi Padri e Maestri della Chiesa
Ortodossa. Per esempio quanto ha influito e ha problematizzato il
Sign. Enzo Bianchi la lettura dei brani citati di Gregorio Palamàs?
Quanto in qualche maniera hanno influito le parole
rivelatrici del Grande jeronda Paisios riguardo all’Ecumenismo? “Ecumenismo e Mercato comune, un solo Stato grande, una solo Religione a uso e consumo proprio. Questi sono i progetti del
Diavolo”. “ Mi fece impressione ciò che mi disse un vescovo del
Patriarcato, gli dissi: “Ma che cos’è questa situazione? Da una parte
l’Ecumenismo, dall’altra parte il Sionismo, il
Satanismo! (....) Fra poco venereremo le corna del diavolo anziché
l’aquila bicipite”. Non avrebbero dovuto sconvolgerlo questi brani e
guidarlo con una radicale sterzata e cambiamento di
tutto il suo cammino spirituale con un giro di 180 gradi avendo come
direzione l’Ortodossia. Se dunque i testi patristici non hanno potuto
aiutarlo a trovare l’Ortodossia che senso hanno
gli
elogi?
Cita ugualmente che: “ Con
così tanta soddisfazione vediamo la ricerca di una vita
spirituale pura nella vostra amata comunità la quale non si limita
solo alla visione di un dono comune, ma si volge alla vita interiore,
alla lotta per la purificazione dell’uomo dalle passioni
dal di dentro, al coltivare la preghiera, e al coltivare lo studio
dei Padri non come un arricchimento della conoscenza , ma come uno
sforzo di assorbimento e applicazione del loro spirito e
della loro saggezza”. Per ciò che riguarda “l’originale vita
spirituale” citata da Sua Santità, (vita spirituale vera) si vive solo
all’interno della Chiesa Ortodossa e mai certamente
dove c’è eresia ed inganno, perché solo all’interno di essa si
partecipa attraverso i Misteri alla Grazia del Santo Spirito. Il
presupposto indispensabile è costituito dall’esattezza dei dogmi,
questo ne costituisce il fondamento per la costruzione della vera e
originale vita spirituale. Fede e opere, dogma e vita sono saldamente
unite tra di loro, dal momento che se cambia uno di
questi pilastri cambia necessariamente il modo di vivere. San
Cirillo di Gerusalemme osserva riguardo a ciò : “il modo di coloro che
hanno timore di Dio è composto da due cose: Da dogmi sani e da
atti buoni. Né i dogmi senza atti buoni sono ben accetti da Dio, né
atti al di fuori dei dogmi sono ben accetti” . “ Una vita corrotta
genera cattivi (falsi ) dogmi” così completa S. Giovanni
Crisostomo. Per questo: “ Non giova a nulla una vita pura con dogmi
corrotti”, così ugualmente al contrario: Dogmi sani e vita corrotta”.
Altrove ancora sottolinea: “Abominammo le
associazioni degli eretici , ma preghiamo ininterrottamente per la
retta fede, vita e condotta giusta riguardo i dogmi “. Dunque
concludendo Santità avrebbe dovuto in primo luogo e principalmente
sottolineare al Signor Enzo che la vera e originale spiritualità, la
quale è ricercata da lui, la troverà solo all’interno dell’Ortodossia.
Sua Santità continua ad esporre brani dell’Apostolo
Paolo, S. Macario l’Egiziano, S. Saba di Chiliandari, primo
Arcivescovo di Serbia e il S. Giustino Popovic. Tutti questi brani hanno
valore solo con il presupposto della retta fede, come abbiamo
dimostrato con i brani dei S. Padri esposti precedentemente. Un
secondo presupposto potrebbe essere se il Sig. Enzo con la sua comunità
monastica rinnegherebbero l’inganno del Papismo e si
accosterebbero all’Ortodossia. In particolar modo vorremmo
commentare il Suo riferimento a San Giustino Popovic. Nel suo discorso
cita un passo dal libro: “La Chiesa Ortodossa e l’Ecumenismo”
dove si fa riferimento alla “sensazione della Teantropica
cattolicità” di tutti i Santi. Vero per ciò che riguarda la
“Teantropica cattolicità” del santo è degno di grande attenzione,
ugualmente però di grande attenzione è ciò che riferisce il Santo in
diversi punti dello stesso libro che fanno riferimento al Papismo, al
Protestantesimo e in particolar modo riguardo all’
Ecumenismo, con i quali mette a nudo questa terribile eresia da lui
definita come: “PANERESIA”. Riportiamo alcuni brani del suo libro: “ L’
Ecumenismo è il nome comune per i pseudo – cristiani e
per le pseudo chiese dell’ Europa occidentale. Dentro si trova il
cuore de tutti gli umanesimi europei con a capo il Papismo. Tutti questi
costituiscono un’unica eresia accanto ad
altre eresie. Il nome evangelico comune è la “ PAN ERESIA”. Il Dogma
ortodosso o meglio il PAN DOGMA sulla Chiesa rigetta ed è sostituito
al PAN DOGMA eretico latino del primato e
dell’infallibilità Papale cioè dell’uomo”. “ Il Protestantesimo ?
E’ il figlio fedele del papismo, il quale accentuando il razionalismo
scolastico è caduto attraverso i secoli da un eresia
all’altra e affonda continuamente in multiformi veleni delle loro
eresie ingannevoli”.
“L’insegnamento della Chiesa Ortodossa del Teantropo Cristo, messo per
iscritto dai SS.
Apostoli, da Santi Padri, dai Santi Concili riguardo gli eretici si
esprime così: Le eresie non sono Chiesa, né possono esserlo. Per questo
non possono avere validi i Misteri ( sacramenti ), in
particolar modo il Mistero del’ Eucarestia, Mistero dei Misteri (…)
Intercommunio, cioè l’ intercomunione con gli eretici, questo è il
tradimento massimo del Signore Gesù Cristo, il tradimento di
Giuda”. Tutto quello che abbiamo detto precedentemente ( anche se
avremmo potuto aggiungere molto di più ) come Vi è potuto sfuggire
all’attenzione Santità? Forse il Vostro segretario, al quale
avete sottoposto il testo da scrivere non le ha scritte? Queste
cose principalmente crediamo , e questo sarebbe stato doveroso dire al
Signor Enzo , come necessarie per la sua salvezza, in
secondo luogo parlare della Teantropicità cattolica dato che non
feriscono direttamente l’inganno papista, sono indolore per lui e per la
sua comunità monastica. Sua Santità conclude il suo
intervento rivolgendosi al Signor Enzo con esortazioni: “Così
vi esortiamo, Fratelli in Cristo, come saggi percorrete saggiamente il
resto della vita monastica , e come puri,
trascorrete la vostra vita in purezza. Mantenete la vostra anima
inespugnabile dall’assalto delle passioni, accettate calorosamente Dio,
amate colui che vi ama, e naturalmente tanto , poiché ha
dato in riscatto per noi tutti il Suo Figlio unigenito. Date anche
voi buona testimonianza al mondo cristiano (…)” Prendendo spunto
dalla vostra suddetta frase, ci sia consentito, Santità,
con rispetto e amore dì indirizzare alla Vostra persona e pregarLa
calorosamente: Santità “ come Saggio possiate camminare saggiamente per
il resto della Vostra diaconia Pastorale e del Vostro
Primato tra gli Arcivescovi, seguendo i nostri Santi Padri,
cambiando direzione nella parte ecclesiastica e politica, non camminando
insieme con le eresie, evidenziando e condannando opere e
parole delle eresie di coloro che non vogliono convertirsi cioè: il
Papismo, il Protestantesimo e l’Ecumenismo, interrompendo sin da ora
con loro i dialoghi dimostratisi infruttuosi e
indire un Sinodo Pan-ortodosso il quale condannerà la Pan – eresia
dell’Ecumenismo.
“Date anche Voi la Buona Testimonianza verso il mondo cristiano” poiché
solo all’interno della
Chiesa Ortodossa c’è la salvezza e chiamate i fratelli ingannati a
ritornare ad essa. Così agendo, provo arrecherete indicibile gioia ed
esultanza in tutto il mondo ortodosso e tra gli angeli nei
cieli, guadagnando così il Regno celeste del nostro Signore.
(2) Dall’ Ufficio delle Eresie e delle religioni. (14
giugno 2013) - Il responsabile: Arch. Paolo Dimitrakopoulos. Il Segretario: Lambro Skontzòs, Teologo.
2. NON TRADIAMO L’ORTODOSSIA – NON SIAMO
ECUMENISTI (2)
Quest’oggi un forte messaggio è stato inviato a più destinatari in tutte le Chiese dal
Patriarca Ecumenico Bartolomeo per quanto riguarda la questione del dialogo ecumenico.
Accogliendo il Patriarca di Bulgaria Neofito in visita pacifica al Patriarcato Ecumenico,
Bartolomeo ha detto, tra l'altro, che non tradisce l'Ortodossia né segue idee ecumenistiche, come si dice.
"Attraverso questa strategia non stiamo tradendo l'Ortodossia, come criticato da
alcuni, né sosteniamo concetti ecumenistici; al contrario, annunciamo agli eterodossi e a tutti, la verità
dell'Ortodossia" ha particolarmente sottolineato.
Il Patriarca Ecumenico ha fatto ampi riferimenti alle reazioni che
esistono per quanto riguarda
il dialogo teologico, sia in Bulgaria e in altri paesi,
puntualizzando che queste azioni hanno come fine quello di una reciproca
comprensione e l'accettazione nel tempo "da parte degli eterodossi
dell'unica Fede Ortodossa”.
"Non aspiriamo, come scrivono sia in Bulgaria sia altrove, alla
creazione di un "conglomerato"
comunemente accettabile di credi. Cioè, non stiamo perseguendo,
tramite il cosiddetto movimento ecumenico, al riconoscimento di una
"Confessione cristiana sincretistica", ma all'approfondimento
della Fede Cristiano Ortodossa e alla comune sinergia con coloro che
invocano il nome di Cristo" ha detto Bartolomeo.
Egli ha aggiunto anche: "Naturalmente, non abbiamo paura, come Ortodossi , che hanno la
pienezza della Verità, che saremo condizionati dalle opinioni dei nostri fratelli eterodossi riguardo questioni dottrinali".
(2) Messaggio dal Fanar a tutti
gli Ortodossi (Costantinopoli 20 Settembre 2013)Tratto e tradotto da: http://www.dogma.gr/default.php?pname=Article&art_id=3758&catid=1
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