Introduzione
'La lotta per la santa Ortodossia' era
una frase del sempre memorabile metropolita Lavr. Non c'è dubbio che i
molti che hanno conosciuto questo santo ierarca molto meglio di noi
potranno meglio spiegare in quale senso la usava. La frase, però, è
molto adatta per descrivere coloro che sembrano essersi schiantarsi
sulle rocce intorno alla Chiesa, senza mai raggiungerla. Oggi la santa
Ortodossia è minacciata da due minacce esterne, ma soprattutto da una
minaccia interna. Solo lottando contro tutte e tre possiamo vincere la
lotta. Che cosa sono queste minacce?
Secolarismo
La prima minaccia è simboleggiata dal
recente annuncio che l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, un
gruppo pan-europeo, ha approvato una risoluzione di condanna della
circoncisione dei bambini come una violazione dei diritti umani. La
risoluzione è stata approvata pochi giorni fa con 78 voti a favore e
solo 13 contrari. 15 si sono astenuti dal voto. Questa ondata di
antisemitismo contro tutti i semiti, tanto ebrei quanto musulmani arabi,
può sembrare ad alcuni cristiani ortodossi che non sia una nostra
preoccupazione. Tuttavia, lo è.
Ora, come si è visto con il clamore
intorno alla pratica dell'omosessualità, ogni fede è minacciata dal
secolarismo occidentale, diffuso dall'Unione Europea. Questa 'laicità',
in realtà solo un altro nome per l'ateismo, minaccia la cattolicità,
l'integrità e la libertà della Chiesa ortodossa. Oggi si spinge contro
ebrei e musulmani, domani ci sarà la messa al bando del battesimo
ortodosso, che significa che la profezia di san Serafino di Vyritsa
(+1949), che gli europei saranno costretti ad andare in Russia per il
battesimo, si avvererà.
Senza il senso di cattolicità, integrità e
libertà le Chiese ortodosse locali sono minacciate dallo sviluppo di
culti della personalità, che abbiamo visto svilupparsi quando la Chiesa
russa non era libera sotto il giogo sovietico; allora quelli che non
volevano la Chiesa russa ridotta a un culto di una personalità,
fuggirono per restare liberi. Ma quando la personalità in questione è
morta, anche quelli che ne avevano creato il culto sono fuggiti, perché
il loro unico attaccamento alla Chiesa era stata la personalità morta
che avevano venerato.
Senza il senso della cattolicità,
l'integrità e la libertà, le Chiese ortodosse sono minacciate anche
dall'omosessualizzazione, il risultato della mancanza di vita monastica.
Lo abbiamo visto con il famigerato arcivescovo tedesco Aav in Finlandia
negli anni '20 e la conseguente 'finlandizzazione' di molte parrocchie
locali, che non si sono ancora riprese. Abbiamo visto problemi simili
nel recente passato negli Stati Uniti e oggi gli orribili problemi
creati da cospiratori omosessuali nella Chiesa delle Terre Ceche e della
Slovacchia, che hanno calunniato ed espulso il loro metropolita.
Nazionalismo
Il nazionalismo è ovunque un pericolo
spirituale. Il nazionalismo nella Chiesa porta alla religione etnica del
ghetto culturale stretto ed egocentrico, la religione meschina del
fariseo e del settario. Appartiene a un mondo primitivo di isolamento,
perché dice che il proprio gruppo tribale è al di sopra di Cristo. Il
nazionalismo sovietico, che ancora infetta la Russia, ne è un buon
esempio. Tuttavia, anche questo è un fenomeno generazionale che non
dura, perché è incapace di portare frutto nella prossima generazione,
che lo respinge, incapace di sopportare la sua soffocante ristrettezza.
Ricordiamo bene, quando studiavamo alla
fine degli anni '70 al St Serge di Parigi, le opinioni del defunto
rettore, il protopresbitero Aleksej Knjazev, sul patriarcato di
Costantinopoli, lo stesso patriarcato a cui apparteneva. Dopo aver
sofferto negli anni '60 per l'abbandono di tre anni della sua diocesi da
parte del patriarcato, era stato al Fanar e aveva chiesto una prova che
il patriarca avesse davvero autorità universale tra le Chiese ortodosse
locali, come egli sosteneva, e non era semplicemente, come diceva padre
Aleksej, 'un insignificante vescovo balcanico'.
Non ricevette alcuna prova, e così negli
anni '70 cercò di riportare la sua giurisdizione indietro nella Chiesa
ortodossa russa. La paranoica falsificazione di oggi nell'EU Greek Reporter (http://eu.greekreporter.com/2013/10/21/conflicts-in-the-orthodox-ecumenical-council/)
afferma di fatto che il Patriarcato di Costantinopoli ha perso la sua
vocazione unitiva durante la guerra fredda attraverso il suo
nazionalismo. L'articolo conferma che la meschina gelosia nazionalista
da parte del Patriarcato greco guidato dagli USA ritarda la convocazione
di una Conferenza inter-ortodossa.
La gelosia politica del Fanar nei
confronti dell'Ucraina russa ortodossa, che ha recentemente cercato di
prendere in consegna con il sostegno degli Stati Uniti e dell'Unione
europea, nei confronti dell'opera missionaria svolta per oltre un secolo
dagli ortodossi russi in Giappone, in Cina e negli Stati Uniti (come
anche in Polonia e Cecoslovacchia) e per quanto riguarda attuale ruolo
vitale della Russia in Medio Oriente, nel sostenere il Patriarcato di
Antiochia ormai a guida araba contro l'interventismo americano, non
conduce alla cooperazione inter-ortodossa.
Nominalismo
Nonostante gli agenti irritanti esterni
del secolarismo e del meschino nazionalismo - non solo greco - il vero
nemico della Chiesa è interno. Si chiama nominalismo. Questo è lo
spirito che decide che l'appartenenza alla Chiesa è definita da tre
visite in chiesa il tutta la vita, per battesimo, matrimonio e funerale.
È lo spirito che decide che l'appartenenza alla Chiesa è definita da
una visita di quindici minuti alla notte di Pasqua. È lo spirito che
decide che l'appartenenza alla Chiesa è definita da una visita di trenta
minuti una volta al mese ad 'ascoltare il coro'.
È lo spirito che decide che
l'appartenenza alla Chiesa è definita dall'appartenenza all'80% che a
volte va in chiesa, ma non contribuisce, e non al 20% che prende parte
attiva alla vita della Chiesa e senza il quale la Chiesa non
esisterebbe. È anche lo spirito che decide che l'appartenenza alla
Chiesa è definita come vivere lo stile di vita consumistico di questo
mondo, la Chiesa è un supermercato, in cui il consumatore è libero di
scegliere ciò che vuole, cioè, solo 'le parti belle e confortevoli'.
Tale distorsione consumistica della vita
della Chiesa, in particolare, colpisce la demografia di qualsiasi paese
che è caduto nel nominalismo, inclusi paesi una volta ortodossi. Là, una
grande famiglia è considerata un peso, o anche una maledizione, dai
consumisti. Dicono: Come si può 'godere' la vita quando si ha una
famiglia numerosa? Così il mondo è caduto nel più grande olocausto della
storia umana, superiore a quelli di Hitler, Stalin e Mao: l'olocausto
dell'aborto, il più grande mix di genocidio e di suicidio nella storia.
Tutti i paesi una volta ortodossi sono
stati infettati da questo olocausto. Così, la Russia non può popolare le
sue distese; la Cina lo farà al posto suo. È stato calcolato che se la
rivoluzione atea non avesse mai avuto luogo, la Russia avrebbe oggi una
popolazione di oltre 600 milioni. Come può essere allora che in un paese
così le profezie di rinascita si avverino? Chi fa questa domanda
dimentica che le profezie sono sempre subordinate al pentimento. Anche
così, è vero che la Russia non può avere la quantità, ma può almeno
avere la qualità.
Conclusione
Oggi l'Europa ha finito la sua storia.
Con la sua scelta non ha più niente da dire: non è più una scelta di
civiltà. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, questi hanno, come i loro
film, solo la tecnologia, lo 'shock e stupore' degli effetti speciali.
Quanto alle altre terre, hanno popolazione e produttività, ma le loro
culture, musulmane, indù, buddiste, scintoiste, animiste, hanno perso lo
slancio originale fornito dalla fede e hanno solo il nazionalismo o la
violenza. Solo la Chiesa multinazionale della Rus' porta ancora una
civiltà creativa. Il mondo potrà sceglierla - oppure morire.
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